In Anti & Politica

DI AURELIO MUSTACIUOLI

Prendo spunto da questo commento ad un mio post dove prendevo in giro il presenzialismo di Burioni.

“Nessuno sa quello che avverrà in autunno ma i migliori scienziati ci dicono che dobbiamo usare la precauzione. Lo sapete che chi li ha presi in giro, poi se lo è preso il virus. Quindi cautela pure nelle affermazioni, non vorremmo che nessuno fosse intralciato nel continuare a fare le sue affermazioni temerarie.”

Ora, a me sembra che qui si attribuisca ad uno scienziato una capacità vaticinante che nulla ha a che vedere con la scienza.
Uno scienziato ha ambiti di competenza nella sua materia che non dovrebbero essere oggetto di dibattito da talk show. Su questo do pienamente ragione a Burioni. Non si discute di virologia con ignoranti della materia. Vale per tutte le scienze. Non si discute di meccanica quantistica con chi non conosce la matematica e la fisica.
Ma fare previsioni sul ritorno di un virus in autunno non rientra nel campo di conoscenza di un virologo (per sua stessa affermazione) più di quanto non possa essere del mio, che ho letto qualche articolo in merito.
La prudenza non è più una caratteristica specifica del virologo.
Dire “chi lo ha preso in giro poi si è preso il virus” non è quindi una affermazione a favore della scienza. È un po’ come dire che se ti colpisce una sfiga, non dovevi prendere in giro la maga che ti ha tirato il malocchio.

Io credo che la scienza sia una cosa seria. Ed è veramente un’operazione contro la scienza fare dibattiti da talk show mettendo intorno ad un tavolo scienziati e persone comuni a discutere di scienza.
Ma anche gli scienziati sono narcisisti.
E sarebbe ugualmente poco a favore della scienza attribuire ad uno scienziato la capacità di risolvere qualunque problema, conferendogli credibilità anche su teorie non scientifiche per le quali non vale il principio di falsificabilità, per il solo fatto di essere scienziato.

Scienza e scientismo sono due cose molto diverse.

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Showing 3 comments
  • Giuseppe

    Per quanto mi riguarda, la categoria più inutile e parassita, di cui farei volentieri a meno, è quella dei politici. Il lavoro degli scienziati migliora la nostra vita. E la distinzione tra discipline umanistiche e scientifiche per fortuna oggi è meno netta che in passato.

  • Serpe

    Ma non diciamo minchiate. La scienza ha valore solo dove c’è possibilità di misurazione, in quanto la scienza è solo quello : misurare quanto c’è l’hai lungo.
    Dove non c’è la possibilità di effettuare misurazioni, che è l’ambito più interessante della vita umana, la scienza non serve a un cazzo. Perciò, saggiamente, bisognerebbe riportare la discussione sulla scienza alle sue proporzioni e non permettergli di invadere le questioni umane.
    In sostanza, più li teniamo ai margini questi scienziati, e meglio è.
    Come per tutte le cose bisogna sempre chiedersi: ma a me questo conviene? A cosa mi serve? Come incide nella mia vita? Mi crea dei limiti? Posso farne a meno? È meglio che ne faccio a meno?

  • Alessandro Colla

    Non sono due cose molto diverse, sono due cose antitetiche. Come l’astronomia e l’astrologia, la chimica e l’alchimia, la libertà e il marxismo. Affermare che no si possa parlare di virologia senza essere virologi significa sostenere che con questo tipo di virologi non si debba parlare di politica; perché in effetti non ne capiscono nulla. E quindi ognuno dovrebbe parlare di un solo argomento, quello di sua competenza. Sai che bel dialogo! Perché, poi, non sarei libero di ritenere qualcuno incompetente nel suo ramo ufficiale? Sono o non sono un consumatore che può non fidarsi di Andrea Agnelli in campo automobilistico e quindi ritenere opportuno di non scegliere la FIAT, specialmente quando i cosiddetti ed autoreferenziali esperti sono in palese disaccordo tra loro? Il problema è scienza contro stregoneria. Quest’ultima è preferita da tutti i mercantilisti, anche quelli operanti in campo scientifico, semplicemente perché frutta di più. Dimostrino lor signori di essere scienziati autentici esponendo al pubblico i dati statistici epidemiologici degli anni precedenti. Altrimenti il loro ruolo non risulterà dissimile da quello di Cagliostro. La vera azione civile non consiste nel prendere in giro il presenzialismo ma nel denunciare le falsità pronunciate in tutta questa disgustosa vicenda. Mi auguro che i quaranta euro che spenderò (sì, perché ho intenzione di ordinarne due copie) per l’acquisto del libro in presentazione il prossimo diciotto giugno costituiscano un sano investimento divulgativo in merito.

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