In Scienza e Tecnologia

DI LUIGI MASCHERONI*

“Chi produce pane produce pace”» Norman Borlaug, genetista americano, premio Nobel per la Pace.

Intervista ad Antonio Pascale,  scrittore (e agronomo) scientificamente inappuntabile. Che, da sinistra, smonta la sinistra (bio)illogica.

Voce sicura della narrativa contemporanea e mente razionale della divulgazione scientifica, Antonio Pascale – scrittore e agronomo – è un romanziere di grande appeal e un intellettuale che scrive saggi antipatici (a qualcuno). Come, quattro anni fa, Scienza e sentimento (Einaudi), in cui demoliva il luogo comune alla Pietro Citati secondo cui «i pomodori non hanno più il sapore di una volta»; o come il nuovo Pane e pace (Chiarelettere), il racconto, in cento pagine, di 10mila anni di evoluzione dell’agricoltura che fa a fette la vulgata della natura «buona» contro la scienza «cattiva», del “bio” uguale «bello» e della chimica uguale «brutta». Un libro politicamente scorrettissimo, scientificamente inappuntabile.

Sei uno scrittore e anche un ispettore agrario.

«Lavoro da 23 anni al Ministero delle politiche agricole e forestali. Stimo i danni prodotti dalle calamità naturali in agricoltura».

E studi il rapporto tra nuove tecnologie e agricoltura, smentendo false credenze e pregiudizi ideologici.

«Diciamo che molte persone quando parlano di cibo e di progresso sono vittime di un immaginario bucolico fuorviante, pensano a un mondo che sarebbe bello esistesse, ma non c’è…».

E sei anche di sinistra.

«Sì, voto a sinistra».

Però sei contro un’immagine idealizzata dell’agricoltura, “biologica” e antitecnologica tipica di molta sinistra.

«Sì. E infatti ho scritto questo libro anche per cercare di ragionare con quella parte di sinistra che rappresenta e diffonde queste immagine distorta».

Ti accusano di essere di destra?

«Sì. Di destra e al servizio delle multinazionali».

Tu difendi l’ibridazione, gli agro-farmaci, gli Ogm…

«Sì, perché ci siamo dimenticati che fino a 60-70 anni fa, la produzione era molto scarsa, quantitativamente e qualitativamente. E quando i contadini, come mio padre, coltivavano in modo – come si dice oggi – “biologico”, lo facevano non per una scelta etica ma per necessità, perché non avevano fitofarmaci, né diserbanti né fertilizzanti. Risultati? La resa della terra era bassissima e i prodotti non erano buoni. Mentre oggi, con le nuove tecnologie, le rese sono abbondanti e la qualità migliore».

Da vero progressista dici che non bisogna avere paura di «forzare la natura».

«Esatto. Anche se a certa sinistra ecologista la cosa non piace, bisogna smettere di rimpiangere i metodi antichi, e affidarsi, nelle giuste dosi, alla scienza. Con la “rivoluzione verde”, a partire dagli anni ’60, si è cominciato a usare i concimi di sintesi, gli agrofarmaci contro gli attacchi degli insetti, i diserbanti che hanno tolto le mondine dalla risaie, e infine le piante modificate: quattro elementi che hanno aumentato la produzione, aumentato il reddito e diminuito la quantità di terra necessaria per l’agricoltura. Altro che buon tempo antico…».

Perché riteniamo il “vecchio” più genuino?

«Perché abbiamo un’immagine distorta della natura. Entriamo in un supermercato biologico, vediamo le spighe mosse dal vento sulla confezione, e pensiamo che quel prodotto è sano, perché è naturale. Questo perché lo vediamo da lontano. Se facessimo uno zoom su quelle spighe e su quel campo, vedremmo che ci sono le piante infestanti, gli insetti, vedremmo la vita.. E noi dobbiamo per forza combattere insetti e malerbe, altrimenti i prodotti non vengono bene… Se non interveniamo sulla natura, la natura torna a essere quello che è: selvaggia».

Però ci piace idealizzare la natura e il passato…

«Sono gli effetti del peggiore inquinante che esiste, quello culturale. È il sapere nostalgico, quello che sostiene che tutto ciò che avveniva in passato ha valore, mentre ciò che viene prodotto nel presente è corrotto».

Chi produce questo inquinamento culturale?

«Moltissimi intellettuali, soprattutto di sinistra, quelli che pensano che il passato è “ideale” e quindi non ha senso muoversi in avanti.. Quelli che nel nome di un falso mondo bucolico, per ignoranza o malafede, fanno disinformazione culturale e scientifica. Sono gli anti-moderni. Opinion-maker pericolosissimi. I santoni della sinistra bio-illogica»

Nomi?

