In Anti & Politica, Economia

DI MATTEO CORSINI

“L’idea che il valore di una moneta debba basarsi su un “fondamentale”, anche se è un caposaldo delle teorie economiche di destra, ha forti somiglianze con la teoria del valore-lavoro di Marx. In entrambi i casi non si tiene conto del fatto che il valore è una qualità emergente, non un’essenza: la moneta possiede un valore di mercato basato sul ruolo che ha nella nostra economia. Punto e basta”. (P. Krugman)

Non c’è nulla da fare: quando Krugman si occupa di moneta, dà il peggio di sé. Soprattutto se critica teorie che non condivide, senza prima aver fatto lo sforzo di leggere (non dico di capirle: potrebbe voler dire chiedergli troppo) qualche lavoro scritto da autori che hanno sviluppato tali teorie. Quando Krugman si riferisce a “teorie economiche di destra”, solitamente intende tutto ciò che non è allineato al suo pensiero. Chi, quindi, ritiene che la moneta dovrebbe tornare a essere un bene prodotto in concorrenza sul mercato, rimuovendo l’ingerenza dello Stato e delle banche centrali, per Krugman è “di destra”.

Non è un mistero che Krugman, in piena sintonia con il suo maestro Keynes, ritenga l’oro un “barbaro relitto”, fornendo quindi convinto supporto alle monete a corso forzoso. Spesso, però, usa argomentazioni grossolane, come in questo caso, in cui arriva a sostenere che i fautori del gold standard (qui semplifico, anche se non necessariamente la moneta dovrebbe essere aurea) finirebbero per trattare la questione del valore della moneta con argomentazioni analoghe a quelle usate da Marx nella teoria del valore-lavoro.

E’ evidente che Krugman non ha mai letto nulla scritto da autori della scuola austriaca, che pure spesso critica. E non potrebbe essere altrimenti, dato che uno dei contributi fondamentali di quegli autori riguarda proprio la teoria del valore, e la critica rivolta non solo a Marx, ma anche ad altri autori classici (ad esempio Smith) riguardo la teoria del valore-lavoro. Il valore di scambio di un bene o di un servizio risulta indubbiamente dalle interazioni di una pluralità di soggetti che danno luogo, appunto, a scambi aventi per oggetto quei beni o servizi. Ogni soggetto, a sua volta, decide di acquistare un bene se il valore d’uso che costui soggettivamente attribuisce a quel bene è superiore al valore attribuito a ciò che deve dare in cambio (tipicamente denaro). Per chi vende vale un ragionamento simmetrico.

Il valore di scambio di un bene o servizio dipende dunque dalle valutazioni di coloro che interagiscono sul mercato, e varia al variare di tali valutazioni, che a loro volta costituiscono la domanda e l’offerta per quel bene o servizio. Non vedo proprio punti di contatto con la teoria del valore-lavoro. Ciò detto, chi preferisce il gold standard alle monete a corso forzoso lo fa proprio perché ritiene che il potere d’acquisto della moneta (e le variazioni di quest’ultimo) debba dipendere dalla domanda e offerta di mercato come per qualsiasi altro bene per il quale non vi siano distorsioni introdotte dallo Stato. E ritiene pertanto che la produzione (emissione) di moneta debba rispondere alle stesse logiche di mercato a cui rispondono gli altri beni. Non accetta, quindi, che lo Stato monopolizzi l’emissione di moneta (o conceda questo monopolio a una banca centrale), né che il bene che funge da moneta sia stabilito coercitivamente dallo Stato stesso.

Il fatto stesso che le monete siano a corso forzoso e la loro emissione sia monopolizzata dallo Stato (o che il monopolio sia concesso a una banca centrale) preclude che il valore di tale monete sia un autentico valore di mercato. Dovrebbe capirlo anche Krugman, ma forse lo sopravvaluto.

