In Anti & Politica, Varie

DI CLAUDIO ROMITI

Ho deciso di affidare alle mani di un liberale di provata fede come Leonardo Facco questo breve scritto, innanzitutto per ricordare che la tenacia e la coerenza politica non si inventano dall’oggi al domani. Ed è proprio sulla mancanza di quest’ultimo elemento, ossia la coerenza, che mesi addietro si è svolto un intenso dibattito all’interno del forum del Tea-party, troncato con una serie di “democratiche” bannature ai danni del sottoscritto e di chiunque osasse dissentire dalla evidente collateralità di questo movimento col Pdl.

Comunque sia, avevo deciso di archiviare questo pessimo capitolo della mia lunga esperienza di osservatore politico, quando mi sono imbattuto in una vicenda a dir poco imbarazzante: la pubblicazione nel quotidiano “l’Opinione”, con cui mi onoro di collaborare da una ventina di anni, di un autoincensatorio articolo del vicecoordinatore nazionale dello stesso Tea-party, tal Riccardo Cavirani.

Ora, la cosa mi ha lasciato abbastanza di stucco perché il medesimo Cavirani, poco prima di farmi bannare dal suo forum, trovandosi in evidente carenza di argomenti, mi attaccò ripetutamente sostenendo che “non si possono portare avanti battaglie liberali all’interno di un giornale che gode di contributi pubblici”. Tuttavia se a farlo è un personaggio che porta sulla giacchetta l’etichetta di una teiera, allora il ragionamento non vale.

Da questo punto di vista il quotidiano del mio amico Arturo Diaconale -sicuramente all’oscuro delle maldicenze del Cavirani- val bene una messa, come si suol dire.  Ma a parte ciò, il contenuto dell’articolo in oggetto è assolutamente stupefacente.

Nonostante la conclamata contiguità di gran parte del Tpi con il partito di Berlusconi, già ampiamente da me descritta su queste pagine, il suo vice-coordinatore scrive parole di fuoco contro le forze politiche tradizionali, accomunando Pd e Pdl in un giudizio totalmente negativo, soprattutto sul piano delle prospettive per risanare il Paese. Tutte belle parolone che, però, è un peccato che vengano da un pulpito piuttosto sospetto. Infatti, il nostro buon Riccardo Cavirani risulta essere un esponente di spicco del Pdl di Seravezza, ridente comune della Versilia, nonché eletto come consigliere comunale nelle liste di questo partito che ora sembra osteggiare furiosamente. Eppure, ho scovato -i miracoli della rete- una sua intervista di pochi mesi addietro rilasciata al quotidiano locale “Il Tirreno”, in cui difendeva a spada tratta il suo, a questo punto ex, Cavaliere dagli attacchi di un illustre cattedratico reo di aver paragonato quest’ultimo a Mussolini.

A questo punto una domanda nasce spontanea: ci troviamo di fronte all’ennesima conversione sulla via di Damasco o, molto più semplicemente, trattasi della solito trasformismo utilizzato nella ricerca di un “cavallo” fresco da montare?

Comunque stiano le cose, personalmente non mi sentirei di affidare a questa strana forma di coerenza politica neppure le chiavi del cesso. Figuriamoci, poi, una sorta di delega in bianco sulla fondamentale e difficilissima battaglia per ridurre il perimetro dello Stato. La fiducia e la credibilità, per nostra fortuna, non possono essere surrogate da slogan e parole d’ordine buttate nel mucchio per attirare l’attenzione.

Come diceva una famosa pubblicità del vecchio “Carosello”, la fiducia è una cosa molto seria.

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Il nostro sito è – come sempre – disponibile a pubblicare eventuali interventi e/o repliche di qualche rappresentante di Tea-Party Italia

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  • Cosimo

    In Italia ci sono due cancri, quelli che vivono di politica e quelli che non avendo un cazzo da fare rompono i coglioni a chi nei ritagli di tempo prova ad impegnarsi per qualcosa. Tale Prof Cipolla, scrisse un saggio sulla stupidità umana, individuano nello stupido il soggetto che con le sue azioni porta il prossimo a perdere tempo e deviare rispetto ai propri obiettivi.
    Romiti ti pago due mignotte, ma ti prego.. hai svangato i coglioni.

  • Sergio De Prisco

    Quelle di Giacomo, qui forse espresse come elucubrazioni, sono una delle più sostanziali novità del Tea Party, una piattaforma che vincola ai contenuti ma non ai metodi.

