In Libertarismo, Saggi

DI GAGLIANO GIUSEPPE*

L’etica della libertà

Diritto naturale e giusnaturalismo

Secondo il politologo americano la ragione umana in quanto obiettiva costituisce il fondamento del diritto naturale, diritto naturale che fornisce all’uomo una vera e propria scienza della felicità contrariamente alla filosofia utilitaristica che interpreta la felicità da un punto di vista prettamente formale. In altri termini, il giusnaturalismo non è altro che un’etica profondamente radicale e profondamente antagonista sia rispetto alla realtà esistente sia soprattutto rispetto alle leggi imposte dallo Stato. Infatti i teorici del giusnaturalismo sono convinti che esistano nella natura stessa dell’uomo norme giuridiche stabili che non dipendono né dal luogo né dal tempo né tantomeno dalle istituzioni che di volta in volta si sono sviluppate storicamente. Coloro che contribuirono a dare sostanza giuridica al giusnaturalismo classico furono certamente i Livellatori inglesi e John Locke. Ebbene alla luce della storia del giusnaturalismo la riflessione politologica deve avere come suo obiettivo primario quello di costruire un edificio del diritto naturale che sia pertinente alla vita politica. Proprio per questa ragione l’assioma fondamentale della teoria libertaria di ispirazione giusnaturalista è il seguente: ciascuno deve essere proprietario di se stesso e nessuno ha il diritto di interferire con tale proprietà .

 

Implicazioni del pensiero libertario giusnaturalistico 

Ora, alla luce delle considerazioni poc’anzi svolte, risultano evidenti una serie di implicazioni di grande importanza: ogni individuo ha il diritto di conservare la proprietà che gli appartiene e difenderla con la forza nell’eventualità di un’intrusione violenta (risulta quindi evidente che l’uso della violenza può essere usata solo a scopo difensivo e che questa deve essere limitata alla resistenza nei confronti di atti lesivi della persona o della proprietà), l’uso della pena capitale deve essere limitato alla punizione dell’omicidio secondo un criterio di proporzionalità, il diritto all’aborto è pienamente condivisibile dal pensiero libertario poiché implica che la donna possa usufruire in modo assoluto del proprio corpo, non esiste alcun obbligo di tipo giuridico in base al quale l’altruismo sia un dovere del singolo, la libertà di stampa è pienamente legittima – al punto che in una società libertaria sono egualmente giustificabili sia la pornografia sia i libelli diffamatori ma anche il boicottaggio contro queste iniziative purché non venga violato i diritti di proprietà-; tuttavia l’autore precisa che l’etica dei diritti non può essere estensibile agli animali poiché questi non sono consapevoli.

 

Lo Stato di fronte alla riflessione libertaria

I presupposti del pensiero libertario sono di così evidente radicalità politica e morale da ritenere lo Stato un organismo assolutamente nefasto sia per quanto riguarda il dominio dell’economia che della società. In modo particolare, una delle violazioni maggiormente nefaste è l’uso della tassazione che secondo il pensatore americano costituisce un furto puro e semplice su scala grandiosa e colossale che nessun criminale comune potrebbe mai sperare di compiere. In buona sostanza l’essenza dello Stato è quella di essere una vera e propria organizzazione criminale, o per essere più precisi è una organizzazione criminale coercitiva che si nutre per mezzo di un sistema di tassazione-furto su vasta scala e la fa franca organizzando il sostegno della maggioranza assicurandosi l’alleanza di un gruppo di intellettuali capaci di plasmare l’opinione popolare.

Basti pensare, a tale proposito, al controllo esercitato nel corso dei secoli sull’istruzione controllo finalizzato a plasmare e a indottrinare i sudditi. Alla luce di queste considerazioni risulta evidente che per il pensatore libertario nessun cittadino ha il dovere morale di obbedire allo stato e che lo Stato non può possedere in modo legittimo alcuna proprietà. Di conseguenza il rifiuto di pagare le tasse rientra pienamente nel diritto del singolo cittadino come rientrano nel diritto del cittadino l’uso della disobbedienza civile o il boicottaggio. Risulta evidente che la guerra-uno degli strumenti maggiormente usati dallo Stato nel corso della storia-deve essere completamente rifiutata e sostituita dal disarmo radicale poiché la guerra intrinsecamente non è altro che un omicidio di massa. Inoltre l’uso della guerra costituisce un enorme danno a livello di tassazione per i contribuenti. Insomma le guerre tra Stati sono sempre illegittime e di conseguenza il filosofo libertario deve contribuire a ridurre l’aria di aggressione statale contro tutti gli individui stranieri e compatrioti .

