In Anti & Politica

VOTO FOTTEDI VALENTINA CAVINATO

Come volevasi dimostrare, niente di nuovo sotto il sole. Come scrissi nel gennaio 2014, in un articolo sul Movimento Libertario, quando si vota in un paese come il nostro, o come la Francia, si verifica sempre quell’effetto che io chiamo “effetto staffetta”. Tutte le analisi cervellotiche che leggo stamani, da parte dei perdenti, dei votanti e degli illusi, lasciano il tempo che trovano. Una volta vince la dx, una volta la sx.

Credetemi, non c’è molto da capire, per me è tutto chiarissimo e vi spiego in cosa consiste l’effetto staffetta. Qualsiasi partito, dopo aver governato per un quinquennio, lascia l’amaro in bocca ai cittadini, i quali sono sempre incazzati, esattamente come lo erano alle elezioni precedenti. I loro problemi rimangono gli stessi, continuano a distruggere le loro auto nelle buche, ad essere rapinati da tasse di ogni tipo e ad assistere inermi al peggioramento della loro città. Perché le promesse elettorali, sono ancora più farlocche di quelle dei marinai. Tutti i sindaci, una volta preso il comando, si ritrovano a dover convivere con quel mostruoso sistema, ideato ad hoc, diretto e orchestrato dai parassiti pubblici. Questi “dirigenti” hanno vinto un concorso, a loro interessa solo il “posto fisso”.

È gente che non capisce, che non sa risolvere i problemi, che parla un linguaggio a noi incomprensibile, loro nei regolamenti e nelle scartoffie ci sguazzano. Se non fosse così, non lavorerebbero al comune di Milano o di Roma, ma avrebbero un lavoro vero. A Roma, dopo Mafia Capitale, che ha fatto arrestare mezzo PD, si ritroveranno al ballottaggio i 5 stelle e il PD. Ma quello che molti non vogliono capire, è che se anche avesse vinto la dx, non sarebbe cambiato nulla. Perché tutti i programmi erano delle cagate pazzesche, nessuno ha detto “prometto di ridurre della metà l’esercito dei dipendenti comunali e delle municipalizzate”. Tutti omeopati, quando si tratta di catturare voti. E gli omeopati sono solo degli sfigati senza spina dorsale, Giannino docet. Anche i libbberali cosa hanno fatto? Si sono coalizzati:

– con Arfio, un imprenditore con una passato di nomine stataliste da far rabbrividire, un perfetto esponente della gauche caviar, che prometteva addirittura l’aumento dei salari dei dipendenti pubblici;

– con Storace, che non ho bisogno di spiegare chi sia. Un’orgia del genere può anche essere divertente, ma non per governare la capitale.

A Milano, dopo un Pisapia, era normale che votassero a dx. Quando l’elettore, quello che può lamentarsi, si accorgerà che il suo disgusto rimarrà invariato, si ributterà di nuovo a sx. È una specie di moto perpetuo… Di Thatcher, ahimé, noi non ne abbiamo. Abbiamo però la Meloni, la Raggi e compagnia cantante.

Ed è giusto che sia così. Forza elettori, da questo momento potete ricominciare a lamentarvi….

