In Anti & Politica, Economia

DI CARLO CAGLIANI

Votare con i piedi si può. In Svizzera, ad esempio, succede regolarmente ed è possibile per via della concorrenza istituzionale tra i 26 cantoni della Confederazione. In Italia, fuorchè sentirne parlare in qualche dibattito, è merce rara, ma quando qualche azienda la mette in pratica, ecco che si levano alti lai e persino reprimende per chi la dotta.

Scendiamo nel concreto. Vi riporto una notizia apparsa su geonews.it: “Troppo alte le tasse di immatricolazione a Firenze e così Arval, uno dei colossi dell’autonoleggio e della gestione di flotte aziendali, trasloca da Scandicci, alle porte del capoluogo toscano, a Trento, dove i costi sarebbero minori. Il trasferimento, del quale si dà conto sulle pagine locali della ‘Repubblica’ che ha stimato in 40 milioni la perdita annua di entrate per Regione Toscana e Provincia di Firenze, è spiegato adesso con un comunicato dall’A.d. della stessa società del Gruppo Bnp Paribas, Paolo Ghinolfi: «L’impatto delle recenti manovre fiscali sulla filiera dell’automotive e in particolare il pesante aumento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione, non poteva lasciare indifferente il mondo delle flotte aziendali, che da solo realizza il 34% delle immatricolazioni totali del comparto automobilistico. L’aumento delle tasse, moltiplicato per 40.000, vale a dire le auto che Arval Italia immatricola mediamente ogni anno, ha spinto la società, ad aprire una sede secondaria a Trento, Provincia Autonoma, non toccata dalla manovra governativa, e a designarla come propria sede di immatricolazione, pur mantenendo sede legale e operativa a Scandicci, dove operano 500 dipendenti»”.

Apriti cielo. Mica che il gabelliere locale se la prende col governo centrale, macché. L’assessore della Provincia replica così all’imprenditore: “L’attuale trasferimento della sede Arval a Trento – spiega Tiziano Lepri – è dovuta al fatto che, al momento, le province autonome hanno il potere di non applicare un provvedimento emanato a settembre dal governo Berlusconi che impone lo scaglionamento progressivo delle tariffe Ipt in base ai kilowatt. E’evidente che non si può chiedere agli amministratori delle province a statuto ordinario di non applicare una legge dello Stato”.

Da qui un paio di considerazioni:

1- La Provincia, allo stato attuale delle cose, non è altro che un ente inutile e tassatore, al servizio del governo centrale;

2- Anziché, la Provincia stessa, pretendere le stesse condizioni della omologa (ma autonoma) trentina, preferisce additare quest’ultima come “una sorta di concorrente sleale”.

In conclusione: i fatti dimostrano solo che la concorrenza fa bene e serve a migliorare i servizi abbassando i prezzi. Ahinoi, non appena qualcuno (tipo la Arval), giustamente, coglie un’occasione offerta dal limitatissimo mercato istituzionale viene additato come un avido speculatore.

Povera, miserabile Italia.

 

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Showing 3 comments
  • Roberto Porcù

    Da quando ne ho ricordo, molti corrieri nazionali hanno tutti i mezzi immatricolati dove costa meno. Da diverso tempo so di aziende, purtroppo anche mie concorrenti, traslocate in Austria o più recentemente in Slovenia.
    E’ il mercato globale che lo impone ed io lo approvo. Purtroppo se la passano troppo bene e non accennano a traslocare la pletora di politici e dipendenti pubblici che ci ritroviamo. Va beh ! Stanno troppo bene ! Intanto traslocano le imprese e quando l’acqua arriverà loro alla gola, traslocheranno anch’essi.

  • Borderline Keroro

    Chissà che qualcuno, conti alla mano, non stia cominciando a pentirsi di aver dato l’ennesimo giro di spremiagrumi… e scommettiamo servirà una correzione?
    Sempre sul versante “maggiori entrate” ovviamente.

  • Borderline Keroro

    E va già bene che non gli sia venuto in mente di immatricolarle in Slovenia.

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