In Economia

DI MATTHEW PALMER*

Il mio ultimo computer è un MacBook Pro. Di tanto in tanto vengo preso in giro. Molte persone si ritengono ferrate riguardo i pc Macintosh. Prendendo in prestito una battuta di Mitch Hedberg: le persone o amano i Mac, o li odiano, o pensano che siano ok. Non riesco a pensare a nulla che illustri così propriamente la natura soggettiva della valutazione che la rivalità tra un Mac e un PC. Ho intenzione di evitare deliberatamente di impegnarmi nella fatica di Sisifo che è il dibattito su quale sia la macchina di calcolo superiore, ed entro la fine di questo articolo, capirete perché. Ma parlerò di uno degli argomenti che vengono addotti.

L’accusa più comune che sento dire riguardo i Mac è questa: “ma è possibile avere un pc con lo stesso processore e la stessa memoria per meno soldi”. Questa viene solitamente offerta come prova che il pc sia il miglior investimento, e che i Mac siano troppo Cari (con la C maiuscola). Mentre non nego che si possa, infatti, pagare meno soldi per un pc con lo stesso processore e che ha, in effetti, più memoria di un Mac è la parte riguardante il “troppo caro” con cui voglio fare i conti. C’è qualcosa, ci deve essere qualcosa, che cambia la valutazione per coloro che acquistano un Mac. In caso contrario, semplicemente, non lo avrebbero comprato.

Questo è il punto in cui la rivalità tra Mac e pc diventa altamente illustrativa della miopia delle valutazioni fatte da una parte terza. Coloro che dichiarano che i Mac hanno un prezzo esagerato perché alcuni degli stessi componenti possono essere acquistati per meno soldi, anche se in forma diversa, stanno utilizzando una teoria del valore inadeguata. I Mac non sono troppo cari e i pc non sono un affare; né lo sono i Mac [1]. Quando si dice che uno scambio è “troppo caro”, si sta semplicemente facendo una dichiarazione sulla propria volontà di entrare in quello stesso affare. Trovo che il diritto di partecipare agli eventi del PGA sia troppo caro a zero dollari, dovreste letteralmente pagarmi per partecipare a un torneo di golf, e anche pagare altre centinaia di dollari per i diritti d’ammissione. Abbiamo entrambi ragione.

Mises l’ha scritto chiaramente nell’Azione Umana: “Il concetto di prezzo “giusto” o “corretto” è privo di significato scientifico, è un travestimento della volontà, una lotta per uno stato di cose diverso dalla realtà. I prezzi di mercato sono interamente determinati dai giudizi di valore degli uomini sulla base delle loro azioni reali (329)”. Solo poco prima Mises ha scritto “la fonte ultima della determinazione dei prezzi sono i giudizi di valore dei consumatori. I prezzi sono il risultato della valutazione di preferire aY” (328, corsivo originale). Chiamare una transazione “troppo cara” non dice nulla riguardo la transazione o i beni coinvolti; non è altro che pomposo moralismo. Altrove, nell’Azione Umana, Mises ha scritto che “le nozioni di anomalia e perversione non hanno pertanto posto in economia. Non diciamo che un uomo sia perverso perché preferisce lo sgradevole, il lesivo e il doloroso al gradevole, al benefico e al piacevole. Diciamo solo che egli è diverso dalle altre persone… “ (95). Non c’è nulla di scientifico, nulla di economico, nel fare rivendicazioni normative sul valore corretto di un bene o di un altro. Questi sono solo giudizi morali e preferenze individuali mascherate come Verità Divine. Laddove si potrebbe proclamare con superbo scandalo “1200 dollari per un MacBook! Che spreco!” Un altro potrebbe ugualmente affermare, “5 dollari per delle scarpe usate in un negozio di articoli usati! Perché un prezzo così alto? Potrei coprire i miei piedi con sacchi di carta presi da un cassonetto e andrebbero ugualmente bene!” Nessuna dichiarazione è più saggia dell’altra. A tal fine ho twittato recentemente: “Sostenitori del pc: i Mac sono troppo cari, potete avere un processore i5 per 500 dollari. Sostenitori del pc: le bistecche sono troppo care. Potete ottenere 500 calorie anche mangiando farina d’avena”.

Ma torniamo alla rivalità tra Mac e pc. Confrontate le seguenti affermazioni:

Affermazione 1: “É folle pagare X dollari per un Mac quando potete ottenere lo stesso processore e la stessa memoria in un pc al prezzo di X dollari meno Y dollari”

Affermazione 2: “É assurdo comprare un appartamento in centro per X dollari quando potete ottenere gli stessi metri quadri in periferia per X dollari meno Y dollari”

Affermazione 3: “É assurdo comprare un set di chiavi a scatto per X dollari quando potete ottenere la stessa quantità di chiavi in un grande magazzino per X dollari meno Y dollari”.