    Chiunque ne condivida le finalità, poche e chiare, può usare il movimento come piattaforma scegliendo i metodi che preferisce, la selezione naturale farà giustizia dei metodi inadatti e riconoscerà il successo ai metodi migliori.

    Io sono uno di quelli che divide i politici in untori ed appestati e predica di tenersene il più lontano possibile; personalmente credo che la democrazia rappresentativa sia un inutile rottame e qualsiasi tentativo di portare presso organi elettivi le istanze del Tea Party provocherà solo, per le persone che ci provano, l’emarginazione o la neutralizzazione con emarginazione in una dorata sinecura.

    Non mi sogno neppure, però, di criticare o condannare chi pensa che questo sia il metodo vincente; molti la pensano così, sicuramente tutti quelli, e sono tanti, che vorrebbero vedere il movimento diventare un partito.

    Costoro la pensano come Napolitano che, dalla palude dei suoi quasi novant’anni, sostiene che i partiti siano imprescindibili. L’ombra di darwin farà giustizia di queste opinioni, ma non si può pensare che legioni di persone condizionate sin da piccoli a pensare che cambiare voglia dire vincere le elezioni cambi modo di ragionare da un anno all’altro, né si può rinunciare al loro apporto con qualche speranza di successo.

    Perciò invito l’ottimo Claudio ad accettare questa impostazione del Tea Party e a cominciare ad appoggiarlo invece di osteggiarlo.

  • Claudio Romiti

    Caro Alessandro Ciuti, la differenza tra una visione cosciente e il delirio è che quest’ultimo presuppone tutta una serie di elementi fondanti privi di alcun incardinamento con la realtà. Detto questo, augurandomi che Tu abbia scritto questa lunga invettiva senza aver letto il su presente articolo, nello stesso non si trova assolutamente nulla dei rilievi che Tu muovi. Non c’è alcun insulto a chi fa banchetti e volantinaggi. Il riferimento alla militanza usata come clava è presente in una risposta data all’amico Zucco e deriva dal bombardamento che in passato ho ricevuto da alcuni dirigenti del Tpi, i quali attaccavano me ed altri amici, per così dire, più riflessivi, i quali sarebbero stati rei di criticare senza muovere le chiappe. Questo, al di là della specifica attività sul territorio, rappresenta spesso un metodo molto antico, presente in molti partiti e movimenti, per tacitare il dissenso. Ma per il resto perchè non la smettiamo di mostrare sempre la coda di paglia e reagire all’unisono contro specifiche critiche? Caro Alessandro, hai scritto un fiume di parole ma non hai minimamente toccato i rilievo mossi dal sottoscritto ad un personaggio che prima diffama me e il giornale per cui scrivo da molto anni e poi, buttandola sullo scherzo, si fa pubblicare sullo stesso una bella invettiva contro i partiti, il suo compreso. Non c’è qualcosina che non torna in tutto questo? Se Ti sta bene hai tutto il mio rispetto. Ma, consentimi, posso dire la mia a riguardo, visto che proprio per aver risposto alle insinuazioni del tuo amico, sono stato bannato?
    Inoltre, non sarebbe anche il caso di portare il dibattito al di fuorì dei toni da guerra santa con cui alcuni di voi -leggasi alcuni- state interpretanto le mie analisi, condivisibili o meno? Qui, ribadisco fino alla nausea, non si tratta di fare la caccia alle streghe a chi è o è stato Berlusconiano. Non è questo il punto. E già il fatto che io parli di collateralità e tu ed altri mi attribuite termini da codice penale come complicità o collusione la dice lunga sulla distanza che ci separa. Ho sempre sostenuto che ognuno è libero di gestire i movimenti come meglio crede, affiliandosi con chi gli pare. Però, a mio avviso, non è molto opportuno, in un momento di gravissimo discredito per il Cavaliere e il centro-destra, apparire contigui -non collusi e nè prezzolati- con questi ultimi a causa di troppi doppi incarichi presenti nel movimento medesimo. Il tutto condito, almeno fino a quando vi ho frequentato, da una serie impressionante di iniziative nelle quali il Pdl sembrava il protagonista principale. Ricordo, a titolo di esempio, che il coordinatore del Veneto -quello dalla bannatura facile per intendersi- fece girare un comunicato stampa a nome del Tp in cui chiedeva le dimissioni del vertici regionali del Pdl dopo la sconfitta nelle ultime elezioni locali. Questa come la volgiamo chiamare se non contiguità, disinteressata vocazione ad aiutare gli altri? Perchè, caro Alessandro, non la smettiamo di prenderci in giro? Cordialità.