 

Per una nuova libertà

Origine del pensiero libertario

Non c’è dubbio che l’autore si rifaccia storicamente al movimento liberale classico poiché riconosce in esso un movimento politico e filosofico che aveva come intento quello di realizzare la libertà individuale in tutti i suoi aspetti: secondo il liberalismo tradizionale era necessario garantire la libertà personale e quella civile, la religione doveva essere autonoma rispetto allo Stato e la politica estera doveva essere costruita rispettando la pace e il libero commercio con tutte le nazioni. Ebbene, coloro che possono essere ritenuti a buon diritto i fondatori del liberalismo classico ,sono da un lato i Livellatori durante la rivoluzione inglese e dall’altro lato il filosofo inglese Locke che può indubbiamente essere ritenuto uno dei principali esponenti del liberalismo classico. Tuttavia, l’opera che l’autore considera più importante, fu certamente la raccolta epistolare denominata Cato’s letters che nel suo insieme gettò le basi del pensiero libertario della rivoluzione americana. Tuttavia,il tradimento dei principi liberali si attuò attraverso anche a causa del regime repubblicano sorto durante la guerra civile americana, regime politico che attuò un potere nazionale governativo, tariffe protezionistiche, sovvenzioni per le grandi industrie, controllo federale dell’attività bancaria su scala gigantesca, tasse esose.Un’ulteriore forma di degenerazione- ma di natura politica e filosofica -fu rappresentata dal conservatorismo classico e dal socialismo e ,in particolare, da quello di natura tecnocratica . Complessivamente l’autore considera il socialismo tradizionale come un movimento ibrido e contraddittorio insieme poiché da un lato mirava alla realizzazione degli obiettivi tradizionali del liberalismo ma dall’altro lato auspicava che il raggiungimento di questi obiettivi fosse possibile attraverso lo statalismo, il collettivismo e i privilegi gerarchici . Accanto al socialismo, un altro gravissimo errore che allontanò gli intellettuali e i politici dal liberalismo classico fu l’utilitarismo tecnocratico secondo il quale la libertà era da collegarsi strettamente al benessere generale. Uno dei pochi movimenti che- al contrario- ebbe il coraggio di recuperare gli autentici principi del liberalismo fu la Lega antimperialista nata per contrastare la guerra americana contro la Spagna, lega il cui obiettivo principale era quello di contrastare la dimensione coercitiva dello Stato e l’interferenza dello stesso nell’ambito sociale ed economico.

 

I principi del pensiero libertario

In primo luogo,il più importante principio su cui si regge la costruzione filosofica libertaria è certamente l’assioma della non aggressione in base al quale non solo la libertà di stampa e di parola sono tutelate ma anche la libertà di assemblea, di compiere crimini senza vittime- per esempio la pornografia, la prostituzione-di rigettare la coscrizione obbligatoria ritenendo che la guerra sia semplicemente un omicidio su scala globale. In secondo luogo, tutelando la libertà individuale al di sopra di tutto, il pensatore libertario rifiuta l’interferenza dello Stato sia nell’ambito della libertà individuale che nell’ambito dell’economia di libero mercato: in altri termini il libertario risulta essere favorevole ad una forma di capitalismo laissez-faire. In terzo luogo, attraverso lo studio della storia, il libertario acquisisce la consapevolezza che lo Stato in quanto tale costituisce la principale istituzione che ha ora limitato ora annientato la libertà individuale: “lo Stato commette abitualmente omicidi di massa; lo Stato pratica la schiavitù nelle proprie forze militari e la chiama coscrizione; vive e giustifica la propria esistenza attraverso la pratica della rapina chiamata tassazione”. Proprio perché il libertario è consapevole delle nefaste conseguenze alle quali lo Stato ha condotto, sostiene la necessità di demistificare sia lo stato sia tutti quegli orientamenti filosofici e politici coinvolti a giustificarne l’esistenza. D’altra parte, quegli intellettuali che ne hanno difeso l’esistenza, appaiono al filosofo libertario come intellettuali di corte che hanno più o meno consapevolmente mistificato la vera natura dello Stato . In quarto luogo, il libertario condivide pienamente i principi del giusnaturalismo e ritiene che l’entità chiamata società sia soltanto un flautus vocis poiché esistono soltanto individui che interagiscono tra di loro. A tale proposito, uno dei principali errori commessi dalle filosofie politiche passate, è stato quello di considerare la società ora come un’entità reale ora come un soggetto giuridico e politico investito di diritti propri e autonomi, superiori persino a quelli dell’individuo. Una analoga mistificazione linguistica e concettuale fu attuata nei confronti del concetto di nazione. Ebbene, per evitare qualsivoglia equivoco, il libertario fornisce una definizione netta del concetto di libertà: “La libertà è una condizione in base alla quale i diritti di una persona sul proprio corpo e sulle proprietà personali materiali non vengono invase e non sono oggetto di aggressioni da parte di altri”. Alla luce di questa definizione, l’autore -in modo coerente -sostiene che l’intellettuale libertario sia in buona sostanza un individualista convinto e sia altresì un sostenitore di una concezione dell’uguaglianza secondo la quale ogni uomo ha diritto alla sua proprietà e alla sua persona.