Nessuna di queste affermazioni dice nulla riguardo i computer, gli immobili o gli utensili. Esse esprimono soltanto una valutazione soggettiva delle differenze tra alcune tipologie e classi di prodotti. Alcune persone pagano di più per un Mac con certe caratteristiche rispetto ad un pc perché, a priori, credono che alcuni elementi caratteristici del Mac diversi dal processore e dalla memoria valgono i soldi spesi in più. Alcune persone pagano di più per un appartamento in un grattacielo rispetto a una casa in periferia perché valutano altri fattori, rispetto alla metratura, sufficienti per pagare il costo aggiuntivo. Alcune persone comprano delle chiavi a scatto per la stessa ragione. Stimano qualcosa in più in quelle chiavi, prima dello scambio, che valga il costo aggiuntivo rispetto alle altre.

Come ha detto Mises nell’Azione Umana: “quando un acquirente, nella scelta tra due cose che i chimici e i tecnici ritengono perfettamente uguali, preferisce quella più costosa, ha una ragione. Se non sbaglia, egli paga per i servizi che la chimica e la tecnologia non possono comprendere attraverso i loro metodi di indagine specifici” (243).

Quale sia esattamente l’elemento che rende lo scambio di valore superiore dal punto di vista monetario non ha importanza. Ci deve essere qualche elemento nello scambio che convince l’attore ad agire. Forse le persone valutano l’interfaccia del Mac. Forse l’icona luminosa sulla parte esterna li affascina. Forse volevano dare l’impressione di avere tanti soldi da buttare via. Non importa. In una valutazione a priori essi hanno trovato qualcosa che valesse il costo aggiuntivo di un Mac. Dire che certi aspetti propri del Mac non giustificano il costo aggiunto si concentra in maniera miope solo su alcuni aspetti della proprietà e ignora i benefici aggiuntivi che devono essere presenti per definizione. Vale lo stesso negli altri scambi. Forse la gente compra casa nei condomini perché sono vicini al lavoro o richiedono poca manutenzione. Forse le persone comprano chiavi a scatto perché hanno bisogno di utensili che si dimostrino duraturi nel tempo. Nulla poteva essere troppo caro se lo scambio è avvenuto. Chiamare uno scambio, che qualcun altro ha fatto, troppo caro significa ignorare la natura soggettiva del valore nel modo più detestabile.

Il Mac ha un valore più alto rispetto al pc o è vero il contrario? Gli economisti austriaci sanno che nessuno può rispondere a questa domanda al posto di qualcun altro. Pertanto, chiamatemi idiota se vi fa piacere, ma non definite le mie cose troppo care.

Articolo di Matthew Palmer su Mises.org

Traduzione di Nicolò Signorini

Note

[1] Parto dal presupposto che non ci sia coercizione nel mercato tra Mac e pc. Definirò qualcosa troppo costosa solo quando dei costi aggiuntivi sono caricati sul consumatore attraverso l’uso della forza. Si può ancora sostenere che la teoria soggettiva del valore sia valida, e che avvenga ancora uno scambio vantaggioso con dei costi coercitivi aggiunti, altrimenti l’attore non si sarebbe impegnato nello scambio e avrebbe usato le sue risorse per soddisfare un diverso desiderio. Ma penso che nel farlo per certi versi si legittimi la coercizione e si ignori che i privati attori avrebbero soddisfatto quel desiderio in cambio di meno risorse.

 

*Link all’originale: http://vonmises.it/2012/06/25/la-rivalita-tra-mac-e-pc-uno-case-study-per-la-teoria-soggettiva-del-valore/

 

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Showing 10 comments
  • gastone

    nei vostri commenti sembra di vedere una rassegna più o meno variegata di esempi di giudizi di valore che mises o l’autore sopra che lo cita, avrebbe potuto proporre per spiegare che la formazione dei prezzi risiede interamente nella differenza di valutazioni , o scala di valori, che costituiscono il nostro dna economico. pertanto rispettando le vostre opinioni, credo ciascuno di voi possa avere ragione solo ed unicamente del proprio acquisto. il tentativo di giudicare l’acquisto altrui diventera inevitabilmente un “esercizio
    sterile di preferenze o di moralismo”…poi però possiamo sempre rivalutare questi “giudizi” che ci danno modo di chiacchierare in pizzeria o litigare ferocemente , riclassificandoli come “strumenti di socializzazzione”
    niente di serio è solo una riflessione spiritosa

  • Alessandro

    Le medesime ragioni esposte nell’articolo potrebbero essere addotte per giustificare il consumo compulsivo

  • aalberti

    Troppe pippe. I Mac sono meglio, perché il SOFTWARE è meglio.
    L’hardware è ferraglia, conta poco.

