In Anti & Politica, Economia

DI REDAZIONE

Riportiamo, così come è, una notizia di Agenzia:

“E’ caduto nei giorni scorsi il ventesimo anniversario di un’iniziativa apparentemente minore, che però, alla luce della crisi attuale dovuta all’eccesso di debito pubblico, acquista un significato quasi profetico.Il 26 settembre del 1992, durante la precedente crisi economica (quella che portò alla maxi manovra finanziaria del Governo Amato da 92 mila miliardi di lire) un professore di Pedagogia dell’Università La Sapienza di Roma, Luciano Corradini, versò allo Stato il 10% del suo stipendio, pari a 500 mila lire, come “contributo volontario al risanamento del bilancio dello Stato”. Corradini, che si definì “volontario fiscale” fece 15 versamenti nei 15 mesi successivi e segnalò ad Amato la sua iniziativa. Amato gli rispose il 23 ottobre: “Il suo gesto – scrisse il premier – è testimonianza di una profonda coscienza civile, è la dimostrazione della possibilità di un rapporto diverso tra Stato e cittadini e merita il più vivo apprezzamento”. Dall’iniziativa di Corradini nacque l’Associazione per la riduzione del debito pubblico (www.ardep.it) che in questi vent’anni ha elaborato molte proposte per ridurre il debito, le ha presentate a uomini di Governo come Prodi e Ciampi e in qualche caso ha anche anticipato provvedimenti poi adottati, come la famosa “tassa per l’Europa” da 62 mila miliardi di lire adottata dal Governo Prodi per entrare nell’Euro e poi parzialmente restituita ai contribuenti.

“In questi giorni – si legge in una nota diffusa dal “volontario fiscale” Corradini – i giornali e i tg fanno a gara presentare fotocopie di documenti da cui risultano erogazioni di denaro pubblico finite su conti privati e utilizzate per spese privatissime, senza alcun nesso con le finalità istituzionali cui dovrebbero essere destinate. Si fornisce in tal modo la documentazione inoppugnabile che molti politici rubano e che molti dei loro elettori si rallegrano partecipando in qualche modo al bottino.Giusto vent’anni fa si cercò un altro modo per dare l’allarme, in una situazione analoga a quella che viviamo oggi. Purtroppo il nostro esperimento è fallito, nel senso che non si sono presentate le folle agli uffici postali per versare contributi volontari per ridurre il debito. Ma è anche riuscito, nel senso che: 1) si è istituito , nel Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, un capitolo destinato a ricevere “donazioni” dei cittadini” nel quale cono confluiti una cinquantina di milioni di lire, simboliche, ma anche reali; 2) si è dimostrato che una famiglia che vive di stipendi (non super) può campare anche accettando una riduzione, se ci sono di mezzo la libertà, la dignità, la giustizia e la democrazia. Il Corriere della Sera del 29 gennaio 1994 diede questa notizia: “La Giuria del Corriere segnala un’associazione per ridurre il debito pubblico. Mobilitiamoci tutti contro la bancarotta dello Stato”. L’appello è singolarmente attuale. Ma lo Stato, lo si è capito in questi 20 anni, non ce la fa se chi lo rappresenta non è convincente e capace non solo di amministrare correttamente la cosa pubblica, ma anche di mobilitare le coscienze, per conquistare un grande bene e combattere quel grande male comune che è dato non solo dal debito pubblico monetario, ma anche dal debito etico e storico che le generazioni precedenti hanno accumulato”.

Per ridurre il debito, come previsto dal fiscal compact che ci impone di dimezzarli nei prossimi vent’anni (il che significa recuperare quasi mille miliardi di euro entro il 2032), l’Ardep proppone di costituire un Fondo per la riduzione del debito cui dare rilevanza istituzionale e nel quale convogliare tutte le entrate straordinarie dello Stato (proventi delle privatizzazioni, dell’evasione fiscale, delle confische dei patrimoni criminali, dei danni erariali recuperati dalla Corte di Conti). Inoltre, l’Ardep propone di emettere titoli di Stato decennali al tasso del 2% (anzichè il 6% attuale) con un premio ai sottoscrittori quando si raggiungono determinari obbiettivi di risuzione del debito: quando il debito scende sotto il 100% si può riconoscere un ulteriore 2% e un altro 2% sotto l’80%. Così gli investitori, a partire dai cittadini italiani, sarebbero indotti a scommettere sul risanamento della finanza pubblica”.

