In Anti & Politica, Economia, Libertarismo

DI CHRISTIAN NYUMBAYIRE*

Molte persone pensano che la scomparsa del welfare state porterebbe caos e disordine. Nelle loro menti, immaginano assenza di sostegno ai meno fortunati e sommosse popolari. Poco sanno di come le persone abbiano trovato modi di aiutarsi a vicenda prima che il welfare state esistesse. Un canale importante di aiuto reciproco fu la società di mutuo soccorso.

Il mutuo soccorso, conosciuto anche comefraternalismo, comprendeva  organizzazioni che raccoglievano quote pro capite e pagavano indennità a membri in difficoltà. Secondo David Beito, in “Dal Mutuo Soccorso al Welfare State”, durante la fine del diciottesimo secolo e l’inizio del diciannovesimo, c’era fortissima resistenza, da parte dei soggetti in precarie condizioni economiche, nell’accettare l’aiuto statale o la carità privata [1]. Il mutuo soccorso, d’altra parte, non godeva della stessa disgraziata fama, essendo basato sulla reciprocità: i destinatari del mutuo soccorso di oggi potevano essere i donatori di domani, e viceversa.

Il mutuo soccorso era particolarmente popolare tra i poveri e la classe lavoratrice. Per esempio, nella città di New York, nel 1909 il 40% delle famiglie che guadagnava meno di 1000$ per anno, leggermente sotto la soglia del “reddito di sussistenza”, aveva membri  nelle società di mutuo soccorso [2]. L’appartenenza etnica, comunque, era un indicatore dell’appartenenza ad una di queste società persino più importante del reddito. I “nuovi immigrati”, tra cui tedeschi, boemi, russi, molti dei quali ebrei, registravano un tasso di partecipazione alle società di mutuo soccorso pressoché doppio rispetto a quello dei bianchi nativi e sei volte maggiore di quello degli irlandesi [3]. Probabilmente, questi numeri testimoniano il bisogno, da parte dei nuovi immigrati, di una funzionale rete sociale di salvataggio.

Negli anni ’20, almeno un maschio su tre era membro di una di queste società [4]. I membri delle mutue, pagavano, ormai, più di 9 miliardi di dollari in assicurazioni per la vita nel 1920. Durante lo stesso periodo “le logge dominavano il campo dell’assicurazione medica” [5]. Numerose, tra esse, offrivano indennità per la disoccupazione; alcune logge fraterne nere, accorgendosi della natura sporadica dell’occupazione afro – americana del tempo, permettevano ai membri di ricevere indennità di disoccupazione anche  in caso di irregolarità nei pagamenti (ritardi semestrali) [6].

Nella vigenza di questo sistema, i prezzi erano abbordabili. I membri, solitamente, pagavano 2$, circa il salario di un giorno, per avere accesso annuale alle cure di un medico (nella stessa erano spesso incluse piccole operazioni chirurgiche). Durante lo stesso periodo, chi non faceva parte delle logge pagava, mediamente, 2$ per ogni visita medica [7].

Tuttavia, questo sistema non esoso non implicava bassa qualità del prestatore d’opera. L’Indipendent Order of Foresters, una delle più  importanti società di mutuo soccorso, riportava un tasso di mortalità dei suoi membri del 6.6 per mille, minore al 9.3 per mille della popolazione generale [8].

Le logge avevano anche diversi incentivi a tenere bassi i costi; per esempio, le Ladies Friend of Faith Benevolent Association, società femminile nera, pagava 2$ a settimana ai membri malati se fossero stati visitati da un medico della loggia e 3$ in caso contrario. Inoltre, una commissione controllava l’effettiva necessità di trattamento medico da parte del richiedente. I membri che non riuscivano a visitare il pretendente erano sanzionati con multa (1 $) [9].

Le società di mutuo soccorso rafforzarono anche i loro codici di condotta. Nel 1892, il Connecticut Bureau of Labor Statistics venne a conoscenza dell’esistenza di una “regola fissa”: il diniego di indennità “per qualunque malattia o disabilità originatasi per intemperanza, vizio o condotta immorale”. Molte società rifiutavano il pagamento di indennità a seguito di ferite sostenute nella “partecipazione ad uno scontro” [10]; altre, persino rifiutavano l’iscrizione a persone che maneggiavano esplosivi o giocavano a football americano a livello professionistico [11].

Molte mutue si ramificarono e fondarono i propri ospedali: La Securities Benefit Association, o SBA, faceva pagare 21$ per un soggiorno di 11 giorni al suo ospedale nel Kansas, mentre la media dei 100 ospedali privati era di 72$ [12]. Anche in questo caso, la qualità non era necessariamente sacrificata al prezzo. Al nosocomio della SBA si registrava un tasso di mortalità del 4.5%,  (media del tempo: 25%); ciò è particolarmente significativo se consideriamo che dal 30 al 50% di tutti i casi, ammessi all’ospedale in questione, venivano considerati “avanzati” [13].