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  • firmato winston diaz

    E c’e’ un altro problema: con la tecnologia che avanza, solo una frazione minima della popolazione produce (o riesce a produrre, chi lo fa un microprocessore? o un pannello fotovoltaico?) cose che agli altri interessi comprare (sta succedendo all’industria cio’ che e’ gia’ successo all’agricoltura: bastano sempre meno addetti). Ma questi altri che non producono nulla, come fanno a comprare se loro non producono nulla da poter usare come valore di scambio? La maggior parte della popolazione dunque vive necessariamente di redistribuzione. Una gran parte di questa popolazione inutile se non a se stessa, vive ammassata nelle citta’ nelle quali escogita espedienti burocratici sempre piu’ fantasiosi per giustificare la sua inutile esistenza. Ricordate l’holodomor (vedete wikipedia altro): se i produttori, infima minoranza, si rifiutassero di cedere il loro prodotto, gli verrebbe sequestrato e verrebbero terminati.
    Negli Usa gia’ adesso lavora nel manifatturiero mi pare meno del 10 per cento della popolazione, forse addirittura il 5. In agricoltura ancora meno. Gli altri cosa credete che facciano? Fanno in grandissima parte burocrazia, inventano nuove regole, inventano nuovi obblighi dilegge che costringano la gente ad usare e pagare i loro sempre piu’ stupidi e inutili “servizi”, mentre le “teste fini” che sviluppano nuovi prodotti e inventano veramente cose sono necessariamente in numero assai piu’ irrilevante di contadini e operai.
    Quindi la burocratizzazione gerarchica del mondo e’ una inevitabile conseguenza dello sviluppo tecnologico, cio’ che abbiamo davanti non e’ un errore della storia, e’ naturale sbocco.

    La famosa “societa’ dei servizi” coincide in gran parte con la “societa’ burocratica”, con buona pace del commercialista Rifkin.

    Queste cose le dico per realismo, non perche’ mi piacciano, ovviamente. Tutt’altro! Ma se mi guardo intorno, questo e’ quello che vedo.

  • Alessandro Colla

    Non so se l’analisi di Wiston Diaz sia esatta, non ho la preparazione sufficiente. Non so neanche se le sue previsioni siano consequenziali. Ma ritengo che il luogo dove il singolo sia impossibilitato a padroneggiare e comprendere, sia un luogo dove le idee libertarie non vengono applicate. E in ogni caso tra due mali preferisco il minore: meglio una società parceliizzata ma libera piuttosto che un agglomerato pianificato e tirannico. Sui mezzi, noto che la consapevolezza che ci sia chi ottiene consenso politico con gli spettacoli, sia non solo mia. E quegli spettacoli, penosi sia sotto l’aspetto scenico che sotto quello contenutistico, hanno perfino del pubblico pagante! Sui nostri, di contenuti, non mi sembra che i libertari non tengano conto del programma dei Liberi Comuni. C’era stato anche un tentativo di presentazione di una lista denominata Forza Evasori. Non ho visto critiche del Movimento Libertario ai Liberi Comuni d’Italia o ai Liberisti Ticinesi. Qualche osservazione critica, di tipo tecnico tutt’al più, ma non certo una presa di distanza o una mancata considerazione. Se mai mi è sembrato di vedere appoggi, a volte anche espliciti. Il problema torna al come, non al cosa. Non conosco l’articolo di legge del codice civile trovato dall’avvocato Mori. Comunichiacelo, leggiamolo e studiamolo insieme. Così come è esposto non lo troverei di facile applicazione. La casta è costituita solo dagli eletti dal popolo? Anche da dirigenti e funzionari? Anche da docenti universitari che magare insegnano esattamente cosa siano l’economia e il denaro, sbugiardando Keynes? E che non hanno trovato posto nelle rare università private? Sono casta anche gli uscieri che non hanno trovato altro, solo perché non esiste un libero mercato del lavoro? Immaginiamo di trovarci in una nazione dove il comunismo sia stato abbattuto da ventiquattr’ore con una rivolta popolare (naturalmente, compagni, finanziata da Obama e Nethanyau con i soldi della CIA e del Mossad d’accordo con gli eredi di Licio Gelli e con il capitale giudaico internazionale; perché si sa: i “lavoratori” e “le masse popolari” il comunismo lo desiderano sempre). Cosa facciamo, chiediamo a tutti i dipendenti pubblici di restituire quanto hanno avuto dei loro precedenti stipendi? Ma erano tutti dipendenti pubblici e non per loro scelta. Anche riuscendo a ottenere la restituzione, poi a chi la si dà? Alle persone alle quali il maltolto fu sottratto? E chi sarebbero? Gli ex dipendenti stessi, quindi un’inutile partita di giro. Molti stipendi della pubblica amministrazione esistono per retribuire posti inutili e improduttivi. Ma quando l’impiegato viene assunto, si firma un contratto e quello va rispettato. Tra la casta anche i giornalisti? E’ vero, perché esiste un obbrobrio corporativo: l’accesso all’ordine professionale per poter esercitare. Ma i loro contratti, RAI e Il Giorno a parte, sono di natura privata. Sarebbe difficile pretendere restituzioni solo dai pennivendoli che difendono il regime senza chiedere nulla ai giornalisti coraggiosi. Quale “commissione” potrebbe autolegittimarsi di questo potere discriminante? E gli imprenditori che hanno vinto appalti pubblici? I privati che sguazzano grazie a legislazioni favorevoli, come nel caso dei settori finanziario, cooperativistico e automobilistico? Non riesco a trovare i siti denominati RC o SE. Diamoci tra noi informazioni più dettagliate e forse troveremo il modo di ricominciare. Non escludendo che potrebbe essere un ricominciare di pura natura accademica. Non vedo, all’orizzonte, mecenati interessati alla causa libertaria.