 

La concezione dello Stato secondo il pensiero libertario

Alla luce di queste considerazioni ,non può sorprendere che l’intellettuale libertario ritenga lo Stato il principale soggetto storico che ha usurpato la libertà individuale e la proprietà privata dei cittadini indipendentemente dalla forma giuridica nella quale lo Stato si è concretizzato. La guerra, la coscrizione e la tassazione sono aspetti che rientrano pienamente nei poteri usurpatori attuati dallo Stato a danno della libertà del singolo individuo: “se si volesse capire come il libertario considera lo Stato e le sue azioni, basterebbe considerare lo Stato una banda criminale”. Quanto all’equilibrio del potere e cioè alla separazione tra i poteri dello Stato questi vengono valutati dall’intellettuale libertario come mere mistificazioni verbali: “dal momento che tutte queste divisioni fanno parte dello stesso governo e sono dirette dai medesimi capi”. Questa critica così radicale, così perentoria non deve sorprendere poiché la natura intrinseca dello Stato è quella di essere nient’altro che una oligarchia cioè un insieme di persone che, con vari strumenti, è riuscita a prendere il controllo della macchina dello Stato. Quest’oligarchia è composta di volta in volta dai sovrani, dai politici, dai burocrati e soprattutto da quei gruppi che hanno ottenuto privilegi, sussidi e benefici da parte dello Stato. Insomma, l’esistenza stessa dello Stato crea una separazione netta tra due classi profondamente diseguali. Ora, allo scopo di demistificare questa macchina mostruosa costruita nel corso dei secoli, è necessario rendersi conto che l’opera di persuasione messa in atto dagli intellettuali durante i secoli per convincere la società civile dell’assoluta necessità dello Stato, è stata indubbiamente sistematica e capillare. Un elemento che ha indubbiamente contribuito a consolidare la forza dello Stato è stata la Chiesa o meglio è stata l’alleanza tra trono e altare . Un altro elemento che, nel corso della storia avrebbe dovuto limitare il potere dello Stato e che lo ha invece rafforzato, è stato il Parlamento che nato per spodestare il re divenne a sua volta un potere sovrano non sottoposto ad alcun controllo .

 

La coscrizione obbligatoria

La coscrizione ha rappresentato per secoli uno strumento attraverso il quale lo Stato ha privato l’individuo del suo corpo e della sua volontà a tal punto che l’autore parla dell’arruolamento come di una forma di servitù involontaria.

 

Forze armate

L’esistenza stessa di un esercito permanente rappresenta per il libertario una violazione gravissima della libertà poiché: “il monopolio statale degli armamenti, la moderna tendenza dello Stato a creare e a alimentare un complesso militare industriale” rappresentano obiettivi che hanno di volta in volta privato l’individuo della libertà costringendolo ad immolarsi in nome del Leviatano.

 

Devianza mentale

Ora al di là delle varie scuole psichiatriche, l’autore considera la possibilità da parte dello Stato di internare un soggetto deviato a tempo indeterminato all’interno delle istituzioni psichiatriche, come una gravissima violazione della libertà individuale.