    E poi i Mac sono costruiti 100 volte meglio e il supporto post vendita (specie negli apple store ufficiali) è di tutt’altro livello. I Mac sono Mercedes, i PC sono Fiat.

  • Homo Logicus

    Che ci sia qualcuno che ha dei buoni motivi per spendere più soldi di un altro è abbastanza ovvio e non merita ulteriori approfondimenti.
    Ciò che dà realemnte fastidio, invece, è la razionalizzazione a posteriori di una motivazione che è essenzialmente “di pancia”. E quando si leggono le centinaia di pagine di flames che di solito accompagnano le annose discussioni Mac / PC (ma anche VI/emacs o EA / PES o Audi / Mercedes o Ciao / Garelli …) si trovano delle razionalizzazioni che tentano, con risultati quasi sempre imbarazzanti, di sostenere il proprio “tifo” per il brand scelto con dati e considerazioni di natura squisitamente tecnica.

    E’ come se chi acquista a decine di migliaia di euro un Rolex automatico si autogiustificasse spiegando che è “più preciso” (mentre, dati tecnici alla mano, un Casio da 20€ ha una precisione di almeno tre ordini di grandezza superiore).
    Chi acquista il Rolex, come chi acquista il Mac, non sta comprando uno strumento per raggiungere uno scopo (sapere l’ora, o elaborare dei dati informatici) o per svolgere un compito specifico. Lo fa per entrare in una cerchia di “eletti”, o, in altri termini, per essere “più figo”.

    Ed è quando i seguaci del “fashion” si scontrano con chi percepisce il computer come un attrezzo che non si capiscono, e i flame diventano esilaranti.
    Io appartengo alla seconda categoria. Il portatile lo tengo nella cassetta degli attrezzi, insieme ai cacciaviti e alle brugole. E, se riesco ad elaborare una certa quantità di dati in un dato tempo con la precisione che mi serve con una macchina da 300€ (di livello cosiddetto “professionale”), nulla al mondo mi potrà convincere che è meglio spenderne 1200 per avere gli stessi risultati nello stesso tempo.
    Analogamente, per cronometrare una gara podistica non utilizzerò mai un Cartier d’oro del 1925, ma un cronografo specializzato marchiato Decathlon.

    Essere alla moda ha un costo. Più che giustificato.
    Ma almeno non venitemi a dire che i vostri accessori di superlusso hanno prestazioni migliori, per favore.

    • Walter XX

      Lei con il suo ragionamento pensa di essere la persona più libera del mondo mentre dimostra che non riesce a vedere oltre il suo naso perchè pieno di preconcetti.
      Per prima cosa è giusto fare un po’ di chiarezza e cominciare a non fare di tutta l’erba un fascio. Non tutti coloro che comprano un Mac lo comprano per fare i “più fighi”, c’è gente come me che lo usa per lavoro e non ha tempo da perdere a stare dietro alle isteria di un PC con Windows. E’ da 25 anni che vivo di pane ed informatica e ho sempre utilizzato PC, da circa 5 anni a questa parte ho deciso di passare al Mac principalmente per lavoro, pur non rinunciando a qualche macchina con Windows per testare le pagine web si IE.
      Per quanto buono sia Win 7 64bit si ritrova a dover fare i conti con milioni di configurazioni hardware e spesso qualche conflitto salta fuori più di quanto dovrebbe e questo rappresenta una notevole perdita di tempo per uno studio grafico dove il rispetto delle scadenze fa la differenza tra l’aver conquistato un cliente o perderlo del tutto. In più con Win 7 64bit non tutti i programmi girano a 64 bit e quando si hanno esigenze di avere più memoria, l’unica scelta seria, almeno per il momento su alcuni settori del business, rappresenta il Mac con il suo OSX dove tutto gira a 64bit.
      Se per il suo lavoro si trova bene con un computer da 300€ va benissimo, non cirtico di certo le sue esigenze, ma pensare che tutti coloto che comprano un Mac lo fanno solo per essere fighi è solo un suo preconcetto, non è di certo una verità assoluta.
      Per quanto riguarda le prestazioni, sì un Mac a parità di hardware è molto più prestante e stabile di un pc che lei ci creda o no. Il motivo è sempre lo stesso, l’OS è cucito e ottimizzato per la macchina che lo ospita mentre Windows no, proprio perché ha a che fare con milioni di configurazioni diverse. Se poi lei continua a negare questo dato di fatto è solo perché non ha mai confrontanto un Mac con un PC con lo stesso hardware altrimenti non parlerebbe in questo modo.
      Per concludere ci tengo a precisare che non ho niente contro i PC, come non prediligo i Mac solo perché sono oggetto di design, se ho scelto nel mio studio di utilizzare quasi esclusivamente Mac è solo perché difficilmente mi hanno lasciato a “piedi” e perchè mi permetteno di ridurre al minimo la muntenzione e quindi di lavorare più speditamente e rispettare le scadenze. In poche parole mi permettono di guadagnarmi la “pagnotta” e il loro costo “eccessivo” viene ammortizzato in circa 2 mesi di lavoro. Se potessi uilizzerei Linux compilandone il kernel sulla macchina in modo specifico per ottenere un OS stabile e veloce ma purtroppo l’Adobe Suite non gira sotto linux per cui sono costretto a scegliere tra Windows e OSX.
      Uso Linux, invece, per i file-server: eccezionale!
      Ben vengano quindi qualsiasi sistema operativo, qualsiasi computer, qualsiasi hardware ma a condizione che vi facciano lavorare come meglio preferite e serenamente. Ognuno alla fine sceglie ciò che ritiene meglio per se e per il suo lavoro e se questo coincide con un PC ben venga così come se dovesse coincidere con un Mac o con Linux. Nesuno però può sentirsi autorizzato a giudicare le scelte altrui perché non sempre possiede i parametri per farlo.

