In Anti & Politica, Economia

stampante_denaroDI MATTEO CORSINI

“I nostri incentivi a essere innovativi, a intraprendere progetti rischiosi, a investire nel capitale di nuove società e a essere imprenditori è stato alterato significativamente dalla politica monetaria.

Quando la Federal Reserve guida sempre più in basso i tassi reali privi di rischio, ci penalizza se non assumiamo rischi. Ci penalizza se accumuliamo liquidità. Ci penalizza per avere gli spiriti animali rotti… Sono il QE aggressivo, l’aggressiva stampa di denaro e l’aggressiva tassazione di coloro che accumulano liquidità a generare la repressione finanziaria che ricarica gli spiriti animali e fa riprendere il ciclo economico”.(D. Zervos)

David Zervos è nel pieno dell’euforia che l’inflazione genera in chi ne trae i principali benefici, ossia chi lavora nel settore finanziario. Euforia che solitamente si trasforma in depressione e invocazione di salvataggi con i soldi dei contribuenti quando le cose volgono al peggio. Lui si giustifica citando un suo ex collega, il quale gli disse che il loro lavoro è fare soldi, non curare il cancro.

Mi limito a osservare che fare i soldi quando le banche centrali stampano senza sosta e si può pur sempre contare sull’intervento dello Stato (ossia del contribuente) quando le cose volgono al brutto non è un’attività poi così complicata. Piuttosto, se tutti quanti ragionassero e si comportassero come lui, il percorso verso l’implosione sarebbe molto più breve. La sua fortuna, infatti, è che esistono anche operatori finanziari che la pensano diversamente e che non si entusiasmano così tanto nel constatare le distorsioni prodotte dalle politiche monetarie ultraespansive, pur traendone a loro volta beneficio in qualche misura.

Ciò che trovo interessante, nelle parole di Zervos che ho riportato, è che la sua descrizione dei fatti è per cverti versi corretta, solo che dovrebbe destare preoccupazione invece che euforia. Quando le risorse monetarie frutto di politiche espansive sostituiscono il risparmio reale e comprimono i tassi di interesse e i premi per il rischio, indebitarsi diventa meno costoso. Ma non è principalmente l’innovazione a essere incentivata, bensì il ricorso al debito, facendo sembrare profittevoli anche progetti che in realtà non lo saranno. Tanto per essere chiari, non è la quantità di moneta che aumenta i neuroni delle persone che hanno idee innovative. E non è bastonando il risparmio che si può pensare di stimolare in modo permanente la crescita economica e l’imprenditorialità.

“L’aggressiva tassazione di coloro che accumulano liquidità”, ossia l’erosione del potere d’acquisto tramite inflazione, non “ricarica gli spiriti animali”, al più dà forza agli spiriti animaleschi. E in effetti genera l’inizio di un ciclo economico che porta a effettuare investimenti errati in gran quantità e genera bolle su attività finanziarie e reali.

Credo non ci sia da essere tanto entusiasti.

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