In Anti & Politica, Economia, Libertarismo

DI GIOVANNI BIRINDELLI*

I socialisti più pericolosi non sono quelli che difendono in modo esplicito il socialismo, ma coloro che dicono di rifiutarlo e auspicano una “via di mezzo” (o “terza via”) fra socialismo e società libera. Per semplicità chiamiamo questo tipo di totalitari, fra le cui fila ci sono molti sedicenti “liberali”, i socialisti “nascosti”. Ciò che distingue il socialista nascosto dal liberale non è necessariamente il fatto che, a certe condizioni, egli sia a favore di una qualche forma di redistribuzione delle risorse, ma il fatto che ritenga questa redistribuzione “giusta”.

Immaginiamo di trovarci insieme alla nostra famiglia in mezzo al deserto, di star morendo di sete, e, rompendo la finestra, di avere la possibilità di entrare in una casa privata in cui al momento non c’è nessuno ma in cui c’è dell’acqua. Grande apprezzamento della statura morale di colui che, per rispettare i diritti di proprietà del proprietario di quella casa, sceglie di far morire sé stesso e la sua famiglia di sete. Detto questo, una cosa è, a certe condizioni, rompere quella finestra per impellenti ragioni di tipo umanitario, rubare l’acqua di cui si ha bisogno per sopravvivere, risarcire il danno e restituire il maltolto appena possibile, inviare un biglietto di scuse al proprietario e, riconoscendo il diritto di proprietà di chi possiede quella casa, essere pronto a subire le conseguenze della violazione di questo diritto. E una cosa completamente diversa è ritenere di avere “diritto” a quell’acqua; chiamare “diritto” il furto.

Ecco, il socialista nascosto è colui che ritiene di avere “diritto” a quell’acqua e che non considera la sottrazione di quell’acqua al suo proprietario un furto. Basta questo per identificare un socialista nascosto, anche se oggi i socialisti nascosti vanno molto oltre la trasformazione del furto in “diritto” nel caso della severa privazione. Oggi infatti i socialisti nascosti ritengono “giusto” il livellamento delle posizioni economiche delle persone. The Economist, per esempio, (un giornale che si definisce “liberale”) in un recente articolo di copertina sostiene che la politica moderna dovrebbe “rendere la società più giusta … livellando le disuguaglianze”. Ovviamente, nel resto dell’articolo, non c’è uno straccio di argomento per sostenere che le disuguaglianze di situazione materiale sono ingiuste. D’altro canto, il fatto che il livellamento delle posizioni materiali delle persone è ingiusto è un fatto talmente chiaro da essere quasi banale.

– In primo luogo perché tale livellamento richiede la violazione dei diritti di proprietà di coloro a cui viene tolto.

– In secondo luogo perché, se nell’uguaglianza di situazione materiale ci fosse un giustizia intrinseca, allora sarebbe giusto sfregiare il viso di un’attrice nel caso in cui un’altra avesse il viso sfregiato.

– Infine tale livellamento è ingiusto in quanto viola il principio di uguaglianza davanti alla legge. Visto che siamo tutti diversi l’uno dall’altro (nelle nostre posizioni, nei nostri talenti, nei nostri vantaggi, nelle nostre zavorre, nei nostri gusti, nelle nostre priorità, nelle nostre caratteristiche eccetera), se viene applicata l’uguaglianza davanti alla legge finiremo sicuramente in posizioni materiali (per esempio economiche) diverse. L’unico modo per garantire una uguaglianza di posizione materiale (il che include quella che oggi viene erroneamente chiamata uguaglianza di “opportunità”, la quale non è altro che una uguaglianza di possibilità) è che lo stato tratti i cittadini in modo diverso, e cioè che violi il principio dell’uguaglianza davanti alla legge, per esempio con la progressività e perfino con la proporzionalità fiscale, con la redistribuzione delle risorse in qualunque forma, con la spesa pubblica, eccetera.

Promettendo capra e cavoli, e cioè da una parte la rule of law, l’uguaglianza davanti alla legge e perfino la crescita e, dall’altra, la redistribuzione delle risorse e l’uguaglianza di posizione materiale (o anche solo una maggiore uguaglianza di posizione materiale), i socialisti nascosti hanno maggiore presa su coloro (oggi la stragrande maggioranza) che non hanno gli strumenti per distinguere l’uguaglianza davanti alla legge dalla disuguaglianza legale, e la legge (il principio generale e astratto) dalla misura (il provvedimento particolare). Per questo socialisti nascosti sono particolarmente pericolosi e vanno contrastati in modo semmai ancora più forte rispetto ai collettivisti dichiarati.

