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5STELLEDI GIOVANNI BIRINDELLI

Dal blog di Beppe Grillo: “Gianroberto Casaleggio ci ha lasciato un bellissimo regalo. Ci ha regalato Rousseau. Un sistema operativo che ha come obiettivo quello di sviluppare degli strumenti di democrazia diretta e aiutare il Movimento 5 Stelle a crescere ancora, diventando un modello da seguire per gli altri paesi europei e non solo”. Da qui, l’hashtag #iostoconRousseau.

Da “Il contratto sociale” di Jean-Jacques Rousseau:

“Ognuno di noi mette la sua persona e tutte le sue capacità in comune sotto la suprema direzione della volontà generale” [Rousseau J., 1987 [1762], “The Basic Political Writings” (Hackett, Cambridge), p. 148].

“La dichiarazione della volontà generale deriva dal conteggio dei voti. Laddove prevale un’opinione contraria alla mia, questo dimostra semplicemente che io mi sbagliavo” (Op. cit., p. 206).

“Un cittadino dovrebbe rendere allo stato tutti i servizi che può non appena il sovrano li richiede” (Op. cit., p. 157).

“Chiunque si rifiuti di obbedire alla volontà generale sarà obbligato a farlo” (Op. cit., p. 150).

“Quando il principe dice al cittadino «è nell’interesse dello stato che tu muoia» egli deve morire” (Op. cit., p. 159).

Ora, si dice che si giudicano sempre le idee e non le persone. Tuttavia devo ammettere che faccio fatica a non considerare Rousseau (e quindi chi, avendolo letto e compreso, si ispira a lui) un malato di mente.

Rousseau ha vinto. Non perché adesso sia ammirato da un partito politico in ascesa, ma perché, nella sua essenza, il modello politico e sociale da lui suggerito (la democrazia totalitaria) di fatto si è imposto in occidente ed è in continua espansione (perfino in quei paesi che avevano una tradizione di common law). E si è imposto non solo nella politica ma anche nella cultura e perfino nella psiche delle persone. Io credo che in ultima istanza questa vittoria sia dovuta al fatto che la maggioranza delle persone, nell’ambito delle meno alla moda fra le scienze (quelle sociali), sia profondamente stupida e al fatto che il modello totalitario di Rousseau dà un potere illimitato alla maggioranza.

Forse non c’è niente di più patetico di qualcuno che pensa di “cambiare le cose” rafforzando lo stesso modello che ha prodotto l’attuale stato di cose.

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Showing 9 comments
  • Alessandro Colla

    C’è una novità che ritengo giusto segnalare ai frequentatori di questo sito, soprattutto ai non romani. Uno dei quotidiani della capitale, IL TEMPO, riporta (a pagina sei di mercoledì 22 giugno) un’intervista a Pietrangelo Buttafuoco. Quest’ultimo, dopo aver esultato per il risulato del ballottaggio capitolino, auspica che i cinque stracci “sostituiscano quanto prima Rousseau con Platone dato che [Rousseau] è a fondamento di tutti i totalitarismi e di tutte le più pericolose utopie. Se Marx si fosse formato su Platone invece che su Rousseau, non avrebbe determinato l’inferno sei soviet” Passi quel discutibile “determinato” in luogo del più appropriato “causato”. Ma il pensiero di Platone non è altrettanto totalitario e a fondamento di tutti i totalitarismi, come e forse più di quello di Rousseau? La repubblica di Platone è un modello libertario? O, al minimo, democratico? Non ci sono nel suo pensiero i germi, e non solo i germi, del collettivismo totale? Non era un sostenitore della società chiusa spartana? Era forse individualista? Stimava i sofisti? Era contro la schiavitù? E Marx, come Hegel e tutti gli hegeliani (compreso Schmitt che piace tanto a Buttafuoco), non si è formato su Platone più ancora che su Rousseau? Dal momento che non ci sia motivo di ritenere l’intervistato uno sprovveduto né un ignorante, viene da pensare che il vizio degli intellettuali di confondere volutamente le idee non alligni solo nella sinistra ufficiale ma anche in quell’area che abusivamente si spaccia per destra. Abusivamente perché destra è contrario di sinistra. E se sinistra è collettivismo (e lo è), destra è individualismo. Se sinistra è stato (e lo è), destra è privato. Se sinistra è interventismo (e lo è), destra è libero mercato, libero pensiero, libero ogni elemento che non limiti o neghi la libertà dell’altro. Se poi per loro destra significa patria, nazionalismo, corporativismo, solidarismo forzato, militarismo, antiebraismo e robaccia varia, allora la loro vocazione all’abusivismo è di natura genetica.