  • Renato

    Apple vive ancora oggi in memoria della effettiva superiorità che aveva 20/25 anni addietro e sulla attuale pubblicità ingannevole dove la Apple si spaccia come inventore di tecnologie e periferiche. Esempio primo : il primo sistema operativo a finestre è stato messo in essere da IBM, dopo alcuni anni è arrivato Mac OS. Esempio secondo : il famoso Ipod è arrivato sul mercato solo dopo oltre due anni che esistevano gli MP3 player. Esempio terzo : Ipad altro non è che un normalissimo tablet PC, anche in questo caso i primi tablet erano stati messi sul mercato circa due anni prima, e così via per molti altri esempi.
    Concludendo, chi compra Apple non è altro che una mucca da mungere suggestionabile, fatti vostri se lo siete, il mio denaro la mela col bacarozzo non l’avrà mai!!! Stay hungry, stay foolish…….. be a cow while I gain your money, vi suona qualche campanello?

    • Pier Paolo

      Io ho un semplicissimo macbook (la versione base), pagato comunque il doppio di un normale portatile. Tuttavia ho questo mac dal 2006, portato in ogni vacanza, utilizzato in decine di feste (con più schede audio e tastiere mute/controller USB collegate e funzionanti in contemporanea), utilizzato per registrazioni diciamo “home”, utilizzato anche a lavoro quando i pc scarzeggiavano.
      In tutto questo trambuso NON MI HA MAI LASCIATO A PIEDI, NON SI E’ MAI IMPALLATO, NON HO MAI PERSO UN DATO, NON E’ MAI COMPARSA NESSUNA SCRITTA DI ERRORI….

      quindi come vedi credo che si sia ripagato da solo…

  • fagiano

    I nuovi Ultrabook di asus faranno le scarpe a tutti i mac del mondo. Vedere per credere.

  • Gran Pollo

    Condivido in buona parte l’analisi, dal punto di vista prettamente economico.
    Quello che fa un po’ specie, almeno a me, è il fatto che tutti quelli che conosco che hanno un prodotto Apple non hanno mai mancato l’occasione di ostentarlo e etichettarti come un cretino o quasi perché hai preferito un prodotto equivalente di altro manufacturer.
    Alcuni esempi?
    Sono in giro e mi serve una cosa da internet? tiro fuori il mio smartphone nokia e puntualmente tra i presenti qualcuno tira fuori il suo iphone per cercare quello che ho appena cercato io, come per dimostrare che il mio nokia è una carabattola e bisogna usare un iphone per essere certi che il risultato sia corretto. Altro es. stavo ascoltando un’esposizione di un libro in un circolo e il relatore PRIMA si mette a parlare di ebook, poi presenta il suo ipad, poi per un quarto d’ora parla del libro, e poi giù a tessere le lodi del sistema di acquisti dello store di apple, di nuovo di come è bello l’ipad e di come il kindle fa schifo, ecc. Altro esempio? in ufficio abbiamo solo pc windows ma quando viene qualcuno che ha il mac attacca subito a dire “ma quando passate al mac?”
    Du ball…

    • Mario Cabiddu

      ..e non solo, il mac ricordatevi che è chiuso, un pc non è apple nè lo sarà mai, non è nemmeno microsoft.
      Questa è la differenza sostanziale, chiudersi in un monopolio tecnologico monetario o aprirsi al futuro?
      I monopoli tecnologici monetari come il sistema Apple hanno sempre lanciato lo sviluppo durante
      l’investimento iniziale, ma una volta uccisa la concorrenza hanno sempre frenato lo sviluppo.
      Quindi il fatto che il Mac faccia schifo è solo da un punto di vista filosofico e la comodità di non dover bucare
      tutto per fare anche cose sporche e sperimentali senza necessariamente fare qualcosa di ‘illegale’ o ‘semi-
      illegale’ manomettendo il proprio sistema.

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