In Anti & Politica, Economia

bolleDI MATTEO CORSINI

“Essendo sostanzialmente fenomeni socio psicologici, le bolle sono, per loro natura, difficili da controllare.” (R. Shiller)

Ho preso queste parole di Robert Shiller, noto professore a Yale e autore, tra gli altri, del bestseller “Irrational Exuberance”, da un articolo in cui si occupa delle cosiddette bolle speculative, sostenendo, in sintesi, che ogni storia sia almeno in parte diversa dalle altre e che non sia affatto semplice controllarle.

Credo anche io che ciò che succede quando scoppia una bolla sia difficile, se non impossibile, da controllare, come è difficile controllare o tentare di indirizzare ogni fenomeno connesso all’azione umana. Per questo trovo controproducenti gli interventi di regolamentazione ex post che non fanno altro che introdurre nuove distorsioni ai meccanismi di mercato. Se non si è evitata la formazione di una bolla, si eviti almeno di introdurre distorsioni all’aggiustamento che segue al suo scoppio.

C’è una cosa, tuttavia, che Shiller non dice e che, invece, caratterizza buona parte delle bolle: si gonfiano in periodi di politica monetaria espansiva. Se, quindi, è meglio evitare di agire ex post per intralciare gli aggiustamenti di mercato, sarebbe semplice, volendo, fare opera di prevenzione, evitando le distorsioni dei tassi di interesse, oltre alle manipolazioni della quantità di moneta e della sua allocazione a opera delle banche centrali. Se, poi, si evitasse anche di introdurre, a livello legislativo o regolamentare, incentivi a questo o quel settore, le probabilità di formazione di bolle sarebbero ancora inferiori.

A quel punto gli alti e i bassi dei prezzi di determinati beni sarebbero dovuti all’andamento di domanda e offerta non soggetti a distorsioni. Li si potrebbe considerare fenomeni di mercato a tutti gli effetti e non avrebbe senso giudicare eccessivamente alto o eccessivamente basso un prezzo.

Ma sarebbe necessario abbandonare l’idea che l’economia possa essere manovrata come se si stesse giocando a Meccano. Un buon motivo per essere certi che di bolle ne vedremo gonfiarsi (quella attuale sui titoli di Stato ritenuti non rischiosi è abbastanza evidente) e scoppiare ancora tante.

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Showing 8 comments
  • Christian

    L’avidità umana. Perfetto, adesso che sappiamo la causa basta eliminarla: gli esseri umani.
    Parole più adatte ad un pulpito.

    Distinti Saluti

  • Albert Nextein

    Ritengo che la formazione di bolle dipenda in larga parte dall’avidità umana.
    Che poi esistano leggi, regolamenti, e istituzioni che ne permettano le rovinose espressioni e conseguenze, è vero ed è una concausa ineliminabile in quanto dipendente dall’agire umano di alcuni delinquenti in comando.

    Le persone assennate, informate con la sufficiente esperienza e buon senso, possono difendersi.

    Il libertario si difende.
    Gli altri , che affondino pure.

  • Matteo C.

