In Economia, Esteri

DI MAURO BOTTARELLI*

Dunque, lo swap sul debito della Grecia farà scattare il pagamento dei credit default swap legati ai titoli del governo di Atene. Lo ha stabilito venerdì sera l’International swap and derivatives association (Isda), in seguito alla decisione della Grecia di ricorrere all’introduzione delle Clausole di azione collettiva per costringere il 15% circa di detentori mancanti ad aderire alla ristrutturazione del debito, anche se contrari all’accordo raggiunto. I contratti swap in causa sarebbero di un valore di circa 3,2 miliardi di dollari (anche se sull’attuale debito della Grecia ci sono 70 miliardi di dollari di swap) e l’Isda ha fissato un’asta il 19 marzo per massimizzare il numero dei bond che possono essere usati per determinare l’ammontare dei pagamenti.

Insomma, tutto bene, dai. Alla fine, come si dice in gergo, l’abbiamo fatta franca. O forse no. Vediamo qualche numero. Nonostante non sia ancora stato formalmente emesso, il nuovo debito greco è già trattato sul mercato grigio, un circuito interbancario in cui viene scambiata la promessa di titoli in attesa che vengano creati: a quanto? Con un sconto tra il 71% e il 79%, dipende dalla durata delle scadenze. Questo dopo un haircut del 53%, fatto che porta con sé la conclusione che il debito greco originale oggi è trattato tra il 12% e il 14% del suo valore facciale: da 100 a 53,5 post-swap agli attuali 12-14. Insomma, un gran bel taglio di capelli per le banche, ecco spiegata la reazione tutt’altro che entusiasta allo swap di venerdì scorso in Borsa! Eh già, i nuovi bonds con scadenze dal 2023 al 2042 quotano tra il minimo di 21,4 e il massimo di 28,75, valore medio 24 centesimi: cosa significa questo? Che per il mercato, swap o non swap, la Grecia è insolvente e in default. Punto.

Ma andiamo avanti per scoprire quante altre cose non vi hanno detto e non vi diranno su questo swap dei miracoli. A parte che sul mercato si parla chiaramente di “partecipazione strutturata” allo swap, ovvero che banche o istituzioni governative avrebbero pagato un premio ai creditori riluttanti purché dessero il loro ok, la questione relativa ai cds è interessante e molto istruttiva riguardo il grado di degenerazione raggiunto dal sistema bancario e finanziario. Come anticipato, il nozionale di cds sul debito greco greci è pari a circa 3,2 miliardi di dollari, ma questa è solo la posizione netta, mentre il totale lordo dei 4.323 contratti sottoscritti è stimato tra i 60 e i 70 miliardi, dati mai smentiti di Dan Greenhaus, capo delle strategie globali alla Btig. Quindi, se le perdite sull’esposizione netta potrebbero essere di circa 3,2 miliardi dollari, il problema è che il dato netto non conta praticamente nulla in un contratto di fatto binario, sottoscrittore e controparte.

Un esempio? La prima vittima dei cds sul debito greco è la Ka Finanz, una bad bank di proprietà dello stato austriaco, che anche a causa dello scoperto sui cds necessita di finanziamento per 1,31 miliardi di dollari, tutto a carico dei contribuenti del Paese alpino e a tutto vantaggio di una controparte, visto che in questo caso la perdita di uno corrisponde al guadagno di un altro. Ma c’è di più. La Ka Finanz non solo è scoperta di cds greci per un nozionale di 1,31 miliardi di euro e ora deve coprire perdite per 423,6 milioni di euro, ma, guarda caso, avrebbe dimenticato la regola aurea di chi fa operazioni sui derivati, ovvero coprire i margini ogni giorno alla fine della giornata di contrattazioni. Ecco perché, quindi, la Ka Finanz, trovatasi improvvisamente scoperta sui cds, dovrà tirare fuori tutto il margin call, cosa inusuale se si fanno le cose per bene: sarà stata la sola? Oppure altre banche hanno tenuto nascoste nel bilancio le perdite connesse a cds e ora che l’Isda ha dato il via libera all’attivazione delle clausole cominceranno i dolori, gli stessi che ridicolizzeranno la previsione di perdita per 3,2 miliardi e renderanno più probabile quella di perdite per 30 miliardi e guadagni, per i detentori, di circa 27-28 miliardi? Ma siamo certi che tutte le controparti saranno in grado di pagare? Avranno abbastanza soldi? O seguiranno la Grecia sulla strada del default, visto che se l’Austria appare obbligata a pagare, data la natura statale della Ka Finanz, in altri casi difficilmente si riuscirà a far passare come un atto di giustizia il fatto di utilizzare i soldi dei contribuenti per salvare qualche hedge funds che ha venduto protezione e ora non sa come rimborsare?