 

Libertà

Che il libertario rivendichi l’assoluta libertà di espressione e di critica è del tutto evidente come risulta del tutto evidente che l’intellettuale libertario rivendichi la piena legittimità del boicottaggio. Infatti lo Stato deve astenersi da qualsiasi interferenza che violi o limiti in qualche modo la libertà individuale. Si pensi, a tale proposito, alla necessità di de -nazionalizzare tutte le frequenze radio per poterle interamente privatizzare. Infatti la privatizzazione delle frequenze consentirà un’autentica libertà e un’autentica indipendenza consentendo ai proprietari di poter trasmettere tutti i programmi da loro desiderati. Un esempio concreto ed insieme attuale di privatizzazione delle frequenze è rappresentata dalla nascita delle pay-tv. Un altro esempio di come la libertà debba essere tutelata è rappresentato dalla pornografia e dalla legislazione sessuale. Secondo libertario-infatti- non spetta alle normative giuridiche “ far diventare le persone buone o ubbidienti, morali, pulite o corrette“. Infatti, per il libertario purché gli adulti siano consenzienti, sono legittime tutte le relazioni fra individui. Inoltre, la sessualità appartiene esclusivamente alla sfera privata dell’individuo e di conseguenza al libertario appare inammissibile che lo Stato possa vigilare ed interferire insieme su una sfera così intima. In questo contesto-di piena accettazione della libertà individuale- il pensatore libertario giustifica la libertà di prostituzione poiché questa “consiste nella vendita volontaria di lavoro” e quindi lo Stato non ha alcun diritto di limitarne l’uso . A maggior ragione questa tesi vale nei confronti del problema dell’aborto, problema di fronte al quale la donna deve avere una piena libertà di scelta. Sempre nel contesto della piena tutela della libertà individuale, il libertario ritiene legittimo il gioco d’azzardo poiché anche questo esprime la libertà di scelta dell’individuo. Un altro problema di fronte al quale il libertario assume un atteggiamento contrario a quanto indicato dal comune sentire è il problema della droga che dovrebbe essere legalizzata, legalizzazione che eliminerebbe il mercato nero e la corruzione. Questa considerazione non deve sorprendere in alcun modo poiché l’obiettivo ultimo del libertario è quello di lasciare all’individuo l’ultima parola sulle decisioni principali della sua vita.

 

Istruzione

Anche su questo tema le posizioni dell’autore presentano numerose affinità col pensiero anarchico americano. Da un lato, il pensatore libertario deve rigettare il concetto stesso di frequenza obbligatoria e dall’altro lato l’intellettuale libertario deve essere consapevole che le scuole pubbliche hanno costituito un vero e proprio sistema di prigionia. Rifacendosi esplicitamente alla riflessione di Goodman, l’autore sostiene la necessità di permettere ai bambini-se lo vogliono-di intraprendere un’attività lavorativa consentendo quindi loro di scegliere con la propria testa. D’altra parte la scuola pubblica non nacque tanto dalla necessità di alfabetizzare la popolazione ma di costringere “la massa della popolazione ad essere manipolata secondo i voleri e i comodi del potere politico”. L’unica alternativa concretamente perseguibile, è la privatizzazione dell’educazione che consentirebbe ai genitori di poter costruire un tipo di scuola adatta ai propri figli. Se questo fosse possibile, si svilupperebbero allora tante scuole diverse in competizione le une con le altre, volte a soddisfare le diverse richieste dei genitori: “alcune sperimenterebbero l’istruzione ugualitaria senza voti, altre a promuovere l’apprendimento rigoroso delle materie; altre sarebbero laiche e altre promuoverebbero diversi credo religiosi”. In conclusione, il pensatore libertario auspica che lo Stato esca dal processo educativo poiché lo Stato, con tecniche più o meno raffinate, ha tentato di volta in volta di indottrinare e di modellare i giovani attraverso l’istruzione obbligatoria.