«Carlo Petrini di Slow Food, che nel suo decalogo pubblicato sull’Espresso per dire “No agli Ogm” sostiene che le piante mal sopportano le modifiche genetiche, che è come dire, per fare un corrispettivo letterario, che Dante ha scritto Lo cunto de li cunti. O Mario Capanna, che diffonde in tv la leggenda metropolitana dell’Ogm detto “fragola-pesce”. O Dario Fo, che quando parla di teatro sa cosa dice, ma quando parla di genetica no. Gente per la quale L’origine della specie di Darwin non è mai stato scritto. Gente che pensa che la Madre Terra e la Natura siano sacre, incorrotte».

E intoccabili.

«Credono che l’intervento dell’uomo violenti la natura: invece l’intervento, se ben fatto, semmai migliora la natura. Quando sono nato, c’erano tre miliardi di persone sul pianeta. Ora sono quasi sette. E come si fa a sfamare così tante bocche? Intervenendo sulla natura, per far funzionare meglio l’agricoltura. E il mondo».

Più pane, più pace.

«Lo diceva Norman Borlaug, agronomo americano, premio Nobel per la Pace nel 1970, pensando al progresso scientifico che ha ridotto la fame nel mondo: “Chi produce pane produce pace”».

Si dovrebbero applaudire i genetisti, invece…

«Invece li si dipinge come dei Frankenstein. Creatori di mostri. È inutile. In Italia si fa troppa demagogia e poca ricerca».

 

* tratto da www.ilgiornale.it

 

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Showing 31 comments
  • mauro

    Puntualizzo che vorrei trattare i temi ‘alimentazione’ ed ‘agricoltura sostenibile’ nell’ottica particolare della tutela ambientale, dunque procedendo dall’assioma, non so peraltro quanto davvero sostenibile, per cui mangiar sano (o ‘bene’) = preservare l’ambiente.

    Grazie ancora dell’attenzione. Mauro

  • mauro

    Salve a tutti. Mi permetto d’intervenire nella discussione per chiedere se qualcuno può indicarmi dei riferimenti bibliografici (‘Pane e Pace’ sarà presto sulla mia scrivania) sulle problematiche ‘agricoltura sostenibile’ e ‘alimentazione’. Devo realizzare uno spettacolo di burattini (sono burattinaio di professione) per la prossima primavera: in verità l’argomento mi sgomenta, ché mi ci vorrebbe, piuttosto che testi scientifico-divulgativi, una bella favola capace di riassumere le problematiche in un racconto vero e proprio ed anzi, a questo proposito, qualcuno sa darmi una dritta? . Ciao, scusate e grazie. Mauro
    P.S.: una domanda a DiscorsiStrani: le api, posizionate le arnie verso tramontana, non essendoci altra possibilità, sono destinate alla sofferenza? Grazie.

    • leonardofaccoeditore

      Chiederemo a Fidenato di darti una risposta

      • mauro

        Grazie, Leonardo.

  • Giorgio Fidenato

    ….spiegami…..

    • DiscorsiStrani

      1000 punti “stile gentelman” per lei sig GF a me la parola “spiegami” intesa come due persone che non capendosi cercano di ragionare fa “eccitare”.
      Non sostengo che le api muoiano per gli ogm, probabilmente le cause sono altre e svariate…consideriamo unicamente le api come l’indice di “salute” di un determinato territorio, nulla di più… In italia non ci sono ogm e le api muoiono già per “gli affari loro” anche se sicuramente l’uomo e qualche “prodottino” chimico centrano sicuramente.

      io chiedevo se qualcuno mi sa dire, nonostante non ci siano studi diretti che leghino api ad ogm perchè le api (indice di salute del territorio e grandi alleate nella nostra sopravvivenza sul pianeta) in america snobbano gli ogm pur essendo l’unica risorsa alimentare che trovano per la loro sussistenza, preferendo il disastro a piccoli bocconi di polline ogm… io sintetizzo “campo ogm, assenza di api = acqua inquinata, assenza di pesci”… sarà anche primitivo come ragionamento ma mi sembra abbastanza logico pensare che nelle culture ogm esista un “che” che non sia proprio così da sottovalutare.
      Quando si va per funghi e si trova un fungo con chiari segni che indicano che qualche esserino l’ha già mangiato (e non si trova il cadavere dell’esserino li vicino ovviamente) è indice che quel fungo è commestibile…se il fungo è integro e perfetto il buon “fungarolo” dubita all’istante di poter avere per cena risotto con i funghi. L’uomo di buon senso correrebbe un eventuale rischio per la sua salute solo per riempirsi la pancia?

