In Anti & Politica, Economia

DI FRANCESCO CARBONE*

Già nel 2005, in un articolo che potete trovare nel mio libro Prevedibile e Inevitabile a pagina 89, avevo teorizzato la fine del mercato. Direi che oramai ci siamo. I liberi mercati finanziari sono cosa morta.

Negli ultimi mesi, con il sostegno dei media e il consenso del largo pubblico, ingenuamente convinto che tutto ciò sia a fine di bene, abbiamo visto i seguenti interventi istituzionali:

– Operazione Twist da parte della Fed e intenzione già espressa di procedere con il QE3 tramite acquisto di MBS, già largamente prezzata dal mercato azionario.
– QE2 da parte della banca d’Inghilterra.
– Innumerevoli interventi della BCE tesi a monetizzare il debito pubblico dei PIIGS, nuovo giro di acquisti di covered bonds, e parallelo stralcio del pilastro guida di politica monetaria.
– Interventi a raffica sul mercato valutario da parte della banca del Giappone per diverse decine di miliardi.
– Intervento sul tasso di cambio Eur/CHF da parte della banca centrale svizzera teso a fissarlo arbitrariamente sopra 1.20.

A tutto ciò dobbiamo aggiungere il cambio delle regole di gioco, imposto ovviamente nei momenti più critici: divieto di vendite allo scoperto su derivati, su titoli bancari, e divieto permanente di acquisti non coperti sui CDS, peraltro dichiarati ineffettivi nel caso del fallimento di un paese (la Grecia).

Alla lista manca solo il divieto di vendere titoli azionari già presenti in portafoglio accompagnato magari dal contestuale obbligo di impiegare il quinto del proprio stipendio nell’acquisto di debiti pubblici. Direi che con queste ultime due misure possa venire risolto il problema generalizzato dei crolli dei titoli azionari e quello più particolare dei crolli dei titoli di stato dei paesi palesemente falliti.

A parte l’ironia, nella sostanza non siamo poi così lontani dal realizzare queste due misure estreme. Se con i tassi di interesse ovunque prossimi allo zero (tranne che nei paesi falliti o con elevati rischi sistemici) non ha più senso di parlare di regolazione del ciclo econonomico, la funzione delle banche centrali da qualche tempo è oramai è una sola: sostenere artificialmente il prezzo di tutti gli asset finanziari. Benché non ci impongano direttamente il divieto di vendere titoli e la cessione del quinto per comprare titoli di stato, l’operato delle banche centrali realizza fondamentalmente gli stessi obiettivi!

Nonostante tutto ciò, molti si ostinano ancora a  parlare male degli speculatori e della speculazione. Ma chi, davvero, fa danni al processo economico e sociale imponendo prezzi distorti e incentivando comportamenti rischiosi (moral hazard)?? Gli speculatori che operano volontariamente sul mercato ponderando le decisioni di investimento e rischiando con i propri soldi?? Oppure le banche centrali che impongono prezzi artificiali, che non rischiano soldi propri, e che gettano costantemente miliardi al vento (praticamente il nostro quinto… sempre a favore delle grosse banche)?

Quando si arriverà a capire che sono le banche centrali a rendere instabili e disfunzionali i mercati finanziari? Quando ci si renderà conto che sono i loro interventi, sempre più diretti e sempre più massicci, ad essere causa dei peggiori fenomeni di instabilità e e delle peggiori crisi finanziarie?

Il paradosso, se volete, è sentire quegli ignoranti che accusano il mercato e il capitalismo, senza neanche sapere di cosa stanno parlando, elogiare proprio quegli interventi delle banche centrali che hanno minato irreparabilmente e continuano a ostacolare quotidianamente il corretto funzionamento dei mercati. I mercati sono DEAD MEAT, carne morta da tempo. Sono ridotti a un casinò dove il banco perde sempre… i soldi degli altri.

A pensarci bene non si tratta neanche un paradosso, sono semplicemente coerenti. Difendono la pianificazione centralizzata, l’interventismo statale, l’imposizione di prezzi stabiliti da un comitato di burocrati. E insieme a tutto questo difendono la poltrona sulla quale siedono, poltrona che in un libero mercato sarebbe sicuramente occupata da qualcun altro, meno leccaculo, meno paraculo, e meno ignorante.

Il paradosso invece è da trovarsi tra una fila di economisti ancora più abietti, quelli apparantemente pro mercato, monetaristi in prima posizione. La mancanza di qualunque coerenza e logica da parte loro, implicita nell’apologia di un interventismo sempre più rovinoso, è qualcosa che a questo punto lascia davvero sconcertati.

