In Anti & Politica, Economia

DI LEONARDO FACCO*

Ieri, abbiamo letto di uno stillicidio di azioni contro Equitalia, ormai identificata come un predone-legalizzato che entra in casa per ridurci sul lastrico. Sempre ieri, il capo in testa di questa organizzazione di stampo gabelloso, ha perso un’altra occasione per tacere, onde evitare di pronunciare le solite corbellerie in materia di tasse. Macché! Prima, ha chiesto di silenziare i media che riportano le notizie relative ai “suicidi economici”. Poi, ha calcato la mano sostenendo che non è colpa di Equitalia se “Fogna-Italia” è in crisi, il che è anche vero; ma se avesse avuto un po’ di quel buon gusto che non gli appartiene avrebbe dovuto rimarcare che le colpe della recessione sono dei suoi “datori di lavoro” (da Visco in poi), che per farsi belli di fronte alla pubblica opinione han cominciato prima a sparare ad alzo zero contro “l’evasione fiscale” e, successivamente, gli han dato un bazooka in mano per cercare di portare a casa un po’ di grana, taglieggiando chi produce come farebbe un usuraio qualsiasi.

Ancora ieri, Enrico Zanetti – direttore di Eutekene.info – ha scritto quanto segue sul quotidiano “linkiesta.it”:

1- Dal raffronto del DEF (Documento Economico Finanziario) 2011 con quello 2012, emerge con chiarezza come lo sforzo di riequilibrio dei conti pubblici, attuato con le quattro manovre del secondo semestre 2011, è stato in concreto scaricato per il 79,42% sui cittadini contribuenti e pensionati, per il 19,88% sulle Regioni e gli enti locali, per lo 0,7% sullo Stato;

2- A fronte di ciò, il processo di eliminazione, ridimensionamento e accorpamento di enti e uffici pubblici è stato impalpabile, né un solo posto di lavoro nel settore pubblico è stato messo in discussione.

3-La retorica delle tasse e dell’evasore parassita della società si sta sciogliendo come neve all’avvicinarsi del sole: le scadenze dell’IMU e l’aumento dell’IVA saranno vere e proprie “botte finali” di un processo di incremento della pressione fiscale assolutamente irresponsabile.

4-Il processo di scollamento sociale tra “pagatori di tasse” e “consumatori di tasse”, già in atto dal 2006, deflagrerà definitivamente, allontanando in modo irreversibile una ricostruzione del sistema politico fondato su una prospettiva radicalmente riformista, a favore di scenari imprevedibili e incontrollabili.

Chi mi conosce sa bene che i concetti espressi nei primi tre punti li ho sostenuti, e ribaditi, fino alla noia, chiudendo spesso ogni ragionamento con una battuta tanto semplice quanto efficacie: “Le tasse sono un furto”!

Sul quarto punto, invece, Zanetti apre ad una importante riflessione che chiunque abbia in uggia questo Stato criminale – indipendentisti compresi – non può svicolare, soprattutto in questi tempi in cui si annusa aria di “rivolta fiscale”. Che la ribellione contro le imposte sia una costante nella storia universale della libertà lo hanno scritto decine di grandi pensatori liberali. Essa è motore di coesione sociale tra gli oppressi, è la miccia per far emergere la coscienza di classe dei “moderati e produttivi”. Ciononostante, i ribelli non possono, e non devono, scadere nel populismo! Ha ragione da vendere Zanetti quando sostiene “che lo scollamento sociale […] deflagrerà […] a favore di scenari imprevedibili e incontrollabili”. Il che non è sempre un male, ma lo diventerebbe se permettessimo che le sacrosante istanze anti-fiscali vengano monopolizzate da quelle bande di nullafacenti e mantenuti che frequentano i centri sociali e che si fanno chiamare anarchici.

Non credo di essere sospettabile quale difensore di Equitalia. Ciononostante, quando le tv danno risalto a quelli che inviano bombette in formato lettera ai sottoposti di Befera (ricordate la FAI, la stessa che ha gambizzato Adinolfi?) o quando la rissa “leoncavallina” con la polizia di ieri a Napoli viene paragonata ad altre azioni di protesta genuina, il rischio che si corre è quello di essere tutti equiparati a quella risma di contestatori da strapazzo che fanno il gioco dello Stato e del suo sistema repressivo.

Comprendo, ma non condivido, il sentimento di gioia di chi – a prescindere – gioisce quando un satrapo delle Entrate passa un guaio. Ritengo, per converso, che è in altro modo che si devono combattere queste battaglie, se le si vuole vincere. Lasciatemi riprendere le parole di Thoreau, che è un padre della lotta allo Stato e al potere, oltreché emblema della disubbidienza civile e della resistenza fiscale: “Se mille uomini non pagassero quest’anno le tasse, ciò non sarebbe una misura tanto violenta e sanguinaria quanto lo sarebbe pagarle, e permettere allo Stato di commettere violenza e di versare del sangue innocente. Questa è, di fatto, la definizione di una rivoluzione pacifica, se una simile rivoluzione è possibile. Se l’esattore delle tasse, od ogni altro pubblico ufficiale, mi chiede, come uno ha fatto, ‘Ma cosa devo fare?’, la mia risposta è: ‘Se vuoi davvero fare qualcosa, rassegna le dimissioni’. Quando il suddito si è rifiutato di obbedire, e l’ufficiale ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico, allora la rivoluzione è compiuta”.

