In Anti & Politica, Economia, Primo Piano

DI LEONARDO FACCO

Il giorno in cui è terminata la riunione del G20, Silvio Berlusconi ha dichiarato pubblicamente: “Il monitoraggio dell’Fmi sull’Italia è come una certificazione di bilancio nei confronti di una società commerciale”. Il cav – come lo chiamano i suoi amichetti giornalisti – è superlativo; ogni volta che deve mentire per giustificare qualcosa di negativo mostra di essere il più grande, insuperabile venditore di pesce avariato che “Pulcinellaland” abbia mai avuto. Ma, per usare la lingua a lui più consona, viste le collaborazioni artistiche con il maestro Apicella, “Ccà nisciuno è fesso”!

Basterebbe voltare lo sguardo al passato, anche recente, e provare a chiedersi in quali occasioni, e per quali paesi, è uso intervenire il Fondo Monetario Internazionale.

Intanto, spieghiamo quali sono le funzioni del Fmi:

1) Garantire il rispetto di un determinato codice di comportamento al quale i paesi membri devono attenersi nei rapporti commerciali internazionali;

2) Fornire risorse finanziarie ai paesi membri che ne necessitano con transazioni ufficiali sul mercato dei cambi.

Ergo, delle due l’una: o l’Italia non ha necessità dell’operato di cotanta istituzione internazionale, oppure se questa bussa alla tua porta è perché il “belpaese” sta messo male. Altro che monitoraggi… Silviuccio.

Lungi dal sottoscritto difendere il Fondo Monetario Internazionale, rivelatasi negli anni un’organizzazione sovrannazionale ufficialmente “intenta a favorire la liberalizzazione dei paesi emergenti”, in realtà esportatrice di quei malanni che hanno diretta correlazione con un sistema monetario fallace e fondato sul debito. Il Fmi ha erogato crediti a quei paese cosiddetti in via di sviluppo (PVS) che ne richiedevano le sue prestazioni. Sono stati, fino al 1979, Nicaragua, Filippine, Giamaica, Sri Lanka, Sudan, Cile e Perù e, dopo questa data, Thailandia, Turchia, Jugoslavia, numerosi stati africani, Brasile e Messico (fino al 1983): tutti paesi ad alta conflittualità, con economie fortemente statalizzate e sull’orlo del baratro del socialismo reale.

All’alba del 2012, eccolo qua, in casa nostra.

Ricordate quando scrivevo – è qualche annetto che lo faccio – Italia, il paese in via di sottosviluppo? Et voilà, i governi dell’ultimo ventennio ci sono riusciti. Oggi, possiamo finalmente brindare e dire senza timor di smentita che “è ufficiale: facciamo parte del Terzo Mondo”.

Non era difficile intuirlo però, bastava prendere l’auto e varcare le Alpi.

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Showing 7 comments
  • daniele

    Ciao leonardo ti sei dimenticato di scrivere che il FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE E’ UN ALLUNGAMENTO DELLA FEDERAL RESERVE! Tradotto: SE PRIMA ANDAVAMO MALE ORA CHE CI SEGUE IL FMI ANDREMO PEGGIO!
    SALUTI

  • Leonardo Facco

    VERA’ ENTITA’ DEBITO PUBBLICO

    Un dato che fa riflettere sulla reale dimensione del debito pubblico. Postato da Giancarlo Pagliarini segretario dell’Unione federalista: “Debito pubblico finanziario 1.843 miliardi. Diviso 60 milioni di abitanti fa 31mila euro a testa. Ma il valore attuale, scontato, attualizzati, del debito per le pensioni di quelli che sono già in pensione e che hanno versato contributo sociali per tutta la vita è 3.748 miliardi. Finché campano incassano la pensione senza dover più versare niente, quindi hanno un credito. Se qualcuno ha un credito, qualcun altro ha un debito. Questo debito non è contabilizzato nei conti dello Stato, dell’INPS o di altri enti previdenziale. 3.748 miliardi diviso 60 milioni di abitanti fa 62mila a testa. Totale 93mila Euro a testa. Il 7 Giugno 1994, quando ero ministro, dopo 3 giorni di lotta avevo fatto approvare questo principio all’OSCE. Ho qui quel testo: “Les Ministres (nota: i ministri economici, dopo che avevo rotto le scatole a tutti per tre giorni) notant, entre autres, que les charghes accumulées des regimes de retraite peuvent représenter una part important du total des passifs publics”. Ma poi a Roma e Bruxelles tutti zitti: ai signori della casta piace molto fare debiti ma poi preferiscono “che non se ne parli”.

  • zenzero

    Poor Italy

  • Luigi

    Non solo paesi in via di sviluppo sull’orlo del socialismo. Per esempio il 24 ottobre 2008 l’Islanda ha siglato un accordo con il FMI. “A fronte dell’assicurazione di seguire le politiche del programma, il FMI assieme ad alcuni paesi amici ha prestato all’Islanda $5 billion – 40% del PIL – per affrontare i suoi bisogni finanziari esterni nei prossimi tre anni. Il programma fu completato il 26 agosto 2011.” (http://www.voxeu.org/index.php?q=node/7235)

  • Nicola

    Vi sbagliate!!!! L’Italia non è nel terzo mondo, è ‘diversamente’ nel primo mondo (politically correct version) !!

  • Borderline Keroro

    Leo, vedi di non offendere… il terzo mondo!

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