In Anti & Politica, Economia

DI GIANNI PARDO

Chiunque osasse dir male del Papa, dell’euro o di Giorgio Napolitano, come chiunque osasse dir bene della droga, della guerra, o dell’evasione fiscale, si vedrebbe attaccare da tutti con la ferocia dell’indignazione. Qui si correrà questo rischio perché di fatto l’evasione fiscale, una volta divenuta importante, ha i suoi lati positivi: tanto che eliminarla di botto sarebbe altamente pericoloso.

Lo Stato assicura servizi ai cittadini e per finanziarli impone tasse e imposte. Ammettendo che – le cifre sono puramente esemplificative – per questo abbia bisogno di un gettito corrispondente al 20% del prodotto interno lordo, se mettesse tasse e imposte per un totale del 20%, e tutti le pagassero, la situazione sarebbe in equilibrio. Avviene invece che una buona parte dei cittadini, soprattutto i piccoli contribuenti, non paghi. Pensiamo al barista dell’unico bar del villaggio, che conosce tutti e non emette praticamente mai scontrini. Lo Stato, per ottenere quel 20% del pil, alza il livello della pressione fiscale dal 20 al 40% (in Italia è di più). Di chi è la colpa? Molti diranno: “Degli evasori”. E invece no, la colpa è dello Stato.

Anni fa un italiano che abitava in Spagna volle non tenere conto del nuovo obbligo di indossare la cintura di sicurezza perché l’ammenda era bassa e pensava di potersi pagare la comodità di guidare come aveva sempre fatto. Presto però si accorse che ad ogni incrocio un vigile lo fermava e lo multava. Una volta, in una sola mattina, pagò tre contravvenzioni: e così si convinse ad usare la cintura. Un altro amico fu multato per avere guidato su un’autostrada svizzera a 68 kmh dove il limite era di 60, mentre era incolonnato e tutti guidavano a quella velocità. La contravvenzione gli arrivò addirittura in Belgio, dove risiedeva. Pensò di protestare ma poi gli fu detto che l’importo era di sei euro. Solo sei euro. E dunque pagò, ma la lezione fu un’altra: se un Paese stabilisce un’ammenda così bassa, è segno che conta di imporla con tale implacabilità che essa basterà a scoraggiare anche i più indisciplinati. Come insegna la politica penale, è la certezza della sanzione, non la sua gravità, che induce al rispetto delle leggi.

Si direbbe che questi principi non riescano a superare le Alpi. Non si comprende che si devono imporre quelle tasse e quelle imposte che si è certi di poter esigere senza che nessuno o quasi sfugga. Non si può supplire con l’innalzamento delle imposte per quelli che le pagano. Questa è una somma ingiustizia: si punisce l’onesto a favore del disonesto.

Se la sanzione non è sicura e l’imposta è alta, si ha un incentivo per l’evasione; se la sanzione è sicura e l’imposta è bassa, perché evadere?

L’esistenza di una notevole evasione fiscale – al di là di ogni considerazione giuridica o morale – ha conseguenze economiche non indifferenti. Ammettiamo che un piccolo artigiano operi in nero con margini di profitto esigui: morale e civismo a parte, offre un servizio, produce ricchezza, e contribuisce alla prosperità nazionale. Se invece fosse costretto ad operare legalmente, per esempio pagando il 40% di imposte, potrebbe essere costretto a chiudere l’attività. E in questo modo la produzione nazionale di ricchezza diminuirebbe.

La soluzione? Quella che si diceva prima. Se il piccolo artigiano potesse essere costretto a pagare non il 40% ma il 20%, lo Stato incasserebbe il suo gettito e quel capofamiglia sopravvivrebbe.

La conclusione è condensabile nei seguenti assiomi:

1) Uno Stato che non sa o non può applicare la proprie norme fiscali incentiva l’evasione.

2) L’idea di sopperire a questa incapacità aumentando tasse e imposte è immorale ed economicamente controproducente: frena infatti la produzione degli onesti e fa nascere l’economia sommersa, con vantaggio dei piccolissimi ma anche dei disonesti.