Disubbidire, resistere, boicottare, evadere, eludere, contravvenire, obiettare. Ognuno di noi (o tutti noi insieme, come potrebbe accadere dopo la convention di Jesolo) ha a disposizione una gamma di soluzioni da adottare per ignorare lo Stato e non obbedire. Lo si può fare in modo esplicito, lo si può fare autodenunciandosi, lo si può fare operando da guastatori, ciò che conta è farlo, in modo da togliere al pescecane-Stato l’acqua in cui nuota e tiranneggia. Ad una condizione: senza tirare il sasso per poi nascondere la mano, come fanno certi vigliacchi.

Lo si può fare – e la storia è zeppa di esempi – anche ricorrendo alla violenza come legittima difesa, considerato che “esula dai doveri dell’uomo farsi ridurre in schiavitù”, come aspirano a fare Monti ed i suoi aguzzini. Ciò che si deve evitare è passare dalla parte del torto. Meglio un forcone in mano, stando sulla soglia della propria porta di casa, che una lettera bomba, che alla fine esploderebbe in mano a noi, che abbiamo ragioni da vendere per dire “Basta Stato, basta tasse, basta Italia”!

 

*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/tasse-equitalia-rivolta

 

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Showing 8 comments
  • libertyfighter

    Hai ragione da vendere caro Leo. Ti pongo però un problema. Nell’attuale panorama politico non c’è un solo gruppo che abbia le idee libertarie. Ma neanche liberali. Alle prossime elezioni, bombe o meno, vincerà Grillo o gli estremismi di destra e sinistra.
    E sotto a questa gente che poi dovremmo cercare la ricostruzione?
    Allora, posto che noi non ci candidiamo, non sarebbe forse il caso di fare un corso di economia Austriaca al M5S ?

  • Gabry

    Maledetti! Mettete anche l’esercito ma per cosa? Per difendere gli strozzini? Maledetti, stramaledetti, arcistramaledetti!!! Non avete cuore! Quei porci portano via case, auto, cianfrusaglie a chi già a niente, ma che razza di stato maledetto è uno stato che ammazza i bambini!!! MERDE!!!!

  • fabrizio romano

    Il ministro degli interni ha affermato: chi attaca equitalia attaca lo stato, giusta equazione! come dire chi attacca Totò Reina attaca la mafia!

  • atom

    1 Io non pago un accertamento perchè non ho soldi e subito mi raddoppiano la multa
    2 Faccio opposizione e lo stato mi impone di pagare intanto il 30% già prima di partire con la causa, poi vedremo, siccome lo stato è parte in causa e parte giudicante, questo non è conflitto di interesse?
    3) lotta all’evasione SACROSANTA come altrettanto SACROSANTA è la trasparenza di quel che lo stato, regioni, province comuni ecc ecce fa con le ns tasse e che però non viene minimamente fatta (nemmeno ne viene parlato)
    4) sperpero di soldi pubblici a non finire senza che nessuno ne renda conto anzi addirittura ci deridono
    5) pagamanti delle amministazioni pubbliche ben oltre il termine stabilito (a proposito anche a loro perchè non raddoppiare come fa equitalia?)
    urtroppo il popolo italiano merita tutto questo, … continuano a votarli! sigh! come dopo 60anni ancora non hanno capito che tanto loro non cambieranno mai?
    saluti

  • daniele

    ah…dimenticavo….i signori di equitalia possono permettersi di sbagliare le cartelle esattoriali….CIFRE O ALTRO SENZA CHE NESSUNI LI RIPRENDA…….quindi perchè io prima ti devo pagare somme pazzesche e poi devo aspettare una vita prima che mi rimborsi il maltolto??
    FACCIAMO COSI’…..ti riprendi la tua cartella esattoriale di merda la ricorreggi e poi io ti pago quello che ti devo……o sbaglio!?
    E’ FACILE PRENDERE PRIMA IL CASH E POI AVERE LA FACCIA DI MERDA NEL DIRE….LA RIMBORSEREMOOO……MA CHI VOGLIONO PRENDERE PER IL CULOOO!?

    LA PROTESTA CIVILE E’ GIUSTA QUANDO MI TROVO DIFRONTE PERSONE SERIE E NN BUFFONI CHE SI PERMETTONO DI SCAVALCARE ANCHE LE LEGGI PER RIEMPIRSI LE TASCHE!!!!
    VISTO CHE NN SIAMO IN GERMANIA O IN OLANDA DOVE LE COSE FUNZIONANO MEGLIO E SOPRATUTTO DOVE LE ISTITUZIONI NN TI INCULANO……GIUSTO LANCIARE LE BOMBE!!!!

  • daniele

    Concordo con te caro leonardo c’è modo e modo di protestare…leggiti come ho fatto io oggi due articoli del FATTO QUOTIDIANO di alcuni casi accaduti a persone normali che si sono trovati delle cartelle esattoriali gravate fino al 9% di interesse e che se nn paghi ti pignorano la casa (che è vietato per legge) quindi…..NN MI SEMBRA CHE EQUITALIA SIA TANTO COMPRENSIVA E SOPRATUTTO ONESTA CON LE PERSONE….. mi spiace dirlo….ma A VOLTE LA VIOLENZA SERVE PERCHE’ NN SEMPRE PROTESTARE IN MODO CIVILE SI ARRIVA AD UNA GIUSTA SOLUZIONE!
    Caro LEO i signori di Equitalia fanno il di piu’ se nn l’hai capito si sovrappongono alla legge e credono di essere dei duri….ma ora la gente è stanca e nè ha le palle piene delle ingiustizie…quindi a MALE ESTREMI ESTREMI RIMEDI!
    SALUTI

  • fabrizio

    “Un uomo di raro buon senso,franco nel parlare e nell’agire;sopratutto un uomo di idee e di principi-era questo che lo distingueva.”(In difesa del capitano John Brown)
    Disobbedienza civile(Thoreau)

    Grazie Facco

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