  • Alessandro Colla

    Il CinqueStupido medio è sempre ignorante, per sua natura. Sceglie quello schieramento perché crede che il suo fondatore sia un “comico”. Non sa nulla di tecnica della recitazione, né di interpretazione. Non si accorge che marcando ogni sillaba di un discorso, si “recita” come un bambino semibalbuziente dell’oratorio. Non conosce la nascita della comicità nell’antica Grecia, né il Tragos suo contrario. Non sa che la comicità nasce dal contrasto e dall’inaspettato e non dallo scontato. Non sa neanche (cosa conosciuta anche dai fanciulli delle scuole primarie) che per essere eletto presidente della repubblica deve aver compiuto cinquant’anni e per non saperlo, vantandosene davanti ai teleschermi, è stato eletto (eletta, in questo caso) allo scranno senatoriale. Che pretendiamo che sappia di Rousseau o delle oligarchie? Il primo crede sia l’insegnante di Lenin in quanto…”Russo”. Le seconde ritiene siano gli “archi” che disegna l’olio sulle superfici ove accidentalmente cade. Al massimo, Ginevra è “la moglie” di Lancillotto, chiamato così perché effettuava estrazioni di lance. Quando mai ha avuto la capacità di distinguere l’illuminismo dalla bolletta elettrica? Che differenza c’è per lui tra gli enciclopedisti e gli ex venditori di enciclopedie porta a porta? Almeno nel vecchio Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini persisteva una certa alfabetizzazione di base. E anche una capacità cinematografica che permetteva di sapere che prima di iniziare occorre togliere il tappo dalla macchina da presa.

  • Alessandro catanzano

    Eppoi, il bello, che il Grillino ignorante ignora è che il ginevrino scriveva per un’oligarchia , quella di Ginevra, non certo per dare potere al popolo. Cioè erano i capi famiglia che si sportivano il potere che avevano bisogno di un modo per risolvere le divergenze. applicato al popolo ogni libertario sa da Hoppe che secondo la teoria che chi si ritrova in minoranza non ha un’opinione diversa ma sbaglia, poiché la maggioranza interpreta in modo più vero e profondo il pensiero della minoranza, che, secondo questa logica, gli ebrei tedeschi, poiché Hitler vinse le elezioni democratiche, volevano essere sterminati dalla maggioranza vincitrice tedesca, solo non lo sapevano. Concordo con Giovanni, Rousseau era un minus habens.

  • Alessandro Colla

    Qualcosa da aggiungere forse c’è. Nell'”Emilio”, Rousseau si presenta come un innovatore dell’educazione che vuole eliminare i tratti autoritari del passato. Giusto in sé ma è uno specchietto per le allodole. Infatti lo scopo è quello di formare ( direi meglio deformare) il discente al fine di plasmarlo a misura del precettore. Il quale deve tenere l’allievo con sé per almeno venticinque anni (peggio del nostro attuale obbligo scolastico a sedici, aggravato da formazione professionale coscritta fino a diciotto) e “lasciarlo libero” solo quando e se il precettore stesso ritiene che il suo sottoposto sia diventato a sua immagine e somiglianza. Stessa tattica utilizzata da Makarenko nel suo “Consigli ai Genitori”. Niente abusi in casa, anche qui giustamente, ma al solo scopo di formare un “degno cittadino socialista” in ossequio al leninismo dell’allora neonata Unione Sovietica. Un po’ come un signore argentino vestito di bianco che abita oltre il Tevere e del quale non ricordo il nome: abolisce l’ergastolo, introduce il reato di tortura ma poi si rivela il peggior regressista in politica economica e in diritto con il suo terzomondismo imperante e il suo fiscalismo strisciante. Dal cattosocialismo al cattorousseauianesimo e da questo al cattoimbecillismo del Movimento Cinque Sciocchi. Che a Roma vorrebbe essere a… Raggi x.

  • Antonio Abate

    Senza contare lo scritto d’esordio di Rousseau, il “Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini”. Con questo scritto partecipò a un concorso bandito da un’università francese sul seguente tema: “Se il progresso delle scienze e delle arti abbia contribuito a migliorare i costumi”. La risposta di Rousseau era in sintesi: NO. Di qui il mito del buon selvaggio ecc.
    Di qui i no triv no ogm no progresso e decrescita felice. I grillini non potevano scegliere un santo protettore più adatto.

  • Ari

    Agghiacciante Rousseau; c’è già dentro il GULAG.
    Grazie Birindelli per citazioni e commento perfetto.
    Non c’è altro da aggiungere.

  • Albert Nextein

    Ma questo filosofo, di cui non ho letto alcun che, sembra il progenitore di tutti gli statalismi e della statolatria.
    Affermare cose del genere significa comprimere la libertà individuale in ogni ambito.
    Tossico.

  • Evaristo

    Il blog sproloquia come sempre.
    Rousseau è una piattaforma informatica, un SO è ben altro.

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