3) Una volta che il pessimo sistema si sia instaurato, l’abolizione dell’evasione, con un colpo di bacchetta magica, sconvolgerebbe l’economia provocando un’enorme ed improvvisa diminuzione del pil. Se lo Stato si vedesse fare questa proposta dalla Fata Turchina, dovrebbe dire di no: dovrebbe piuttosto chiederle il miracolo di un sistema fiscale senza falle.

In conclusione i moralisti non dovrebbero condannare con parole di fuoco l’evasione, perché il primo colpevole è lo Stato. Esso è incapace di esigere le tasse da tutti; è esoso perché le aumenta a carico di quelli che le pagano, e infine è immorale perché maltratta gli onesti a vantaggio dei disonesti.

[email protected] (da Dailyblog.it)

Recent Posts
Showing 12 comments
  • Roberto Porcù

    Questa è bella, me l’ha raccontata un amico stamattina e voglio farvene partecipi. In comune di Venezia, un cingalese commerciava in nero vendendo borse. Dopo otto anni di sommerso, ebbe l’occasione di rilevare un negozio, anch’esso di borse, e scelse di mettersi in regola. Pratiche delle quali solo chi è autonomo può rendersi conto ed infine inizio della attività. Dopo le pratiche iniziarono i controlli giacché si sa che ogni ufficio preposto vuole sempre metterci il naso. I vigili, pardon, la polizia municipale, misurò la superficie del negozio e la trovò di 7 metri quadri inferiore di quella dichiarata. Poco importa che quella fosse la superficie già dichiarata dal precedente gestore in ogni pratica, che il cingalese non la avesse mai misurata e che il suo commercialista si sia limitato a ricopiare nei nuovi carteggi gli stessi i metri quadri già precedentemente indicati: la multa non contestabile è di 5.000 euro. L’amico stamattina non sapeva dirmi se il cingalese sia già tornato nel sommerso o se si stia preparando a farlo.

    • Borderline Keroro

      Ciao Roberto!
      Certo che è bella quella che hai raccontato: si vede che non sanno più dove andare per tirare fuori soldi.
      E’ un vero peccato che il Cingalese non li abbia presi a calci nel culo, visto che essendo straniero può farla franca.
      Dovremo iniziare noi.

  • Riccardo

    Un momento. Questo accade in Italia. Ma ci sono esempi in Europa, dove lo Stato funziona. Non sarà perfetto, ma funziona. Non sono un sostenitore dello Stato, ma neanche della totale mancanza di esso.. Forse le mie posizioni sono più vicine a quelle di Nozick che a quelle estreme di Rothbard. Se in Italia si è venuta a creare questa casta di parassiti, sfruttatori nullafacenti, la colpa è anche nostra. Da troppo tempo le cose andavano male e noi abbiamo sempre cercato di ‘dare una botta alla ruota ed una al cerchio’, come suol dirsi. Se ci fossimo svegliati prima…Conosco bene quello che fa Equitalia, perchè ne sono stato vittima anche io. So bene cosa significa pagare un terreno una cifra x e poi vedersi arrivare la cartella dell’agenzia delle entrate che ti dice che quel terreno vale il doppio sulla base di una fantomatica legge del ‘valore di mercato’ e che devi pagare tasse e multe.

  • Sandi Stark

    @Riccardo tu non paghi per le scuole, la sanità ed i servizi. Quelli ci sono sempre stati, anche quando le tasse erano la metà. Tu paghi per tenere in vita i carrozzoni pubblici, per finanziare le cattedrali nel deserto come Gioia Tauro, la TAV, la ferrovia del Brennero e se ci riuscivano, anche il ponte di Messina. Tu paghi per mantenere delle Forze Armate da potenza mondiale con le pezze al culo, per pagare la corruzione pubblica che incide come il 5% del PIL, l’evasione fiscale della Mafia che da sola, “fattura” più della 4° Regione italiana, se non sbaglio il 7% del PIL. Altre due o tre cosette, e tutti noi paghiamo per mantenere 1/4 del PIL statale che viene buttato nel cesso ogni anno, del tutto sprecato.

