In Anti & Politica, Economia

parlamentoDI MAURO GARGAGLIONE

Discussione alla radio su chi è più pericoloso tra un amministratore disonesto e uno incompetente (risparmiate il banale commento “in itaglia ce li abbiamo entrambi”, please). A nessuno viene il sospetto che la risposta a questa domanda è assolutamente irrilevante perché è la domanda che è sciocca.

Essa va posta in questo modo: come si smonta un sistema che obbliga le persone per bene a dibattere se sia preferibile un cretino o un ladro in termini di quantità di danni arrecabili ai cittadini?

Posta in questi termini questa domanda ne innesca altre.
Perché le persone devono sottostare agli ordini di cretini/ladri? E perché non dovrebbero rivoltarsi contro un sistema che le costringe a obbedire a cretini/ladri?

Se usiamo questa prospettiva e pensiamo allo sfacelo amministrativo di Roma (paradigma dell’itaglia terremotata e non) non possiamo non concludere che questa drammatica situazione deriva dal letale combinato disposto di cretini incapaci e ladri con licenza di comandare.

Del resto un “onesto incapace” non si sbatte per un incarico chiaramente al di sopra delle sue competenze a meno che il suo obiettivo non sia arricchire (le sue tasche e/o il suo ego).

Ora qualcuno mi dica come si può immaginare un essere umano in grado di risolvere i guai di almeno cinquant’anni di attività politica-amministrativa-legislativa di cretini/ladri/parassiti che hanno potuto fare quello che hanno fatto (e che continuano bellamente a fare), all’interno di un struttura statuale che ha consentito tutto ciò.

Per parte mia, immaginarsi un commissario, un politico, un amministratore, un professore, un tecnico che possa raddrizzare questa nave che affonda significa essere perlomeno un cretino.

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Showing 5 comments
  • Alessandro Colla

    Penso che l’articolo di Gargaglione “L’unica legge che va rispettata è il diritto di difendersi””, sia una delle possibili risposte alle perplessità di Francesco. L’impossibilità di agire onestamente e al tempo stesso con competenza, è determinata dalla legislazione che spesso impone imbecillità e disonestà ai fini di mera sopravvivenza. Anche se formalmente si opera nell’area dell’impresa privata. In quella pubblica non c’è discussione: scorrettezza e idiozia sono dei requisiti di base per operare e spesso anche per accedere nei ruoli. In Italia, Grecia e sud America in modo particolare.

  • Francesco

    La domanda non è oziosa e non si applica solo al Pubblico. Nella mia esperienza nel settore lavorativo privato ho incontrato dirigenti molto “in gamba” che abusavano del loro potere anche a fini personali o dirigenti incompenti, ma impeccabili sotto il profilo del rispetto delle regole. Ho persino incontrato il caso di diligenti incompetenti che abusavano del potere loro dato, ma non ho mai incontrato un dirigente che fosse contemporaneamente competente e onesto.
    Ancora oggi mi chiedo se non vi sia qualche forma di “incompatibilità” intrinseca tra le tre cose: potere, competenza e onestà. Il mio sospetto è che alla persona onesta e competente sia interdetto l’accesso ai posti di potere, ma mi sfugge ancora il motivo.

  • Albert Nextein

    Non dobbiamo disperare.
    Si dice che “a morire e a pagare le tasse c’è sempre tempo”.
    La gente deve solo iniziare ad occuparsi anche del secondo tema.
    Del primo non mi preoccuperei troppo.
    Basta vivere con prudenza e morigeratamente.

  • Giovanopoulos

    Agostino, un bravo artigiano gelatiere nel suo corso diceva:
    Per fare un buon gelato al melone possiamo utilizzare le migliori ricette e i migliori macchinari, ma se la materia prima, ovvero il melone, non è dolce… non uscirà mai un gelato decente.
    Se il “melone” siamo noi italiani, pessimismo dell’articolo giustificato.

  • VITO PETRUZZELLI

    in effetti e’ il sistema che e’ marcio e che consente a determinate persone di campare e prosperare alle spalle dei pochi che producono se questo modello non salta le speranze di raddrizzare la barca sono praticamente nulle………..

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