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pinocchio4LETTI PER VOI

In Italia ha avuto stranamente scarsa eco, ma martedì scorso il Re d’Olanda ha pronunciato un discorso, scritto per lui dal primo ministro Mark Rutte, che meriterebbe di entrare nei libri di storia. Con una notevole dose di coraggio, Rutte, per bocca del Re, ha annunciato ai suoi concittadini che sono finiti i giorni del welfare state come lo hanno conosciuto fino a oggi, semplicemente perché – come avrebbe detto la Thatcher – sono finiti i soldi degli altri.

Se, quando ne avranno notizia, molti statalisti si stracceranno le vesti, a sinistra come a destra, il commento di noi einauditi può essere uno solo: noi ve l’avevamo detto.

Da tempo, infatti, le cassandre liberali vanno ammonendo, purtroppo inascoltate, che il welfare state ha fatto promesse che in nessun modo potrà mantenere. Non perché non sia possibile garantire a tutti una rete di sicurezza che protegga dalle avversità della vita, ma perché non è possibile farlo concentrando tutto il denaro necessario in strutture monopolistiche, gestite da persone che hanno interesse a spendere parte consistente di quel denaro per garantirsi la rielezione.

In altri termini, ciò che va respinto non è certamente la pretesa, di per sé nobile e del tutto apprezzabile, di voler fornire a chi non le ha le risorse per studiarecurarsi, avere un sostegno durante la vecchiaia. Il problema però è che questo obiettivo non si può raggiungere lasciando alla politica il potere di nominare o anche solo decidere come nominare i professorimedici,infermieri e così via.

Perché se i politici hanno questo potere, la storia e la logica ci dicono che in un modo o nell’altro ne abuseranno. Anche nei Paesi dove apparentemente c’è meno corruzione malaffare che in Italia, comunque il welfare viene sostenuto con livelli di tassazione elevati, che a lungo andare deprimono l’economia, e/o con l’indebitamento, che è ancor più subdolo perché è una tassa su chi non può neppure protestare, perché non è ancora nato, e/o con l’inflazione, che è né più che meno che un furto con destrezza.

Come noi abbiamo sempre detto, però, prima o poi i nodi vengono al pettine. In Italia, in parte lo stanno già iniziando a fare: noi vediamo liste d’attesa negli ospedali sempre più lunghe, scuole sempre più fatiscenti e con mense sempre più costose, pensioni sempre più basse, mezzi pubblici sempre più rari e in ritardo, tribunali che chiudono, corrispondenza che non viene recapitata, e così via. Gli statalisti ci dicono che è colpa dell’austerity, cioè in pratica di un misterioso gruppo di banchieri, tra cui sicuramente molti ebrei, che su qualche panfilo misterioso complottano per arricchirsi a spese del mondo (e magari quegli stessi statalisti hanno pure il coraggio di definire mercato queste loro fantasie).

La verità invece è che è molto difficile gestire in modo efficiente una grande azienda, figuriamoci una mega-istituzione come lo Stato, che pretende di fare tutte queste cose, e in più pagare, oltre al costo del servizio, già gonfiato di per sé come tipicamente avviene coi monopoli, un’enorme quantità di persone assunte per amministrare una macchina così mastodontica.

Prima o poi queste persone perderanno il posto, come in effetti sta già iniziando a succedere in altri Paesi, come il Regno Unito ma anche la Grecia o la Spagna. E non sarà il mercato cattivo, sarà che lo stato sociale ha spremuto le generazioni attuali, ha spremuto quelle future, fino al punto che non resta più una goccia, e c’è sempre meno gente disposta a dare credito a un sistema così malsano (da qui, banalmente, la salita dello spread, altro che complotti pluto-giudaico-massonici).

E poi si inizieranno a tagliare seriamente anche i servizi, proprio come ha candidamente ammesso di dover fare il governo in Olanda, un Paese peraltro che rientra senz’altro tra quelli non particolarmente corrotti, a dimostrazione del fatto che sostituire gli attuali amministratori con altri fantomatici più onesti, e combattere con norme sempre nuove la corruzione, non risolve un bel niente, a dispetto di quanto molti commentatori continuino a pensare (ed è un errore in cui anche il sottoscritto confessa di essere caduto in passato).

È particolarmente significativo, poi, che il governo dell’addio allo stato sociale sia un governo sostenuto anche dai laburisti, che evidentemente in quel Paese sono un po’ più illuminati dei Fassina nostrani.

Ma che ne sarà, allora, della nostra salute, della nostra istruzione, della nostra vecchiaia? La domanda non è che una variazione sul tema di quella tipica che noi libertari, quando immaginiamo un mondo dove lo stato fa non uno, ma centomila passi indietro, ci sentiamo sempre fare: “ma chi costruirà allora le strade”?

Anche in questo caso, la storia e la logica aiutano: prima che lo Stato moderno dispiegasse appieno la propria furia monopolista, fiorivano le iniziative di mutua assistenza per rispondere alle esigenze cui pretende di rispondere il welfare state. Esisteva cioè un welfare ben prima del welfare state, e aveva da questo una grande differenza: funzionava immensamente meglio e non distruggeva ricchezza. Era fondato in parte su meccanismi di mercato, in parte sulla beneficenza, ed è durato a lungo, finché il monopolio statale della violenza e unatassazione da rapina lo hanno fortemente ridimensionato.