    • Ezio Marini

      RC sta per Rischio Calcolato.

    • spago

      Una delle proposte di rothbard era privatizzare dando ai dipendenti stessi la proprietà x quote. Tolto di mezzo politici e alto burocrati ovviamente. Potranno tentare di continuare il loro lavoro sul mercato o vendere. Era una idea che voleva rifarsi al principio di homestading

      https://mises.org/library/how-and-how-not-desocialize

      Ne parla nel capitoletto principles of privatization

    • firmato winston diaz

      “Non riesco a trovare i siti denominati RC o SE”

      Rischio calcolato e scenari economici.

      Lasciali perdere, non hanno NULLA di liberale o libertario, anzi ne sono agli antipodi.

      Il primo e’ un sito di promotori finanziari e commercialisti (sic), di tendenza politicamente clerico-fascista (e putiniano), che finge di promuovere alcune istanze anarco-capitaliste solo perche’ fiuta l’affare finanziario e per la tipica insofferenza che ha dello Stato laico la chiesa cattolica piu’ bigotta, che con lo Stato e’ sempre stata in conflitto per l’esclusiva del possesso delle anime.

      Il secondo lo stesso, ma ancora piu’ apertamente antiliberale, e che sposa posizioni vetero leghiste e grilline, in salsa marxist-keynesian-nazional-socialista, cioe’ fascista.

      Cosi’ siamo ridotti, questi sarebbero i sostenitori internettiani delle istanze liberali. Ah, e dimenticavo quel fesso di Giannino, ex-repubblicano azionista, portaborse di la malfa, moralista fino allo stremo sulle pagliuzze altrui, e vergognoso fino al ridicolo sulle proprie. Nulla che non gli si potesse perdonare, ma solo se non fosse stato cosi’ moralisticamente intollerante con gli altri.

      Come al solito, il moralista alla resa dei conti e’ peggiore di quelli che additava al pubblico ludibrio.

      Ah, e lo sapete qual e’ il “santo” dei commercialisti? Un altro componente del partito della moralita’ e del pareggio di bilancio, il repubblicano Visentini, quello che rese obbligatoria la contabilita’ vidimata per tutte le attivita’ economiche anche marginali (e lo stesso che, da presidente olivetti, impose i registratori di cassa obbligatori). Nello stesso periodo, furono istituite le bolle di accompagnamento. Cio’ diede lavoro a centinaia di migliaia di persone, se non milioni, nell’ambito della burocrazia provata, e pubblica.

      In questo ambientino, il meno peggio ha la rogna.

      Strano che le istanze liberali non facciano passi avanti, vero?

  • winston diaz

    Mah, l’essere umano domina la terra perche’ agisce in societa’ estremamente complesse e organizzate, che riesce a istituire grazie all’istinto di collaborazione innato che possiede, e al linguaggio.

    Perche’ si e’ arrivati a questo punto, perche’ l’uomo e’ diventato, si e’ autoselezionato cosi’? Perche’ le societa’ piu’ complesse e organizzate vincono le guerre e impongono la loro organizzazione alle altre, o dominandole o costringendole ad organizzarsi in modo uguale o maggiore per non sparire.