Come dice Ludwig von Mises, “Sebbene il capitalismo sia il sistema economico della moderna civilizzazione occidentale, le politiche di tutte le nazioni occidentali sono guidate da idee del tutto anticapitaliste. Lo scopo di queste politiche interventiste non è preservare il capitalismo, ma sostituirlo con un’economia mista. Viene assunto che questa economia mista non è né capitalismo né socialismo. Viene descritta come una “terza via”, tanto lontana dal capitalismo quanto lo è dal socialismo. Viene sostenuto che sia a metà strada fra il socialismo e il capitalismo, mantenendo i vantaggi di entrambi ed evitando gli svantaggi inerenti a ciascuno di essi … [ma] non esiste un terzo sistema sociale che non sia l’economia di mercato o il socialismo”. E oggi tutto abbiamo tranne che economia di mercato e quindi la sovranità della legge (rule of law).

 

*Fondatore di http://catallaxyinstitute.wordpress.com/

 

 

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Showing 23 comments
  • pippo pg

    Un articolo eccellente, concordo in pieno . Un sistema misto favorisce in maniera intrinseca la corruzione e i favoritismi perchè il limite tra pubblico e privato viene spostato arbitrariamente da determinati gruppi al fine di tutelare i propri interessi.

  • zioAlbert

    Questo suo articolo è particolarmente apprezzabile per l’immediatezza e, nello stesso tempo, per la profondità degli argomenti.

  • Fabio

    quelli statalisti che sono imbarazzatidal dichiararsi ancoracomunisti, pur prendendonele parti ad ogni occasione utile, amano dichiararsi Socialdemocratici !!

    Ma non è che unendo due parole vuote si ottenga alcunche !

  • Mauro Gargaglione

    Chissà che messa così la possano capire anche i socialisti ‘fulminati’ più o meno nascosti.

    Art. x – Chiunque, trovandosi a corto di energie, sente di star per annegare, ha il DIRITTO di afferrare la caviglia di colui che invece resiste bene alla fatica e trascinarlo a fondo per tentare di salvarsi la vita. E’ fatto divieto di usare le prorprie eventuali energie superiori per divincolarsi dalla stretta dei più deboli.

    Questo è ciò che statuirebbe un socialista schifoso.

    Invece una pesona ragionevole afferma che in situazioni di estrema necessità un individuo può normalmente arrivare ad arrecare danni, anche molto gravi, al suo prossimo in particolare quando scatta la molla dell’istinto di conservazione per sè o per i suoi figli e familiari.

    E questa è la constatazione di un fatto naturale, non un diritto!

    Comunque l’esperienza mi ha insegnato che i liberalfasciosocialisti queste sottigliezze non le afferranno, il che spiega perchè sono contro la vendita delle armi ai cittadini.

    • [email protected]

      Mauro Gargaglione, messa cosi rende benissimo.
      Un concetto simile ci viene spiegato sui voli di linea quando ci viene detto: ” in caso di de-pressurizzazione della cabina, abbiate cura di sistemarvi a dovere la maschera ad ossigeno PRIMA di aiutare qualcun’altro”.
      In questo caso il discorso viene comunemente accettato anche se probabilmente non compreso da proprio tutti.
      In quel caso il senso è che una volta morti per asfissia, non possiamo aiutare nessuno.
      Un saluto .

    • leonardofaccoeditore

      Great Mauro

  • lorenzo

    dimenticavo, se tu fai morire la tua famiglia di sete per non rompere una finestra altrui non hai assolutamente il mio “apprezzamento”: sei solo un assassino e un povero cog…one!

  • lorenzo

    “Grande apprezzamento della statura morale di colui che, per rispettare i diritti di proprietà del proprietario di quella casa, sceglie di far morire sé stesso e la sua famiglia di sete.”

    Vuol dire che se Leonardo Facco fa morire i suoi figli pur di non rompere una finestra da quattro soldi gli fa i complimenti?

    Sono rimasto così schifato da tale affermazione che ho deciso di non leggere oltre questo articolo.
    Ma si rende conto che sta ragionando come il più estremista dei nazisti? LA VITA DI UN FAMIGLIARE VALE MENO DI UNA FINESTRA: NO COMMENT!!!