  • Corsini DSM

    Noi senza potere non riconosciamo nessun movimento politico che non sia nato spontaneamente dalla base. Non sappiamo che farcene di movimenti politici preconfezionati, calati dall’alto, a prescindere dalla buona o mala fede di certi loro aderenti. Così come non sappiamo che farcene di arrivisti o gatekeepers, di arroganti e di incapaci. Per questo ci siamo fatti da noi il Tea Party Federazione Liberista, gruppo che non c’entra nulla col Tea Party Italia. Per questo quando vengono nominati I TEA PARTY , al plurale, gradiremmo che si specificasse che si sta parlando del solo Tea Party Italia.
    Quanto a Claudio Romiti, che ha aderito anche al nostro Tea Party Federazione Liberista, non vedo perché non pianta il Tea Party Italia e non rimane solo con noi, dandoci il suo (da noi ) graditissimo supporto, esattamente come hanno fatto altri transfughi fuggiti dal Tea Party Italia. Sarebbe la conclusione più logica.
    Claudio, ti aspettiamo a braccia aperte.
    Corsini Di San Michele
    Tea Party Federazione Liberista

  • Claudio Romiti

    Caro Giacomo, mi associo alla stima che Ti ha espresso il nostro Leonardo, tuttavia quando leggo alcune delle tue risposte, come l’ultima, mi sembra di assistere alle elucubrazioni dell’esilarante detective Monk. Purtroppo la politica, fatta da uomini pieni di egoismi e mire nascoste, non si assoggetterà mai a formule perfette:). Un caro saluto