    Il fattore di selezione dell’uomo e’ l’altro uomo, e il fattore di selezione della societa’ umana e l’altra societa’ umana.

    Se c’e’ stato un uomo meno organizzabile e organizzato di noi, e c’e’ stato, tutte le altre nostre antiche sottospecie lo sono state, l’abbiamo estinto da lungo tempo. Siamo rimasti solo noi, unica specie di Homo, quella che ha vinto tutto: l’uomo organizzato in un unico grande esercito che vince e si impone agli altri tipi di uomini, e al mondo. Guardate alla storia dell’antica Roma, per un esempio eclatante: gia’ solo dopo pochi millenni di storia, l’umanita’ ha prodotto l’organizzazione statuale e imperiale romana che tutto dominava e avocava a se’, poco diversa da quelle attuali, che infatti ad essa si ispirano.

    Degli uomini non organizzati sarebbero invisibili, avrebbero l'”impatto ambientale”, come si usa dire oggi, delle scimmie antropomorfe: irrilevanti nell’economia della natura, irrisori.

    Com’e’ la nostra vita? E’ cosi’ diversa da quella in un grande esercito? Fin dalla piu’ tenera eta’ veniamo abituati ad obbedire, ad agire in squadra (vedi l’importanza estrema che danno allo sport di squadra le societa’ umane piu’ forti, a partire dall’educazione nella piu’ tenera eta’), a rispettare orari per poter agire, come in un grande esercito, come un sol uomo. Non solo lo Stato, ma qualsiasi impresa, ricorsivamente, funziona come un piccolo o un grande esercito. Perfino i piu’ strenui antifascisti (di nome) titolavano il loro giornale “l’Unita’”. Ai miei tempi alla cresima (che nelle societa’ piu’ semplici della nostra era il rito di passaggio alla maturita’ sessuale E QUINDI alla vita adulta) si regalava al cresimato un orologio!

    La mia previsione per il futuro e’ che continueremo necessariamente, come societa’ globale, ad aumentare la complessita’ e organizzazione fino a trasformare la terra in un enorme termitaio umano. In questo contesto vedo ben poco spazio per le ideologie libertarie, perche’ anche nel caso siano piu’ efficaci nell’organizzare una societa’ complessa rispetto ad una rigida pianificazione (vedi Hayek, Menger eccetera), comunque otterranno il risultato di una societa’ sempre piu’ complessa e quindi parcellizzata, in cui il singolo essere umano e’ impossibilitato a padroneggiare, comprendere, il mondo a cui partecipa e in cui vive, se non per il sempre piu’ limitato intorno del campo di sua competenza. Ognuno sara’ sempre di piu’ un sempre piu’ piccolo ingranaggio del macchinario sempre piu’ grande, complesso e onnicomprensivo, che continuera’ a crescere e a tentare di aumentare la sua stabilita’ e ridurre l’imprevedibile inglobando parti sempre piu’ grandi del mondo circostante, fino a comprendere tutto.

    Guardate il nostro paese: c’e’ n’e’ un centimetro quadrato di cui non si sia appropriato l’uomo, modificandolo secondo il suo ghiribizzo, fosse anche solo per “marcare” il territorio? No, non c’e’. Prima arriva il pioniere che magari tenta di sfuggire alla pressione sociale, poi arriva l’orda che lo segue costruendo autostrade e ponti, portandosi dietro notai, sceriffi, guardia di finanza e commercialisti vari (una volta si diceva preti, ma ormai sono stati sostituiti dalle professioni suddette).

    Finira’ in una grande immenso BLOB, in un grande immenso termitaio umano. Ma in realta’ e’ gia’ cosi’, solo che vivendoci dentro, essendo noi esso, non ce ne rendiamo neppure conto se non sotto forma di un disagio confuso, tipo quello che si manifesta nei blog tipo questo.

