In Esteri, Scienza e Tecnologia

DI GIUSEPPE SANDRO MELA*

In sintesi, La Korea del Sud vince sul Giappone la guerra per il dominio del mercato dei semiconduttori: con tutte le conseguenze che ne derivano e che ne deriveranno.

Elpida Memory nasce nel 1999 dalla fusione/acquisizione della Nec Hitachi Memory, Nec Dram e Mitsubishi Dram. E’ stato lo sforzo finale del Giappone di cercare di continuare la ricerca di base ed applicata, e quindi la commercializzazione, nel settore delle memorie. Unico produttore nipponico rimasto e terzo al mondo per volumi di vendita, 987 milioni di dollari di fatturato 2011, il 27 febbraio 2012 ha presentato istanza di fallimento per bancarotta, avendo in essere 481 miliari di Yen di debiti. Ciò è avvenuto nonostante una lunga serie di aiuti statali, culminati con un fondo perduto di 30 miliardi di Yen nel 2009.

La statunitense Micron Technology Inc. sta adesso trattando un’acquisizione parziale, mirando soprattutto al know-how ed ai ricercatori di punta. Ma non sembrerebbe che il Governo giapponese acconsenta.

Le koreane Samsung Electronics Co. e Hynix Semiconductor Inc., che attualmente detengono una quota di mercato mondiale combinata di ben oltre il 60 per cento, si avviano ad essere gli unici produttori mondiali.

Il problema non è solo giapponese nel gestire un fallimento di quel livello, e neppure sud koreano di aumentare la produzione in tempi rapidi, così da soddisfare la richiesta, peraltro decrescente.

Il problema é adesso mondiale, ed il modo con cui sarà risolto determinerà le sorti non solo del mercato della elettronica ma anche quello di ogni manufatto che contenga e sia governato da componenti elettroniche che richiedono l’accesso a memorie.

Senza voler entrare in dettagli, il cuore della questione si può riassumente nel fatto che fino ad oggi l’industria delle memorie doveva adattarsi agli standard che le venivano imposti dai produttori che le compravano i prodotti. Ciò rendeva la ricerca e sviluppo molto onerosa e ben poco remunerativa, vista anche la concorrenza internazionale.

Avendo adesso de facto il monopolio della ricerca e della produzione, la Sud Korea è libera di velocizzare le ricerche sulle nuove tecnologie sia di progettazione sia di produzione nel settore, avendo la forza di imporre i suoi standard. Sarà compito degli acquirenti riprogettare i propri prodotti in base alle caratteristiche di quelle che sarano le nuove memorie.

Se questo processo, già adombrato sommessamente dalla dirigenza di Samsung, dovesse verificarsi, certamente i prodotti finali sarebbero ben più performanti, ma tra gli acquisitori di memorie solo ben pochi hanno, o potranno avere, i mezzi necessari per riprogettare i propri prodotti. Si profila quindi all’orizzonte una seria falcidia di entità produttive, quasi tutte locate fuori dai confini sud koreani.

Così, dopo aver raggiunto il monopolio mondiale nella progettazione e costruzione di centrali nucleari, la Sud Korea si avvia ad assumersi anche quello delle memorie, ed appare di particolare interesse valutare la portata globale di quello che sarà, a breve termine, il terzo monopolio mondiale: la produzione industriale del grafene.

Questi fatti dovrebbe far pensare seriamente sia ai motivi del fallimento nipponico sia a quelli del successo koreano.

La ricerca aziendale giapponese é sempre stata molto, troppo nazionalista, e la produzione é rimasta gestita con criteri che, per usare un termine europeo, potremmo definire socialisti, tanto per intenderci.

La Sud Korea ha un settore sia universitario sia di ricerca e sviluppo industriale altamente internazionalizzato ed ha l’arte, una volta americana, di saper far diventare in breve tempo koreano il ricercatore che lì si trasferisca. Le sue filiere lavorative sono quasi totalmente deburocratizzate, la tassazione è minima, ed il contesto socioeconomico è improntato ad una economia di libero mercato, anche per quanto riguarda quello del lavoro, ed infine la meritocrazia è spinta a livelli frenetici.

La comparazione dovrebbe essere istruttiva e degna di essere meditata in profondità.

* Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/il-fallimento-di-elpida-memory-rivoluziona-il-mercato-dellelettronica.html

 

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