In Anti & Politica

RAI1DI MAURO GARGAGLIONE

Solo una riflessione a margine della questione innescata da una frase che paragonava lo Stato al mercato in modo provocatorio (se non paghi la RAI vai in galera se non paghi Sky non vedi Sky).

Un sacco di libberali “studiati” e preparati ha immediatamente alzato il ditino – Non dire inesattezze, non vai in galera perchè non paghi la RAI, rischi il gabbio se dichiari il falso -. Urca, allora cambia tutto! Uno che dichiara di essere stato al ristorante con una persona indagata di omicidio pedofilo, nell’ora in cui il crimine è stato commesso per parare le terga al suo amico assassino, dichiara il falso e si merita una pena esemplare.

Quindi se dichiari di non possedere una TV per sfuggire alla rapina fiscale non stai rischiando la galera perchè non paghi la RAI ma perchè dichiari il falso allo Stato. Capisci che non è la stessa cosa!!!???

Ma che scherziamo? Secoli di civiltà del diritto per arrivare a quattro stronzi libertari che appoggiano il reato di false dichiarazioni per difendersi dallo Stato ladro. Eccheccazzo la legge è legge! Se c’è, allora si devono usare le armi a disposizione della civiltà del diritto e battersi per cambiarla, ma se passa il concetto che è giusto mentire allo Stato torniamo indietro di secoli, e che siamo baluba?

Un’altra osservazione che è stata fatta da questi campioni della civiltà del diritto è che non si tratta di un “abbonamento” alla RAI, come scorrettamente affermato nella frase galeotta, anzi populista, trattasi invece di tassa di proprietà su apparecchi atti a ricevere o riprodurre segnali audiovisivi. Ri-urca! Non ne azzecchiamo una noi ignoranti libertari … Lo sapete che gli italiani non versano più un centesimo per il finanziamento dei partiti? Si è fatto un ragionevolissimo e civilissimo referendum e si è tenuto conto della volontà dei cittadini i quali non finanziano più i partiti … li rimborsano!

Questa è vera civiltà, il resto sono panzane anarcoidi di un pugno di libertari che vogliono una società senza leggi dove ognuno si fa i cavoli suoi. Gentaglia, vero? A sentire certi libbberali mi viene la nostalgia di Pajetta.

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  • Alessandro Colla

    Chi pretende l’esenzione pur non avendone necessità non è affatto contro “questo stato” ma un suo complice. Chi ruba danneggia un privato, quindi si comporta come lo stato. Solo che quest’ultimo ha l’impunità garantita, salvo vittoria libertaria attraverso lotta armata o rifiuto di massa nel versamento dei tributi. In teoria anche attraverso metodi elettorali e referendari ma è un’impresa pari alle difficoltà che si incontrerebbero nella lotta armata. Quest’ultima rischia di provocare sangue innocente. E poi non vedo un George Washington all’orizzonte ma solo millantato credito ideologico nell’autodefinirsi liberali da parte di qualcuno che invece ne è la più palese negazione vivente.

  • Alessandro Colla

    Io probabilmente non sarò disposto a mentire, ma solo per pavidità e perché non sono un eroe. Qui il diritto alla menzogna ci starebbe tutto e chi lo pratica ha comunque tutta la mia ammirazione, compresa la parte che ne avrei per me stesso se fossi un po’ più coraggioso. Rimpiangere Pajetta mai, ma una similitudine con lui di coloro che “non sono mai stati comunisti” mi provoca un piacere psicologico immenso. Veramente, in Grecia, è obbligatorio dichiarare il contante? E come fanno? Può variare anche più di una volta al giorno. Se questo è il metodo Tzipras, o come si scrive, che ritornino le cravatte nell’abbigliamento dei politici greci. Almeno potremo chiamarli cravattari a tutti gli effetti.

    • Vincenzo

      C’è chi mente allo Stato, ma spesso non è un eroe, come lei lo definisce.
      C’è gente contro questo Stato che ruba, tranne poi pretendere l’esenzione dal ticket sanitario, la mensa scolastica gratutita per i pargoli e tutte quelle cose dello Stato che ai libertari non piacciono.

  • Liberalista

    Diciamoci molto tranquillamente che esiste da decenni la tecnologia per escludere chi non vuole vedere i canali Rai dalla visione degli stessi, senza per questo oscurare tutte le altre tv.
    Il problema è che essendo la Rai un carrozzone pubblico (ovvero di proprietà privata della politica), non faranno mai in modo che sia possibile scegliere di acquistare o meno l’abbonamento a quei canali. Vogliono i soldi a prescindere, proprio perchè è un’imposta. E come tutte le imposte ha l’unico scopo di far arrivare i soldi nel calderone statale. La giustificazione del motivo dell’estorsione viene sempre dopo, proprio perchè è sostanzialmente una fandonia, buona per gli idioti che ci vogliono credere.