Un ampio numero di società di afro – americane creò i propri ospedali. Nei primi anni del ventesimo secolo, in molti nosocomi non venivano assicurate le cure agli afro-americani. Nel caso lo fossero state, i pazienti di colore avrebbero dovuto sopportare diverse umiliazioni, tra cui quella di portare da casa le proprie stoviglie, le proprie coperte e i propri spazzolini e quella di pagarsi un’infermiera nera qualora non ve ne fossero state nello staff [14]. Quando i Knights and Daughter of Tabor del Mississippi, una società fraterna nera che raggiungeva appena poche contee, aprì nel 1942 il Taborian Hospital, le sue iscrizioni duplicarono in tre anni, raggiungendo quota 47,000 [17].

Le società di mutuo soccorso fondarono anche 71 orfanotrofi tra il 1890 e il 1922, quasi tutti senza sussidi statali [16]. Forse il più grande tra questi era il Mooseheart, fondato dal Loyal Order of Moose nel 1913. Al tempo, vi vivevano centinaia di bambini. Aveva un giornale studentesco, due gruppi di dibattito, tre organizzazioni teatrali e una piccola stazione radio. Il successo degli allievi del Mooseheart era notevole: i suoi alunni avevano una probabilità quattro volte maggiore rispetto alla media di entrare nelle istituzioni educative di alto livello. Gli allievi maschi guadagnavano il 71% in più della media nazionale, e le allieve femmine il 63% in più [17].

Certamente, con così tanti servizi offerti dalle società di mutuo soccorso, molti gruppi avevano ragione a tramare, appoggiandosi alla coercizione statale, per la loro distruzione.

Il primo grande colpo contro il fraternalismo fu inferto dall’American Medical Association, che ottenne il controllo sul rilascio delle autorizzazioni per le scuole di medicina. Nel 1912, diversi consigli medici statali formarono la Federation of State Medical Boards, la quale accettò la graduatoria delle scuole di medicina dell’AMA; questa classificò, velocemente, molti istituti come “inaccettabili”. Di conseguenza il numero delle università di medicina in America crollò: dalle 166 del 1904 alle 81 del 1918, una diminuzione del 51%. [18]. I crescenti prezzi dei servizi medici resero poco pratico, per molte logge, mantenere i servizi stessi. I consigli  minacciarono anche molti dottori: sarebbero stati privati delle licenze se avessero praticato medicina nelle logge [19].

L’atto legislativo successivamente più dannoso fu il Mobile Law. Il Mobile Law richiedeva una dimostrazione di crescita graduale delle riserve da parte delle società di mutuo soccorso; fino ad allora, le società tendevano a mantenere basse le riserve, al fine di pagare il massimo numero possibile di indennità ai membri. Il requisito innalzato rese difficile, per le istituzioni, rivolgersi alle tradizionali compagnie assicurative. Il Mobile Law richiedeva anche l’esame di un medico per tutti i membri delle logge e vietava le pratiche “speculative”, tra cui l’estensione del credito ai membri. Nel 1919 la Mobile Law era stata emanata in 40 stati [20].

La sottoposizione obbligatoria di tutti i membri ad un esame medico escluse efficacemente le società di mutuo soccorso dal crescente mercato delle assicurazioni di gruppo. L’assicurazione di gruppo comprende una vasta platea: tutti i dipendenti di un’azienda ad esempio. Dal 1915 al 1920 il numero di persone assicurate sotto polizze di gruppo è salito da 99,000 a 1,6 milioni [21]. Alcune logge, come l’Arkansas Grand Lodge of Ancient Order of Workmen, tentarono di dare una normale copertura di loggia, ma questo le mise in svantaggio competitivo [22].

Il mutuo soccorso fu ostacolato in diversi modi. Fu proibito alle logge di provvedere alla copertura dei bambini; ciò aprì le porte alle compagnie commerciali nell’offerta di polizze aziendali con copertura standard dei piccoli. Il numero di polizze aziendali salì da 1,4 milioni nel 1900 a 7,1 milioni nel 1920. Nel 1925, le polizze aziendali sorpassarono il numero delle polizze fraterne [23]. Infine, i costi delle assicurazioni mediche di gruppo furono resi deducibili dalle tasse, mentre i piani privati, come quelli acquisiti attraverso una loggia, non lo erano [24].

Anche gli ospedali fraterni subirono la stessa sorte. Durante gli ani ’60, la regolamentazione sanitaria aumentò. Il Taborian Hospital del Mississippi fu citato per “magazzini e posti letto inadeguati, fallimento nell’installare porte che potessero essere aperte da entrambe le direzioni e un eccessivo affidamento su personale non certificato”. Un burocrate, a riguardo, disse: “Ci viene sempre detto che non avete i fondi per queste cose [fare i miglioramenti richiesti] ma se volete operare come un ospedale, qualcosa deve essere fatto per raggiungere il Minimum Standards of Operation for Mississippi Hospitals” [25].