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Showing 12 comments
  • [email protected]

    Matteo Corsini, rimango sempre affascinato nel leggere i suoi articoli.
    Sono scritti in modo semplice e chiaro, rendono comprensibili a chiunque concetti sacrosanti.
    Del resto è facile perché il concetto di moneta e di valore sono semplici. Se venissero accettati per ciò che sono, sarebbe ben difficile escogitare un sistema per replicare il denaro senza apportare un bene o la produzione di esso qualora il mercato lo richiedesse.
    Per questo motivo è stata inventata la moneta fiat, e per questo motivo è stato travisato, invertito e reso incomprensibile il concetto di moneta da “volponi” tipo Krugman.
    Io non mi stupisco più di tanto nel vedere gente (anche su questo blog) che difende con i denti la moneta a corso forzoso, magari a volte viene da pensare che non ne comprendano completamente il suo funzionamento, ma sempre più spesso noto che non è così.
    Sanno benissimo come funziona e cosa comporta la moneta fiat, sono molto più semplicemente in mala fede, sostenitori e complici di quello strumento di rapina.
    Infatti, quando si chiede a questa gente, per esempio, di lasciarci liberi di usare la moneta che più ci aggrada (ho detto moneta e non valuta) senza peraltro aver la pretesa di imporla loro, tirano in mezzo lo stato ed esaltano il suo potere di imporre una moneta fiat.
    Alla logica domanda che io potrei porre: perché ?
    Loro non riescono o non vogliono argomentare, i più audaci ti risponderanno: ” perché è così”.
    Come se fosse una risposta convincente.
    Qualunque persona intelligente ed in mala fede, che ti risponderà ” perché è così “, si sentirà in imbarazzo non potendo portare argomenti logici e comincerà a sproloquiare o attaccare come un cane rabbioso rimasto intrappolato nell’angolo.

    Krugman è la punta dell’iceberg, è un simbolo di quel mondo di furbi. L’organizzazione volta a propagare e insinuare l’ideale fasullo e in inconsistente della moneta fiat, è enorme: parte dalle banche, poi i governi, i media e persino i sudditi.
    Come è possibile tutto ciò?
    Direi che le categorie si possono dividere grossolanamente in due gruppi :
    1) passivi. Coloro che bevono sulla fiducia, che il più delle volte deriva da un’immagine, qualsiasi cosa. Difficilmente riuscirai a far comprendere qualcosa a quella gente tramite ragionamenti.
    2) consapevoli in mala fede. Già descritti sopra, i complici e i mandanti.

    Al di fuori dell’imponente organizzazione ci sono i consapevoli in buona fede: Coloro che rifiutano tutto ciò. Non devono necessariamente aver studiato von Mises o Rothbard, possono benissimo essere ignoranti ma intelligenti e quindi arrivare alla comprensione e consapevolezza per processi logici.

    Viste le forze in campo può sembrare una guerra impossibile, ma non è affatto così.
    Quel sistema monetario e bancario è prossimo al capolinea, come pure il sistema dello stato sociale. I risultati di quel fallimento toccano tutti. Quei risultati non sono frutto di fantasia ma sono fatti REALI, che prima o dopo verranno recepiti come tali anche dai passivi e dai consapevoli in mala fede, i quali giocoforza dovranno svegliarsi dal mondo dei sogni, cambiare posizione e mettere in discussione i loro approcci.
    Io sono ottimista.
    Un saluto .

    • Fabio

      riguardo questa ‘gente’ , pensa se non sono in mala fede. Quanto cieco può arrivare ad essere una persona sottoposta ad adeguato indottrinamento?
      In effetti la risposta l’abbiamo nelle montagne di morti lasciate dopo ogni guerra, o guardando le masse applaudenti ai discorsi di mussolini o hilter.
      Ed oggi stesso, quando metti un bimbo in una scuola con un unico libro con un unico insegnante che impartisce un unico punto di vista, non pare ovvio che questi poi si vada a far esplodere contro ‘il nemico’ ??

      in italia questa ‘gente’ deve bersi i libri imposti dallo stato, quindi con la Sua Verità, per le elementari, medie, superiori e magari pure università. Anni importantissimi per la formazione e la scritica, spianati formattati distrutti dallaVerità Unica Statale.
      Cosa cambia se al posto del dogma Stato ci fosse stato il dogma Chiesa? perché criticare, giustamente, l’asilo cattolico, medie cattoliche, superiori cattoliche, università cattolica, e non criticare ma esaltare l’istruzione di Stato?
      Se non puoi scegliere in libero mercato in libera concorrenza, dov’è la libertà??
      Fabio