 

Sicurezza e disarmo

Dal momento che l’intellettuale libertario ha negato la legittimità dello Stato in quanto tale, è evidente che nella sua ottica l’opposizione alla guerra e agli interventi politici aggressivi tra paesi siano proposte indispensabili. Proprio perché queste riflessioni sono considerate imprescindibili per un autentico pensatore libertario, non sorprende- per quanto la cosa possa suonare paradossale- che per il libertario non possa esistere una politica estera semplicemente perché non esiste uno stato che la gestisce. Ma nell’attesa che lo Stato si dissolva, diventa necessario limitare l’azione governativa anche e soprattutto nell’ambito della politica estera. Proprio per questa ragione l’isolazionismo e la coesistenza pacifica sono due alternative concretamente e realisticamente perseguibili. D’altra parte, ciò non deve sorprendere poiché per il libertario la guerra costituisce comunque un omicidio di massa , costituisce cioè la più grave violazione della libertà individuale. Anche la neutralità costituisce una soluzione molto importante di fronte alla realtà criminale della guerra la quale in buona sostanza si limita a massacrare i cittadini e ad aumentare l’imposizione fiscale. Ebbene, l’isolazionismo, la neutralità e la coesistenza pacifica costituiscono la conseguenza di una tesi ben precisa: se lo Stato non ha alcun diritto di esistere tanto meno lo Stato può in modo legittimo rivendicare il diritto alla sovranità su un qualsiasi territorio. L’unica forma di resistenza ammessa da libertario è la guerriglia poiché “i guerriglieri difendono i civili dalle rapine dello Stato e dal momento che i guerriglieri hanno bisogno del sostegno dei civili, essi debbono salvaguardare la popolazione da qualsiasi violenza e organizzare le loro azioni in modo da colpire solamente l’apparato dello Stato e le sue forze armate. Di conseguenza, la guerriglia possiede l’antica onorata virtù di bersagliare solo il nemico, risparmiando civili docenti”. Ebbene questa ultima precisazione, esclude che il pensatore libertario condivida integralmente il pacifismo: l’intellettuale libertario infatti ritiene legittimo eliminare solo l’aggressore mentre ritiene del tutto illegittimo coinvolgere soggetti innocenti. Naturalmente ,dal punto di vista storico, gli Stati Uniti d’America hanno rappresentato per l’autore un esempio assolutamente nefasto poiché hanno concretizzato la peggiore forma di imperialismo del 21º secolo motivandolo soprattutto con il concetto di guerra fredda.

Durante questo periodo la società americana divenne una vera e propria mandria assolutamente passiva e ubbidiente disponibile a uccidere il nemico indicato dallo stato. È necessario rendersi conto che la guerra non rappresenta il benessere ma è il pericolo maggiore per la libertà civile. La dimostrazione di questa considerazione la si ha confrontando la democrazia e la dittatura in fatto di guerra: “nella prima ci deve essere una propaganda più efficace presso i sudditi affinché essi siano portati ad approvare le decisioni del governo. Lo Stato democratico deve operare con più fatica e rapidità. Esso deve anche essere più ipocrita nell’utilizzo della retorica per poter far presa sui valori delle masse”. Concretamente il libertario chiede che: gli Stati Uniti si ritirino immediatamente dal punto di vista militare e politico da tutti i continenti, che smantellino le proprie basi militari, che aboliscano la C.I.A ma che soprattutto attuino un disarmo nucleare mondiale. In particolare, l’America dovrebbe abbandonare completamente l’uso dei missili e dei bombardieri, abbandono che costringerebbe il governo americano a perseguire una politica realmente isolazionistica.

 

Persuasione

Per poter realizzare questi obiettivi così ambiziosi, l’intellettuale libertario dovrà rivolgersi ora ha i piccoli imprenditori che avranno interesse a porre fine al monopolio statale, ora ai gruppi universitari, ora ai giovani-patrocinando l’abolizione del servizio militare, la conclusione della guerra fredda, il raggiungimento della libertà civili per tutti, la legalizzazione delle droghe-ora alla classe media e operaia ora infine ai gruppi etnici e di minoranza. Naturalmente l’autore è pienamente consapevole dell’impossibilità di realizzare in breve tempo obiettivi così ambiziosi ma è altrettanto consapevole della possibilità di raggiungere questi obiettivi limitando di volta in volta l’autorità dello Stato: “i libertari dovrebbero invocare e accettare con calore qualsiasi riduzione delle attività e del potere dello Stato . Qualsiasi riduzione di questo tipo rappresenta la diminuzione del crimine e dell’aggressione statale”.

 

* Presidente CESTUDEC (Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis)

 

Riferimenti:

– Murray Newton Rothbard, L’etica della libertà, Liberilibri, 1996

– Murray Newton Rothbard, Per una nuova libertà, Liberilibri, 2004

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