      Alcuni credono (e la scienza non smentisce) che l’aver vaccinato il mondo contro la poliomielite abbia aperto i ricettori genetici che oggi ci rendono tutti possibili vittime dell’ HIV…che poi in soldoni è AIDS e a me spaventa un po, nonostante ci si possa “curare”. non che gli ogm portino l’hiv, è solo un esempio, forte, ma comprensibile.

      La frase “ad ogni eureka della scienza corrispondere un grido di dolore del umanità” in questioni come quelle degli ogm non va sottovalutata visto e considerando che appena sarà possibile farlo anche in italia, le culture ogm (più fruttifere e meno impegnative) soppianteranno quasi totalmente il resto delle coltivazioni no-ogm.

      E’ il caso di voler “mangiare il risotto con i funghi quando i funghi nel cestino sono troppo perfetti per essere veri ?” e se non esistono spiegazioni ufficiali sulla questione “perché le api non mangiano l’ogm?” accetto anche un “non lo so”…però nel caso invito tutti a farci un pensierino in merito… La liberalizzazione a priori ha come contro faccia il proibizionismo a priori… e considero entrambe le posizioni molto molto poco di “buon senso”… è meglio “SPIEGARSI” non crede?
      io resto propenso all’ipotesi di seminare culture ogm con quote percentuali rispetto alle culture tradizionali, così potremo provare a salvare capra, cavoli e FUNGHI. non sono assolutamente contrario alla sperimentazione se è fatta con la testa e non con il portafogli, anzi ben venga… Da qui a sostenere la liberalizzazione dell’OGM ci stanno le “api” in mezzo…(e i funghi)
      grazie e distinti saluti

  • Giorgio Fidenato

    @Discorsi strani. Io non so di quali esperienze tu stia parlando, visto che in Italia non si seminano OGM (per inciso in europa è legalmente ammesso seminare solo il mais MON810). Ora non so perchè tu incolpi gli OGM per la moria delle api, visto che in Italia non ce ne sono. Inoltre in tutte le prove scientifiche non si è trovato niente sugli OGM che provochino la morte in massa di api. Quindi siepami meglio qual’è la tua esperienza così forse ci capiamo meglio.

  • discorsistrani

    praticamente è impossibile discutere senza prendere una parte con lei. è la seconda volta che mi par di essere frainteso, addirittura di usare luoghi comuni, eppure mi sembra di scrivere in un italiano decente. non ho menzionato misti ibridi tra ogm e non ogm, ne ho bisogno di avere delucidazioni sulla bio diversità o su quali piante sono autoctone e quali no. dico solo che se le api non usano ogm qualche cosa di “strano” c è in queste culture. è come fare il bagno in quel fiume di qualche commento fa dove x uno strano motivo non ci sono i pesci. io non ci entro in acqua fin a che non mi spiegano il perché. ora non veda altri luoghi comuni che non esistono x rispondere con ovvietà e i luoghi comuni dell altra sponda del pensiero. allora o qualcuno mi spiega perché le api muoiono di fame in mezzo agli ogm oppure mi si faccia la cortesia di usare buon senso e mi si dica :”NON LO SI SA, È COSÌ MA NON SAPPIAMO IL PERCHÉ” . Poi decidiamo assieme se è il caso di provare. sottovalutare un “SIMBOLO” come questo è da sprovveduti. aspetto risposte, non del solito calibro di gente esperta che spiega ai poveracci ovvietà faziose nella convinzione che gridare “Si” possa in qualche modo convincere la gente ad essere a favore degli ogm. oppure aspetto silenzi che sono meglio del solito bla bla sia dell una che dell altra parte. distinti saluti