  • halnovemila

    Lo stato non ha il monopolio della produzione di moneta, ha il monopolio di produzione della valuta, che è rappresentazione di moneta.
    Il potere di acquisto della valuta (il suo “valore” unitario) dipende dalla quantità di valuta in circolazione e dal suo rapporto con la “moneta” esistente; tale “moneta” è costituita essenzialmente dai “beni” esistenti sul mercato, disponibili per la vendita “permanentemente”; una mandria di buoi è moneta, 10000 scatolette di tonno è moneta.
    Il gold standard non è una “necessità”, ma un forma di “garanzia” dell’esistenza di beni identificabili e quantificabili che formano la moneta.
    Il gold standard è comunque anche un limite in quanto vincola la quantità unitaria di valuta allo stoccaggio di un unico bene, quando invece la moneta è costituita da tutti i beni esistenti che hanno utilità ma sono “permanenti”.

    Continuare a usare la parola “moneta” con il significato di “valuta” e cum-fondere, fondere insisieme, mischiare, continuamente i due differenti significati non può far altro che condurre inevitabilmente all’incomprensione e al malinteso…
    poi non c’è da stupirsi se non ci si capisce.

    E se non si distingue tra moneta e valuta, risulta inspiegabile e incomprensibile i ben noti fenomeni della svalutaziona (inflazione) e rivalutazione (deflazione) che rispettivamente corrispondono alla perdita e aumento di valore unitario della valuta.

  • Albert Nextein

    Oro?
    Argento?
    Platino?
    Palladio?

    Se qualcuno stampa soldi, dietro questi soldi ci deve essere qualcosa che li rappresenti in qualche modo, e che li garantisca.
    Non va bene l’oro?
    Diamanti?
    Immobili?
    Terreni?

    Qualsiasi cosa che abbia consistenza,sostanza,che sia reale,toccabile.
    Qualcosa dietro e direttamente non tramite l’interposizione di pezzi di carta come titoli sovrani, o altri certificati, o altra carta.
    Quando io ho in mano soldi voglio avere in mano cose solide, non voglio avere promesse cartacee generiche e farlocche.
    Se io lavoro ,e quindi impiego il mio tempo che è la cosa più preziosa che ho, in cambio di un salario rappresentato da soldi, io esigo che questi soldi siano solidi.
    E’ del mio tempo che si parla.
    Non mi accontento di carta garantita da altra carta e poi ancora da altra carta.
    Dietro i soldi che rappresentano il mio tempo lavorativo ed esistenziale ci deve essere materia,sostanza.
    Non carta.
    Con la carta siamo dove siamo ora.
    Sul cesso.

  • claudio

    Aldilà dell’argomento specifico, se fossi in lei caro Sig. Corsini, prima di parlare con questi toni di Krugman mi sciacquerei la bocca…!!

    • Stefano Nobile

      Stesso consiglio che voglio dare anch’io a Corsini, ma in ordine inverso.
      Ovvero DOPO aver parlato di Krugman, con qualsiasi tono, è meglio sciacquarsi la bocca.
      Per evitare l’alitosi.

  • charlybrown

    errata corrige

    Per inciso, gli smisurati vantaggi che il monopolio di emissione concede allo stato sono appunto la ragione per cui, secondo alcune Moderne Teorie Monetarie, è intelligente attribuirgli tale privilegio, in quanto i vantaggi ricadrebbero poi su tutti i cittadini, essendo a tutti noto che
    LO STATO SEI TU, CHI PUO’ DARTI DI PIU’?

  • Weierstrass

    Sarebbe divertente far notare a Krugman che una delle 10 proposte contenute nel capitolo 2 del Manifesto del Partito Comunista (scritto da Marx) consiste nella creazione di una banca centrale. Dunque sono i sostenitori della moneta fiat emessa dalla banca centrale (dei quali fa parte Krugman stesso) a sostenere teorie marxiste.

    “Centralisation of credit in the hands of the state, by means of a national bank with State capital and an exclusive monopoly.” ( http://www.marxists.org/archive/marx/works/1848/communist-manifesto/ch02.htm )