    Poi paghi per mantenere i posti di lavoro inutili, quelli dei cantieri navali decotti e quelli dei casellanti delle autostrade, che potrebbero essere sostituiti gratuitamente dalle “vignette”. Tutti i lavoratori inutili si potrebbero mantenere con gli stessi soldi lasciandoli a casa, converrebbe a tutti. Ogni posto di lavoro inutile se rende 10 al lavoratore, alla collettività costa 50, 100 ed in certi casi anche 1000.

    Potrei continuare per ore, tu paghi per mantenere gli sprechi, i favori ed un sistema stupido ed immorale.

    Evidentemente non sei un lavoratore autonomo, sono sempre di più quelli che chiudono l’attività perchè è impossibile continuare. L’esempio dell’aticolo è sbagliato, se gli esercenti non fanno gli scontrini, ci pensano sempre gli studi di settore. Fino agli anni ’70 si pagavano le tasse come in tutti i paesi normali, trattando con l’agente delle tasse. Poi le tasse sono sempre salite e sono sempre diventate più ingiuste.

    Ricordo bene Goria, Visintini e tutti loro; si trattava sempre di un “doverso aumento”, di “misure di emergenza e provvisorie” ed era sempre colpa degli “evasori”. Morale, le tasse sono quasi raddoppiate. Sono pochi gli autonomi che possono permettersi il lusso di pagare tutte le tasse, quando è periodo di pagamenti, le Banche gli mandano a casa gli opuscoli con le offerte di prestiti per riuscire a pagare le tasse. Non sai che nelle statistiche delle Partite Iva chiuse, che sono centinaia di migliaia all’anno, ci sono quasi solo dei poveri cristi che non ce la facevano più, e giovani che hanno tentato.

    Forse non sai che Equitalia ed i suoi precedessori, sono già 15 anni che sequestrano i furgoni e gli strumenti di lavoro agli artigiani in difficoltà, e che negli ultimi due anni, quasi 300 mila di loro hanno dovuto chiudere per evitare quai peggiori.

    Forse non sai che nel mese di novembre tutti devono pagare l’anticipo sulle tasse che forse matureranno l’anno successivo, e che se non lo fanno incorrono nelle terribili verifiche fiscali dove ogni “errore formale” costa € 500, € 1000 eccetera.

    Forse non sai che se l’agenzia delle entrate ha deciso che il tuo commercialista ha sbagliato il 740, si inventano una cifra enorme per farti paura ma che se per caso non riesci a rispondere in tempo, la sanzione viene raddoppiata e non ci sarà mai più nulla da fare.

    Forse non sai che un’agenzia delle entrate delle mie parti manda gli avvisi la settimana prima di Ferragosto, contando sul fatto che molta gente non potrà leggerli entro le due settimane fatidiche, dopo le quali non si può più ricorrere.

    Forse non sai tante cose, e credi alla storiella che ti hannno sempre raccontato, quella degli “evasori cattivi”. Per inciso, era la stessa cosa che raccontava lo Sheriffo di Sherwood e tutti gli sgherri che taglieggiavano la povera gente durante la Storia; non hammo mai detto che gli aumenti delle tasse servivano per i lussi del feudatario o per l’esercito del Principe, hanno sempre detto che erano dovuti al fatto che qualcuno “faceva il furbo”. E’ sempre stato così. Unica differenza dal caso in questione, i regimi più ingordi e repressivi in materia fiscale, sono sempre caduti per le rivolte e le rivoluzioni. La Francia di Luigi XCI, la Russia degli Zar, gli Stati Napoleonici… tutti finiti per rivoluzioni. L’unico regime di tale genere che esiste ancora, e che è riuscito a convincere i cittadini che è giusto così, si chiama Italia.

