In Anti & Politica, Economia

DI CRISTIAN MERLO*

Il Welfare è semplicemente un sistema di redistribuzione irrazionale, privo di metodo e di calcolo economico, nonché caotico. La ricerca empirica ne ha dato ampia ed inconfutabile dimostrazione. Esso è un sistema degenerato, perverso che, dissociando la figura del pagatore da quella del consumatore, crea esclusivamente azzardo morale ed è indifendibile in relazione ad alcun coerente disegno di principi o di obiettivi. Ciò che sta a cuore a tutti i paladini del Welfare non è la rimozione della povertà, ma la sua istituzionalizzazione.

Non sono i poveri ad aver bisogno del Welfare State, ma sono lo Stato ed i paladini del redistribuzionismo ad aver un disperato bisogno dei poveri. Anzi di più, l’istituzionalizzazione dello status di povertà, come quella della figura del povero, assistito, mantenuto e vezzeggiato come un parassita della società in servizio permanente effettivo, è strumentale al mantenimento dei carrozzoni statali, elefantiaci e farraginosi, dediti alla promozione della solidarietà e a quell’esercito di “professionisti” dell’assistenza pubblica che non trovano altre giustificazioni plausibili se non nel proprio istinto di autoconservazione.

Molto semplicemente, il processo di redistribuzione, in nome e per conto del quale gli apologeti del “più Stato, più tasse” si stracciano le vesti ad ogni piè sospinto, stante la particolare struttura organizzativa del modello statale di assistenza, impone dei costi di transazione esorbitanti, direttamente proporzionali al volume dei programmi assistenziali varati. Più si “assiste”, maggiori sono quindi i guadagni lucrati dagli apparati preposti alla gestione della funzione assistenziale. Va da sé, però, che quello che la collettività riceve dallo Stato è sempre meno di quello che la collettività ha dovuto pagare.

 

* Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/il-welfare-state-spiegato-in-tre-paragrafi/

 

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Showing 4 comments
  • myself

    No a me non pare che questo articolo sia esaudiente.

    Ad esempio sulla Sanità Pubblica si sarebbe potuto dire che in realtà non esiste, chiunque abbia o abbia avuto una malattia un minimo seria sa di essersi dovuto rivolgere ad una clinica privata per fare gli esami in tempo prima dell’autopsia. L’Istruzione Pubblica è in grandissima parte responsabile della svalutazione dei titoli di studio avendo permesso che si laureassero completi incompetenti che poi sono pure finiti ad insegnare. La Sicurezza Pubblica funziona secondo il principio che prima ti derubano e ammazzano di botte, poi tu puoi sporgere denuncia e forse in una quindicina di anni si ammetterà che avevi ragione, nel frattempo il reato è caduto in prescrizione, mai che azzardassi a difenderti in qualche modo o sarai subito tu a finire in galera.

    • Cristian Merlo

      Posso condividere con lei, sig. Myself, che il pezzo non prenda in esame tematiche serie, vitali, essenziali, che ogni disamina che si rispetti (in merito al Welfare, intendo) non potrebbe fare a meno di prendere in considerazione. Ma, e non è una giustificazione, non era questo l’intento dello scritto.
      Il pezzo nasce come una sorta di rapsodia crepuscolare, mi passi il termine: un tentativo, non so se bene o mal riuscito, di condensare in pochissime battute la natura e l’essenza di un concetto. Quello dello stato del benessere (o malessere, dipende dai punti di vista…), appunto. La declinazione di tre concetti-chiave per inquadrare il fenomeno; una sorta di definizione tascabile che includesse il più possibile. Ovvio, che con queste premesse, l’intento non era quello di essere esaustivi.
      Visto però che, da quello che posso intendere, sul fenomeno la pensiamo in maniera pressoché identica, mi permetta di rinviarla, se la può interessare, alla lettura di altri scritti, molto più articolati e strutturati, che ho elaborato nel tempo.
      Alcuni sono reperibili su questo stesso sito:
      – SOLO LO STATO PU’ FORNIRE SICUREZZA: UN MITO, UNA BALLA https://www.movimentolibertario.com/2012/02/11/solo-lo-stato-puo-fornire-sicurezza-un-mito-una-balla/
      -TASSE E SPESA: IL CICLO PERVERSO DELLA FINANZA PUBBLICA https://www.movimentolibertario.com/2012/04/11/tasse-e-spesa-il-ciclo-perverso-della-finanza-pubblica/

      Questo pubblicato anni fa sul sito dell’Istitito Bruno Leoni:
      -IL PROBLEMA DEL CALCOLO ECONOMICO NELL’ERA DEL WELFARE http://www.brunoleonimedia.it/public/WP/WP_Merlo.pdf

      Ed infine, mi permetta di fare autopromozione segnalandole anche un libro, da me scritto nel 2009, che tratta e sviscera, in maniera approfondita, le medesime tematiche:
      TASSE: COME CI IMBROGLIANO E CI RAPINANO. INDAGINE ATTORNO ALLA NATURA ARBITRARIA E AGLI EFFETTI PERVERSI DEL FENOMENO IMPOSITIVO. EDITORE LAMPI DI STAMPA, ANNO 2009.
      http://www.ibs.it/code/9788848809641/merlo-cristian/tasse-come-ci-imbrogliano.html

      E poi, stia tranquillo, se il Movimento Libertario avrà ancora la bontà e la pazienza di ospitarmi, non mancheranno nel prosieguo altre analisi ed altri contribuiti, che spero sapranno solleticare e soddisfare il suo interesse.

      Cordialmente, Merlo Cristian

  • Roberto Porcù

    Conciso e esauriente: condivido.

    Mi farebbe piacere che qualcuno affrontasse il tema delle raccolte fondi per i motivi più disparati.

    Ricordo che tra le lettere dei lettori de il Giornale, un ragazzo neolaureato chiese a Montanelli consiglio su che attività intraprendere. Lui lo invitò a fondare una associazione per l’assistenza alle ragazze madri somale con due figli. Scrisse che prima bisogna registrare l’associazione e poi dedicarsi a tempestare di lettere i giornali e le reti televisive per aver visibilità. Dopo un paio d’anni i contributi gli sarebbero arrivati regolarmente tali da mantenere bene un ufficio con una impiegata a part time, rigorosamente somala, e questo con il compenso ed il rimborso spese al presidente avrebbero pareggiato ogni anno il bilancio.
    Montanelli finiva con il raccomandargli di prendersi cura delle ragazze madri somale con due figli perché l’associazione per quelle con un figlio solo c’era già.

  • myself

    Vabbé a me non pare che si sia spiegato molto. Facendo articoli così sintetici si lascia spazio a facili critiche, mi sarei aspettato che i 3 paragrafi fosse dedicati a Sanità, Istruzione e Sicurezza.

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