  • christian

    Non ha senso pagare per il mantenimento di una rete di radioaudizioni, perché non esiste alcuna rete di radioaudizioni. Non è come la rete elettrica, telefonica, idrica ecc.
    Qui si paga per avere il privilegio di poter captare e riprodurre onde elettromagnetiche che ti entrano in casa senza che nessuno lo abbia chiesto. Questo perché radioaudizioni sono segnali trasmesse su varie frequenze elettromagnetiche in modo pressoché omnidirezionale. I dovrei pagare perché ho in casa un apparecchio che “potrebbe” permettermi di decodificare questi segnali, “che mi entrano in casa senza permesso”.
    Avete capito che lo stato si è preso anche l'”etere” dentro le nostre case da molto tempo.
    A quando anche l’ossigeno?

    • Vincenzo

      Nel momento in cui ha un televisore in casa, autorizza le onde a entrarle in casa

  • Nicola

    Ha un senso pagare per il mantenimento di una rete di radioaudizioni, ma io contesto che questa rete veicoli il cosiddetto servizio pubblico gestito dalla Rai.. Io non voglio pagare per quel tipo di servizio pubblico!

    • Albert Nextein

      Non è un servizio pubblico.
      E’ un servizio al potere pubblico.

  • Fabrizio de Paoli

    Io non voglio dichiarare il falso, anzi voglio che lo stato sappia con esattezza che MI RIFIUTO di pagare il canone rai (a proposito, perché se è il canone rai poi lo chiamano tassa sugli apparecchi?).
    Voglio anche che sappia le mie ragioni: se io pagassi per farmi fare il lavaggio del cervello dal regime mi sentirei così coglione, ma così coglione, che non avrei nemmeno più il coraggio di guardarmi allo specchio.

    • christian

      Fabrizio
      Canone Rai è , diciamo, il nome comune, ma improprio. Anche se la Rai non esistesse dovresti pagarlao
      L’articolo 1 del RD cita testualmente
      Articolo 1
      Dell’abbonamento alle radioaudizioni.
      Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.
      La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l’impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l’utenza di un apparecchio radioricevente.

      Oggi si è aggiunta anche la presunzione con una fornitura elettrica.
      Se non dichiari il contrario e non paghi la tassa ti arriva una cartella esattoriale e rischi il fermo dell’auto.

      • Fabrizio de Paoli

        Sì ma la fornitura elettrica mi serve per alimentare la sedia elettrica sulla quale farò accomodare l’esattore, casomai venisse a rompere le palle in casa mia…

        • christian

          Si ma deve comunque dichiarare che non ti serve per alimentare un televisore.
          Da qui il passo è breve a dover dichiarare tutto quello che hai in casa (chi sa quando la tassa sui frigoriferi).
          In Grecia devi già dichiarare i contanti ed altri oggettini preziosi che hai in casa.

          • Fabrizio de Paoli

            Ma io voglio alimentare il televisore, quello che non voglio è pagare il canone.
            È chiaro che non mi interessa guardare i canali Rai e semmai è un problema della Rai oscurarmi il segnale, cosa che nell’era dei decoder non mi sembra nemmeno impossibile.

        • Gran Pollo

          Dicono tutti così.
          Quando arriva l’esattore a casa PIANGI, altro che sedia elettrica. Sicuro.
          Ah una volta arrivavano accompagnati da dei poliziotti in divisa e armati, perché “non si sa mai”.
          Oggi non ce n’è nemmeno più bisogno. Basta un postino con una raccomandata.

          • Fabrizio de Paoli

            Ne sei convinto?
            Saranno ormai quattro anni che non ritiro più raccomandate, e sto benissimo, anzi persin meglio di prima, il mio livello di stress è calato sensibilmente.

  • Vincenzo

    Come tutti i movimenti politici, siete bravi a distorcere la realtà.
    La galera la rischia chi dichiara il falso allo Stato, non chi non paga il canone.

    • Spago

      Tranne che nel magico mondo del politichese, visto che è ovvio che se non lo voglio pagare devo dichiarare il falso, tale distinzione è una presa X il culo.

    • christian

      E’ già stato detto nell’articolo.
      Chi distorce la realtà è lo stato che ha inserito la presunzione legale che chi ha una fornitura di corrente possiede una televisione.
      Quando tireranno fuori un sistema che da la presunzione legale che siamo tutti delinquenti e tu devi dimostrare il contrario? Dimenticavo ché c’è già e si chiama fisco.

      • Vincenzo

        No. La presunzione è che tutti abbiano un televisore. Il fatto che abbiano messo il canone nella bolletta elettica è un altro passo. Basti pensare che agli abitanti di Alicudi e Filicudi, servite da generatori elettrici e non dalla rete elettrica nazionale, la fatturazione del canone arriverà ancora tramite i bollettini. La presunzione vale, quindi, anche per chi non ha fornitura di corrente.

    • leonardofaccoeditore

      Lei forse NON SA LEGGERE: Ecco cosa scrive l’autore nel testo qui sopra: “Quindi se dichiari di non possedere una TV per sfuggire alla rapina fiscale non stai rischiando la galera perchè non paghi la RAI ma perchè dichiari il falso allo Stato”.
      IGNORANTE E PARASSITA

    • Albert Nextein

      Io per difendermi dallo stato ladro, sono disposto a mentire.

  • Albert Nextein

    Questi libbberali, evidentemente, hanno scambiato la libertà per un calesse.
    O una greppia.

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