  • rik

    possiamo dissertare all’infinito sulla rapacita’ del fisco,della”classe”politica, delle lobbies , dei poteri forti che prosciugano la nazione perche’ se le cause sono note sono, anche arcinoti gli antivirus da adottare.Basterebbe copiare quel sistema meglio funzionante in vigore in alri paesi,ma non lo si vuole fare perche’ sul nostro sistema da ” occhiuta rapina”,una moltitudine di parassiti lucra e prospera costruendo con l’ausilio di una burocrazia da essi creata e favorita il proprio lauto bebessere.Da oltre 60 anni di degenerazion,il tarlo della ricchezza del paese e’ diventato un mostro insaziabili e il buco ora e’ una voragine inarrestabile se non si mutera’ radicalmente la situazione ovvero l’azzeramento totale della classe politica,la riscrittura delle regole.poche e semplicin ed un drastico rinnovamento della politica che purtroppo potranno essere ra ggiunte solo atraverso un deciso e radicale ”movimento” popolare;le alternative,sono pannicelli caldi.

  • Borderline Keroro

    L’articolista non tiene presenti vari fattori, quanto parla di evasione sopprattutto da parte dei piccoli imprenditori.
    Le grandi aziende godono di una serie di vantaggi fiscali rispetto alle piccole:
    1) sistema fiscale regressivo (più l’impresa è grande meno deve pagare in proporzione)
    2) avendo un grande giro d’affari e molti mezzi a disposizione può difendersi con estrema efficacia dalle pretese del fisco
    3) non ha bisogno di evadere, semplicemente elude
    4) anziché pagare imposte, oltretutto, riceve sovvenzioni ed aiuti più o meno mascherati (vogliamo parlare di rottamazione auto o di bailout bancario ?)
    Infine, semplicemente, con gli studi di settore i piccoli sono spesso e volentieri costretti a dichiarare di più di quanto fatturano per non avere l’AdE tra le palle ogni altro giorno.
    Uno studio professionale di piccole dimensioni deve pagare di più del dovuto, per essere congruo, uno grosso e ben avviato invece con tutta probabilità se ne avvantaggia, essendo congruo in partenza.

    @Riccardo
    “I soldi delle tasse servono a finanziare servizi. Cioè, scuole, acquedotti, sanità, ricerca, giustizia, previdenza ed assistenza, ossia, tutte quelle cose socialemente utili a cui il cittadino da solo non può provvedere e demanda allo Stato.”
    Dove sta scritto che è lo Stato che deve provvedere a queste cose?
    Dove arriva lo Stato arrivano anche corruzione e spreco. E una buona dose di pezze al culo.
    Lo Stato è quell’ente in grado di morire di fame con il frigo pieno.

  • Marcello Floris

    Pensate a come siamo coglioni noi italiani, siamo nell’euro che ci sta’ rompendo il culo, questi delinquenti vogliono abbassare la soglia dell’uso del contante a 300 euro e… cazzo quindi le banconote da 500 euro in Italia diventeranno illegali!
    Dobbiamo denunciare l’ex commissario europeo ai suoi amici di Bruxelles!?!

    Certo che un cazzo di studioso di economia se non capisce che questa stretta sull’evasione darà il colpo di grazia al poco di economia reale rimasta, mi fa’ proprio schifo.

    Ragioniamo su un paio di punti importanti:
    1)Le medie e grandi aziende sono state delocalizzate e altre continueranno a delocalizzare perché fare impresa in Italia è praticamente impossibile, almenoché non sei in combutta con un politico/delinquente,
    questo equivale a più disoccupazione.
    2)Intraprendere, avere una partita iva, essere un piccolo artigiano, avere un piccolo negozio o una piccola impresa, anche questo è diventato impossibile, le vessazioni del fisco e del suo braccio armato Equita(g)lia fanno sì che nessuno si sogni neanche lontanamente di mettersi in proprio, in troppi chiudono l’attività o la partita iva, me compreso al 31 dicembre, assumere qualcuno o espandersi è troppo costoso, è anche troppo rischioso grazie agli studi di settore e a tutte quelle pazzie di cui siamo vittime, anche questo equivale a più disoccupazione.
    3)Essere dipendenti pubblici, spero che non ce ne siano altri in cantiere, sono veramente troppi, quindi anche quì non c’é trippa per gatti.