  • Giorgio Fidenato

    @discorsistrani. Innanzitutto è giusto che lei non faccia il bagno in un fiume dove sa che a monte c’è un’industria che scarica prodotti chimici “poco conosciuti”i. Ma la differenza è che nel caso di OGM è che sono molto conosciuti e si sa che non fanno male alla salute dell’uomo e all’ambiente. Centinaia e centinaia di studi lo hanno dimostrato e quindi, come lei prende una medicina per la sua salute perché le prove hanno dimostrato che non fa male alla salute, alla stessa stregua può usare un OGM per gli stessi motivi. Lei mi dirà che ci sono stati casi in cui, nonostante le opinioni positive su una sostanza, poi si sono rilevati disastri. Citerà sicuramente il caso dell’amianto ma, come ha sentenziato recentemente il tribunale di Torino, nel caso di specie i proprietari sapevano che faceva male alla pleura, così come gli scienziati fin dagli anni 50 lo sapevano. E’ stata poi una scelta politica quella di utilizzarlo in quel modo ( ricordo a tutti che molti tubi dell’acqua potabile sono in amianto, ma in quel caso non dobbiamo avere timore perché è la polvere di amianto che fa male, non se viene ingerito. Oppure mi citerà il caso del talidomide, senza aggiungere però che in quel caso la focomelia fu causata non dal principio attivo stesso ma da un coadiuvante inserito nel medicinale, così mentre si era studiato molto su p.a. non altrettanto si era studiato sui composti adiuvanti.
    La frase poi che la mia libertà finisce dove comincia la mia, francamente non capisco cosa centri con gli OGM. E’ un mantra che sento sempre ripetere a sproposito su questo argomento, ma non riesco a collegarlo. Io non voglio obbligare altri individui a consumare OGM. Io voglio etichettare il mio prodotto e che tutti sappiano che è OGM, come vorrei che i produttori biologici dicessero che sui loro prodotti spruzzano il rame e che indichi o che il rame è un metallo pesante molto tossico all’uomo e che usano anche la proteina BT (quella usata negli OGM) e poi vediamo la reazione della gente

    • Gino

      Sul polline che viaggia da una coltivazione ogm ad una coltivazione vicina(TRADIZIONALE)per esempio pomodori,dove il contadino a settembre conserva 2 o 3 pomodori per conservare i semi per l’anno prossimo,cosa dici?
      Ci sarà contaminazione?
      Noi in italia abbiamo la singolarità del clima e del paesaggio che ci rendono unici per le biodiversità sia di verdura che di frutta.
      I nostri prodotti li troviamo negli scaffali dei migliori negozi in tutto il mondo,perchè hanno quella singolarità.
      Spargendo coltivazioni ogm,si verrebbe a contaminare ciò che ci rende unici,considerando anche il fatto che le cose noi le facciamo sempre all’italiana,senza curarci di precauzioni.

      • Giorgio Fidenato

        Gino. In due parole hai detto un sacco di luoghi comuni. E’ vero che il polline del mais OGM si mescola (non contamina) con il mais tradizionale, ma è anche vero che il polline del mais tradizionale si mescola (non contamina) il mais OGM. Questo è il solito mantra degli anti OGM che vogliono impedire la coltivazione di OGM per il motivo che il polline del mais OGM va a fecondare il mais tradizionale. Ma succede anche il contrario!!!! Cioè questi signori, partendo dal fenomeno naturale dell’impollinazione incrociata, vorrebbero far cadere sui coltivatori di OGM un sacco di colpe e far pagare loro un sacco di danni. E’ come se io essendo proprietario di un terreno su cui crescono delle graminacee che in primavera emettono un sacco di polline che si sparge nell’aria, venissi chiamato a rispondere dei danni procurati per l’allergia da polline in chi è allergico o mi si obbligasse ad eliminare le graminacee dalla mia superficie. E’ una cosa che non sta ne in cielo ne in terra.
        Altro luogo comune è la biodiversità italiana. Ti ricordo che nel panorama agricolo italiano, e di cui molti supponenti anti ogm se ne fanno vanto, esistono delle piante che fino a 500 anni fa non esistevano: penso al pomodoro, alle melanzane, ai fagioli, alle patate, al peperone, al mais, al tabacco. Quindi parlare a sproposito di tutela della biodiversità, dei prodotti tipici quando, se avessimo utilizzato lo stesso atteggiamento di ggi 500 anni fa, non avremmo queste grandi prodotti che ora gli anti OGM si riempiono essere italiani.
        C’è da dire poi che questi prodotti italiani unici sono selezioni fatte da genetisti di altri paesi che poi coltivati in italia si sono dimostrati eccezionali. Pensa alla Melinda della Val di Non. Questa mela è stata selezionata in Inghilterrra solo che poi in val di Non da risultati eccezionali. La grande capacità degli italiani è nella loro cultura culinaria, non nell’avere prodotti tipici. Ma che cosa c’è di veramente tipico dell’Italia? Veramente poco, solo che la cultura culinaria degli italiani è grande e, credimi, non clonabile.
        Quindi siamo sereni nell’introdurre gli OGM e poi vedremo i risultati quanti-qualitativi e poi vedremo se ci conviene!!!!!

        • Gino

          Ma quanto sei svelto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
          ANCHE LA PATATA,IL POMODORO,IL MAIS NON ESISTEVA IN ITALIA PRIMA CHE LO PORTASSE COLOMBO DALL’AMERICA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
          Anche il KIWI negli anni ’80 venivano dall’asia,oggi perfettamente ambientati quà in italia.