    Diventeremo cellule di un organismo piu’ complesso, se potra’ davvero esistere un organismo unico che ingloba tutto senza piu’ nulla al di fuori di se’, in grado di riciclare dentro se stesso i suoi rifiuti, cosa che infatti stiamo gia’ alacremente tentando di fare. Stiamo cercando di diventare il Tutto.

    • Sency

      Può essere che tu abbia ragione, la storia lo dimostra. Però a mio avviso manchi di rilevare la differenza tra società civile e società statale ben evidenziata da Albert Jay Nock ne “Il nostro nemico lo stato”. E ritengo sia una mancanza non da poco nell’interesse dell’ideologia libertaria.

  • vito

    scusate l intromissione ma credo che la maggioranza degli italiani sia ancora in una situazione abbastanza buona pensionati statali,dipendenti pubblici , e tutti gli altri che vivono di favori e clientelismo credo che siano una larga maggioranza che non ha alcun interesse a sovvertire lo status quo anzi il contrario . per cui sara difficile che l esigua minoranza che mantiene il peso di questo paese possa in qualche modo convincere il resto che bisogna cambiare disco per evitare il disastro totale che prima poi avverra’ ma nel frattempo come dice l amico christian tutto sembra immobile e pare che non accada mai niente………..

  • Alessandro Colla

    Infatti credo che nessuno rinunci a progettare. A volte si è comprensibilmente presi dallo sconforto quando si guarda e si riguarda il proprio disegno e l’edificio non si costruisce mai. In teoria si potrebbe raggiungere il 25% con la rete. Solo che per scardinare il sistema dall’interno, ammesso che si opti per la scelta elettorale, occorre superare i due terzi dei consensi. Quindi occorrerebbero comunque altri strumenti tra i quali un canale radiotelevisivo in chiaro e una possibilità di radicazione territoriale con sedi fisse. Tutta roba che costa. Inoltre i CinqueSciocchi hanno trovato consenso perché promettono quello che già promettono gli altri; solo che gli altri non ci riescono “perché rubano”, mentre “loro sono onesti”. Hanno prodotto sempre demagogia, non cultura. Per divulgare cultura occorre poter utilizzare specchietti per le allodole. Il documentario presentato in un certo modo, il linguaggio a volte semiserio, lo spezzare il tutto con qualche scena comica, il paragone storico attualizzato, la parodia storica, eccetera. Per questo non trovo sufficiente la rete che pure deve essere utilizzata. E il Movimento Libertario, infatti, la utilizza. Ma come tutti notiamo non è sufficiente. Molti non sanno neanche che questo sito esista Alle “masse”, come le chiamano gli sfruttatori di esse, ci si arriva ancora con stampa, radio e televisione. Benedetto il giorno in cui non sarà più così.

    • jimmy

      Sui mezzi, credo che abbia ragione tu: la massa italiana crede prevalentemente alla televisione (o comunque alle forme spettacolari), ecco perché grillo (privo di televisione ma con i suoi spettacoli in giro) è riuscito a prendere il 25%.

      Ma forse basta anche il passaparola, quando proponi cose così incredibili come l’abolizione delle tasse personali, il 10% delle tasse societarie, la confisca dei beni della casta politica-amministrativa-statale-giornalistico-bancaria, il graduale assorbimento del debito pubblico, la valorizzazione del patrimonio pubblico di 8 mila miliardi al 5% annuo, la liberalizzazione assoluta di ogni mercato, l’annientamento della funzione pubblica a sua sostituzione con elenchi aperti di magistrati, poliziotti, scuole, ospedali, banche e soldati, l’abolizione della banca centrale, etc etc.

      Sui contenuti invece, temo che tu non mi abbia risposto: se Liberi Comuni è il programma dei libertari, com’è che i libertari non se lo filano? E’ questa osservazione (che io feci anche 3 anni fa, ai tempi di Programma Politico di GpG Imperatrice su RC) che mi ha fatto scrivere che noi libertari stiamo appoggiati al palo.

      Mentre invece dovremmo metterci seriamente al lavoro, prendendo le opportune precauzioni.

