In Anti & Politica, Economia

DI MATTEO CORSINI

“Abbiamo la certezza che in futuro ci sarà un regime di gestione delle superfici vitate. Siamo riusciti a portare in fondo un lavoro di squadra che ha visto l’Italia in prima fila.” (M. Catania)

Con queste parole il ministro per le politiche agricole, Mario Catania, ha espresso la propria soddisfazione per aver evitato che in Europa si facesse largo un pericoloso nemico dell’agricoltura: la liberalizzazione, nel caso specifico, nel settore dei vitigni. “Gestione delle superfici vitate” non significa altro che la necessità di ottenere un permesso per destinare a vigneto un terreno di cui si è proprietari. Una sorta di cartellizzazione del settore, se si vuole. Ufficialmente per preservare la qualità dei vini prodotti, ma sostanzialmente per limitare la concorrenza e sostenere i prezzi. Ovviamente si è registrata una grande soddisfazione da parte delle associazioni di categoria.

Al di là del settore specifico, secondo i dati di fonte OCSE riportati dal Sole 24 Ore a tutt’oggi il reddito degli agricoltori è rappresentato per circa il 20% da aiuti pubblici. Suppongo che, come spesso accade, non tutti ne beneficino allo stesso modo, e che la quantità di risorse ottenute a carico dei contribuenti sia direttamente proporzionale alla “qualità” delle relazioni politiche che i singoli agricoltori hanno coltivato (probabilmente per costoro si tratta dell’unico vero terreno che sanno coltivare).

Mi chiedo come facciano gli agricoltori in Nuova Zelanda e Australia, dove i contributi pubblici si attestano rispettivamente all’1 e al 3% dei redditi; percentuali che credo dovrebbero essere azzerate, ma che, evidentemente, non sono in media determinanti per la sopravvivenza di un’azienda. Probabilmente un sostenitore della assoluta necessità degli aiuti pubblici mi elencherebbe un buon numero di motivi che rendono necessari gli aiuti.

Non credo, però, che sarebbero motivazioni convincenti. Comunque la si metta, ogni sovvenzione pubblica non è altro che un consumo forzoso a carico della generalità dei cittadini. Così finisce che i consumatori di birra o di succhi di frutta sono costretti a pagare in parte il vino consumato da altri, e viceversa (nel caso di sussidi anche in questi settori).

Resto contrario a ogni intervento statale che restringa la libertà d’impresa, e trovo grottesco che anche l’esponente di un governo che si è riempito la bocca per mesi di liberalizzazioni (che in Italia sono peraltro intrise di dirigismo, nel senso che impongono condizioni invece di rimuovere ostacoli alla libertà di impresa) esulti per l’ennesimo passo europeo nella direzione opposta.

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Showing 3 comments
  • macioz

    Art. 41
    L’iniziativa economica privata è libera.
    Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno
    alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
    La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica
    pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

    Art. 42

    La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i
    modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione
    sociale e di renderla accessibile a tutti.
    La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo
    indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.

    Con una Costituzione così cosa possiamo aspettarci?

    Definizione di fascismo: un sistema politico-economico in cui viene conservata formalmente la proprietà privata, ma in sostanza l’attività economica privata è sotto il controllo dello stato.

    Il duce sarà anche morto da un pezzo, ma il fascismo qua non è mai finito.

    • FrancescoPD

      gli articoli sono della costituzione, che c’entra il fascismo?
      IL fascismo fece anche molte cose positive e incoraggiava la libera impresa in tutti i modi, creò inoltre grandi bonifiche dove tanti italiani emigrarono per lavoro, strampelli in agricoltura era del regime fascista, e negli altri settori il fascismo gettò il germe per un’italia industriale.
      Succedette ai famosi tre anni socialisti dell’antenato dei bojardi attuali, il Giolitti, quelli si furono l’anticamerca del fascismo, esattamente come sta avvenendo ora, con un immenso regime socialista europeo che non porterà a niente di buono.

  • Niki

    Ricordo ancora, tanti anni fa, forse 10, forse 15, la nostra donna di servizio i Toscana, che aveva avuto del problemi per via delle famigerate quote latte. Non che avesse una mandria, semplicemente suo marito aveva comperato una mucca per avere il latte fresco per la famiglia…
    A quando la conta delle piante di basilico sul terrazzo?

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