          • Giorgio Fidenato

            Gino. Gino, ma ci sei o ci fai? Ti ho suggerito tutti quegli esempi per farti riflettere sulle parolone che dite circa il fatto che gli OGM mettono in discussione la tipicità o la biodiversità. Se 500 anni fa avessero fatto gli stessi ragionamenti che fate oggi il pomodoro non avrebbe mai messo piede in europa perchè secondo voi”… avrebbe compromesso la biodiversità, chissà quale impatto il pomodoro avrebbe avuto sul territorio italiano, oppure non abbiamo studi sufficienti che in un nuovo ambiente il pomodoro non provochi degli scompensi sulla flora e fauna del terreno, chissà nel lungo periodo quali saranno le ripercussioni, non ci sono ancora studi sufficienti che nel lungo periodo il pomodoro provoca dei danni alla salute dell’uomo o all’ambiente, …..”. Vuoi dire che non vi sareste comportati così? Invece oggi gli anti OGM si riempiono la bocca con la pummarola tipica italiana…. Il pomodoro non è un prodotto tipico dell’italia: è stato importato dall’America!!!!!!!!

    • DiscorsiStrani

      non cito ne amianto ne il talidomide, dico solo che le api non impollinano l’OGM ora può farmi parlare con un qualsiasi esperto di OGM , anche un premio nobel o un premio per la pace… ma la sostanza dei fatti non cambia… le piccole ambasciatrici della natura, e le assicuro che non credo esistano sul pianeta molti esseri che come le api si possano meritare il titolo di “ambasciatrici di madre natura” non vogliono gli OGM, preferiscono morire… morire di fame…insomma, qualche cosa non torna lei non crede, per quante spiegazioni “teoriche” o “scientifiche” possano essere espresse su questo blog? Sono sicuro che ci sarà tanto ancora da parlare sull’ OGM perchè sono il primo a sostenere che piante più forti e più fruttifere siano una cosa IMPORTANTE da studiare e sperimentare (le culture odierne sono molto diverse da quelle del passato, leonardo da vinci disegnava spighe con 18 chicchi, ora grazie alla scienza abbiamo spighe super produttive ed è un bene x tutti)…sono a favore delle ricerche e dei dibattiti sull’argomento…e mi rimetto sempre dulcis in fundo alla volontà di quella presunta maggioranza illuminata (più di me) che alla fine prenderà le decisioni anche per me…e anche per lei. La questione dei “confini della libertà” la provo a spiegare con degli esempi visto che non le è chiara come “giro di parole” … I giapponesi sono liberi di mangiarsi le balene, ma le balene non sono dei giapponesi e l’estinzione delle balene riguarda tutti, quindi i giapponesi in un modo legale invadono la mia libertà e la danneggiano…stesso vale per uno che vuole una macchina 8000 di cilindrata che con un litro di benzina fa 500 metri, la sua libertà di viaggiare con il macchinone va contro la mia libertà di poter respirare aria più pulita, Le ditte produttrici di petrolio hanno la libertà di perforare i giacimenti del golfo del messico, ma i risarcimenti della marea nera non coprono assolutamente i danni provocati, l’ecosistema dell’oceano non si aggiusta con i soldi e la mia libertà di fare il bagno nel golfo del messico viene meno… quindi la libertà ha dei confini, sta alla società imporli e agli individui rispettarli…c’è sempre l’ipotesi di diventare eremiti e abbandonare la società. Fin che restiamo qui possiamo parlarne e confrontarci, anche sugli OGM… per ora lei non è libero di coltivare OGM e io non sono libero di potermi curare con le cellule staminali…entrambi grandi dubbi “etici” sono a favore delle staminali, non sono “contrario” agli OGM (ma non ne sono ancora convinto) e le api…continuano a non impollinare gli OGM… e tutto il resto è retorica “credo” perchè nonc ambia i FATTI… OGM no API, API no OGM… che i scienziati mi spieghino il nesso e magari sarò uno di quelli che lotta per il diritto e la libertà di usare OGM, nel frattempo le auguro una buonissima giornata. e allego i miei più “libertariani” saluti

  • Gino

    Se io ho un albicocca ed una marmellata di albicocche ed entrambe le semino dall’albicocca nasce una pianta dalla marmellata non nasce nulla.
    Oggi che abitiamo tutti in città,facciamo una vita frenetica pranzi in mense aziendali,merendine,frutta che proviene dall’estero,o dai grandi frigoriferi.In tutto questo ci manca qualcosa che è:
    -Abbiamo una forte assenza di elementi vitali,elementi che possiede la frutta appena raccolta,quella frutta mai stata congelata.
    Vengo al punto,se semino un chicco di grano OGM non nasce,quindi è privo di elementi vitali e non credo che abbia gli stessi valori del grano tradizionale,così come la frutta ogm paragonata a quella tradizionale.
    Vi siete mai chiesti in che condizioni porta una popolazione nel fare coltivazioni con semi ogm,in quanto ogni anno devono comprare i semi per comprare i semi a volte si fanno grandi debiti.
    evviva le coltivazioni tradizonali,che permettono il raccolto e la semina cioè l’essere indipendenti.
    Mentre l’ogm il seme devi sempre comprarlo dalle multinazionali