    • ALESSANDRO CIUTI

      Caro Claudio, non volevo entrare nell’ennesima polemica ma vorrei chiarire alcuni punti. Il fatto che tu abbia una posizione critica nei confronti del Tea Party non è una novità. Più volte abbiamo avuto modo tra noi due di affrontare questo argomento, in modo civile e senza insultarci. Non voglio entrare nel merito delle bannature perchè già l’ho fatto in passato, fin troppo, e tutto sommato penso interessi fino ad un certo punto. Tengo a sottolineare che sul gruppo Lombardo, e non solo, sei ancora presente e se vorrai continuerai ad esserlo, pubblicando liberamente i tuoi articoli, che tra l’altro leggo sempre con interesse. E’ nella tua assoluta libertà non condividere scopi e metodologie del movimento. Lascia però che ti dica due cose che mi premono. Primo: il fatto che tu ti distingua per usare toni di disprezzo nei confronti di chi fa “banchetti” e altre attività che non condividi, spesso può venire considerato alla stregua di un insulto e magari generare delle reazioni scomposte. Forse hai ragione nel considerare queste attività come inutili, io non lo credo, ma è nella tua libertà ovviamente. Non è rispettoso da parte tua però bollare chi si presta a queste attività, mettendo a disposizione tempo ed energie tolte al lavoro ed alla famiglia, come una massa di ragazzini idioti. Innanzitutto, io non sono un ragazzino e come ti concedo rispetto lo pretendo: mi pare di essere stato sempre rispettoso della tua persona e del tuo pensiero per cui credo di poterti chiedere almeno questo, nulla di più nulla di meno. E’ una questione di buona educazione, al di la delle speculazioni ideologiche. Il fatto che tu consideri certe attività come inutili non ti da il diritto di ergerti a giudice supremo. Sei libero di non partecipare e di fare o anche non fare altro. La critica può anche essere radicale ma insistere nel tentativo di distruggere e demotivare chi, magari sbagliando, si impegna per una causa comune, non può essere percepito come atteggiamento costruttivo. La reazione può a volte essere sbagliata ma ti invito a fare ogni tanto anche un minimo di autocritica. Non sei un agnellino vittima di lupi selvaggi e questo tuo desiderio di martirio mi pare totalmente fuori contesto. Secondo. Un conto è non apprezzare il movimento o avere antipatia, giustificata o no non importa, per chi ne fa parte. Altro è dire e scrivere falsità. Tu dai per assodato che il PDl e Tea Party siano la stessa cosa o quantomeno collusi. Il primo evento Tea Party a cui ho partecipato si svolgeva a Varese, nell’Ottobre 2011. Relatori presenti oltre al noto attivista berlusconiano Giacomo Zucco, erano Carlo Lottieri e Leonardo Facco. Da quel momento ho deciso di seguire più da vicino le attività del movimento aumentando via via il mio impegno. Dunque secondo la tua tesi chi appartiene al tea party è di due razze: i coglioni, che non hanno capito ancora di come sia solo una corrente del PdL, oppure i cani in malafede, gente pagata da Silvio e che userà il movimento per scopi funesti. In tutto ciò, quindi, vorrei sapere come incaselli i relatori che partecipano agli incontri: sono tra i primi o tra i secondi? Oppure pensi che siano lautamente pagati? Poco tempo ho partecipato e contribuito ad organizzare un Tea Party Napoli . Allo Stesso tavolo con me ed altri era seduto Guglielmo Piombini che Leonardo conosce bene. Oltre a noi c’erano altre persone, fra cui il motore dell’evento cioè gli amici del sito di StoriaLibera. Se non sia di che si tratta chiedi a Carlo Lottieri. Certo c’era anche un deputato del pdl che tra l’altro è fuggito via perchè frustrato dalle contestazioni ricevute….e allora??? Il grande Facco, a cui tiro anch’io la giacchetta, non è certo organico al Tea Party ed ha anzi espresso remore riguardo alcune nostre iniziative. Al contrario di te però l’ha sempre fatto, da vero libertario, nel rispetto delle scelte individuali e non si è mai accomodato sullo scranno di giudice supremo in fatto di liberalità del prossimo. Infatti laddove i temi sinbao condivisi ci si viene incontro. Tanti libertari partecipano alle attività organizzate dal TPI: addirittura con la presenza ai tanto vituperati banchetti. A volte hanno posizioni critiche a volte meno ma sempre nella consapevolezza che il movimento è libero e decentrato per cui non ci sono ordini di scuderia. Chi partecipa lo fa perchè ci crede o semplicemente si diverte. Sul gruppo facebbok di cui sei amministratore si parla di Berlusconi come l’inventore, patron e finanziatore del movimento. Ora, su questo punto ti prego di fermarti e riconsiderare. Vedi la cosa è davvero spiacevole perchè io personalmente nell’attività che svolgo caccio denaro che esce dalle mie tasche ed impegno tempo che potrei spendere in altri mille modi. Non voglio applausi per questo: sono soldi miei e li spendo come mi pare. Il fatto però che tutti i sacrifici, anche economici, che si stanno affrontando vengano insultati in questo modo, francamente non sono disposto ad accettarlo. Il fatto che ci siano elettori, iscritti, amministratori del PdL che simpatizzano per il Tea Party è fuori di dubbio. Io non ho mai fatto mistero di provenire dal PdL, nemmeno con te se non sbaglio, e non me ne vergogno: non ho mai avuto incarichi ma da quando voto ho sempre votato Berlusconi, salvo una parentesi leghista. Oggi non faccio più parte di quel partito per scelte personali antecedenti al mio impegno con il TPI e non vedo che necessità ci sia di lanciare strali nei miei confronti o di altri che diversamente da me, sono ancora all’interno di quel partito, sebbene in posizione critica. La mission del TPI è Meno Tasse e Meno Stato, con tutti quelli che ci stanno. Il rapporto con la politica nel senso di lobbing è sempre stata dichiarata ed applicata, certo, con alterne fortune. L’indipendenza del movimento viene difesa tutti i santi giorni con le unghi e con i denti: ti assicruo che non è una passeggiata. A volte si sbaglia? Certamente sì! Il fatto che la cosa non ti stia bene è leggittimo ma non ti autorizza automaticamente a dileggiare chi invece ha scelto questa strada, ne a dare per scontato alcunchè. Ho sempre rispettato le tue opinioni anche se divergenti dalle mie in merito alla natura del movimento però trovo davvero scorretto che tu alle opinioni personali stia cercando di dare carattere di oggettività assoluta. Così non è caro Claudio, e la mia opinione se permetti vale quanto la tua. Diversamente se ti risultano dei bonifici da parte di Berlusconi per finanziare il TPI per favore dillo chiaramente e mostraci le pezze giustificative. Almeno potrei chiedre un rimborso delle spese sostenute fino ad ora. Non voglio convincerti di nulla caro Claudio perchè mi rendo conto di come tu abbia assunto una posizione radicale non modificabile, lanciando la tua crociata contro il diavolo e capisco che nulla potrà farti tornare indietro. Ti invito però ad esprimere le tue opinioni senza ammantarti di quella santità ideale e civile che ti spinge a lanciare invettive che vanno oltre la critica e scadono troppo spesso nel jihad fondamentalista. Di Grillo ne abbiamo già uno, ahime, ed è già troppo. Infine, al di la delle divergenze, ti rinnovo la mia stima ma anche il mio desiderio di poter continuare ad avere con te un rapporto di civile confronto, in perfetta reciprocità.