    • Giovanni Birindelli

      Delle due l’una: o lei non è intellettualmente in grado di distinguere il piano morale dal piano umanitario, e quindi confonde i due piani (cosa peraltro oggi estremamente comune), oppure è un utilitarista: e cioè identifica la giustizia con ciò che è ritenuto essere utile o opportuno, per cui riterrebbe giusto (sottolineo giusto, non inevitabile o altro) uccidere un bambino innocente se questo è l’unico modo per salvarne cento. Per chi non è un utilitarista,e cioè per chi ha un approccio cosiddetto categorico, la moralità di un’azione è indipendente dalle sue conseguenze (quindi uccidere un innocente è ingiusto comunque, anche se ciò consente di salvare cento bambini). Io sono fra coloro che, a certe condizioni (che qui non discuto ma che discuto altrove) ritengono che, in alcuni casi straordinari, motivi umanitari possano prevalere sulla legge, cioè che in questi casi, a determiante condizioni, possa essere opportuno violare la legge (e quindi anche che lo stato, in extrema ratio, possa violarla) per prevalenti e oggettive ragioni di tipo umanitario. Ma un conto è, a determinate condizioni, violare la legge per motivi umanitari e un altra cosa è chiamare legge la sua violazione. Lei, come tutti coloro che non hanno la capacità intellettuale di distinguere il piano morale da quello umanitario, fa parte di coloro su cui il totalitarismo fa affidamento per esistere. Se ci fossero più persone diverse da lei, cioè più persone coerenti in grado di distinguere fra piano morale e piano umanitario, probabilmente vivremmo in una società libera e non in una società totalitaria.

      • lorenzo

        Non sono io a non sapere la distinzione tra piano morale e piano umanitario, ma il padre che lascia morire di sete la sua famiglia: per lui il piano umanitario semplicemente non esiste. E lei prova apprezzamento per tutto ciò.

        • Giovanni Birindelli

          No lei non ha capito: io non provo apprezzamento per “tutto ciò”. Verso una persona che si comportasse così io personalmente proverei apprezzamento sul piano morale ma per nulla sul piano umano. Nell’articolo parlavo di apprezzamento della statura morale, non della qualità umana. Ma la legge (il mondo del giusto) non ha nulla a che vedere con la qualità umana (il mondo del buono).

          • zioAlbert

            Lei è veramente molto gentile ed altruista a rispondere a questo signore che però ha l’evidente problema di non capire il significato delle parole scritte per il semplice motivo che “non legge oltre questo articolo” come dice lui stesso.

        • Antonino Trunfio

          Lorenzo, provi a rileggere il post. Le cose che ha scritto e il disgusto che dichiara, sono una legittima reazione. Ma provi per una volta a entrare nel merito. Altrimenti anche lei, verrà macinato inconsapevolmente nel tritacarne di quella giustizia di cui lei stesso è vittima. Dopo la reazione epiderimica, rilegga e sicuramente comprenderà che ne va della libertà sua, prima ancora che dell’autore del post o di quelli che si definiscono libertari.
          Cordialità

    • [email protected]

      Lorenzo, Giovanni Birindelli è stato paziente e gentile con lei. Io lo sarei stato molto meno.

      L’esempio del deserto è scritto in modo CHIARISSIMO!
      È volutamente un esempio estremo per comprendere la differenza tra un comporamento moralmente ineccepibile ed umanamente discutibile.
      Infatti se lei avesse continuato nella lettura, forse lo avrebbe capito. Come pure avrebbe capito che l’eccezione non deve diventare la normalità.
      E comunque, quell’eccezione trasforma quel padre responsabile in debitore.
      Dichiarandosi egli stesso debitore, ancor prima di prendere l’acqua, la sua moralità non viene minimamente intaccata.
      Se invece, quel padre responsabile non prende a prestito l’acqua ma la ruba, quindi autoassolvendosi dal debito, in quel caso: È SOLO UN VOLGARISSIMO LADRO.
      Le è chiara la differenza?
      Un saluto .

      • lorenzo

        D’accordo chiedo scusa a tutti, ho esagerato.

        • lorenzo

          Più che esagerato mi sono fatto prendere dalle emozioni. Un saluto.

          • Giovanni Birindelli

            Anche io evidentemente mi sono sbagliato e mi scuso:i suoi ultimi commenti dicono che lei sa distinguere il piano morale da quello umanitario. Un saluto

  • Medea Pallante

    L’autore di questo articolo ha sicuramente un talento comico demenziale che promette un buon successo nei varietà d’intrattenimento del genere ZELIG.
    Dico sul serio.Auguri.
    Medea

    • Nico

      Ottime argomentazioni a supporto delle sue critiche. Complimenti per l’atteggiamento costruttivo.

    • Giovanni Birindelli

      Io non posso ricambiare il suo complimento non tanto per questioni di cortesia, quanto perché nel suo commento non vedo nemmeno l’ombra di un argomento. Auguri a lei.

    • leonardofaccoeditore

      Complimento degno di un deficiente da TERZA VIA!

    • Antonino Trunfio

      Non vedo il lato comico del post. Eventualmente, tra una puntata e l’altra del suo Zelig, continui a far ridere quelli che la conoscono, se le riesce.

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