    • FrancescoPD

      Mi sembra che il titolo sia eloquente, “Basta sciocchezze su OGM”,.. ma vedo non ancora sufficiente!
      Faccia una cortesia, si documenti in testi scintifici, non in internet,.. e una chicca per Lei, chieda agli ecoterroristi (ora anche condannati) che sono andati a distruggere il campo di Fidenato,… una volta distrutto, il mais è ricresciuto con gran vigore!
      Un’altra cosa, che dimostra le sciocchezze che circolano in rete….. ma se come asserite, fosse sterile, ma come mai allora la fate così tanto lunga sulla commistione con le specie? non le sembra una contraddizione clamorosa?!
      Capisco magari che sia contrario, ma mi permetta, per questo non scriva fesserie gratuite, come lei è libero di non utilizzare OGM, altri invece devono essere liberi di adottarlo su basi scientifiche, e non essendoci letteratura scientifica contraria, io pretendo che mi venga riconosciuta la mia libertà di scelta.
      Comunque rilegga bene l’articolo, e cominci a documentarsi se le interessa l’argomento, e suggerirei non in internet!
      Saluti

      • Gino

        Per come ragioni vale il detto siamo quello che mangiamo!!!!!!!!!
        Il mais che è ricresciuto è ricresciuto perchè non venne estirpata la pianta,ed essendo in piena fase vegetativa la pianta avendo ancora le radici ancorate sul terreno è ricresciuta.
        I SEMI OGM SONO STERILI,obbligano chi coltiva ad essere dipendente dalle multinazionali che li producono.

        • FrancescoPD

          Ottima risposta, con questa risposta ti sei autodefinito un certificato ignorante in materia!
          Scoprilo da solo il perchè

          Come vedete (mi rivolgo a tutti gli altri che leggono) questo è il livello culturale in materia di chi sparge idiozie in internet.

      • DiscorsiStrani

        Buona sera. in primis massima solidarietà a mr Fidenato.
        Come seconda cosa, se davvero fossi contro le liberalizzazioni a priori e/o per ideologia che ci farei in un sito come questo ?
        Accetto volentieri il suo invito ad informarmi, essere informati è utile e giusto, però le garantisco che so usare il cervello autonomamente e da qualche anno so leggere.
        Da qui ad iscrivermi ad un corso di laurea specifica per avere un opinione su un argomento le posso assicurare che non accadrà.
        Ho seguito inoltre il suo consiglio di “rileggere l’articolo” ora lei rilegga i miei “commenti” … non mi sembra di avere espresso “OPINIONI” di parte, ho solo riportato il fatto e cioè che le api non impollinano gli OGM, mi sembra tranquilla come notizia, non è un mistero.

        non ho ancora un opinione precisa sugli OGM di sicuro non farei il bagno in un fiume dove non nuotano i pesci perché poco più a monte un azienda riversa una sostanza “poco conosciuta” ma delle persone “informate sui libri e non su internet” dicono non faccia male agli uomini… i pesci muoiono, ma agli uomini mmmm nessuno può dire se fa male :) e per non fare il bagno in quel fiume non ho bisogno ne di una laurea in zoologia ne in chimica. e’ solo la mia opinione e non fa certo “rumore”

        scusi l’ironia ma era dovuta.
        io credo che questo argomento, pur essendo delicato, non sia altro che un argomento…possiamo discutere di tutto, possiamo pure scannarci su posizioni contrarie, alla fine io mi rimetto sempre alla volontà di una “maggioranza” che spero più illuminata di me sulle specifiche tematiche.

        Per quanto lei possa essere libero e volere aver riconosciuta questa sacrosanta libertà non si dimentichi mai che essa finisce la dove comincia la libertà degli altri. Io sarei più per un ragionevole dubbio, malgrado lei disponga di informazioni “oceaniche” e conosca la verità sugli OGM….proporrei più volentieri di piantare OGM in percentuale a culture no-OGM così gli agricoltori avranno i loro lauti compensi, la biodiversità sarà rispettata, le api avranno cibo sano e tutti saremo felici e contenti. Una volta che l’ogm sarà accettato dalla maggioranza ovviamente.

