In Anti & Politica, Economia

DI FUNNYKING*

La cortina di ferro alzata a difesa di Mario Monti da TUTTI ma proprio tutti i media sussidiati italiani è un fatto nuovo di cui si deve tenere conto. Fatti salvi alcune specifiche nicchie come ad esempio il programma di Oscar Giannino su Radio24 (La versione di Oscar, controbilanciato dal Min-cul-pop Montiano, Focus economia di Sebastiano Barisoni. Ascoltare per credere), lo sforzo per “regolare” il flusso delle informazioni per accompagnare i provvedimenti del “governo tecnico” nel contesto di una generale consenso è davvero notevole. Resta il dettaglio che a leggere i giornali e ascoltare i telegiornali non è possibile avere una visione chiara della realtà economica e sociale che ci circonda.

Ma a che punto siamo? Quali gli effetti della cura dei tecnici sull’economia italiana, quali le prospettive?

Piaccia o no ai Monti-Fun-Boys, la lettura di tutti i dati econometrici (e signori parliamo del 100%) ci dicono che le misure economiche prese dal governo Monti  a fine Dicembresono state un totale fallimento. (per riferimenti consigliamo questo post di GPG Imperatrice)

Quello di Mario Monti è un governo conservatore nell’accezione più negativa e deleteria del termine. Ciò che Mario Monto è stato chiamato a “conservare” sono i livelli di spesa pubblica. Teniamo presente che la ragione di vita della casta parassitaria che a tutti i livelli compone la classe dirigente delle amministrazioni pubbliche (arco Montiano parlamentare compreso) è intermediare e gestire risorse. Il potere gestito dai partiti e da eserciti di boiardi di stato dipende solo ed esclusivamente nella possibilità di spendere  il denaro portato via ai cittadini e  le aziende produttrici di ricchezza netta (ovvero che non deriva da sussidi e aiuti pubblici).

Alla luce di questo si comprende l’azione di Mario Monti in qualità di Ministro dell’economia e delle Finanze. In una parola: Tasse. E’ una menzogna l’idea che non si poteva fare altrimenti. Sugli equilibri di bilancio, lo stesso effetto dell’aumento della pressione fiscale lo si poteva ottenere tagliando sul serio la spesa pubblica, ovvero andando a toccare in maniera decisa, vitalizi, stipendi pubblici e pensioni magari a partire azzerando le situazioni di privilegio più marcate.

Monti ha scelto di usare la leva fiscale per conservare i livelli di spesa pubblica, il risultato è stato l’esplosione della grande depressione italiana. Una situazione del tutto nuova nella quale si assiste ad una fuga senza precedenti di capitali, investimenti, imprese e imprenditori. A scappare da qui non è povera gente in cerca di un futuro diverso. Ad andarsene sono i Migliori Italiani, quelli che sanno fare e creare ricchezza. Non si spostano solo i capitali, ma anche le fabbriche. Molti imprenditori del Nord Italia chiudono le aziende (e licenziano gli operai italiani) per riaprirle al di la delle Alpi, anche in paesi dove il costo del lavoro è simile se non superiore a quello italiano (ad esempio in Svizzera).

Le tasse sui carburanti e le patrimoniali su case, conti correnti e investimenti mobiliari hanno generato una reazione violentissima nelle abitudini di spesa dei cittadini italiani. I quali hanno immediatamente tagliato la spesa.

Il risultato è una diminuzione del prelievo fiscale e un aumento esponenziale dei costi sociali legati alla disoccupazione. Un fallimento clamoroso.

Ma lo spread è sceso.

Ed è vero, il differenziale fra i rendimenti tedeschi e italiani è sceso. Ovviamente sappiamo bene che il grosso del lavoro lo ha fatto la BCE stampando 600 miliardi netti di moneta-debito e chiedendo alle banche di usarne una parte per comprare debito sovrano. Tuttavia non si può non rilevare come il governo Monti abbia fatto uscire in maniera brillante l’Italia da quello status internazionale di Repubblica delle Banane (BungaBungaLand) nella quale era stata precipitata da Silvio Berlusconi.

Il problema è la realtà. Essa a volte ritorna. Finiti i giochi di prestigio monetari e la sorpresa positiva costituita da una rinnovata presentabilità del governo italiano. I conti devono tornare. E non c’è modo che possano farlo. L’Italia è avviata  in una delle più gravi e profonde recessioni della sua storia, la malattia che sta uccidendo la nostra economia è che in queste condizioni, fiscali, burocratiche e di amministrazione della giustizia civile, non esiste alcuna ragione valida per fare impresa o continuare a farla in Italia.

In teoria il “governo tecnico” avrebbe ancora qualche residua possibilità di imporre e fare passare una linea di politica economica opposta a quella perseguita fino ad oggi. Nessun partito politico oggi è in grado di governare l’emergenza. La forza di Monti, per paradosso, è direttamente proporzionale ai  livelli dello spread. Più essi salgono più i margini di manovra del governo tecnico sono ampi.

Temo però che alla base del problema non ci sia cosa Monti possa o non possa fare. Ma cosa “voglia” realmente fare e cioè quale sia l’interesse del suo gruppo di potere di riferimento.