  • Giacomo Zucco

    Leonardo ha ragione: già dopo il primo articolo di Claudio avevo promesso di fare un articolo di risposta, che lui avrebbe pubblicato con la stessa evidenza. Purtroppo non sono riuscito a farlo,e il battibecco è continuato in mille rivoli e commenti estemporanei sparsi qua e là, e non in un vero scambio organico di opinioni. Mea Culpa.
    Spero di poter riparare quanto prima.

    Per il resto, anche la mia impressione è che non si tratti di litigi utili. Se l’individuo A mira all’obiettivo O e usa lo strumento X, e anche l’individuo B mira all’obiettivo O e usa lo strumento Y, ci sono due cose che possono succedere: o i due si uniscono per l’obiettivo comune, oppure si dividono sul metodo…magari unendosi ad altri individui che hanno il proprio stesso metodo ma un obbiettivo P diverso da O. Secondo me si tratta di un errore, soprattutto nel caso tasse. Io rispetto il metodo di battaglia culturale di Claudio e il metodo di battaglia politico-amministrativa di Riccardo. Ritengo che Riccardo sbaglierebbe a passare il suo tempo a criticare Claudio perché passa il tempo a scrivere articoli contro le tasse invece di candidarsi nel suo comune (con il primo partito utile a questo scopo) per presentare mozioni contro le tasse. Ritengo che Claudio sbagli a passare il suo tempo a criticare Riccardo perché passa il tempo a presentare mozioni contro le tasse (eletto in un comune tra le fila di un partito), invece di scrivere articoli da esterno. Ritengo che ognuno dei due farebbe meglio a perseguire e promuovere la propria strategia, senza sprecare energie a tentare di demolire quella dell’altro. Questo discorso si sovrappone con il discorso che giustamente ricorda Leonardo: i politici spesso NON HANNO l’obiettivo O…ne hanno uno diverso…e la loro strategia consiste in menzogne. Per questo ha ragione quando ricorda e ripete di stare attenti. Ma stare attenti, nel caso della piattaforma TPI, non può tradursi del tagliare i ponti con i politici, altrimenti taglieremo fuori alcune strategie, e non era questo il progetto iniziale.

    Il punto fondamentale, comunque, è che ogni secondo che spendiamo a litigare tra noi è un secondo sprecato che non usiamo per rompere le balle allo stato italiano.

    Poi vabbè, siamo umani, io per primo sbaglio e sicuramente ho sbagliato. Per parte mia, cercherò di chiarire i dubbi quando possibile…ma la priorità rimane difendersi da fuoco nemico, che è già abbastanza, e non concentrarmi sul fuoco amico.

  • Alessandro Zerbinato

    Appunto per questo ho scritto quel che ho scritto, mentre tu, Cavirani, scrivendo quel che scrivi componi il tuo epitaffio.

  • Riccardo Cavirani

    Zerbinato, ti consiglio di leggere il bellissimo libro di Facco ‘umberto magno’, parla di un partito che conosci bene, nel quale militi e che difendi a spada tratta.

    Amen.

  • Alessandro Zerbinato

    Anche Pacciani sembrava umile e bonario

  • Riccardo Cavirani

    Claudio se pensi che io sia uno che canta meno male che silvio c’è fai solo del male alla tua intelligenza. La pensiamo uguale. E ti ho più volte sottolineato che alcune critiche erano e sono anche giuste.
    Sui tuoi gruppi ho solo difeso l’operato del tea party e per quello che ti posso dire conta molto più zucco di me, il galoppino non lo faccio perchè posso mantenermi autonomamente e la politica non mi da da mangiare.
    Se vogliamo continuare il battibecco facciamolo, io rimango dell’idea che stiamo favorendo solo chi è più statalista di noi con questa ennesima divisione.
    Per me rimani una persona di cui ho stima, che leggo volentieri e che mi auguro che possa ricredersi. Per quanto mi riguarda spero possa rinascere una amicizia. Davvero.