      Aggiungo che, alcuni mesi fa, Mister Libertarian su RC propose la Legge sui guadagni di regime” grazie alla quale condannare la casta politica, amministrativa, statale e parastatale, giornalistica e bancaria a restituire tutto il maltolto (non solo le tangenti ma specialmente gli stipendi, le diarie, le indennità e le pensioni) degli ultimi 50 anni.

      Aggiungo infine che, sempre alcuni mesi fa, l’Avv. Mori su SE annunciò di aver ritrovato nel codice vigente un articolo di legge che giustifica penalmente la condanna dell’intera casta e quindi la suddetta restituzione (operante nel campo civile).

      Sono tutti argomenti che, se adeguatamente sviluppati insieme agli aspetti di cui sopra, potrebbero seriamente costituire un polo di attrazione culturale e rivoluzionario/innovativo, con il quale porre verosimilmente termine allo stato attuale ed avviarne uno libertario.

      Continuo a non capire perché mai non lo facciamo, nonostante le cortesi risposte tue e degli altri (che comunque ringrazio).

  • jimmy

    Per Alessandro Colla e Christian

    Ringrazio innanzi tutto per l’attenzione e le risposte.

    Comprendo e condivido lo scetticismo.

    A mio modesto avviso, il Codice di Liberi Comuni è pregevolissimo, ma dimostra due pecche: è stato scritto da una ristretta elite di ottimi pensatori (ad esempio, saluto i grandi Birindelli e Trunfio), e quindi si rivolge ad una altrettanto ristretta elite di estimatori libertari.

    A riprova di questa sua “angustia culturale” vi è che del Codice di Liberi Comuni non ne parliamo nemmeno noi libertari, né su questo né su altri siti libertari (almeno che mi risulti).

    Ritengo che il Codice di Liberi Comuni potrebbe diventare un formidabile mezzo di rivolta libertaria se si volgarizzasse, cioè se avvenisse che:

    – i 15.000 libertari (già firmatari di Contante Libero) fossero chiamati a discuterne e modificarne gli articoli allo scopo di renderne i contenuti più alla portata del popolino (da qualche parte del Codice ci sarà pure scritto che non si pagherebbero più le tasse e che l’Italia libertaria sarebbe il primo vero paradiso fiscale del mondo, ma io non sono stato capace di trovare l’articolo che lo dice…);

    – il Codice dei Liberi Comuni (revisionato 2.0) fornisse soluzioni chiare e credibili ad alcuni problemi nazionali tipo ad esempio il rientro del debito pubblico (che significa libertà dai creditori), se e quale sarebbe la valuta nazionale (che significa libertà dalle BC), finanziamento dei residui servizi comuni (che significa libertà dalle tasse), etc.

    Le due descritte eventualità, se si avverassero, farebbero del Codice di Liberi Comuni un progetto libertario largamente condivisibile da una fetta di popolazione che attualmente non ha speranza: giovani (anche quelli appartenenti alle famiglie di statalisti), partite iva, commercianti e professionisti. Forse proprio quei quindici milioni di cui parla Alessandro.

    Fin qui per i contenuti. Per i mezzi (ovvero media, come si dice oggi), non vedo la necessità di un canale televisivo: infatti grillo non lo ha mai avuto, e comunque s’è preso il 25% dei votanti. Ovviamente penso alla potenza della comunicazione nella rete, e non mi dilungo perché la conoscete meglio di me.

    Oltre a contenuti e media, c’è un altro aspetto da considerare: il momento. In passato, il libertarismo non ha mai attecchito perché lo statalismo era giovane e forte: stampava banconote, assumeva personale, elargiva pensioni, distribuiva servizi a tutti, etc.

    Oggi lo statalismo è vecchio e malato, ed è il momento giusto per assestargli il calcio nelle palle: il mostro statale crollerà come crollò in un giorno gli imperi inossidabili dei breznev, dei ceausescu, dei saddam.

    Per terminare direi: essere scettici va bene, ma rinunciare a progettare è assurdo.