Gli aspetti positivi

Gli aspetti positivi della gestione Monti hanno il volto e il nome di Elsa Fornero che ha messo la firma sia su una piccola, insufficiente ma significativa riforma delle pensioni che sulla riforma del mercato del lavoro. Vedremo se il disegno di legge che modifica (finalmente) l’art 18. vedrà la luce così come ha lasciato il tavolo del governo.

Dove da Qui?

Sempre verso la bancarotta. Non esiste nemmeno una possibilità che l’Italia possa ripagare il suo debito pubblico senza una qualche forma di ristrutturazione dei suoi bond. Non si tratta più di se ma di quando il momento arriverà. Io penso che un governo che abbia a cuore il bene dei propri cittadini debba avviare un processo di ristrutturazione del debito (modo gentile per dire bancarotta) subito. Quando ancora siamo abbastanza forti da poterne affrontare con un minimo di risorse le conseguenze.

Il caso greco insegna quale tragedia sociale sia aspettare l’insolvenza “de facto” di una nazione.

Purtroppo, una ristrutturazione immediata del debito pubblico italiano è l’esatto opposto dell’interesse del sistema bancario nazionale e internazionale. Gli italiani devono rimanere solvibili al 100% per tutto il tempo necessario a preparare le banche al default su Bot e BTP. Rimanere solvibili è un modo gentile per dire che gli Italiani devono continuare ad essere spremuti come limoni per pagare capitale e interessi alle banche il più a lungo possibile.

I Migliori Italiani  lo hanno capito e stanno agendo di conseguenza. In fondo l’Italia rimane un’ottima meta turistica.

 

* Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/governo-monti-review.html

 

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Showing 6 comments
  • Roberto Porcù

    Se la montagna partorisse un topolini … è già successo che in periodi di carestia si arrivasse a mangiare topi.
    Più che il giudizio cautamente positivo sul ministro Fornero, io condivido la visione pessimistica di firmato wiston diaz, ma aspettandomi di peggio perché le camere lo modificheranno certamente in ossequio alla pace sindacale. Due anni di stipendio regalati ad ogni lavoratore lasciato a casa, da ditte che devono ridimensionarsi per non fallire, sono del resto il minimo importo necessario loro per non morire di fame dopo che banche e sindacati si sono spartiti i loro TFR. Banche e sindacati cuccano e le aziende in crisi pagano: c’è qualcosa che non torna. Se da molto prevedevo la fuga delle aziende, come infatti è avvenuta, ora prevedo i fallimenti e le bancarotte fraudolente ché fortunatamente sono molti i paesi dai quali non esiste estradizione. Lavoro aperto per commercialisti che vogliano discretamente specializzarsi in questo, ché per farle bene, le cose devono essere gestite oculatamente e con grande professionalità.

  • libertyfighter

    La riforma delle pensioni della FRIGNERO è una cacca. E’ solo un’altra rapina fiscale, altro che “piccola ma insufficiente”. Fa schifo. Ma mi vuoi dire che chi versava 40 anni di contributi non si era ripagato la pensione ed era necessario che ne versasse 42? Ma dai, se tutti andassero in pensione con 40 anni di contributi col cavolo che il sistema non sarebbe gestibile.

  • firmato winston diaz

    Se la riforma dell’articolo 18 imporra’ la corrisponsione di 2 anni di stipendio come indennizzo per il licenziamento per causa economica anche alle aziende sotto i 15 dipendenti, cioe’ la quasi totalita’ delle aziende italiane, e la totalita’ di quelle che forniscono un minimo di flessibilita’ al sistema, questa sara’ la peggiore delle mazziate, e l’ultima prima del decesso globale, che mai abbia ricevuto l’impresa italiana nella storia, molto peggiore della prima introduzione dello statuto dei lavoratori con il famigerato art.18.
    Altro che salva-italia.
    Qui si sta massacrando definitivamente la parte piu’ produttiva del paese per fare un piccolo favore dando ancora qualche ora di ossigeno al grande e grandissimo capitale di cui il governo e’ espressione.
    Il tutto manovrato dalle grandi banche, delle quali il governo e’ a libro paga, che fanno ballare a comando, finche’ durano i soldi della BCE, lo spread.
    Questi sono i liquidatori fallimentari, non i salvatori dell’italia.
    Qualche altro mese e il massacro sara’ completo e irreversibile.

  • CARLO BUTTI

    I bocconiani si sono screditati una prima volta quando furono chiamati a risanare la Rai, con i risultati che sappiamo. Ora si stanno sputtanando in saecula saeculorum mandando a picco questo brutto paese in cui viviamo. Quanto alla Fornero e alla sua riforma dell’articolo 18, non mi sento di condividere il giudizio cautamente positrivo sopra espresso.Tanto rumore per nulla. Che cosa è cambiato?”Parturiunt montes, nascetur ridiculus mus”.i monti ( o i Monti??)stanno per partorire, nascerà un ridicolo topo.

  • macioz

    Con Monti, meglio scrivere M’incul-pop.

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