In Anti & Politica

di Gerardo Gaita

Si chiama Stato è il più gelido di tutti i mostri. Esso è gelido anche quando mente; e questa menzogna gli striscia fuori dalla bocca: “io, lo Stato, sono il popolo”.     (Friedrich W. Nietzsche, Così parlò Zarathustra)

 

Max Weber ha definito lo Stato come l’organizzazione che avanza con successo una pretesa monopolistica della coercizione fisica legittima.

Tuttavia, questa famosa descrizione ha il difetto di non esprimere chiaramente il concetto di “sovranità” dello Stato.

Una descrizione già più accorta dello Stato, cioè in grado di esprimerne meglio la sovranità, direbbe che lo Stato è quell’organizzazione all’interno di una determinata società che può infliggere sanzioni senza rischiare di essere sconfessata da altri membri (individui e organizzazioni) della sua società, mentre può sconfessare le sanzioni inflitte da altri membri della sua società.

Ci avviciniamo così a capire che alla potenza di comando di cui lo Stato è investito, non è possibile resistere per definizione, in quanto potenza di comando originaria.

Di conseguenza, lo Stato è precisamente “quell’organizzazione che ha il monopolio legale della violenza su una comunità di persone all’interno di un determinato territorio”; il potere dello Stato sulla società è quindi un “potere sovrano”, cioè un potere che si fissa in uno “stato di dominio”.

L’organizzazione statale si dispiega in una rete di istituzioni eterogenea costituita da diverse istanze che si differenziano verso l’alto, il basso e lateralmente; lo Stato è pertanto una “corporazione complessa”.

Qualsiasi corporazione, dalla più semplice alla più complessa, detiene una stringente logica interna di fondo e dietro questa logica ci sono sempre, ovviamente, persone che agiscono e che seguono razionalmente (anche se parzialmente) questa stessa logica.

In base a quanto, cosa possiamo aspettarci da un’impresa monopolista legale della violenza, tenuto conto che tutte le persone di questo mondo cercano razionalmente di stare (soggettivamente) il meglio possibile, facendo i conti con le restrizioni che l’ambiente circostante impone loro?

La risposta è che lo Stato, pur presentandosi formalmente come super-partes, ha come stringente logica interna di fondo la massimizzazione del proprio potere sovrano, attraverso l’ampliamento del controllo della sfera dei cosiddetti “beni pubblici” e l’ampliamento della sfera della “scelta collettiva” e la parallela restrizione della scelta individuale.

E’ il paradigma della scelta razionale a insegnarci, infatti, che mentre una comune impresa privata vive per massimizzare i profitti, lo Stato vive per massimizzare il proprio potere sovrano.

Il potere sovrano non è quindi il mezzo, ma il fine dello Stato.

L’inconsistenza della figura dello Stato che si autolimita

Se la logica stringente di fondo dello Stato è la massimizzazione del proprio potere sovrano, è quindi impensabile che possa agire per autolimitarsi.

D’altronde, che interesse si potrebbe avere ad autolimitarsi se si ha la possibilità di espandere il proprio controllo sulla ricchezza materiale, della quale, grazie al monopolio legale della violenza, si dispone virtualmente senza limiti entro i propri confini?

Di conseguenza, è illogico considerare lo Stato la fonte della protezione dei diritti individuali e della proprietà, dato che nel corredo genetico di questa organizzazione c’è la facoltà di espropriare i propri cittadini (sudditi) e di vessarli in ogni modo, senza che sia possibile fissare alla sua espansione un termine “ad quem”.

Da ciò, discende che è illusorio pensare che le costituzioni siano sufficienti a limitare un apparato in possesso di un tale potere.

In breve, la realtà è allora che nessuno Stato trova limiti davvero efficaci all’espansione del proprio potere sovrano, eccetto che nella resistenza del popolo.

