In Anti & Politica, Economia, Istruzione, Varie

DI FRANCESCO CARBONE

Lentamente la verità sulla più grande psicosi dei tempi moderni sta venendo a galla. Altrettanto faranno i danni causati dal lockdown, tanti più gravi quanto più questi ultimi sono stati restrittivi innescando curve, come quella della disoccupazione, del debito, del denaro stampato dal nulla, impossibili da appiattire per anni.

Quella che per i libertari sembrava inizialmente una disfatta adesso diventa una grande opportunità e una grande sfida: riportare alla coerenza chi in questi tre mesi si è schierato a favore delle libertà, trascinandosi però dietro gravi incoerenze che in ultima analisi le svuotano di contenuti.

Cerchiamo allora di fare chiarezza, usando oltre alla buona teoria economica, all’etica coerente della libertà, anche il buon senso per capire l’evoluzione del turbostatalismo che, da oramai 19 anni, avanza a passo spedito verso tirannie da realizzarsi attraverso un controllo, tanto sociale che economico, sempre più profondo e inquietante.

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Showing 3 comments
  • michele

    concordo in pieno anche io hanno vinto loro e continueranno a vincere (aspettate le prossime elezioni e vedrete) basti ricordare che il 75% della gente approva l’operato del governo, bella la riflessione sulle armi che necessita la citazione di Thomas Jefferson : la democrazia sono due lupi e un agnello che decidono cosa mangiare per cena, la libertà è un agnello bene armato che contesta il voto.

  • GIG

    Concordo su tutto.
    La tv ha vinto.
    Controlla le menti di grandi e piccini.
    Quella è l arma più potente.
    Leggo sempre i tuoi commenti.
    Grazie.
    Non smetttere

  • Alessandro Colla

    Siamo sempre lì: la guerra delle parole e del loro reale significato. C’è un problema di fascismo perché il termine fascismo non si riferisce a un sistema economico, come potrebbe essere ad esempio il corporativismo. Fascismo è solo sinonimo di intolleranza. Vale quindi per i corporativisti, per i comunisti e per gli statalisti in genere. E’ inutile chiedere di proteggere la libertà a chi si definisce di sinistra perché chi è di sinistra vuole lo stato e lo vuole forte. Sinistra non significa essere per la repubblica e destra non significa volere il re. La contrapposizione è tra stato e libertà, tra collettivismo e individualismo. Coloro che appoggiano le banche centrali non sono involontariamente incoerenti ma personaggi che non essendo libertari sono solo per finta liberali e liberisti; eventualmente solo per autodefinizione. Essere più precisi non guasterebbe. Primo: il Partito Democratico non è solo la fusione di socialisti e comunisti ma anche di democristiani di sinistra e non solo ufficialmente della vecchia sinistra democristiana. Secondo: sarà un’inezia stilistico – semantica ma i cognomi dell’est italico che terminano in consonante vanno pronunciati tronchi: Cuniàl e non Cùnial, per esempio; Furlàn e non Fùrlan, altro esempio. Terzo: occorre essere chiari anche nominalmente; il personaggio che vorrebbe andare a prendere in casa il potenziale infetto va citato con nome e cognome. E va detto quando, in che luogo e in che occasione avrebbe pronunciato la sua, questa sì, fascistissima frase. Identificarlo potrebbe essere utile per avere un buon “distanziamento sociale” da lui ed evitare di essere infettati dal peggiore dei virus, quello della follia. Lo stesso virus che fa ipocritamente pronunciare ai cialtroni la frase “come è potuto accadere?”, riferita ai lager tedeschi e alle persecuzioni nei confronti delle comunità ebraiche nella Germania del dopo Weimar. Ecco come è potuto accadere: con l’ossequio ai Mengele di allora e la sudditanza agli “esperti” di oggi. Troppo ottimismo nella parte iniziale, non sta venendo fuori niente di diverso che già non fosse evidente i primi giorni dell’attuale ipnosi di massa. Lo sappiamo noi trecentosedici in tutto, gli altri continuano a credere alle favole del potere costituito. La trasmissione, vorrei tanto sbagliarmi, rischia di essere solo uno sfogo del suo ideatore. Sarebbe più opportuno ammettere che hanno vinto loro, anche perché hanno le armi mentre noi non le abbiamo. Chi protesta? Non vediamo forse gli intellettuali che apprezzano il comportamento dei nostri giovani che si sono adeguati e che “hanno seguito le regole”? Forse queste regole sono state concordate e sottoscritte? Vergogna, ventenni! Avete obbedito a quegli squallidi vegliardi che cinquantadue anni or sono fingevano di sostenere che ribellarsi fosse giusto. Gli stessi che vi trattano come untori perché uscendo per loro concessione dalla clausura prima imposta, vi sareste avvicinati troppo l’un l’altro violando la legge fascista del codice Rocco che vieta gli assembramenti. Vergogna anche a me, sessantunenne; per non avervi parlato e, peggio, per non aver avuto il coraggio di ribellarmi a chi mi ha impedito di parlarvi. Travolto da questa vergogna, accetto la mia sconfitta. Ma che accettiate di essere travolti anche voi, con la vostra giovane età, è personale motivo di irreversibile amarezza. Nonché di sconforto totale che prelude all’inesorabile anticipata fine.

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