In Saggi

A PARTIRE DA OGGI, ANTICIPIAMO IN ESCLUSIVA (IN 5 PARTI) IL SAGGIO DI GIAN PIERO DEL BELLIS SU LIBERALISMO E ANTILIBERALISMO, CHE SUCCESSIVAMENTE TROVERETE SUL SITO WWW.POLYARCHY.ORG

1 – GLI ANTECEDENTI DELL’IDEA

Vi sono, nella storia, alcuni temi e problemi ricorrenti che si manifestano, generalmente, ogniqualvolta talune caratteristiche di base della natura umana sono sottoposte a tensione. Essi emergono, ad esempio, quando un individuo dominante e sfruttatore cerca di imporsi, e trova l’opposizione di altri esseri umani che sono abbastanza forti da ribellarsi contro pretese percepite come irragionevoli.

In passato abbiamo avuto, ad esempio, tentativi di imporre:

– Monopoli di potere. Il caso più famoso e il primo ad essere ampiamente documentato riguarda la lotta tra il re d’Inghilterra che cercava di affermare la sua supremazia discrezionale e i baroni Inglesi che volevano restringere quel potere all’interno di limiti specifici. Il risultato fu la promulgazione, nel 1215, di un documento noto sotto il nome di Magna Charta Libertatum in cui i baroni riuscirono a salvaguardare i loro diritti e privilegi contro il potere arbitrario del re e, così facendo, introdussero clausole che proteggevano anche i diritti e le libertà della gente comune.

– Monopoli di ricchezza. Mentre si ribellavano contro un potere centrale al di sopra di loro, i padroni feudali cercavano di imporre, a loro volta, un potere di sfruttamento su tutti coloro che vivevano nel territorio da essi controllato, in modo da godere di un monopolio delle ricchezze. A tal fine, la popolazione rurale era costretta a dedicare del tempo lavorativo a coltivare i campi del signore feudale, doveva trasferire a lui una quota del proprio raccolto, era costretta ad utilizzare, dietro pagamento, solo le attrezzature di proprietà del padrone (mulini e forni). In altre parole, i rurali erano utilizzati come semplici appendici dei territori di proprietà dei loro padroni. La soluzione radicale a questa condizione di assoggettamento fu, almeno per i più avventurosi tra i servi rurali, di abbandonare il feudo e stabilirsi altrove, fondando nuove agglomerazioni (le città libere) e avviando nuove attività (artigianato, commercio). In tal modo essi divennero gli antesignani della borghesia imprenditoriale e commerciale.

– Monopoli di religione. L’introduzione della stampa a caratteri mobili (1439) e la circolazione delle idee che ne seguì, accrebbero il numero delle persone letterate e dei liberi pensatori che trovavano insopportabile qualsiasi imposizione, specialmente nell’ambito della religione. Molti furono i Protestanti che abbandonarono la Francia quando Luigi XIV revocò l’Editto di Nantes (1685) che aveva garantito loro la possibilità di praticare indisturbati le loro convinzioni religiose. E molti furono coloro che, durante l’età dell’assolutismo statale (16° e 17° secolo), furono arrestati, torturati e patirono la morte per mano di un potere che voleva imporre la stessa fede a tutti coloro che vivevano all’interno di un certo territorio.

In tutti questi casi di ribellione abbiamo a che fare con individui che, a causa del loro orgoglio (i baroni), della loro energia (i servi rurali) o della loro forza morale (i liberi pensatori), erano disposti a resistere e a lottare per preservare e affermare la loro individualità.

Molti di coloro che, in periodi remoti, hanno affermato la loro autonoma volontà e le loro aspirazioni al libero pensiero contro il potere opprimente dello stato e della chiesa alleati tra di loro, possono essere considerati i precursori di una concezione, il liberalismo, che troverà sviluppo nella seconda metà del 17° secolo e che guadagnerà vigore nel corso del 18° e 19° secolo.

2 – L’ATTUAZIONE DELL’IDEA

Il progresso delle idee liberali e il venir meno dell’assolutismo statale è marcato da tre rivoluzioni:

– La Rivoluzione Inglese (1642-1651) e la Gloriosa Rivoluzione (1688). La prima fu una guerra civile tra i sostenitori del Parlamento e i sostenitori del re (Charles I e Charles II). Terminò con il processo e l’esecuzione di Charles I e la fuga e l’esilio di suo figlio Charles II. La Gloriosa Rivoluzione vide la detronizzazione del re James II e l’accesso al trono di sua figlia Mary e di suo marito William di Orange. Ma, a parte questi cambiamenti, quello che è più rilevante è la fine del potere assoluto dei re sostituito dal potere del Parlamento. I segni più chiari di questa trasformazione furono l’introduzione del Habeas Corpus Act (1679) e del Bill of Rights (1689). Questi Atti limitarono il potere della corona, misero in luce i diritti del Parlamento in materia di legislazione, tassazione e amministrazione della giustizia, affermarono la libertà di espressione e dichiararono che nessuno poteva essere processato davanti ad una corte di giustizia se detenuto illegalmente. Essi contribuirono a rendere le istituzioni inglesi tra le più tolleranti e liberali in Europa.