  • Alessandro Zerbinato

    Duole constatare che tutti sono contro tutti. Il divisore ha giocato e gioca ruoli importanti in tutti gli ambiti. Di fronte ad una difesa della verità da parte di Romiti devo riconoscere che è molto difficile riuscire a dimostrarla con poche parole che non siano poi soffocate da altre e si cerchi poi magari di soffocare chi difende colui che difende la verità. La verità tuttavia si fa strada da sola nella storia ed ama chi percorre le sue vie, chi non la segue porta sè stesso e le persone su cui ha responsabilità verso la rovina. L’esperienza della mancanza di verità è l’esperienza che quest’Italia ha fatto fin dalla fondazione e che aumenta alla potenza di decennio in decennio. Chi vive nella menzogna odia chi vive nella verità e chi vive nella verità sa riconoscere chi vive nella menzogna. Sia chi vive nella verità che chi vive nella menzogna sono consapevoli di dove sia la verità, non ne sono consapevoli coloro che vengono imbrogliati da chi non vive nella verità o lo sono in maniera minore. Chi quindi guida è responsabile delle posizioni di menzogna che assume e ne risponderà all’Eterno Giudice.

    Sono spiacente Cavirani, ma lei, pur non meritando io entri nell’argomento politico che riguarda il Tea Party Italia e che Romiti con onestà ha trattato, ha meritato questo alto ammonimento che mi pregio di esporle. Ne faccia tesoro e lo rispetti. Lo ritroverà un giorno come pietra che la schiaccia o come gradino per salire.

    La affido al Signore

    Alessandro Zerbinato

  • Claudio Romiti

    Ulteriore precisazione: Cavirani, dopo la pubblicazione sempre su queste pagine della mia prima riflessione sul Tea-party alias Pdl, stazionava dalla mattina alla sera nel forum da me fondato, alzando di continuo il tono delle sue evidenti provocazioni, tant’è -che per oltre una settimana- mi sono preso le reprimende di molti dei miei amici, che mi consideravano troppo tollerante. Le cose sono precipitate quando mi sono permesso di scrivere una risposta civile alle basse insinuazioni del Cavirani nel forum del Tpi. Sono stato immediatamente bannato in via definitiva. A quel punto, dopo essermi guadagnato l’epiteto di pennivendolo dallo Stesso Cavirani, ho preso atto che il dialogo non poteva funzionare, dato che mancava un minimo livello di reciprocità. Quanto all’abolizione dell’ordine sono il primo a sottoscriverlo. Nel 1994 avevo raggiunto ampiamente i requisiti per l’iscrizione all’albo, ma la mia coscienza liberale me lo ha impedito. E così come non ho mai cantato, al contrario di tanti galoppini di partito, meno male che Silvio c’è, allo stesso modo ho sempre tenuto a restare un semplice libero pensatore. Per questo ho sviluppato un particolare fiuto per i gattopardi. Cordialità.

  • Riccardo Cavirani

    Non ho mai insultato nessuno.
    Invitare capezzone (non l’ho chiamato io) è stato sbaglio, non eravamo ancora rodati.
    Non ho incarichi nel pdl, non sono stato nominato da nessuno e probabilmente verrò cacciato dal partito se continuerò queste battaglie liberali, ma fintanto che posso parlare, parlo. Alla fine rappresento più io il pdl per come avrebbe dovuto essere che non i dirigenti romani.
    Sul discorso incarichi ho da tempo sottolineato la mia posizione ‘scomoda’ a giacomo zucco, proponendo delle primarie.
    La questione dell’opinione era una provocazione ai ripetuti attacchi alla mia persona fatti da romiti.. non lo volevo offendere e anzi ho sottolineato più volte una visione comune e un desiderio di collaborare.
    Sul pdl dico quello che ho detto fin dall’inizio, mai difeso il partito quando è indifendibile. Forse romiti da buon giornalista dovrebbe informarsi maggiormente degli andamenti della politica seravezzina.
    Ma si sa i giornalisti sono una brutta razza. Mi auguro che aboliscano l’ordine un giorno o l’altro.