    A questo punto traggo alcune conclusioni:
    E’ quasi impossibile essere dipendenti di qualcuno perché le aziende o se ne vanno o non assumono, non investono per colpa dello stato.
    E’ impossibile mettersi in proprio, sempre per colpa dello stato.
    Pero…. pensate a quanti si stanno pagando un mutuo, tirano a campare alla bella e meglio, cercano di dare da mangiare alla propria famiglia, arrangiandosi, facendo qualche lavoretto di quà, qualche lavoretto di là, come emigrati clandestini in casa propria, perché molti non si vogliono suicidare, fosse per amore della famiglia, quindi dicevo, qualche lavoretto, logicamente in nero; è quì che arriviamo al punto del mio ragionamento:
    soglia del contante bassissima(300-500)+disoccupazione+equitalia con il nuovo redditometro= BOMBA A OROLOGERIA!!!
    Perché se non trova un lavoro “ufficiale” e un povero cristo si arrangia inventandosi qualsiasi cosa, ma avrà difficoltà a poter spendere i pochi guadagni, non potrà giustificare agli occhi del fisco e del suo eccezionale nuovo strumento, il redditometro con spesometro in omaggio. Non potrà giustificare come fa’ a pagare a stento la rata del mutuo o il bollo della macchina, e allora equitalia arriverà con i suoi metodi mafiosi, pignorerà l’auto, la cassa ancora da pagare.
    Io credo che qualche ufficiale giudiziario o galoppino della riscossione se la passeranno dura, qualche padre di famiglia andrà fuori di testa e non avendo più niente da perdere non avrà neanche problemi a comparire nelle pagine di cronaca nera dei giornali, è una cosa che secondo me succederà inevitabilmente, non c’è bisogno di essere un sociologo per prevedere una cosa del genere

    In ultima istanza, io sono convinto che questa operazione con la scusa della lotta all’evasione, costringendo i sudditi a detenere i soldi in banca serva più che altro a poter mettere con facilità le mani nei risparmi delle persone, se invece uno si tiene i soldi in casa è un poco più difficile.
    Pensate: ai delinquenti di stato servono altri soldi perché è necessario abbassare il debito o qualsiasi altra buona ragione in nome dell’equità, e della giustizia sociale? Basta un click e ti fottono i risparmi tanto sudati che stai cercando di mettere da parte per la vecchiaia visto che la pensione te l’hanno già fottuta nonostante l’abominevole quantità di contributi previdenziali che ci estorcono e che non rivedremo mai indietro.

    La macchina fiscale è diventata in questi anni sempre più spietata e aggressiva, una aggressività che va’ di pari passo con l’avidità del leviatano, con l’impossibilità o quasi di utilizzare il contante, con l’obbligo di detenere i propri denari in banca, basterà un click per rovinare per sempre un uomo, una famiglia, basta vedere cosa combina equitalia ogni giorno, a confronto Bernardo provenzano e Totò Riina sembrano dei ragazzetti dell’oratorio.

    Se sarà operativa questa ulteriore stretta sull’utilizzo del contante, insieme a sto’ accidenti di redditometro, dello spesometro, con l’abbinamento degli studi di settore, etc…. se non ci si ribellerà fisicamente, tanto da far temere una vera e propria sommossa sociale in stile Tunisino o Egiziano come raccontano le cronache di questi giorni, credo che i satrapi compiaciuti del fatto che i sudditi se la prenderanno in culo senza lamentarsi troppo, si inventeranno anche qualche altra cosa, e poi un altra ancora e ancora un altra, è da anni che si compiono passi verso la totale oppressione fiscale e schiavitù del contribuente, mi sembra che ci siamo quasi, la
    missione è quasi compiuta.
    Ho deciso di cambiare nome, mi farò chiamare Kunta Kinte. Zi badrone Monti, zi badrone Berzani, vuole fare bunga bunga con mia moglie e mia figlia, io felice, grazie badrone.