– La Rivoluzione Americana (1775-1783). Gli abitanti delle tredici colonie che ruppero la loro fedeltà alla Corona Inglese al fine di formare gli Stati Uniti d’America, furono l’esempio più luminoso dei princípi liberali dell’autodeterminazione e dell’espressione dei diritti naturali. Questi princípi furono condensati, innanzitutto, nel grido di battaglia “nessuna tassazione senza rappresentazione” (“no taxation without representation”) e furono poi esposti, in maniera molto pregnante, nella Dichiarazione di Indipendenza (1776). Nel preambolo alla Dichiarazione sono contenuti i princípi di base della concezione liberale: “Noi riteniamo queste verità auto-evidenti: che tutti gli esseri umani sono creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, tra questi il diritto alla Vita, alla Libertà e alla Ricerca della Felicità. Che, per assicurare questi diritti, i Governi sono stati istituiti tra gli uomini, derivando il loro potere dal consenso dei governati. Che qualora una qualche Forma di Governo diventi distruttiva di questi fini, è Diritto del Popolo modificare o abolire il Governo e istituirne uno nuovo, ponendo le sua fondamenta e organizzando i suoi poteri in modo tale che sembrerà loro più efficace in vista della loro Sicurezza e Felicità.”

Nel 1787 la Costituzione degli Stati Uniti fu ratificata dalle assemblee di ciascuno stato dell’Unione. Nella Costituzione sono espressi i principi di base che regolano le relazioni tra il governo federale, gli stati e il popolo. Nel 1789, dieci emendamenti furono introdotti nella Costituzione dalla Camera dei Rappresentanti; essi furono successivamente ratificati dagli stati ed entrarono in vigore nel Dicembre 1791, rappresentando la Carta dei Diritti che protegge i diritti naturali (libertà e proprietà) di ciascun individuo. Questo completò la struttura liberale che diede nascita alla entità politica nota come Stati Uniti d’America.

– La Rivoluzione Francese (1789-1799). Sulla base delle idee e aspirazioni dei philosophes dell’Illuminismo e seguendo l’esempio della Rivoluzione Americana, il popolo della Francia, e soprattutto il popolo di Parigi, prese parte dal 1789 e negli anni successivi a una radicale trasformazione della struttura politica e sociale. Lo scopo principale era il superamento delle costrizioni e dei privilegi feudali e la salvaguardia della libertà degli individui contro ogni abuso e sfruttamento da parte dei poteri dell’Ancien Régime (la Corona, la Chiesa, l’Aristocrazia).

Queste aspirazioni trovarono espressione nella Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen (1789) adottata dalla Assemblée Nationale Constituante sulla base di una bozza di testo redatta dal Marchese de Lafayette. In essa troviamo condensate le principali idee liberali: la garanzia dei diritti universali naturali di “libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione” (articolo 2); il principio che la sovranità risiede nella nazione e cioè nel popolo (articolo 3); la supremazia della legge contro regole arbitrarie (art. 5); la separazione dei poteri (art. 16).

Un secondo documento ancora più forte a difesa della libertà individuale e contro l’oppressione derivante da un potere illegittimo fu la Déclaration des Droits de l’Homme et du citoyen del 1793.

Le basi e le aspirazioni teoriche e pratiche espresse da queste tre rivoluzioni possono essere sintetizzate con le parole del famoso motto della Rivoluzione Francese, valido universalmente: Liberté – Egalité – Fraternité.

È possibile rintracciare gli aspetti liberali di queste rivoluzioni in tre nozioni pratiche che intendevano costituire un baluardo contro ogni tipo di monopolio (di potere, di ricchezza, di religione):

– La separazione tra i poteri dello stato (esecutivo, legislativo, giudiziario)

– La separazione tra lo stato e le attività economiche (laissez-faire, laissez-passer)

– La separazione tra lo stato e le istituzioni religiose (tolleranza religiosa).

Ad ogni modo, fin dall’inizio, un divario apparve tra intenzioni e dichiarazioni da una parte e attuazioni e realizzazioni dall’altra. Alcuni dei problemi erano probabilmente dovuti alla incapacità degli individui di superare difficoltà e ostacoli in una maniera creativa e alcuni potrebbero essere ascritti direttamente a limiti insiti nella concezione liberale.

FINE PARTE 1/2 – CONTINUA

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INDICE – I 10 CAPITOLI

Gli antecedenti dell’idea

La formulazione dell’idea

L’attuazione dell’idea

I limiti pratici dell’idea

Il mancato sviluppo dell’idea

Lo sviamento reale dell’idea

La svolta deplorevole dell’idea

Il capovolgimento totale dell’idea

I tentativi di salvataggio dell’idea

Oltre il liberalismo e l’antiliberalismo

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  • new son

    “Magna Charta Libertatum” dovrebbe essere “Magna Carta Libertatum”.

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