Anche l‘Hill-Burden Hospital Construction Act del 1956 colpì gli ospedali fraterni, specialmente gli ospedali che ospitavano persone di colore. L’atto richiedeva l’uso, da parte degli gli ospedali, dei fondi federali ricevuti per la cura degli indigenti e un’offerta “senza discriminazioni di razza, credo o colore della pelle”. Nonostante questo permise a molti neri di ottenere un servizio gratuito in ospedali precedentemente per loro non disponibili, tagliò le gambe alla fratellanza ospedaliera nera. Diversi nosocomi, come il Taborian Hospital e il Friendship Clinic (N.d.T.: la Clinica dell’Amicizia) del Mississippi non ricevettero fondi, mentre i loro vicini competitori ricevettero milioni [26].

Anche l’avvento del Medicare (N.d.T.: il programma governativo americano di assicurazione medica) affrettò il declino degli ospedali fraterni; l’economista del MIT Amy Finkelstein stimò un incremento del 28% della spesa ospedaliera tra il 1964 e il 1970, a causa del Medicare: ciò incoraggiò gli ospedali ad adottare nuove tecnologie mediche. Gli ospedali più piccoli, come molti ospedali fraterni, non furono capaci di adottare le nuove tecnologie tanto velocemente quanto gli ospedali più grandi ed uscirono dal mercato (altra asserzione supportata da Finkelstein) [27].

Alcune società fraterne sfuggirono all’attacco dello stato convertendosi in tradizionali imprese assicuratrici. Sia la Prudential Life sia la Metropolitan Life ebbero la loro origine nel fraternalismo [28]. Molte società, comunque, semplicemente morirono.

Nonostante milioni di americani siano ancora membri di società fraterne come la Massoneria o gli Oddfellows, le organizzazioni non hanno più l’importanza nella società che avevano una volta. La storia del fraternalismo faccia da promemoria: ricordare il potere della cooperazione umana in una società libera.

Articolo di Joshua Fulton su Mises.org

Traduzione di Christian Nyumbayire

Note

[1] David Beito, “From Mutual Aid To Welfare State: Fraternal Societies and Social Services, 1890-1967″ (University of North Carolina, 200), p. 3

[2] Ibid, p. 21

[3] Ibid, p. 22

[4] Ibid, p. 2

[5] Ibid

[6] Ibid, p. 52

[7] Ibid, p. 117

[8] Ibid, p. 119

[9] Ibid, p. 115

[10] Ibid, p. 45

[11] Ibid, p. 44

[12] Ibid, p. 175

[13] Ibid, p. 164

[14] Ibid, p. 183

[15] Ibid, p. 185

[16] Ibid, p. 63

[17] Ibid, p. 177

[18] Dale Steinreich, “100 Years og Medical Robbery”, Mises Daily, 16 Aprile 2010

[19] Beito, p. 177

[20] Ibid, p. 142

[21] Ibid, p. 212

[22] Ibid, p. 213

[23] Ibid, p. 211

[24] Ibid, p. 214

[25] Ibid, p. 496

[26] Ibid, p. 197

[27] Amy Finkelstein, “The Aggregate Effects of Health Insurance: Evidence from the Introduction of Medicare”, The Quarterly Journal of Economics (2007) 122 (1): p. 137.

[28]Beito, p. 26

* TRATTO DA www.vonmises.it

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Showing 2 comments
  • Nereo Villa

    È vero, vaglielo a ficcare in testa. Da anni lo ripeto, basandomi perfino sull’antico detto per cui “Ubi societas ibi autem communio, communio datur sine societate”: dove c’è società, c’è pure comproprietà (o welfare, o fraternità, solidarietà, ecc.), data senza società. Cosa significa? Significa che il cosiddetto welfare è precedente e non successivo alla società, in quanto è grazie ad esso che la società diventa tale. Dunque là, dove c’è società, vi è anche il welfare, ma non perché è la società a crearlo, bensì perché è vero il contrario, in quanto è il “welfare” casomai a creare società.

  • gastone

    vaglielo a ficcare nella testa ( si farebbero ficcare prima una palla) agli amanti del welfare, alias statalisti detti anche parassiti..e non glielo chiamate stato sociale che in italiano somiglia troppo alla carità.

    hanno il terrore che ripristinando un corretto funzionamento della solidarietà naturale, ormai interamente “debellata” moralmente ed economicamente, si debbano confrontare con i suoi effetti collaterali dell’erogazione finita, ossia

    ti aiuto oggi perchè sei in difficoltà e ho cuore ma fà tesoro di questo aiuto e domani rimettiti in condizioni di procurartelo da solo.

    è questo il loro vero incubo che fa il paio con quello di chi lo eroga, domandami quanto vuoi ma resta nella condizione di servitù per servirmi.

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