    Se qualcuno ha in mente qualche via d’uscita, per favore la condivida con gli amici libertari.

    M.

  • Riccardo

    La questione è ancora più a monte. I soldi delle tasse servono a finanziare servizi. Cioè, scuole, acquedotti, sanità, ricerca, giustizia, previdenza ed assistenza, ossia, tutte quelle cose socialemente utili a cui il cittadino da solo non può provvedere e demanda allo Stato. Quindi, ribaltiamo la faccenda. Pagare le tasse, non è un dovere, ma un diritto. Io pago per avere il diritto di utilizzare scuole, ospedali, università, giustizia, ecc. E’ lo Stato che ha il dovere di utilizzare questi soldi che io gli dò per provvedere a quello di cui sopra. Se non lo fa, io ho il dovere morale di non dargli più una lira. Vessare i contribuenti per mantenere delle caste improduttive significa ripristinare una situazione medievale in cui i servi della gleba lavoravano per mantenere il signorotto locale che usufruiva del loro lavoro per fare i suoi comodi. Ma il sistema medievale aveva un vantaggio, almeno rispetto alla situazione attuale: è vero che i nobili vivevano sulle spalle dei contadini, ma avevano anche l’onere di difenderli in caso di guerra. Oggi invece queste sanguisughe mangiano a sbafo sulle spalle di chi produce e non hanno alcun dovere verso di loro. Semmai si arrogano il diritto di sfruttarli e turlupinarli. Le tasse non sono tante o poche in assoluto. Il 40% può essere giusto se lo Stato mi dà tutto e i servizi sono perfetti. Il 20% può essere troppo se lo Stato usa questi soldi in maniera inopportuna e non funziona nulla. In Italia, la maggior parte dei servizi gestiti dallo Stato è in una sitazione penosa. Se a questo ci si aggiunge il fatto che le tasse sono diventate ormai impagabili…beh, chi ha un barlume di intelligenza, arrivi da solo alle conclusioni.

    • Roberto Porcù

      Tu Riccardo affermi che ” I soldi delle tasse servono a finanziare servizi. Cioè, scuole, acquedotti, sanità, ricerca, giustizia, previdenza ed assistenza, ossia, tutte quelle cose socialemente utili a cui il cittadino da solo non può provvedere e demanda allo Stato”.
      Io suppongo tu sia giovane e non abbia avuto ancora modo di metterci il naso.
      Io che sono vecchio correggo il tuo periodo: I soldi delle tasse servono a finanziare Caste. Cioè, Casta dell’istruzione, Casta dell’acquedotto, Casta della sanità, Casta della ricerca, Casta della giustizia, Casta della previdenza ed assistenza, ossia, tutte quelle Caste formatesi dando l’illusione di produrre cose socialemente utili che un Cittadino potrebbe da solo o in associazione con altri produrre cercandosi autonomamente le condizioni migliori senza ingerenza dello Stato, giacché sono altri i compiti che lui deve tenere per se “.
      Per la sanità, la previdenza, l’istruzione, non serve l’ingerenza dello Stato che è causa del formarsi di cosche inamovibili ed inefficenti dato che al Cittadino non è concesso di usare i servizi migliori e far chiudere o migliorare chi offre servizi scadenti.
      Tra quelle che hai elencato, solo la giustizia, fonte anch’essa di Casta quando i magistrati sono inelleggibili ed inamovibili, ed i loro avanzamenti di carriera dipendono dall’anzianità di servizi e non dalle capacità dimostrate, essa deve essere gestita da uno Stato che se ne renda garante.

  • blogattelle

    “Chiunque osasse dir male del Papa, dell’euro o di Giorgio Napolitano, come chiunque osasse dir bene della droga…”
    be’ insomma che dire -io ci provo…

Start typing and press Enter to search