In Anti & Politica, Economia

100euroDI MATTEO CORSINI

“La discesa in corso del prezzo del petrolio indica che il consumo di energia riprenderà a salire (a un prezzo più basso se ne consuma di più)? Le regole sul risparmio energetico contano, ma bisogna ricordare che lo stimolo di gran lunga più importante viene dal prezzo. Sarebbe quindi opportuno che, per spingere al risparmio, ci fosse una regola che stabilisce che il prezzo della benzina o del gasolio, quando tendesse a diminuire per cause esterne, venga compensato da maggiori imposte, così da mantenere il prezzo reale a un livello tale da tenere alto il pungolo al risparmio.” (F. Galimberti)

Una delle cose che angosciano Fabrizio Galimberti e l’esercito dei keynesiani in servizio permanente è la bassa crescita dei prezzi al consumo, da essi già bollata come deflazione.

Per contrastare la discesa dei prezzi, anche quando gli individui tendono a viverla come un sollievo, sono disposti a tutto, a maggior ragione se si tratta di tirare fuori l’armamentario ecologicamente corretto.

Può darsi che qualcuno viva con disperazione la discesa di qualche centesimo del prezzo dei carburanti, ma a me non è mai capitato di assistere a scene di isteria individuale (men che meno collettiva) a un distributore di benzina quando il prezzo risultava essere inferiore a quello dei giorni precedenti.

Eppure pare che dovremmo vivere questi (peraltro rari) fenomeni con disperazione e apprensione per il futuro del pianeta. E se proprio non lo facciamo, il governo dovrebbe rimediare, introducendo una tassazione variabile e crescente in caso di discesa del prezzo del petrolio, in modo tale da evitare “pericolose” corse ad aumentare i consumi dei suoi derivati.

Ora, probabilmente a Galimberti pare poco che oltre i due terzi del prezzo di benzina e gasolio siano tasse, ma invocare altre tasse a carico altrui ritengo sia francamente troppo anche per lui. Se è genuinamente preoccupato per le sorti del pianeta, inizi lui a risparmiare benzina e gasolio e si astenga dal sollecitare il governo a martoriare ulteriormente chi fa il pieno.

Recent Posts
Showing 2 comments
  • CARLO BUTTI

    La mia limitatissima esperienza mi dice che fino a non molto tempo fa tutte le imprese produttrici di beni di consumo e di beni durevoli verso la fine dell’anno solare aggiornavano i loro cataloghi aumentando i prezzi. Non so se in questi tempi di crisi sia ancora così. Sbaglio pensando che, al massimo, i prezzi ora non vengono ritoccati, né in su né tanto meno in giù? Se le cose stanno così, che cosa si va blaterando di deflazione? Si conosce il significato delle parole? Per quanto mi riguarda, sono ben contento che i prezzi siano più stabili di un tempo, né mi sogno di rimandare gli acquisti sperando di spuntare prezzi più bassi. Se le mie impressioni da profano sono scorrette, sarò ben contento di essere smentito.

  • Albert Nextein

    Da che ho memoria ho vissuto sempre in tempi di inflazione.
    Anche se da piccolo , durante il boom, ricordo che il babbo diceva che era molto bassa e ricordo pure che si stava tutti bene, si era felici, l’italia aveva un’economia brillante.

    Mi piacerebbe, quindi, sperimentare qualche annetto di deflazione.
    Deflazione da sfinimento economico, che è diversa dalla deflazione fisiologica da libero mercato.

    Si, mi interessa vedere come si campa in deflazione.
    Voglio vedere con che faccia il governo non riduce le tasse quando tutti i prezzi e i valori in assoluto si riducono.

    Fervorosamente spero che si entri i deflazione.

Start typing and press Enter to search