-continua-

Recent Posts
Showing 7 comments
  • Marco Zanotti

    OT avevi scritto una perifrasi di tutti gli articoli della costituzione su RischioCalcolato, potresti ripubblicarli? Grazie

    • Fabio

      forse si riferisce a questo libro?
      https://www.libreriadelponte.com/?product=antonino-trunfio-maledetta-costituzione

      Descrizione
      La Costituzione italiana è davvero la più bella del mondo? A dispetto di quel che si insegna normalmente, l’uomo della strada non ne è del tutto convinto. Questo libro si propone di fornire degli elementi valutativi sulla base di un’analisi critica del dettato costituzionale e delle sue conseguenze socio-economiche. L’autore è fortemente convinto che andare oltre la Costituzione, criticamente e consapevolmente, rappresenti un percorso necessario per qualsiasi tentativo di sviluppo a livello individuale, familiare e del consesso civile.

      L’Autore

      Antonino Trunfio (1958), reggino di nascita e milanese d’adozione, è ingegnere industriale e libero professionista nella consulenza alle aziende manifatturiere. Data la sua professione, all’inchino ai dogmi preferisce la ricerca di risposte convincenti, e alla retorica i dati e la loro analisi.

      • Marco

        Ho confuso l’autore, grazie mille

  • Fabio

    Secondo me l’unica difesa che potremmo avere da uno Stato che ci vuole angariare è una frontiera vicina dietro cui la gente può scappare con le proprie cose (fosse anche solo il proprio corpo ed intelletto) e ripararsi.
    Come fare per avere il maggior numero possibile di frontiere per il maggior numero di persone? Con Stati piccoli.
    Ne consegue che questi piccoli stati, grandi come la toscana per esempio, saranno in competizione tra loro per attirare imprenditori, geni, inventori, artisti, e per far ciò dovranno trattare al meglio la propria popolazione. I governi di questi Stati saranno schiacciati non da stupidi pezzi di carta senza valore come le costituzioni (abbiamo visto in italia questo anno e mezzo quanto poco valga) ma dall’emorragia di gente e finanziatori.

    In italia lo sanno benissimo, per questo negli ultimi decenni hanno sempre lottato in ogni modo per allontanare la frontiera e diminuire il numero di sovranità statuali sul territorio: con un referendum farlocco fatto in punta di baionetta hanno fatto l’unità d’italia. Poi senza neanche farci votare ci hanno sbattuto nell’unità d’europa, unità truffaldina che doveva essere annullata dopo tre bocciature dei popoli europei, ma la Casta Più Democratica Del Mondo se ne frega dei voti ed ha dichiarato il progetto europeo intoccabile ed irreversibile.

    La vera salvezza per i popoli che vivono nella penisola italiana, l’unica vera e seria opzione sul tavolo, è la secessione! Dall’europa come dall’italia! (come uscire dalla spagna per i catalani, eccetera.)

    10, 100, 1000 brexit, italexit, sardegnexit, sicilexit, eccetera.

    ricordiamo sempre il mitico discorso di Farage all’inferno europeo dove viviamo, riguardiamolo a colazione pranzo e cena, per mettere bene a fuoco chi è il nostro nemico:
    https://www.youtube.com/watch?v=sg2FXw0HYRY

    • Alessandro Colla

      Purché sia un aspetto metodologico per arrivare a una società completamente senza stati. Bene la Repubblica Serenissima Veneta ma se poi Mestre vuole la secessione per creare la Libera Contea Mestrina, le deve essere garantito il diritto. La Toscana intera è già troppo grande. Meglio la Signoria Medicea di Firenze al centro, il Gran Ducato di Toscana per la parte settentrionale e la Repubblica Etrusca per le attuali province di Grosseto e Viterbo. Quest’ultima, dunque, liberata dal Lazio; in tempi zingarettiani non è poco.

      • Fabio

        si, certo, il diritto di secessione va garantito anche al singolo comune, come accade per il già piccolissimo stato del Liechtenstein che ha questa garanzia in costituzione.

    • Loredana

      Grazie per il video. Molto interessante!

Start typing and press Enter to search

lo Stato non vuole concorrenza