In Anti & Politica, Varie

DI GATRUGNUS

Ok, l’hai aperta. Mittente: “te stesso” non lo si legge spesso, ne convengo… Come va ? Non troppo bene immagino.. Avrei voluto scriverti prima ma due anni fa non era proprio il caso, molte ferite da leccare e per commemorare cosa poi… l’anno scorso davvero non c’avevo cazzi, troppe cose da fare, troppi ingranaggi in moto nello stesso momento… e quindi eccoci qua, 4 marzo 2023… ci manca solo Dalla in sottofondo…

Volevo solo raccontarti cosa è successo dopo, qui da me almeno, sperando che succeda anche lì “quando” ti trovi ora.
L’abbiamo visto arrivare da lontano, lo hanno chiamato in molti modi e quando è parso a tutti di riconoscerne le fattezze, quelli che meglio ci vedevano cominciarono a dirlo a tutti: “Ecco che arriva… Arriva il cigno nero”… Pareva davvero un cigno, visto da lontano… Quando si è fatto più sotto e hanno cominciato a cadere i primi, ci siam resi conto che quello che sembrava un becco era la lama ed il collo, in realtà, era il manico della falce. Ci abbiamo azzeccato sul colore però.

Dopo la prima ondata di morti le priorità del governo sono state chiare a tutti: Bisognava trovare ad ogni costo un capro espiatorio. L’evidenza, cioè la Waterloo del sistema sanitario in un modello basato su un welfare, andava negata sempre e comunque. Al popolo bisognava dare pane (almeno per un pò) e falso senso di sicurezza a base di catena corta e museruola. “E’ tutto sotto controllo, dicevano, ci pensa lo Stato. Tu collabora e sostienici dal balcone di casa tua. Sii il ministero della propaganda di te stesso, carcerato e secondino allo stesso tempo e, visto che ci sei – facci sto favore – butta un occhio ai tuoi vicini di casa…”
I più conformisti, la maggioranza, si sono adeguati… Anche gli altri dietro, se non per ubbidienza, per senso del dovere nei confronti di chi, in prima linea, provava a fermare uno tsunami con una spugna e di chi, magari un amico o un parente, moriva di Stato, solo, a norma di legge ma, per Dio, gratis, che non si dica mai il contrario. Eravamo un esempio agli occhi del mondo.

Dopo le prime settimane di reclusione molti si erano già rotti di dire al dirimpettaio di essere pronti alla morte mentre, in realtà, si cagavano in mano. Anche i “ce la faremo”, comprese le varianti più spiritose erano venuti a noia… Ecco, la noia si rivelò l’antidoto alla mancanza di buon senso dei primi tempi. Alcuni tricolori resistevano, sporchi e scoloriti davanti a finestre chiuse… dietro le quali chissà, magari era passato il cigno, visto che dicevano di essere pronti….
Ti risparmio di dirti delle file, degli scaffali sempre più vuoti del denaro che evaporava e tutto il resto. Poco a poco la noia alimentava la rabbia. La rabbia alimentava a sua volta il dissenso. Era tutto pronto per un altro giro di ruota. Nuovi capipopolo manipolati da lontani burattinai trovavano sempre più consensi e la censura cosa poteva fare ? incarcerare chi era già, di fatto, un recluso ? Era tutto pronto, dicevo, per un mondo nuovo, un mondo costruito sugli stessi errori sui quali erano stati edificati i precedenti. I “pretendenti al trono” erano parecchi e tutti non vedevano l’ora di salvarci, tagliandoci la gola.
Com è che sto qua, bello tranquillo, ti chiederai tu allora…

Beh… Ad un certo punto qualche carcerato deve aver deciso che era arrivato il momento di variare l’offerta ed è entrato in concorrenza diretta col Ministero della Propaganda; prima attraverso i social, poi, influenzando (è il caso di dirlo) il carcerato che gli stava di fronte. E sui balconi hanno cominciato a venire fuori robe strane, informazioni che si propagavano peggio di un virus, cose tipo “Una volta pronunciata la parola magica ‘Sanità Pubblica’, tutto è giustificato e ogni argomentazione diventa superflua” – “E’ più facile imbrogliare le persone che convincerle di essere state imbrogliate” – “La storia della civiltà è il risultato di innumerevoli sconfitte dell’invidia, cioè della gente invidiosa” – “Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi” e via così, fino all’intramontabile “Non chiederti cosa lo Stato può fare per te, chiediti cosa ti sta facendo”.
E poi, intanto che tutti uscivano per le strade, il cigno ha finito il suo lavoro. “Che faccio, vado “? – sembrava chiedere – “oppure mi trasformo in tigre e ci facciamo una bella cavalcata”?