  • Alessandro Colla

    Forse il lascito culturale di Ron Paul, così come quello di Murray Newton Rothbard, non si sta sgretolando ma rimane comunque insufficiente per un rapido cambio di sistema. Persone antistato, antivoto e antifisco hanno scritto capolavori in merito. E anche in campi diversi dalla politica. Tutti pazzi, esagitati ed alieni? E come loro, gli editori che hanno pubblicato quanto scritto da quei pensatori? Alcuni di essi, penso a Hume e Spencer, vengono inseriti perfino nei programmi scolastici delle statalissime istituzioni italiane. A parenti, “amici” e conoscenti bisognerebbe ricordarglielo o dirglielo per la prima volta. Purtroppo siamo sfortunati. Certe discussioni non capitano mai quando abbiamo un testo in mano da sventolar loro sotto il naso. Non servirebbe a convertirli ma almeno potrebbero mortificarsi sentendosi un po’ più quel che sono: perfetti ignoranti. Se di sinistra, anche saccenti.

  • christian

    Capisco la rabbia di jimmy ma come dice bene Alessandro Colla, quali sono i mezzi in mano ai Libertari ? Anche il più bel programma libertario del mondo sarebbe inutile perché non voluto dalla stessa gente che non capisce la gravità della situazione. Anche quel gigante di Ron Paul non è riuscito a trionfare ed il suo lascito culturale (forse la più grande delle vittorie) si sta sgretolando più velocemente di un ghiacciolo al sole (almeno a me sembra così).
    Se anche le persone che mi hanno messo al mondo, quanto cerco di spiegare che lo stato non deve esistere si preoccupano del mio stato mentale (non è un eufemismo); se i parenti credono sia diventato un esagitato (per non dire pazzo) quanto dico che le tasse sono un furto; quando persone che mi conoscono ed hanno stima di me mi guardano come se fossi un alieno quanto dico che andare a votare è legittimare il sistema (rispondendomi con la solita baggianata che se non vai a votare ottieni solo che gli altri decidano per te, come se decidere di che morte si debba morire fosse una scelta!); se tutti mi dicono che sono anni che “profetizzo disastri” e dato che ancora non è “esploso niente” sono uno “spara balle” (per usare un termine gentile, come se in questi ultimi nove anni la situazione non sia andata inesorabilmente deteriorandosi, ma finché non sentono il botto sotto il sedere certe persone non capiscono). Se chi mi sta più vicino mi tratta in questo modo, dimmi jimmy, cosa ca..o pensi posa fare d’altro?
    Scusate lo sfogo (non era rivolto a te jimmy nello specifico).

  • Alessandro Colla

    “Li lasciamo fare indisturbati” Ma cosa dovremmo fare? Quali strumenti abbiamo? Quali risorse atletiche possediamo, per non parlare di quelle economiche? Certo che se un giocatore avversario mi sta davanti io mi appoggio al palo. Dal momento che non so giocare, se mi metto al centro ricevo solo una pallonata in faccia con conseguente abbandono del terreno. A che servirebbe mettersi in quindicimila per scrivere un programma? A parte il fatto che un programma già c’è ed è quello del Liberi Comuni d’Italia. Ma una volta scritto, qual è l’azione successiva che consenta l’attuazione del programma? Se fosse così facile avremmo già risolto il problema. E il problema è quello del consenso. Ossia arrivare a breve termine a diventare da quindicimila a quindici milioni, a medio termine a raddoppiare la precedente cifra e a lungo temine a triplicarla. C’è qualche Mecenate disponibile a regalarci un’emittente radiotelevisiva con annessi studi di posa e prosa?

  • Ari

    L’unico che è riuscito veramente a cambiare le cose dopo esser stato in una cabina è… Superman!

    • Leonardofaccoeditore

      ahahahahahahahahahahahhahahahhahaa

  • Albert Nextein

    Mi fa piacere notare che quasi il 50% degli “aventi diritto” non è andato a votare.
    Sono diventati degli “aventi le palle piene”.

