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lepen_LEGADI LEONARDO FACCO

Uno dei motivi per cui l’indipendentismo è considerato una provocazione, quando non una barzelletta  – benché le sue enormi potenzialità covino sotto la cenere e benché il mondo intero si stia trasformando in uno straordinario patchwork – lo si deve alla Lega Nord, che ha detto tutto e il contrario di tutto negli ultimi vent’anni. In verità, lo si deve anche a una miriade di ex-leghisti, che sono anche peggio dell’originale. Ma questo è argomento da trattarsi a parte.

La Lega, anziché dedicarsi con abnegazione e profondità culturale (l’unico progetto serio è stato il decalogo di Gianfranco Miglio) a perorare le ragioni dell’autodeterminazione, il Carroccio ha iniziato a parlare di matrimoni gay, di messe in latino, di centri commerciali, di agricoltura locale e kebab, di tutto ciò che ha attinenza con lo scibile umano, con i gusti individuali, con le preferenze o le ideologie personali. Risultato? Oggi siamo punto e a capo, con l’aggravante di trovarci su una strada coperta di macerie lasciate dal “capo-family” di Gemonio e dalla sequela di “yes-lecca-men” che lo hanno assecondato. In sintesi: si sta peggio oggi che nel 1992!

Tra le ultime sparate, che fanno tanto demagogia e serviranno a raccogliere consensi dai “bauchi” in servizio permanente, c’è quella contro l’Euro (contro il quale mi schierai prima che venisse adottato), così, tanto per confermare che l’elettore leghista medio è come l’italiano medio, ha sempre bisogno di qualcuno (o qualcosa) a cui dare la colpa dei propri fallimenti. Se a questo si aggiunge l’alleanza con la fasciocomunista Marine Le Pen – che è una becera nazionalista, ovvero l’esatto opposto di un’indipendentista -non ci sono speranze. La foto di cui sopra, conferma solo che la Lega è abituata a dire tutto ed il suo contrario.

Un indipendentista è consapevole che “il governo non è la soluzione, è il problema” e che – come sosteneva Sheldon Richman – “l’imprenditore non può comprare favori da un burocrate che non ha favori da vendere”. Un indipendentista – insomma – serve a nulla (anzi finirà col fare danni, come dimostrano gli ultimi 4 lustri di leghismo) se la sua preoccupazione è di partecipare alle elezioni per amministrare un Comune o una Regione per aggiustare tombini o per elargire prebende arbitrariamente. Anche in vista del prossimo 25 maggio, viceversa, assisteremo alle solite promesse, di cui evito l’elenco perché sarebbe troppo lungo.

Un movimento indipendentista se proprio puntasse ad essere credibile, eviterebbe di sbrodolare programmi articolatissimi finalizzati al fantomatico “bene comune” della sua città o della sua regione. Nel suo programma avrebbe un solo punto: dichiarare unilateralmente l’indipendenza dell’ente in cui è candidato, con conseguenze (anche non piacevoli) annesse e connesse. Tutto il resto è solo italian-style. Meglio i Liberi Comuni d’Italia.

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Showing 12 comments
  • FrancescoL

    @Furio lei ci annuncia la fine del mondo? Se il mondo non finisce domani o tra 10 anni magari il fallito sarà lo statalista anche se ci sono evidenze che lo sia già, e per definizione del termine

  • Furio

    Mi sono letto questa panzana e sto ancora ridendo a crepapelle!!

    Forse non vi è molto chiara la differenza tra essere indipendentisti ed essere anarchici..

    L’indipendentista è un nazionalista con una visione di nazione più piccola, e storicamente le nazioni più piccole sono quelle dove gli uomini vivono meglio, mentre l’anarchico semplicemente è un fallito della storia.

    • leonardofaccoeditore

      Rida che le fa bene. La Le Pen, infatti, è un esempio perfetto di nazionalista che vuole un paese piccolo. Ah, mi raccomando… continui a mangiare i sassi!

  • FrancescoL

    @ renato
    Il tuo dio stato con il monopolio della moneta invece ci rende tutti liberi….

  • renato.dragonetti

    meno male che c’è la lega e Le pen, unici baluardi contro il liberismo reale, il potere alle banche private.

    • leonardofaccoeditore

      Mi avevan detto che la mamma di certuni è sempre incinta

  • CARLO BUTTI

    Tutto giusto, però mi si permetta un’osservazione. O l’indipendentismo è antistatalismo assoluto, e allora coincide con il più puro pensiero libertario, quello che considera un furto anche la tassazione più morbida (come più volte proprio qui ha sostenuto Matteo Corsini, uno dei collaboratori più lucidi e più coerenti di questo giornale), oppure è un movimento che mira a formare un altro Stato-nazione,più piccolo (vedi Veneto Stato) o ad aggregarsi a un altro Stato- nazione (Vedi Crimea). Ma allora siamo da capo…

    • leonardofaccoeditore

      Caro Carlo Butti, precisazione – la tua – che sottoscrivo, ma sarebbe troppo bello ci fosse questa coincidenza.

  • Claudio

    Caro Facco, quel. Quello che lei scrive ê verissimo. Basta andare nel bresciano per vedere che porcherie fanno certi exleghisti poltronari e parassiti, ai quali dell’indipendentismo interessa un bel niente.

    • leonardofaccoeditore

      Spettabile Claudio, non son portato a scrivere corbellerie. E, come dico nel pezzo, presto racconterò un po’ di fatti

  • leonardofaccoeditore

    E in Italia è crollo degli investimenti stranieri, riduzione del 78%!!! Un paese senza futuro.

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