Insomma, se oggi in Borsa i titoli bancari andranno in profondo rosso, avrete una risposta (altrimenti, vi assicuro, ci sarà solo da aspettare qualche giorno). Ma questo è ancora niente, cari lettori. Per chi pensa che lo swap abbia risolto il problema del debito greco, ecco la chicca. Ci sono infatti altri 107 miliardi di debito greco, garantito dallo Stato e non contabilizzato, a cui dare una risposta! Già, sono obbligazioni delle ferrovie greche, dei trasporti urbani greci e altro, tutte garantite a livello sovrano dalla Repubblica greca. E poi obbligazioni legate all’inflazione, floating rate, asset-backed securities e tutto il campionario classico dei prodotti strutturati, tutti garantiti dal solventissimo Stato greco. Vuoi vedere che serve un altro swap in tempi brevi? Eh già, visto che la valutazione “default” da parte di un’agenzia di rating o l’attivazione dei cds potrebbero portare con loro la resa dei conti su questi prodotti, i quali non sono soltanto fuori bilancio ma anche governati, per la stragrande maggioranza, dal diritto inglese e non greco! Vediamo nel dettaglio queste obbligazioni, tutte – ribadisco per l’ennesima volta – garantite dalla Repubblica di Grecia: “New economy development fund” 139 milioni di dollari, Ferrovie elleniche 2 miliardi e 240 milioni di dollari, bonds strutturati 20 miliardi e 683 milioni di dollari, Trasporti urbani della città di Atene 837 milioni di dollari e debito garantito della Greek Bank 83 milioni e 314mila dollari. Totale di debito greco con garanzia statale, 107 miliardi e 213 milioni di dollari.

Insomma, la Grecia ha fatto default sul 105 miliardi di euro, ma ha aggiunto nuovo debito per 172 miliardi – nuovi prestiti di Ue e Fmi – oltre ai 107 di debito garantito e debitamente “nascosto” finora: dopo lo swap, quindi, Atene si è caricata di 279 miliardi tra nuovo debito e debito non contabilizzato! E sapete perché non era contabilizzato? Perché non era “in nome della Repubblica di Grecia”, ma “garantito dalla Repubblica di Grecia”! Ah beh, gran bella differenza! Quattro domandine quattro, per concludere.

La Grecia, al netto dei prestiti di Fmi e Ue, ha un debito maggiore o minore dopo lo swap e il default selettivo? Come pagherà la Grecia quei 107 miliardi di dollari di debito garantito (scattando i cds, non ci sono storie, né dispute nominalistiche da fare)? Se la ragione dell’intero pacchetto di misure per la Grecia era riportare la ratio debito/Pil al 120%, creare maggiore debito è la strada giusta e fiscalmente possibile? Non sarà che l’unica ragione dell’intero programma, invece, era soltanto quella di proteggere le banche europee esposte alla Grecia? Provate a darvi una risposta e vedrete con occhi diversi la pantomima che si terrà oggi e domani, ovvero l’Eurogruppo e l’Ecofin che si riuniranno per decidere lo sblocco dei 130 miliardi di nuovi aiuti.

 

* Link all’originale: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2011/9/29/FINANZA-1-E-ora-la-Germania-scarica-il-fallimento-della-Grecia-sulla-Francia-/3/210198/

 

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