        Libertà, libertà, libertà per tutti… (e se torniamo ad usare la canapa sono anche più contento)

  • DiscorsiStrani

    Io per hobby faccio l’apicoltore, va da se che dopo la moria degli ultimi anni continuo pazientemente a ricostruire colonie di api ad ogni primavera, perché sono insetti fantastici e probabilmente la nostra vita sarebbe assai “peggiore” se le amichette giallo-nero non esistessero…c’è chi da la colpa al “diserbo” del tabacco e chi vuole che la colpa sia di un trattamento disinfettante chiamato “gaucho” applicato qualche anno fa al mais…non so da che dipenda questa continua ecatombe, però ho letto che le api non osano neppure sfiorare il polline delle piante ogm…non se ne cibano, non lo raccolgono e tanto meno lo utilizzano per fare il miele…neppure se l’ogm è l’unica cultura presente (vedi apicoltori negli stati uniti) piuttosto le piccolette si lasciano morire di fame…io non voglio entrare nel merito del quanto produce, del quanto costa, del quanto migliora l’ogm rispetto a piante “naturali”, non sono un agricoltore che da quei raccolti deve assicurare la sopravvivenza a se stesso e alla sua famiglia … però so che le mie api preferiscono la morte. Quel mondo “bucolico” che non c’è più, è meglio farlo tornare

    • Giorgio Fidenato

      Innanzitutto c’è OGM e OGM. Ad esempio sulla soia il gene OGM introdotto, appartiene ad un altra pianta e conferisce alla soia la resistenza ad un erbicida. Poi c’è il gene preso da un batterio e introdotto nel mais (o nel cotone) che conferisce resistenza ad un insetto lepidottero. Questo gene potrebbe interferire con le api, ma tutti gli studi fatti non interferiscono in maniera significativa con l’attività delle api. … Anche perchè le Api non amano molto il mais e non ho mai visto api che vanno nel mais a recuperare nettare (mi pare poi che il mais non sia una pianta molto nettarifera essendo per natura anemofila). Sul problema della moria delle api poi c’è da discutere molto. Qualcuno dice quello che tu hai rilevato e qualcuno da la colpa al mais OGM. Posso capire questo dato che venga rilevato in USA dove la coltura OGM; ma come spiegare la moria delle api in Italia dove non si semina OGM? Eppoi, cari apicoltori se date la olpa all’OGM, dovreste dare al colpa anche ai produttori biologici che spruzzano la proteina killer sulle colture per difendersi dai lepidotteri. Non ho mai sentito però una lamentela nei confronti di questi produttori!!!!!

      • DiscorsiStrani

        Io, ripeto, non lo so da che dipende la moria delle api, c’è pure chi sostiene che la pappa reale proveniente dall’ asia sia “dannosa”, il 90% della pappa reale viene importato dalla cina, dal sud est asiatico ecc. ecc. (SPUNTO se qualcuno messo maluccio con il lavoro volesse provare questa attività che io tengo solo come hobby, potrebbe essere redditizia). Magari sapessi da che dipende questa strage, di mio posso dire che spendo quasi 300 euro ogni primavera per cercare di continuare ad avere le api nella mia zona, 4 2casette” è una bella spesa.

        Le api impollinano qualsiasi genere di fiore…compreso il mais, i cetrioli e le patate e con quel polline fanno il miele o lo usano per farlo mangiare dalle operaie.
        Ti ringrazio delle informazioni che mi passi sugli ogm ma so che c’è il web, io sottolineo solo il fatto che le api non usano il polline degli ogm… la “natura” non riconosce gli ogm… E’ un simbolo “IMPORTANTE”, lo conosco e ve lo propongo come “spunto di riflessione” tutto qui. In Cina gli agricoltori di alcune zone sono già costretti oggi ad impollinare a mano.
        Nel mondo le api cominciano ad insediarsi in città, le ritengono ormai più salubri e sicure delle campagne. Il settore primario, l’agricoltura, la produzione del cibo dai campi è FONDAMENTALE, le api e i contadini (e tutta l’umanità) sono legati assieme…campi ogm, inquinamento, api morte, frutteti e campi non impollinati, fame… non guadagni per qualche agricoltore che distrutto dal malgoverno e dalle tasse cerca di migliorare le sue condizioni, ma FAME X TUTTI..