Non so quanti editoriali insulsi ho letto a difesa della BCE e della decisione di tagliare i tassi. Sia da parte degli economisti anti mercato, sia da quelli pro mercato. Stupefacente per non dire terrificante. In ogni caso vomitevole.

Tutto questo bordello nel quale ci troviamo è riconducibile in ultima analisi alla manipolazione dei tassi di interesse da parte delle banche centrali degli ultimi quindici anni, e ancora troviamo centinaia di idioti che sprecano parole per elogiare un inutile taglio di 25 basis point. Siamo davvero alla frutta.

Ricapitoliamo nuovamente gli interventi delle banche centrali, esaminando questa volta ad uno ad uno i mercati sotto assedio:

Il mercato valutario è oramai ingessato in una sorta di cambi quasi fissi tra le principali divise. Gli interventi per manipolare i tassi di cambio costano alle banche centrali miliardi di dollari. Miliardi che finiscono o nelle mani degli amici di merende o nelle mani degli speculatori più intelligenti che hanno capito come approfittare della stupida e inutile pianificazione centralizzata delle banche centrali. Di sicuro nelle mani dei poveri cristi non arriva un centesimo.

Il mercato obbligazionario è oramai un mercato totalmente manipolato su ogni scadenza temporale e in ogni valuta. I rendimenti espressi sono privi di senso ovunque. Quali sarebbero i rendimenti di mercato senza tutti gli interventi delle varie FED, BCE, BOJ? E chi lo può sapere! Ogni volta che i tassi salgono esprimendo più correttamente rischi e preferenze temporali le banche centrali intervengono per riportarli giù. Oramai abbiamo curve piatte tra lo 0 e l’1.5% sulla curva americana, giapponese, tedesca. Quando la banca centrale non riesce a impedire che la curva di qualche paese più fallito degli altri esploda al rialzo, arrivano gli idioti che strillano alla speculazione e richiedono ancora più interventi. Si veda il caso dell’Italia di queste ultime settimane. E nel frattempo ancora miliardi al vento per impedire agli scambi volontari di formare un prezzo non gradito al pianificatore centrale.

II mercato azionario è oramai largamente distorto dagli interventi sui tassi di interesse. Per la semplice formula di attualizzazione dei flussi di reddito, più i rendimenti “risk-free” imposti dalle banche centrali sono bassi, più il valore delle borse tende a salire. A mio avviso, tuttavia, da un mese a questa parte stiamo anche assistendo a interventi di sostegno diretti e massicci sempre da parte delle banche centrali. Deduzione intuitiva e anche logica: messe le mani sul forex, messe le mani sull’obbligazionario, messe le mani ovunque, perchè non mettere le mani anche sul mercato azionario? Per spostare nella direzione voluta l’azionario servono peraltro molti meno soldi. Se con cinquanta miliardi di dollari si riesce ad arginare il cambio dollaro yen per qualche giorno, con la metà della stessa cifra si gira al rialzo la borsa americana in pochissimi minuti e per qualche settimana la si lancia al rialzo. Se con dieci miliardi di euro si riesce ad arginare la caduta dei BTP per una settimana, con un quinto di queste cifra si squeeza al rialzo il mercato italiano di almeno 4-5 punti percentuali generando magari anche un feedback positivo sugli stessi titoli di stato (cosa vista almeno tre volte nelle ultime otto sedute).

Quanto andrà avanti ancora questa farsa? Quando si potrà tornare a investire o ad allocare il risparmio sui mercati finanziari senza l’interferenza delle banche centrali, affidandosi a un calcolo economico che abbia senso? Quando ci libereremo finalmente di tutti quei cialtroni che continuano a difendere questi organi di pianificazione centralizzata che stanno distruggendo la classe media, che stanno affamando i ceti poveri, e che stanno arricchendo in maniera smisurata una porzione sempre più ristretta di persone?

Benchè nessuno possa saperlo, una cosa rimane certa: fino a che quel giorno non arriverà, continuate a diversificare comprando oro e argento. Non solo aiuterete le banche centrali a gettare la loro maschera, favorendo un ritorno più rapido e veloce al libero mercato, ma vi farete anche un favore personale sottraendo ad una distruzione di valore certa i vostri risparmi o i vostri saldi contabili denominati in valute che, nella sostanza, sono oramai buone quanto i coriandoli a carnevale o quanto i milioni che girano sui tavoli di virtualpoker.

*Tratto da usemlab.com

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