    Quale sia il nesso causale a me pare evidente considerando come funzionano i sistemi monetari odierni.
    Negli attuali sistemi la base monetaria viene creata tipicamente mediante acquisto di titoli da parte della banca centrale (in area euro, per la verità, ciò avviene per lo più con operazioni repo invece che con acquisti veri e propri). A vendere i titoli sono le banche, che, di conseguenza, sono il punto di ingresso della base monetaria nel sistema economico. L’utilizzo di queste riserve dipende da una valutazione di convenienza da parte delle banche. Tale valutazione, a sua volta, dipende in misura significativa non già dalle condizioni di mercato, bensì, in ultima analisi, dalla regolamentazione (piuttosto invasiva, ancorché molti ignoranti sostengano il contrario) che ne regola l’attività. Se la regolamentazione (ad esempio i vari accordi di Basilea) rende più conveniente l’attività puramente finanziaria rispetto alla concessione di credito a famiglie e imprese, è evidente che le banche preferiranno la finanza al credito.
    Secondo alcuni la soluzione consisterebbe nell’imporre alle banche come utilizzare quei soldi, oppure imporre alle banche centrali di finanziare direttamente famiglie e imprese, oppure togliere la gestione della moneta alle banche centrali per ridarla agli Stati.
    A mio parere sono idee una peggio dell’altra, perché nessuna elimina i difetti di un sistema monetario fiat. La moneta dovrebbe invece tornare a essere un bene prodotto in concorrenza e, soprattutto, scelto da chi la deve utilizzare, non imposto per legge da questo o quello Stato. Dubito che, in tal caso, fungerebbe da denaro un bene riproducibile all’infinito senza alcun come le attuali monete. Anche l’attività bancaria dovrebbe tornare a essere effettuata in regime di libero mercato (gli ignoranti di cui sopra ritengono che sia libero mercato quello in cui operano le banche oggi, ma si tratta di un mercato fortemente distorto), eliminando il sistema della riserva frazionaria.
    Va da sé che il credito sarebbe a quel punto alimentato solo da risparmio reale, evitando la moltiplicazione dei depositi a vista (che nella sostanza non sono prestiti che il depositante fa alla banca) tipica dei sistemi attuali. Non credo, peraltro, che questa sia la soluzione auspicata da tutti quelli che oggi si lamentano del credit crunch.

  • alfio

    Si certo, pero’ mi chiedo: da che e’ costituito oggi il risparmio reale, come si e’ formato il risparmio “sano” visto che tutte le attivita’ sono condizionate dalle politiche monetarie espansive?

    • leonardofaccoeditore

      Già…

  • Matteo C.

    Credo sarebbe bene non invertire il nesso causale tra gli avvenimenti. Le bolle si formano a causa della politica monetaria espansiva. La “speculazione finanziaria” è quindi alimentata dalla politica monetaria espansiva. Non è perpetuando la politica monetaria espansiva che si risolvono i problemi. Al più si tampona la correzione dei prezzi, con la conseguenza di creare altre bolle. Tra l’altro, se la moneta fiat finisse all’economia “sana” e “reale” si gonfierebbero i prezzi dei beni reali invece che dei soli beni finanziari. Come è successo fino al 2007, ad esempio. Non credo sia una gran prospettiva. Il credito deve essere alimentato da risparmio reale, non da soldi creati dal nulla.

    • firmato winston diaz

      Non sono abbastanza competente da poterlo affermare con certezza, ma quale sia la direzione del nesso causale non credo sia cosi’ scontato. Che gli strumenti monetari tendano ad essere imboscati dalla cosiddetta “speculazione finanziaria” credo pero’ sia abbastanza pacifico: la speculazione finanziaria stessa, se non lo facesse, sarebbe stupida, dimostrerebbe di agire in modo non razionale. Perche’ aspettare un minimo rendimento a lungo termine da attivita’ economiche “reali” a rischio (per quel che possa valere la definizione di “reali”) quando si puo’ lucrare molto di piu’ a breve termine al gioco della borsa obbligazionaria, valutaria e azionaria mondiale?
      In pratica, comunque, e’ quello che succede, a prescindere dalla nostra valutazione morale sugli accadimenti.

  • firmato winston diaz

    “C’è una cosa, tuttavia, che Shiller non dice e che, invece, caratterizza buona parte delle bolle: si gonfiano in periodi di politica monetaria espansiva.”

    Eh si’, ma e’ vero anche il contrario: che la politica monetaria espansiva diventa necessaria perche’ una buona parte dei soldi “fiat” vengono sequestrati dal mondo della speculazione finanziaria che invece di fornire mezzi di pagamento all’economia “sana” e “reale” preferisce usare quei soldi per speculazioni puramente cartacee e finanziarie, creando non meno problemi della spesa pubblica improduttiva, salvo poi alla fine, messe in ginocchio le relative economie, esigere il pagamento di salate patrimoniali (cioe’ beni ben reali) per coprire i buchi creati nel frattempo da tali apprendisti stregoni ovviamente risolutamente contrari alla “diluizione” inflazionistica delle loro spettanze. Preferiscono, chissa’ perche’, indurre gli Stati a mettere patrimoniali a chi non c’entra nulla e non ha avuto alcuna responsabilita’ nel disastro.

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