  • Luca Maria Blasi

    Queste prese di posizione non lasciano via d’uscita. E quindi non servono a niente. Il solo dato sicuro è che, se non voti, la situazione non cambia di sicuro, mentre se voti una speranza remota teoricamente esiste, e comunque puoi preferire il meno peggio.
    L’alternativa coerente è solo il fucile.

  • spago

    A Roma dopo alemangno la destra resta invotabile ancora per un po’….. Ma non troppo… Figuriamoci! E a Milano il csx ha fatto una delle peggiori campagne mai viste.. Non che mi freghi niente.. Csx cdx sono la stessa merda. Parisi e Sala avrebbero potuto candidarsi uno al posto dell’altro e sarebbe stato uguale viste le loro straordinarie qualitàhahahaha

  • Alessandro Colla

    “Nessuno che abbia promesso di ridurre i dipendenti comunali e quelli delle municipalizzate”. Il problema è che nessuno abbia detto “aboliamo le municipalizzate perché i privati garantiscono servizi migliori; a noi solo i servizi anagrafici e provvisoriamente la polizia municipale per snellire il traffico”. A parte che avrei dei dubbi anche sul buon risultato di questi due servizi, Giachetti ha addirittura detto che non si può privatizzare l’azienda dei trasporti. Lui che viene dai “liberali, liberisti e libertari”. Non credo che Virginia Raggi abbia il permesso della famiglia Casaleggio per proporre privatizzazioni. Non credo neanche che le desidererebbe; e poi ha proposto funivie con denaro pubblico. Continuare a scegliere tra diverse tipologie di socialismo è come andare a votare in Corea del Nord o a Cuba dove c’è la lista unica. Non andrò neanche al ballottaggio. Vinca il peggiore (nel mio caso Virginia Raggi ma non con il mio voto).

    • winston diaz

      “Il problema è che nessuno abbia detto “aboliamo le municipalizzate perché i privati garantiscono servizi migliori; a noi solo i servizi anagrafici e provvisoriamente la polizia municipale per snellire il traffico”.”

      Il problema ancora piu’ grave e’ che non c’e’ proprio nessuno che dice “lasciatemi le buche sulle strade ma toglietevi dai coglioni:
      meglio libero con le buche che schiavo senza buche. Anzi toglietemi pure le strade che sto ancora meglio senza”
      Finche’ ci si lamenta per le buche che qualcun altro non ha tappato a dovere, ci sara’ sempre qualcuno che promettera’ che sara’ lui a tapparle.
      Queste geremiadi infinite sono ormai insopportabili, oltre che assolutamente disonorevoli.

      • jimmy

        Egregio Winston (ti rileggo qui con piacere dopo parecchio tempo), tu scrivi “Il problema ancora piu’ grave e’ che non c’e’ proprio nessuno che dice…”, ma sono in disaccordo con te.

        A mio modesto avviso, il problema sommamente grave è che i 15.000 libertari, genuini firmatari di Contante Libero, non si mettono insieme a scrivere un programma autenticamente libertario, miniarchico ed anarcocapitalista.

        E’ una assenza/accidia culturale, sociale ed umana, della quale non riesco a trovare una spiegazione logica e nemmeno una giustificazione morale.

        Noi libertari siamo colpevoli senza alcuna attenuante, siamo i primi fiancheggiatori delle elite stataliste al potere, siamo il portiere paratutto che rimane appoggiato al palo mentre il centravanti orbo segna gol a porta vuota.

        Non faccio più nemmeno proposte, tanto so che nessuno le accetterà, perché tutti i libertari che almeno partecipano alla discussione (su questo sito, su RC, su GB, una volta su SE adesso non più…, etc) preferiscono lamentarsi, imprecare, maledire, prevedere catastrofi finanziarie, adorare l’oro, agognare/vagheggiare la soluzione individuale, etc etc, tranne fare qualcosa di concreto.

        Persino i nostri nomi (liberale, liberal, liberista, ultimamente persino libertario) si sono rubati, per piegarli alla loro statolatria. E noi… e noi niente, li lasciamo fare indisturbati.

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