SIAMO ALLA PROPAGANDA DEGNA DELL’ANTICO E INFAME: “ORO ALLA PATRIA”

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Showing 12 comments
  • Riccardo

    Punto primo: non credo che un professore universitario sia un parassita, per lo meno, non più di quanto lo sia un maestro elementare o un professore di musica. Punto secondo: se vuole donare i suoi soldi allo stato sono affari suoi. Punto terzo: se uno si vuole suicidare, è libero di farlo, purchè il suo suicidio non faccia venire in mente a qualcuno che devo essere obbligato a suicidarmi anche io.

  • Brillat-Savarin

    A parte che il “versamento” di questo schifoso parassita era solo una partita di giro per salvarsi le terga (visto che questo signore è solo un consumatore netto di ricchezza prodotta da chi lavora sul serio), è vero che la propaganda sta assumendo contorni da fantascienza: si tratta di un lavaggio del cervello collettivo che farebbe impallidire Hitler e compagnia, autentici dilettanti sul punto…

    • leonardofaccoeditore

      CONCORDO APPIENO!

  • Roberto Fedeli

    @benedetta Lo stato sta già stampando “moneta” *, lo fa indirettamente, gli basta continuare a spendere più di quello che incassa, ci pensa la BCE violando il proprio mandato.a finanziare il fallimento annunciato dello stato ladro.
    *Per essere precisi stanno stampando valuta, la moneta quella che ha tutte le caratteristiche per definirsi denaro in particolare mantenere IL VALORE è altro, dollaro euro sono solo valute imposte. ma le mie sono solo chiacchiere come weimar o la valuta dell zimbabwe

  • Roberto

    Luciano Corradini è un dipendente dello stato e, in quanto tale, ogni suo versamento allo stato stesso è solamente una presa in giro.

    Questo signore versa allo stato ciò che dallo stato riceve, non si priva di ciò che raccoglie attraverso la produzione di ricchezza.
    La sua vita, in quanto dipendente statale, è di fatto solamente “consumo” della ricchezza prodotta da quei “fessi” che ogni anno si privano del 60-70% dei frutti del proprio lavoro per mandare avanti il carrozzone di cui Corradini fa parte.

    Luciano Corradini si trovi un lavoro vero, non finanziato direttamente o indirettamente dallo stato, paghi regolarmente il 60-70% di tasse, e solo dopo, se vuole, può regalare un altro 10% allo stato.
    Solo in questo caso la sua iniziativa avrebbe un po’ di dignità, anche se nel merito sarebbe ugualmente ridicola.

  • L’unica “donazione” che mi sentirei di fare sarebbe quella di finanziare dei giustizieri che “dissuadano” ladri e spreconi istituzionalizzati dal continuare nel loro operato. Purtroppo mancano i destinatari di tali potenziali donazioni !!!

  • benedetta

    lo stato deve tornare sovrano e stampare moneta, tutto il resto sono chiacchiere

    • sgg

      lo stato non deve stampare moneta, è solo un altro monopolio preso con la violenza

  • valter bracali

    Quello che stupisce è che a mandare lettera di compiacimento per l’alto gesto civico-istituzionale sia stato il professor sottile l’anedotto ha dell’ironico.

  • Roby

    Spiacente , ma l’idea di versare volontariamente dei soldi è aberrante e credo che dovreste vergognarvi di questo.
    Se volete fare qualcosa di effettivo finanziate delle operazioni a favore di coloro che ne hanno veramente bisogno, come mense, ricoveri e assistenza ai disabili abbandonati dallo stato.

    Certo se questo versamento fosse fatto , per esempio , da un politico lo vedrei , invece come una impresa meritoria.

  • Gian

    …e ci sara’ qualche coglione che dara’ il suo oro alla patria… Cosi’ sti cazzoni di parassiti potranno comperare anche cappellini e fischietti per le loro festicciole…

  • Marco Tizzi

    Ma La Spaienza non è un’università statale?
    Se sì, al massimo il professore ha restituito denari, non donato.

    Resta il fatto che siamo alla psicosi collettiva.
    E in questo i vari livelli scolastici sono profondamente colpevoli.
    Quindi, alla fine, il professore di cui sopra avrebbe dovuto restituire tutto il maltolto e presentarsi alla Caritas per ricevere il giusto pasto.

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