        Culture ogm, in un territorio già pesantemente inquinato sommato ad altri fattori sfavorevoli fanno si che le api non siano più presenti ed operose, anzi sciamano lontano o nella peggiore delle ipotesi fanno “harakiri”. Quando alzo il coperchio di un arnia morta lo scenario è agghiacciante, migliaia di migliaia di piccoli cadaveri arricciati, immagina l’agonia? immagina le proporzioni del dramma vissuto da quel mondo morente? Non sono un animalista, ne un vegetariano, non racconto questo per strappare “pietà e compassione”, ti e vi racconto una visione che ho ormai da 3 anni… con una regolarità che inquieta… Se poi fosse vera l’ipotesi di Einstein (che sciocco non mi è mai sembrato) che l’umanità potrebbe resistere solo 4anni (o5) senza le api?

        ogm si? ogm no? non lo so ancora, ma capisco quant’è importante un “APE” e vedo con i miei occhi che stanno abbandonando il mio territorio. che succede nel vostro ? Ci preoccupiamo di non vedere le rondini a primavera, date un occhiata a quante api vedete in giro.

        E’ uno spunto, tutto qui, ti racconto e vi racconto cos’ho visto con i miei occhi.
        Distinti Saluti.
        In fede DIX. xxx

  • ugo

    Grazie ai risultati della chimica produciamo cosi tanto cibo che ogni giorno ne distruggiamo parecchie tonellate.
    Grazie ai risultati della chimica ci sono ancora migliaia di persone che muoiono di fame.
    Qualche cosa non mi quadra !

    • Fidenato Giorgio

      Al sig. Ugo: a te ci vorrebbe un po’ di fame cosî faresti meno battute!

      • ugo

        Grazie per l’augurio!

  • Nic

    Norman Borlaug: uno dei più grandi benefattori dell’umanità. Lui ha fatto e prodotto. Troppi altri purtroppo non fanno che parlare

  • Lorenzo

    E il problema dei brevetti? Adesso basta introdurre un gene estraneo in una pianta perché l’intera pianta (intesa come specie) diventi proprietà privata, come se fosse un’invenzione umana e non un elemento della natura.
    Prima di dire sì agli ogm bisogna dire no ai brevetti.

    • FrancescoPD

      Il più schifoso e pernicioso brevetto è registrato nel biologico.
      Vada a vedersi “Bob Quinn” che ha brevettato una varietà coltivata in egitto che non ha nessun valore genetico aggiunto se non per il fatto che ha di fatto creato una nicchia ben remunerata di mercato.
      (le stesse proprietà organolettiche del Kamut, sono presenti anche in altri grani)
      Allora brevettare una specie già presente in natura e coltivata, questo si che ha senso vero?.. e far pagare questa idiozia a tutti i consumatori, impedendo di fatto la coltivazione libera a chi volesse farlom, questo ha senso?
      Prima di continuare su questa idiozia dei brevetti Monsanto, ..parli con un semplice agricoltore forse capirà qualcosa di più… Ogni agricoltore (il 100% in italia) acquista già dalle case sementiere, e allora dove sta il problema dei brevetti? Sinceramente a me sta bene, anzi benissimo pagare 10/20 euro ad ettaro in più per una semente certificata che documenti alla mano, rende almeno 200 euro ad ettaro in più!
      Inoltre vada a leggersi l’elenco delle varietà registrate in Europa che sono ormai qualche centinaio e scoprirà che Monsanto è sono una esigua minoranza in base alle varietà autorizzate e già coltivate.
      Che ne dite, è ora di darci un taglio anche sull’idiozia dei brevetti?, o dobbiamo proprio pensare che per combattere gli ideologizzati non basti ancora una campagna culturale perchè è come combattere contro i mulini a vento? (!).

      • Lorenzo

        Lo so, infatti sto bene alla larga dal Kamut!!

    • Giorgio Fidenato

      LORENZO TI SBAGLI. La pianta senza il gene OGM non è brevettabile. La soia naturale, il mais naturale, ecc… non sono brevettabili… Solo che nessun agricoltore li compra per seminarli perchè non producono quanti-qualitativamente bene. Poi il problema dei brevetti è un’altra cosa, da discutere a parte.
      Il caso ad esempio del gene cry è questo. La Monsanto è stata la prima che l’ha inserito nella pianta e ha studiato e ricercato sugli effetti. Dopo questi studi molti genetisti sarebbero in grado di prendere il gene cry e inserirlo nella pianta… Ma questo lo può fare perchè ha visto dagli studi MOnsanto che non provoca danni. A questo punto è giusto o non attribuire un brevetto alla Monsanto? Poi i brevetti non hanno durata indefinita. Infatti il brevetto gene RR sta per scadere. Ciò significa che fra qualche anno molte ditte lo potranno commerciializzare. Che ne pensi a questo punto?

      • Lorenzo

        Penso che ci vorrebbero più persone come te che spieghino queste cose!

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