In Anti & Politica

DI PIETRO AGRIESTI

Considero Franceschini, anche dopo che si è fatto crescere la barba, uno dei peggiori ministri della cultura italiani e sono particolarmente contento che abbia avuto il ben servito. La legge sul cinema e l’audiovisivo che ha fatto approvare è un’aberrazione. Una roba da MINCULPOP fascista.

– Oggi ci si indigna per il protezionismo di Trump, ma gli obblighi di programmazione di opere italiane istituiti da Franceschini cosa sono?

– Ci si è arrabbiati – giustamente – con Giorgia Meloni per la sua sceneggiata al Museo Egizio di Torino in campagna elettorale: beh abbiamo un politico che ha voluto espropriare non un singolo museo, ma un intero settore, della sua autonomia.

– Si è accusato l’ultimo governo appena caduto di essere troppo liberista: non riesco a vedere come avrebbe potuto esserlo di meno in questo caso. Doveva nazionalizzare direttamente l’intero settore e ridistribuirlo al popolo..?

– Noto, che M5S, Forza Italia e Lega si astennero sul provvedimento. Il che è logico visto che chi più di loro potrebbe essere d’accordo con un provvedimento protezionista, illiberale, dirigista, nazionalista e fascistoide?

– Mi aspetto che il prossimo ministro della cultura faccia rimpiangere Franceschini, Bondi e Rutelli. E allora meglio Dino Alfieri, Alessandro Pavolini e Gaetano Polverelli!

Recent Posts
Comments
  • spago

    Le produzioni italiane dovrebbero affermarsi per il loro valore e il loro valore dovrebbe essere giudicato dal mercato non da un politico o da un burocrate. Personalmente avendo in mente la qualità delle produzioni italiane (c’è sempre qualche lodevole eccezione, ma dico la qualità generale delle produzioni italiane) e la qualità delle produzioni estere, ad es. nel settore delle serie tv e del cinema, ritengo che quando Franceschini impone le prime a discapito delle seconde è come se imponesse di vendere, proporre e far leggere i libri della collana harmony, al posto di quelli di Dostoevskij, Kawabata e Hemingway.

Start typing and press Enter to search