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117_FINANZAdi RAFFAELE SERAFINI

Centro Ingross Padova, si tratta di una piccola China-Town, centinaia di attività di imprenditori Cinesi che vendono ed incontrano migliaia di bottegai, di grossisti, di importatori, e con loro creano affari. Import, export, attività manifatturiere, delocalizzazioni o localizzazioni… tutto ciò avviene in questo luogo santuario dell’imprenditoria Veneta e Cinese.

I Cinesi hanno lavorato indisturbati fino a qualche giorno fa quando, la Guardia di Finanza ha iniziato a fare retate: la solita caccia allo scontrino, alla bolla di trasporto, ecc. Il risultato di giorni di caccia all’uomo è stato quello di punire con pesanti multe e chiudere temporaneamente alcune attività. Molti non se lo aspettavano, iniziano a dubitare che l’Italia sia un luogo dove si può lavorare. I Cinesi (grandi lavoratori) incominciano ad assaggiare la frusta italiana, loro sono venuti in Veneto per fare impresa senza sapere che siamo una colonia produttiva dello stato italiano, il quale succhia sangue da chiunque produca od abbia qualcosa.

I Veneti di vecchia data conoscono bene come le autorità italiane intimidiscono e derubano chi lavora. Naturalmente lo fanno sempre vestiti di legalità, e solo con un analisi profonda si capisce che agiscono immoralmente portando via ben più del 70% del reddito di chi lavora. Un Cinese mi ha detto che se continuano così, che se le autorità italiane continuano a vessarli fiscalmente, andranno a fare impresa in Grecia o Spagna perchè li si sta tanto meglio!

I Cinesi hanno preso il posto dei Veneti, adesso sono loro che con la loro operosità mantengono lo stato italiano. Loro però sono più svegli, hanno già incominciato a capire che cosa li aspetta e di certo non vogliono diventare schiavi. L’immigrato che vuole lavorare e produrre, colui che vuole fare impresa, condivide molto con i Veneti, ma è meno sottomesso ed ha meno da perdere, quindi si ribella, non paga o se ne va e all’Italia restano solo pensionati, africani e musulmani che come ben sappiamo sono estremamente produttivi.

Che futuro ha uno stato in cui il 50% dei giovani non ha neppure un lavoro od un reddito?

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Showing 5 comments
  • Zeno

    E il vantaggio dei cinesi è che hanno meno legame con il territorio italiano. Per loro è molto più facile trasferirsi in un altro paese in silenzio e senza perder tempo in inutili proteste.
    Ovunque vadano non saranno comunque in Cina, quindi non mancherá loro la famiglia, gli amici, il paese natio, ‘o sole e ‘o mare.
    Come al solito lo stato ingordo per fare un po’ di cassa in fretta, alla lunga avrà creato ulteriore povertá.

    • Pedante

      Rimarrano sempre nella diaspora, quindi sempre in famiglia. Dalla Chinatown padovana a quella di Toronto, ecc.

  • Pedante

    Il fatto che hanno lavorato finora indisturbati dalle autorità la dice lunga sulla loro situazione privilegiata. Beati loro che hanno una diaspora che li accoglierà se decideranno di cambiare paese di residenza. In quanto agli africani e ai musulmani, una bella dose di Mises e Rothbard raddrizzerà loro le idee e accrescerà loro l’intelligenza. La diversità è una vera ricchezza!

    • Pedante

      Forse quando gli autoctoni passeranno in minoranza il lavaggio del cervello mediatico sarà meno efficace.

  • Fabio

    Che futuro ha uno stato in cui il 50% dei giovani non ha neppure un lavoro od un reddito per la pesante tassazione che é costretto ad imporre ai cittadini per mantenere la sua pesantissima casta di militari e dipendenti pubblici (“attivi” o in pensione è lo stesso) privilegiati protetti illicenziabili ed impunibili?

    temo che lo scopriremo presto.
    i cinesi non hanno radici (ricordi di generazioni, tombe di famiglia, a legarli e condannarli in questi luoghi e fanno meno fatica ad andarsene.

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