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RANDPAULDI REDAZIONE

Marco Rubio contro Rand Paul. Senza dimenticare Paul Ryan, l’ex numero due del ticket sconfitto da Barack Obama lo scorso sei novembre e i ‘pezzi grossi’ del partito Jeb Bush e Chris Christie. Alle elezioni presidenziali del 2016 manca ancora molto, ma e’ gia’ iniziata la sfida tra i vari candidati del partito repubblicano, tutti alla spasmodica ricerca di conquistare la leadership del Grand Old Party. Che si sia aperta ufficialmente la fase del dopo Romney, se n’e’ avuto un piccolo assaggio al Cpac, (Conservative Political Action Conference) l’annuale seguitissimo appuntamento ultra-conservatore, da sempre a meta’ strada tra il convegno politico e festival delle associazioni piu’ svariate.

Uno dopo l’altro, dal podio di un hotel del Maryland, il Gaylord lungo le rive del fiume Potomac, si sono sfidati a colpi di applausi due tra i giovani leoni della destra americana: il senatore del Kentucky, Rand Paul, figlio di Ron, idolo dell’ala libertaria del partito contro Marco Rubio, il senatore ‘latino’ della Florida, battezzato in modo un po’ prematuro da Time il ‘salvatore dei repubblicani’. Paul e’ stato accolto da una salve di applausi. La sua stella politica e’ tornata a brillare dopo la sua impresa di resistenza, quando riusci’ a parlare al Senato contro l’uso dei droni per oltre 13 ore senza fermarsi mai. Forte di questo favore popolare, oggi ha chiesto una nuova leadership ”capace di assicurare liberta’ assoluta non solo in economia, ma anche nella sfera privata”.

Anche Rubio, dal canto suo, e’ riuscito a infiammare la platea attaccando Barack Obama e la sua incapacita’ di affrontare seriamente la minaccia cinese. ”Mentre qui a Washington stiamo litigando circa il bilancio e le politiche fiscali e di spesa – ha esclamato Rubio – c’e’ una Nazione cerca di soppiantare gli Stati Uniti come la prima potenza del mondo”. Quindi ha rilanciato a sua agenda profondamente conservatrice, fermamente contraria all’aborto e alle nozze gay. Ha invece evitato accuratamente di parlare del delicato lavoro di mediazione sulla riforma migratoria che sta svolgendo al Senato. Rubio per primo sa bene che si tratta di un argomento con cui difficilmente si raccolgono applausi da una platea fieramente anti-immigrati, come quella del Cpac. D’altro canto e’ consapevole, come tutti i big del suo partito, che se i repubblicani decidessero la linea dura contro i ‘latinos’ nel 2016, alle prossime presidenziali, per loro non ci sarebbe alcuna chance di vittoria. Oggi al Cpac parlera’ Mitt Romney, nel suo primo discorso ufficiale dopo la batosta elettorale. Ma si tratta solo di una curiosita’: giorni fa ha gia’ deciso di lasciare la politica attiva per tornare al mondo degli affari, in una societa’ finanziaria guidata da uno dei figli.

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Showing 6 comments
  • Pedante

    Rand Paul dovrà vedersela con Rabinowitz et al. Non gli sarà mai permesso di vincere.
    http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203518404577092560156371828.html

  • Pedante

    Né auspicabile né giusto, ma inevitabile. Non c’è nessun modo di smantellare il sistema democraticamente.

    • Fabio

      Fino alla sera prima che accadesse, nessuno poteva immaginare il crollo del muro di berlino e l’implosione dell’urss in quel modo fragoroso ed impietoso.

      Segnali e scricchiolii ce n’erano come di voci catastrofiste, ma tutto poi è accaduto in modo repentino come una valanga che aspettava solo il via.
      Con Laar in Estonia accadde più o meno lo stesso, una persona che credeva a libero mercato al’improvviso al comando… e mancavano gli uomini che lo aiutassero.

      Voglio dire che è un DOVERE essere sempre pronti e PROVARCI SEMPRE dicendo chiaro e tondo le cose come stanno, la possibilità di vincere non preavvisa il proprio arrivo.

  • Pedante

    Rand farà la stessa sorte del padre per mano della stessa cabala. Gli Stati Uniti diventeranno l’URSS con gli stessi carcerieri, riciclati.

    • Fabio

      è possibile.

      Ma sarebbe giusto o auspicabile?

      Solo perchè la sfida si presenta ardua, non bisognerebbe neanche tentare ed affrontare il sistema che vorrebbe diventare sempre più totalitario?

      Siamo diventati talmente vittimedentro da subire passivamente ogni abuso e trovare addirittura una perdita di tempo cercare di sollevare la testa ed affrontare gli statalisti mafiosi? Con che coraggio gente come te scenderà prima o poi in piazza a manifestare contro la mafia (che è la stessa cosa dello Stato) ricordando Facone e Borsellino??

  • LucaF.

    La macchina elettorale pauliana (anche in rete) per la sua candidatura GOP alla presidenza nel 2016 si è già messa in moto.
    Dopo l’ostruzionismo di 13 ore ha aumentato i consensi personali presso la base pauliana del padre (scesi dopo l’endorsement dato al mormone nel 2012 e alcuni voti in Senato) riuscendo a risvegliare il GOP (e il RLC) dopo il fiscal cliff.
    Ha aumentato i consensi personali presso il Tea Party e l’elettorato dell’elefante, ponendosi contro l’establishment e la vecchia guardia RINO-neocon di Graham-McCain.
    Forse è un presto per parlare di candidatura per la presidenza dato che vi è ancora tempo (negli Usa però è dato tra i papabili da molti commentatori politici).
    Il midterm nel 2014 sarà un indicatore dello stato di salute dei due principali partiti.
    Il CPAC 2013 è però una vetrina da non sottovalutare in ambito conservatore quale area ed elettorato e il consenso ricevuto.
    Nel 2016 scade il suo mandato di senatore in KY, resta da vedere se Rand vorrà ricandidarsi al senato (dove riconfermerebbe il seggio facilmente) o puntare tutto sullo studio ovale.
    A dicembre puntava per il rinnovo del seggio al senato (http://www.lex18.com/news/paul-insists-he-ll-be-on-ballot-for-senate-in-2016-314673/ ), però dopo la maratona oratoria potrebbe aver cambiato idea…
    La sua indecisione è in parte dovuta all’attuale legge elettorale dello Stato del KY che non consente la doppia candidatura per le primarie senatoriali e presidenziali (ergo per quest’ultima potrebbe correre nei restanti 49 Stati).
    http://fatlip.leoweekly.com/2013/02/01/can-rand-paul-run-for-senator-and-president-at-the-same-time-in-2016-technically-yes/

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