In Anti & Politica, Economia

di MATTEO CORSINI

“Se acquistassimo titoli a lungo termine ci troveremmo in un situazione molto delicata, mentre se acquistiamo sul mercato a breve termine, dove i titoli hanno scadenza a uno, due o tre anni, l’effetto di finanziamento monetario è pressoché nullo.” (M. Draghi)

Questo ha detto il presidente della Bce durante un’audizione all’Europarlamento. Draghi sta cercando di mettere sul tavolo argomenti che ammorbidiscano la linea dei Paesi contrari agli acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli da parte della banca centrale, Germania in primis.

Si può capire il suo punto di vista, anche non condividendolo. Io, per esempio, non lo condivido; ossia, credo che acquistare titoli di Stato rimandi il problema, dando al più una momentanea sensazione di sollievo, senza però risolvere nulla.

Ciò detto, sarebbe bene però che ognuno usasse argomenti veritieri. E questa volta Draghi ha un po’ esagerato. L’acquisto di titoli sul mercato secondario da parte della Bce avviene a fronte dell’immissione di denaro, che viene incassato da chi vende i titoli. Da dove prende la Bce questo denaro? Dal nulla, nel senso che lo crea, aumentando di conseguenza la base monetaria (dato che adesso non si parla di sterilizzazione di tali acquisti mediante la vendita di altri asset).

In sostanza, un momento prima che la Bce acquisti 100 euro di titoli, in circolazione ci sono 100 euro di base monetaria in meno, mentre successivamente all’acquisto l’attivo di bilancio della Bce aumenta di 100 euro di titoli, e il passivo aumenta di 100 euro di base monetaria, che sarà all’attivo di chi ha venduto i titoli.

Draghi sostiene che se i titoli acquistati hanno una scadenza relativamente breve, fino a tre anni, ciò non deve essere considerato finanziamento monetario. Il motivo sarebbe la temporaneità dell’aumento della base monetaria. La cosa non mi convince.

In primo luogo, affinché l’aumento di base monetaria sia effettivamente temporaneo, è necessario che i titoli acquistati non siano rinnovati una volta giunti a scadenza, altrimenti l’effetto si perpetua. E ciò non solo se la Bce rinnova gli acquisti, ma anche se il rinnovo viene fatto da banche che poi scontano quei titoli presso la stessa Bce.

Posta questa condizione, si potrebbe allora definire temporaneo qualsiasi aumento di base monetaria avvenuto a fronte di un acquisto di titoli da parte della banca centrale, anche qualora avessero scadenza a 10 o 30 anni.

Stabilire che 3 anni va bene e 5, 7 o 10 non va bene è piuttosto arbitrario. Qualcuno, ad esempio, potrebbe sostenere che sarebbe meglio non comprare nulla al di sopra dei 12 mesi.

Ma, a ben vedere, il problema è proprio che la temporaneità dell’aumento di base monetaria è tutt’altro che garantita. Si tratterebbe, realisticamente parlando, di un’eccezione alla regola, dato che il debito giunto a scadenza viene solitamente rinnovato (anzi, incrementato, tenendo conto dei deficit annui da finanziare).

Credo, quindi, che non esistano argomenti tecnici convincenti per sostenere che l’acquisto di titoli entro i 3 anni non costituisca finanziamento monetario. Si tratta, a ben vedere, di una decisione meramente politica. I cui effetti, temo, saranno alla lunga negativi.

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Showing 3 comments
  • Mrbateman

    La scelta di Draghi, pur essendo delineata correttamente nell’articolo, ha un fondamento teorico di macroeconomia ineccepibile: se la scedenza del titolo è breve, diminuisce l’effetto distorsivo dell’iniezione di liquidità.
    Ricoprire certi incarichi significa anche dover tutelare certi interessi e rendere conto a qualcosa di più che il proprio senso critico.
    Ciò detto, la critica mossa da chi sopra scrive, nell’eventualità che abbia tenuto in conto che le parole di Draghi siano volte a convincere Stati, in favore dell’Italia, ha un sua base logica ineccepibile: NESSUNO GARANTISCE CHE I TITOLI NON VENGANO RINNOVATI, producendo , dunque, lo stesso effetto di titoli a lungo termine.
    Bello, credo volutamente, è lo spunto circa l’alternativa di smobilitare asset già esistenti (ed eccessivi) per sterilizzare gli acquisti che inevitabilmente dovranno essere fatti. Se Abbiamo amor prorpio per il Nostro Paese.

  • CARLO BUTTI

    Che i politici siano bugiardoni si è sempre saputo. Che tali siano diventati anche i cosiddetti tecnici è l’effetto perverso dfi un sistema, ormai divenuto globale,
    in cui la politica, nel senso deteriore del termine, ha tutto inquinato e subordinato ai suoi perversi disegni. Teniamocene lontani, combattiamola dall’esterno con tutte le armi non violente che abbiamo a disposizione, non cediamo all’illusione di poterla redimere dall’interno. La maga Circe trasforma in porci tutti coloro che da lei si lasciano sedurre. Cechiamo di usare l’astuzia di Ulisse, lasciando ai suoi inetti compagni la vergogna di assumere sembianze belluine.So di essere una . ” vox clamantis in deserto”. in un momento come questo in cui tuttti gli amici sembrano plaudire a una “discesa in campo” foriera di chissà quali rivolgimenti epocali. Non me ne importa nulla:amicus Plato, sed magis mica veritas: Se sono io a sbagliare, sarò lieto di farne ammenda. Diamo tempo al tempo.

  • Riccardo

    E’ ovvio che alla lunga gli effetti saranno negativi, ma ormai si naviga a vista e al momento il capitano Draghi deve evitare uno scoglio modificando la rotta. Che questo poi significhi che la nuova rotta porterà la nave ad arenarsi non ha importanza per lui. Quando questo avverrà non sarà più il capitano e sarà comunque ricordato come colui che ha impedito alla nave Europa di urtare lo scoglio. A certi livelli si ragiona diversamente da come ragionano i comuni mortali.

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