  • charlybrown

    Krugman risponderebbe che nel caso della moneta lo stato può sostituirsi al mercato in quanto il corso forzoso attribuisce ipso facto valore alla moneta di stato, visto che non lascia scelta ai cittadini e visto che la moneta ha solo valore di scambio. Ciò equivale a dire che in teoria lo stato potrebbe, per semplice decreto, attribuire lo status di moneta a qualunque cosa, purchè sufficientemente rara e non facilmente falsificabile da chiunque.
    In pratica, e del tutto casualmente, lo stato ha sempre scelto di decretare moneta solo ciò che può essere prodotto ad libitum e a costo zero da sè medesimo o dalle banche sue complici storiche (leggi pezzi di carta colorata o cifre digitali).
    Questo, ovviamente, non ha nulla a che fare con il fatto che, sempre del tutto casualmente, CHIUNQUE, possieda il monopolio della produzione di moneta ne ricava ENORMI vantaggi rispetto a tutti gli altri. Dopo secoli di vani tentativi degli alchimisti e visto che la chimica non si decideva a trovare la soluzione, il sistema stato-banche si è finalmente dotato della mitica pietra filosofale, e scusate se è poco. Risultato ancor più degno di nota, considerando che è stato ottenuto sotto il naso e anzi con il consenso del cittadino BEOTA.
    Per inciso, gli smisurati vantaggi che il monopolio di emissione concede allo stato sono appunto la ragione che, secondo alcune Moderne Teorie Monetarie, tali vantaggi ricadrebbero poi su tutti i cittadini, essendo a tutti noto che
    LO STATO SEI TU, CHI PUO’ DARTI DI PIU’?

  • Parla come Mangi

    Gli uomini hanno inventato la moneta per essere più liberi di possedere in qualsiasi momento tutto ciò che poteva essere utile per migliorare la loro qualità della vita. Oggi, il nuovo che avanza ma che puzza maledettamente di vecchio che non vuol morire mai, si è concentrato sulla possibilità di accumulare moneta sottraendola ai più.
    La storia umana si ripete, racconti di miserabili palesati con abiti pseudo-scientifici che non hanno nulla di empirico, ma che sono sempre pronti con la teoria – poiché di questo si tratta – del momento a spiegarci quello che è accaduto e nulla di più.
    Semplicemente della volgare dietrologia utile a chi deve riempire delle pagine cercando di darsi autorevolezza pescando a destra e a sinistra per riempire il sacco della nullità.
    Non è farina del tuo sacco e perlomeno lui ha ricevuto riconoscimenti per i suoi studi.

    • Stefano Nobile

      Sì, Krugman ha ricevuto il Nobèl per l’economia.
      Premio che è diventato di un’autoreferenzialità spaventosa: l’hanno dato anche a Barack Obama, per la pace e sulla fiducia.
      Fiducia mal riposta pare.
      Il fatto che Krugman abbia ricevuto il Nobèl comunque non lo autorizza a sparare cazzate. Corsini ha spiegato sufficientemente bene, per un articolo di giornale, perché Krugman sbaglia.
      Diversamente da te che, per criticare l’estensore dell’articolo, hai fatto una discreta supercazzola, lasciando appesi gli argomenti.
      L’accumulazione della moneta, sottraendola ai più, avviene anche con il monopolio dell’emissione monetaria: chi ha in mano la stampante fotte i più, a te tanto cari, per avvantaggiare le elite e/o le clientele.
      La scuola austriaca, peraltro, non mi sembra esattamente la “teoria del momento”, infatti per trovare un’università dove la si insegna bisogna andare a Madrid. Piuttosto Keynes, cui si rifà l’illustrissimo economista americano, lo trovo più di moda ed insegnato ovunque.
      Sul resto del tuo sproloquio relativo alla “volgare dietrologia” nemmeno oso pronunciarmi, non avendo capito a cosa tu ti riferisca.
      Stammi bene

      • Parla come Mangi

        Che non capissi molto, compreso della vita, lo hai dichiarato tu stesso alla fine della replica. Oltremodo non solo non capisci cosa ti scrivono ma non sai neanche esattamente di chi stai parlando, non a caso Krugman non è stato insignito del premio Nobel per l’economia.
        Cerca di studiare con la tua testa ma prima cerca di documentarti quando parli di qualcuno.
        Se queste sono le tue premesse, mi spiace per te, ma non posso replicare, dovrei per forza di cose sconfinare nella didattica, in po come fa l’autore dell’articolo.
        Ricordati che il denaro non è una merce ma è il risultato di una convenzione per migliorare e semplificare gli scambi e per portare benessere alla collettività. Un po come il linguaggio degli uomini, esso è stato inventato dagli uomini per comprendersi meglio e non per imbrogliarsi.
        Buon viaggio a te e ai tuoi amici.

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