  • Claudio Romiti

    P.S. Avendo letto solo ora le surreali argomentazioni del Cavirani, mi permetto di scrivere alcune brevissime precisazioni. a) Lo stesso Cavirani confonde l’attività di opinionista con quella di galoppino di partito. Ognuno è responsabile di ciò che scrive. Ed il fatto di collaborare con un giornalino on-line che mi consente di esprimermi in piena libertà -sfido questo personaggio a trovare in tutti i commenti pubblicati su “La Goccia” un solo mio articolo in favore del Pdl. Da questo punto di vista, ho sempre auspicato che il centro-destra tagliasse il perimetro dello Stato. E quando ciò era chiaro che non accadesse, ho preso le distanze, contrariamente a qualche galoppino di partito che continua a recitare due parti in commedia. b) Il Cavirani, poi, racconta balle in merito alla sua bannatura. Questa è avventuta nel mio forum dopo che ero stato cancellato dal suo, solo per aver risposto alle sue insinuazioni. Dato che continuava ad insultare, non pago della mia bannatura definitiva, a furor di popolo sono stato gandhianamente costretto a ripagarlo con le stessa moneta. Liberali si, ma non coglioni. c) Il Cavirani, infine, non chiarisce il perchè, avendomi inibito più volte di condurre una battaglia liberale sull’Opinione (lo faccio da sempre a titolo gratuito) in quanto giornale sovvenzionato, si permette tranquillamente di farsi pubblicare una bella invettiva antipartitica, Pdl in testa.Ha forse cambiato idea sul quotidiano diretto da Arturo Diaconale? Si è forse dimesso da tutti gli incarichi che riveste con questo partito? Possiamo finalmente dire che anche il nostro consigliere di Seravezza è rientrato nella cosiddetta società spontanea, o civile che dir si voglia? Possiamo annunciare al mondo questa grande notizia?
    Battute a parte, comprendo la smania di soffocare critiche e dissensi a colpi di bannature e tirate di giacchette, tuttavia mi compiaccio del fatto che il nostro vario e competitivo mondo liberale possa annoverare tra le sue file degli ottimi e coraggiosi esponenti come il nostro Leonardo Facco. Una voce veramente libera la quale, al di là di ogni distinguo nella visione, consente anche a molte altre di esserlo. Di questo lo ringrazio di cuore. Cordialità

  • leonardofaccoeditore

    Cari Giacomo e Riccardo, tiratemi pure per la giacchetta, ne avete il diritto. Ciononostante, questo sito – da sempre e lo sapete – è un enclave di vera libertà, lo sapete. Del resto, come dissi a Giacomo dopo il primo articolo che scrisse Claudio, qui avete la possibilità di rispondere punto su punto. Inoltre, Claudio solleva un problema, a parer suo, politico, un problema che vi assicuro (da terminale di mille voci quali sono) è parso tale a molti altri simpatizzanti iniziali del tea-party, tea party di cui – insieme a Giorgio – ho contribuito a sponsorizzare all’inizio, quando Mazzerelli mi contattava in continuazione, anche per via di certi clan romani intenti a fottersi il simbolo.
    Io, come ho detto pubblicamente più volte, provo una stima enorme per Giacomo Zucco, stima che ad oggi non è mai stata scalfita. Ma come gli ho sempre detto, quando ci si avvicina ai politici (gente furba) bisogna stare attentissimi a non prendere cantonate (cosa che capita a tutti, basta che citando me stesso, torno a pensare a quella cialtronata di DECIDERE.NET messa in piedi da Capezzone, per la quale spesi il mio nome e la mia faccia agli esordi), anche perchè il tentativo di questa casta senza morale e senza credibilità è quella di inventarsi “endorsment” di comodo.
    Detto ciò, non solo qui ma anche sul quotidiano l’Indipendenza, ho sempre pubblicato quanto inviatomi ufficialmente dai Tea-party.

  • Claudio Romiti

    Paranoia? Non direi proprio caro Giacomo. Le bannature basate su divergenze politche sono una brutta faccenda. E lo sono anche le risposte buttate giù a casaccio senza entrare in argomento. Se io fossi in Te comincerei a chiedere perlomeno maggior coerenza a tutti quei personaggi che hanno cominciato a “combattere” lo Stato a partire dal collasso del governo Berlusconi e del suo partito di nominati e di cooptati; per non dir di peggio. Personalmente non ho mai avuto nessuna tessera o incarico di partito da difendere. Come ti ho detto più volte, mi sono alienato le simpatie del quotidiano di famiglia del Cavaliere perchè alla fine del 2004 scrissi su quelle pagine, per ben due volte, che i presunti liberali al governo stavano facendo esplodere la spesa pubblica. Figurati, perciò, se mi faccio scrupoli a criticare con gli strumenti della mia esperienza chi vende fumo, continuando a giocare più parti in commedia. E sebbene, da liberale, non mi scandalizzo affatto per i soliti trasformismi fisiologici dei tanti benefattori della società in servizio attivo permanente, che mi sia almeno consentito il diritto di analisi e di critica. Esattamente ciò che tu e gli altri
    appassionati dei banchetti e di una certa militanza usata come clava contro il dissenso interno non mi avete permesso di fare. Da questo punto di vista mi auguro che anche voi partigiani delle teiere vi evolviate, aumentando il vostro deficitario tasso di tolleranza interna. Un cordiale saluto.

