In Anti & Politica, Esteri

europaDI MATTEO CORSINI

“Le posizioni europee non sono giochi di potere o un premio nazionale, ma
una responsabilità di governo nello spazio politico europeo, che è il
nostro spazio comune. La Commissione è una squadra per lavorare insieme.” (F. Mogherini)

Se esistesse un premio per le ipocrisie politicamente corrette, Federica
Mogherini, catapultata al vertice del ministero degli Esteri da Renzi
quando decise di disarcionare Enrico (stai sereno) Letta, potrebbe puntare
quanto meno al podio.

Il nome della Mogherini è entrato da qualche giorno nel toto-nomine per le
istituzioni dell’Unione europea, ambito nel quale si procede per
lottizzazioni che quelle nelle aziende partecipate dallo Stato sono roba da
dilettanti.

Forte di una esperienza di quattro mesi come ministro degli Esteri di un
Paese che internazionalmente non conta nulla, la signora Mogherini dovrebbe
sostituire Catherine Ashton come alto rappresentante per gli affari esteri
dell’Unione. Nome altisonante per un ruolo che non ha alcun serio rilievo
politico, prova ne sia che la signora Ashton non è mai stata
l’interlocutore dei ministri degli Esteri dei Paesi extra Ue anche quando
si trattava di questioni europee.

Difficilmente, nonostante la scarsa esperienza, la Mogherini riuscirà a far
rimpiangere chi l’ha preceduta, se le verrà attribuita quella poltrona. Di
certo quanto a banalità politicamente corrette sul gioco di squadra alla
Commissione (concetti da corsi di team building di ultima categoria, quelli
per i quali le aziende continuano a buttare soldi ottenendo effetti
deleteri per i rapporti tra i dipendenti) parla da politica navigata.

Resta il fatto che negare che quelli siano giochi di potere è un gioco di
prestigio mal riuscito.

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