In Libertarismo

DI LUCA MARIA BLASI

La pressione “sociale” contro chi non si è “ancora” vaccinato sale, ma non ha alcun fondamento, perché eticamente parlando la posizione del vaccinato è solo “diversamente opportunista”, se non peggio (personalmente, la ritengo non più lecita di quella del no-vax, volendo tenersi lontani dal parossismo emotivo).
Facciamo un esercizio di logica elementare per spiegare perché.
Chi si inocula questi vaccini (sperimentali, ricordiamolo) protegge (forse) solo se stesso.
Però pretende che lo facciano anche gli altri, perché “altrimenti non si raggiungerà l’immunità di gregge”.
Ma che interesse ha nella questione? È già protetto (se il vaccino funziona), dunque chi non si vaccina non lo mette in pericolo.
Però si arroga il diritto di parlare per gli altri, buttandola sul sociale: “è un comportamento che mina la salute pubblica, perché il non vaccinato non contribuisce a formare l’immunità di gregge, ed è egoistico, perché, se questa si dovesse comunque raggiungere, avrà sfruttato chi si vaccina per fare i propri comodi”.
Un ragionamento da minus habens.
In primo luogo perché anche il vaccinato può contagiare gli altri, dunque essere, paradossalmente,  l'”untore” del non vaccinato; quindi minare nello stesso modo la “salute pubblica” (concetto peraltro insidioso : esiste solo la salute individuale, quella “collettiva” è un’astrazione basata sulla somma degli stati di salute di più individui).
E poi, perché anche il vaccinato, evidentemente, “fa i propri comodi” scegliendo di proteggere se stesso e non gli altri (paradossalmente, potrebbe proteggerli solo suicidandosi, in modo da non diventare possibile anello della catena del contagio); dunque è un egoista, esattamente come il non vaccinato.
Sarebbe quindi il caso di piantarla con questa ipocrita pressione sociale. Anzi, se la vaccinazione di massa durante la pandemia provoca pericolose varianti del virus, come sostengono, sulla base dei dati, autorevoli medici contrari alla tesi ufficiale, il discorso sulla responsabilità verrebbe rovesciato, e le accuse andrebbero rigirate sugli egoisti della corsa al vaccino.
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Showing 3 comments
  • Loredana

    @ Alessandro Masia:
    Credo che la serenità delle persone mascherate sia nel fatto che si sentono protette, “fisicamente” dalla mascherina ed “emotivamente” dallo Stato-Papà che dice loro tutto quello che è per il loro bene e si sta anche preoccupando tanto di farci avere il vaccino il prima possibile. È una questione di fiducia cieca, e se ti fidi, segui…….non senti la necessità di ragionare perché è già tutto “organizzato” dallo Stato-Papà che pensa a noi………e quindi chi non indossa la mascherina e non si vaccina è il “traviatore”, che vuole portare il bravo figliolo sulla cattiva strada; penso sia questa la naturale logica a cui stiamo assistendo; verremo isolati sempre di più, spero almeno che ci lascino lavorare……….

  • Loredana

    Sig. Blasi, ho capito la sua logica e la condivido, pirtroppo lei è troppo ottimista: l’elementare esercizio di logica non è assolutamente elementare per il 90% delle persone che vedo tutti i giorni sui mezzi pubblici di Roma. La logica base e condivisa è questa: hanno detto di mettere la mascherina? È giusto così! Chi non se la mette viene “sgridato” dagli altri passeggeri. Non c’è nemmeno bisogno dell’intervento di autisti e controllori, bastano i passeggeri che non lasciano un millimetro di respiro agli altri. Nemmeno chi sale visibilmente senza biglietto o chi scavalca i tornelli viene trattato con lo stesso rigore di chi non indossa la mascherina.
    Figuriamoci i non vaccinati! Hanno detto di vaccinarsi? È giusto così!
    Mi dispiace tanto, non sto criticando il suo articolo quindi non vorrei essere fraintesa dal sig. Blasi, ma bisogna coraggiosamente giardare in faccia la realtà: il problema non sono gli esercizi di logica, il problema è la felicità e la serenità della gente mascherata e vaccinata………….

    • Alessandro Masia

      Il che (temo di concordare con lei) incute in ogni essere umano (come penso, quantomeno come mi succede) una specie di sinapsi emotiva, in occasione della quale si accusa un tale stato di scoramento, dolore indicibile,sfiducia nell’uomo, amici, parenti, familiari, colleghi, vicini di casa, conoscenti, ufficiali pubblici, ufficiali in generale e società in generale a cui si aggiunge (ripeto, questo è quel avviso ogni giorno) una forma di paura innaturale, più vicina al terrore che all’ansia. Ci si può chiedere come sia lontanamente possibile immaginarsi felici di ottemperare a qualsiasi abuso: è davvero un mistero. Se non fa paura e non incute dolore questa dinamica, allora non penso di conoscere paura e dolore. Dice bene quando sostiene che da rimuovere sarebbe la felicità delle persone paghe di mascherarsi e vaccinarsi (curioso sarebbe capire felici di cosa). E non si può neanche dire: “felici loro”.. perché la loro felicità è dichiaratamente oppiacea, è piena di cattivo gusto, massificata, vile, miserrima: è il motivo dell’infelicità di un essere umano. Ma concordo con la sua tesi, come temevo. E in linea di massima con l’articolo Blasi, Alessandro.

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