Un mio caro amico era parlamentare, ai tempi. Non lo conosci. Ancora. Adesso fa l’imprenditore; non aveva mai lavorato in vita sua, prima. Non smette mai di ringraziarmi. Non aveva idea di cosa volesse dire realizzare se stesso, venendo incontro ai bisogni degli altri, godendo dei profitti ottenuti. “Prima ero un infame parassita. – mi dice alle volte – Quando avete sfondato le porte del parlamento dove eravamo asserragliati ero convinto, come tutti quanti, che fosse arrivata la mia ora, che qualche voltagabbana in divisa che solo un secondo prima era fedele alle istituzioni ci venisse a sparare in testa per far vedere ai nuovi padroni che aveva capito quale mano leccare. Quando vi siete fatti avanti, col colpo in canna, e ce lo avete detto, non credevamo alle nostre orecchie… “Uscite di qui, vivete una vita da persone per bene – quali non siete MAI stati – e non tornate più. E’ tutto. Provate anche solo per un momento ad alzare la cresta e scoprirete che Covid-19 è molto meno letale di Glock-19. Non ci saranno ulteriori avvertimenti.

Subito dopo, a reti unificate, ovunque nella penisola, venne trasmessa dal parlamento la “Cerimonia della Costituzione”, come la chiamiamo oggi: Uno dei primi a ribellarsi, seduto da parte, in una poltrona defilata, si alzò, prese il “sacro tomo”, lo guardò in silenzio e… “plaff…” lo lasciò cadere nell’indifferenza più totale, come se si trattasse del volantino di un supermaket appiccicato sotto il tergicristallo della propria auto… E’ ancora là per terra, a prender polvere, nel silenzio di un edificio tanto vuoto quanto inutile.

“Dò lettura – disse – della Costituzione della Confederazione delle Nazioni Italico Alpine, da intendersi come provvisoria e da sottoporsi a ratifica popolare entro e non oltre un mese a partire da ora, tramite referendum senza quorum:
– Articolo Unico: La Sovranità appartiene al Popolo che la esercita come cazzo gli pare”.
Ai più è piaciuta; giusto alla nuova Repubblica Socialista Francese non è andata giù, ed infatti si è rifiutata di riconoscerci e non abbiamo rapporti diplomatici da quando il nostro ministro degli esteri, un artigiano, preso atto della cosa, visto l’articolo unico della costituzione non ha potuto far altro che ribattere “Sapete quanto cazzo ci frega” ? Stiamo simpatici alla Nuova Lega Anseatica, però.

E basta, volevo solo dirti che, alla fine, facendo le scelte più oneste per sè stessi e per gli altri è andato davvero tutto bene, nonostante il casino.
Purtroppo l’abitudine di scassare le palle dai balconi è rimasta ma per lo meno è migliorata l’offerta. Adesso, in questa mattina quasi primaverile, c’è uno che sta facendo andare “Heroes” a manetta, la versione dei Motörhead… non ci possiamo lamentare…

I, I will be king
And you, shall be my queen
Though nothing, will never drive them away
But we can beat them, forever and ever
Cause we can be heroes, just for one day

And you, you are insane
And I, I am the same
Cause we’re lovers, and that is the truth
Yes we’re lovers, and we’re in that booth

Though nothing, will keep us together
We could stop time, forever and ever
We can be heroes
What d’you say?

I, I can remember (I remember)
Standing, by the wall (by the wall)
And the guns, were all ready to fire (ready to fire)
And we kissed, as though we never can fall (never can fall)

And the shame, was on another city
Oh we can beat them, forever and ever
Then we could be heroes, just for one day
We can be heroes, we can be heroes
We can be heroes, just for one day
We can be heroes

 

 

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Comments
  • Don Floriano Fan Club

    Azz, mi sa che sto mattone è stato scritto a 4 mani con la collaborazione del noioso eridanio.

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