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  • Alessandro Colla

    Un momento, Leoluca: della propaganda statalista siamo vittime tutti. Eppure qualcuno è in grado di reagire, magari semplicemente informandosi. Sarà anche vero che la formazione accademica è tendenzialmente keynesiana ma non è che non esistano testi e docenti di diverso orientamento. Il rifiuto a priori di leggere libri alternativi è da imputare alla propaganda o a un’innata ottusità? Perché se la propaganda rende ottusi, dovremmo essere tutti keynesiani. Perfino nelle università statali italiane si riconosce che stampare oltre un certo limite significa svalutare una moneta e il suo potere d’acquisto con conseguente inflazione. Quindi se un commercialista mi viene a dire “i soldi si possono stampare”, vuol dire che ha superato alcuni esami con una commissione disattenta. Oppure riesce benissimo a capire tutto, malgrado la propaganda, e non è particolarmente attratto dalla buona fede. In ogni caso, mentre il cristianesimo visto da un ottica crociana (o finanche weberiana) ha lasciato qualcosa di concreto nello svolgimento dei rapporti umani pure in campo economico, il socialismo lascia soltanto macerie anche sul piano semplicemente teorico. Per tacere di quello dialettico. Quindi possiamo e dobbiamo non dirci socialisti o comunisti nella stessa misura in cui possiamo e dobbiamo non dirci fascisti. Alla faccia della propaganda.

  • leoluca

    Come Benedetto Croce negli ultimi suoi anni non poté fare a meno di scrivere “Perché non possiamo non dirci cristiani…”.
    Oggi la cultura imperante diffusa a piene mani, i luoghi comuni, le categorie di pensiero per affrontare il ragionamento hanno ecclissato la “societas cristiana”, per cui , aggiornando le parole, possiamo affermare: “Non possiamo non dirci socialisti (comunisti)!!”
    Spero di non solleticare gli allergici alla parte della vita spirituale dell’uomo. Evidentemente il commercialista rispecchia una cultura diffusa e costruita dalla scuola statale di 160 anni di unità d’Italia. Se non riesce a capire che le tasse pagate da dipendenti pubblici non sono pagate, essendo una partita di giro; se non capisce che il denaro fiat, non corrispondente ad una effettiva produzione di beni, ha lo stesso effetto del denaro stampato da un falsario, salvo il diverso soggetto che ne beneficia gratuitamente; se non capisce che il pompare denaro fiat, mes o non mes, non produce nulla in quanto falso, ma solo danni al sistema economico reale; non è colpa sua, perché vittima della propaganda secolare dei parassiti socialisti.

  • Fabio

    Splendide parole quelle di Leonardo, sempre ineccepibili.
    Per chi vuole approfondire il discorso sull’indice delle libertà economiche : https://www.heritage.org/index/

    • leonardofaccoeditore

      GRazie

  • Alessandro Colla

    @eridanio. Infatti mi prendono per matto ma io non vorrei neanche spiegargliela, solo raccontargliela. E loro non vogliono starla a sentire. Ora: se il problema sono io che ho un modo di raccontare noioso e non coinvolgente, allora hanno tutta la mia comprensione e tutte le ragioni di quest’universo. Il problema è che non vogliono ascoltare da chiunque. Salin, Lottieri, Infantino, Facco, Ricossa che ahimé non c’è più e tanti altri ancora hanno sicuramente una prosa più brillante e più attraente della mia. Eppure ignorano anche loro. Forse hanno timore della nudità del re anderseniano: è duro il dover ammettere che le tasse servono solo per pagare gli stipendi di coloro che controllano se paghiamo le tasse.

    • eridanio

      Cosi è, caro Colla, il socialismo è l’esito non intenzionale di una infantilità irrisolta. A tutti tocca l’esperienza, alcuni risolvono altri no. Molti di quelli che paiono aver risolto, a loro insaputa, rimangono portatori sani.
      :-)

    • Fabio

      Ale, come fa notare Renato LvMises Lanzini, se si ammette che anche gli statali pagano le tasse , triplicargli stipendi è una buona idea per uscire dal tunnel e sostenere i consumi.
      Ma perché limitarci?
      Decuplichiamoli allora, no?
      Potremo disinnescare l’aumento dell’iva, ripagare il debito pubblico italiano, finanziare le missioni spaziali italiane, far vedere i sorci verdi a Trump e Putin…. non ci sarà più il tetto al cielo.

  • Paolo Luca Bernardini

    Interessante discussione, ma se non si hanno le basi del pensiero libertario, non si comprendono i meccanismi di ragionamento. Caro Prof. Leo, è come un karateka che combatte con gli judoka. Sono tecniche diverse. Ridotti in forma trogloditica avremo modo di riflettere per anni su questo. Ridotti alla miseria assoluta.

    • leonardofaccoeditore

      ahhahahahahahaha, professore sarà lei!!!!! ahahahaha

  • eridanio

    “Possibile che chi esercita la professione di commercialista non conosca i fondamentali della storia del pensiero economico?”
    Non solo! E’ anche peggio perché se provi a spiegargliela ti prendono per matto.
    Per la gran parte sono braccia rubate alle faccende domestiche e alla puericultura tanto quanto alla zappa ed al tornio (nemmeno a controllo numerico).

  • Alessandro Colla

    Che sciocchezza quell’intervento sulle tangenti. O si ammette che le imprese erano costrette a pagarle e quindi si riconosce che l’apparato pubblico è quello che è, oppure si dica chiaro e tondo che gli imprenditori avevano il desiderio di pagarle così come erano e sono ansiosi di pagare le tasse. Il denaro delle imposte per i servizi? Lo vediamo tutti come sono gestiti questi servizi. Anche il Belgio chiede il certificato di esistenza in vita? Vuol dire che Leonardo ha commesso un errore statistico. nel senso che non è solo l’Italia l’unica realtà iperstatalstica; ci sono anche il Belgio, la Grecia, la Francia, la Spagna, il Portogallo, la Tunisia, il Venezuela , , la Bielorussia, il Burundi. Il problema non è quanti stati chiedano un certo numero di certificati ma l’obbligo della certificazione inutile; che è richiesta solo dagli stati, a me privato non importa nulla che il mio cliente si presenti con certificazioni oggettivamente inutili: quando vedo l’assegno o la copia di avvenuto bonifico sono più che appagato. Senza la forza di lavoro del sud le regioni trainanti non sarebbero tali? Bene, vuol dire che si ammette il fallimento dell’unità d’Italia dal momento che per mangiare i meridionali sono costretti a emigrare. Se si è ridotto il ceto medio è perché la politica economica è stata estremamente mercantilistica, attraverso inflazione e leva fiscale, a vantaggio di ben identificabili gruppi collusi con il potere. Che c’entra il capitalismo che è l’esatta contrapposizione del mercantilismo? Possibile che chi esercita la professione di commercialista non conosca i fondamentali della storia del pensiero economico? Quanto al fatto che i trentasette miliardi europei siano un regalo, ci credo poco. Staremo a vedere.

    • leonardofaccoeditore

      Ridicolo davvero il commercialista!

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