  • Giacomo Zucco

    P.S.: nel frattempo l’amico Leonardo, che mi spiace dover tirare anch’io per la giacchetta come se c’entrasse qualcosa in questo litigio personale travestito da crociata politica, può confermare quanto era “collaterale al PdL” l’incontro a cui lui stesso ha partecipato a Poggio a Caiano, che era stato organizzato da grillini. Ma, ripeto, sarebbe una precisazione inutile: appena Romiti si accorgerà che Berlusconi è morto e sepolto (spero presto), il tormentone diventerà che siamo mercenari occulti, ninja e rettiliani al servizio di Montezemolo. La realtà del fatto che TPI, per sua natura dichiarata, si rivolge trasversalmente a TUTTI coloro che sono disposti a dialogare sul tema tasse, è evidentemente troppo poco stimolante per poterci costruire sopra tormentoni estenuanti.

    • Riccardo Cavirani

      Ringrazio Giacomo per la difesa, e anche io tiro Leonardo per la giacchetta, ricordando, a nostra difesa, il tea party di Poggio a Caiano in cui Leonardo e Stefano hanno distrutto un dirigente regionale e un dirigente provinciale del PDL.
      Non credo sia necessario replicare con un articolo ad un cinquantenne che se la prende con dei ragazzi di vent’anni, che ha la colpa di essere iscritto al PDL quando fondò con altri amici il Tea Party, pensando che ancora poteva esistere qualcosa di liberale all’interno del cdx.
      Nessuno si aspettava il grande successo dell’iniziativa. E abbiamo commesso anche degli sbagli e delle ingenuità, ma legate più alla giovane età e all’inesperienza che non alla malafede o a oscuri progetti politici. Per questo le persone più adulte e competenti dovrebbero pungolarci in maniera critica e non affossarci per una stupida invidia o personalismi.

      Per quanto riguarda l’attività nel mio comunello ho più volte attaccato sui giornali ed in consiglio comunale la politica economica del PDL dicendo che in una maggioranza di imbecilli qualche persona intelligente c’è. Invito quindi a documentarsi sul sottoscritto prima di parlare. Seravezza conta 13.000 abitanti, non c’è il doppio turno e sono stato eletto, all’opposizione, con una lista civica che ha avuto tra i suoi capisaldi la riduzione delle tasse e il taglio alle spese.

      Il Tea Party può essere accusato e messo in discussione, quando però si cade nelle accuse personali come sopra si rischia di passare dalla ragione al torto. A Romiti, quando mi accusava di essere del PDL e di non poter portare avanti battaglie liberali col Tea Party, ho risposto, bonariamente, che allora non si potrebbe neppure scrivere su quotidiani finanziati dal pubblico, la mia battuta lo ha fatto andare talmente fuori di giri che mi ha bannato dal suo forum per poi offendermi in mia assenza e poter parlare senza contraddittorio: una mossa più da rifondazione che non da uno che si proclama liberale.

      Per fortuna non ho ricordato a Romiti che scrive sul quotidiano on line ‘La Goccia’ il cui direttore è la pidiellina Fiammetta Modena, candidata alla presidenza della Regione Umbria!

      E che dire di Romiti quando difendeva anche lui gli attacchi facinorosi dei sinistri all’allora Casa delle Libertà qui http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=2FKAQ

      Oppure gioiva per la vittoria di Berlusconi nel 2001 qui http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=2K04S

      Anche lui si è convertito sulla via di Damasco?

      Ps questo è il mio articolo in cui difendo, più che il Berlusca, i tanti italiani che hanno votato il cdx per la speranza di vedere calare le tasse.. http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2011/08/17/news/cavirani-troppa-faziosita-per-amadei-1.2639466

  • Giacomo Zucco

    Vabbè dai…anche la volontà di dialogo ha dei limiti. E il mio tempo ha utilizzi più costruttivi che non rincorrere le paranoie di chi ha deciso di dedicare oramai la propria esistenza non a combattere lo stato, ma a combattere chi combatte lo stato, se non segue i propri diktat relativi all’ostracizzazione dei tesserati ad un partito.

    Che palle.

    Almeno Romiti aggiornasse la sua paranoia: Berlusconi oramai è storia vecchia: il nuovo tormentone, ora che Bottacin di Verson Nord e Vecchioni di Italia Futura prendono parte alla nostra manifestazione, è “Tea Party servitori occulti di Montezemolo”. Non si può fare i fanatici con i tormentoni vecchi. Evolviamoci, su!

    Lascio ad altri, con può tempo da buttare di me, le risposte di merito (tanto non servono a nulla).

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