Dall’Olanda, però, dove già qualche anno fa misero un piedi un sistema sanitario a base abbastanza genuinamente privata (mica come negli Usa!) che dà ottima prova di sé, ci dicono che non siamo più solo noi pazzi libertari a immaginare un ritorno a questo sistema: perfino un governo sostenuto dai laburisti ammonisce che occorre tornare a un welfare privato. In Olanda l’hanno definita “participatory society”, “società partecipativa”, con una formula da spin-doctor un po’ fumosa, simile alla “Big Society” di Cameron: quel che conta è il maggior coinvolgimento della società civile nella presa in carico delle grandi esigenze materiali dell’uomo.

Insomma, è possibile un mondo “dopo lo stato sociale”, come recita il titolo di un ottimo libretto che chiunque dovrebbe leggere. Naturalmente, grazie al mercato lo potete leggere comodamente online. Naturalmente gratis, perché ai difensori del mercato interessa solo il profitto!

Cose inaudite.

DI RICCARDO DE CARIA, TRATTO DA http://www.lospiffero.com

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Showing 26 comments
  • Pedante

    @ Vincenzo:

    Qualsiasi club sociale con le sue regole per gli iscritti.

  • vincenzo

    @ Liberty: anche se non vuoi costruire, devi come minimo immaginare quello che saranno i rapporti “volontari”.

  • Marco

    Consiglio vivamente di leggere la pagina con il link in questo articolo; da esso si capisce come perfino la sinistra nordeuropea è molto più liberale non solo della sinistra italiana, ma perfino di quelli che in Italia si definiscono liberali( e che evidentemente scorreggiano dal volto)

  • gastone

    per costruire ci vuole la libertà.

    è quella per cui si battono quotidianamente contro la coercizione lo strapotere e le follie di chi le esercita in maniera assoluta tutti coloro che la inseguono, e senza l’esigenza di una etichetta o di un colore che li distingua..tutti i giorni con le proprie azioni più o meno rischiose.

    senza libertà economica non ci sono altre libertà se non quelle accessorie di come organizzare la propria vita ei propri affetti senza disporre del frutto del proprio lavoro.

  • vincenzo

    Provate a immaginare uno Stato o, come piace a voi, una comunità libertaria. Cercate di delineare in che modo avvengano i rapporti sociali, le varie forme di assistenza, l’istruzione… Una sorta di Utopia libertaria. Create una pagina o un sito a parte e cercate di costruire…

    • Liberty Defined

      @Vincenzo Tu parli di ingegneria sociale che è l’antitesi del pensiero libertario. I rapporti sociali devono esistere solo su base volontaria, è il principio del diritto ad essere lasciati soli… Capisco che in questo paese di merda sia fantascienza, infatti quando si è insediato, Letta ha detto come prima cosa che “nessuno sarà lasciato solo” che per un libertario suona proprio come una minaccia e un incubo

  • vincenzo

    @liberty definied: se uno non può nemmeno curarsi con quello che gli viene dato come stipendio, non guadagna quanto gli serve, ma di meno. Non c’è bisogno di autorità morali, per stabilirlo. Non si tratta di “beneficenza forzata”
    Quanto al samaritano di Pedante, tanti complimenti, ma in uno Stato moderno non si può essere costretti a sperare in figure caritatevoli.

  • gastone

    purtroppo l’onestà non basta per capire l’economia, e senza cognizioni e un serio approfondimento il rischio è quello di sposare il main stream e la propaganda.
    capisco la frustrazione della povera gente e dei lavoratori, del resto costoro nella loro ignoranza hanno abbracciato con entusiasmo la cararita’ pelosa e la protezione dello stato che sembra loro averli in qualche modo difesi.
    in realtà un imprenditore che vuole più profitti e aspira ad una mega villa, è spesso, nei sistemi occidentali e segnatamente in italia,
    una figura posticcia, inserita in una capitalismo corporativo fascista guidato e organizzato dallo stato, il quale provvede in seguito ad una serie di facilità come l’indicazione dei canali di elusione ed eventuali agevolazioni fiscali cui è impossibile accedere ai piccoli imprenditori e lavoratori in generale.

    dunque per garantire il funzionamento di un sistema di spogliazione sfacciato , si impone anche una lusinga importante a chi ne è sottoposto, e quella del welfare è il cavallo di troia per guadagnare il consenso del popolo, e le “risorse” come le chiamano loro, vengono pescate nel variegato mondo produttivo della piccola impresa non sussidiata o protetta dal suo indotto e tutte le sue maestranze.

    questi sono i “soldi degli altri” con cui lo stato fà la sua pelosa carità.

    sono un “orfano lavoratore” e l’inam è stata la mia protezione.
    l’ente assistenziale si è preso cura di me facendomi visitare una discreta quantità di collegi nei quali ho passato diversi anni. la fortuna di quell’ente pero’ e stata la generosità di organizzazioni religiose che spesso mi ospitavano a loro spese,
    inoltre una funzionaria dell’ente col cuore tenero (prima esistevano anche nei ranghi della burocrazia) spesso mi regalava dei soldi per sostentare quando transitavo brevi periodi a casa.

    e quello era uno degli enti più efficienti… parliamo dei 60/70

  • Pedante

    @ vincenzo:
    Il buo samaritano dà di tasca sua.

  • vincenzo

    Non avete idea di che cosa fossero le casse mutue tipo INAM.

    • Liberty Defined

      La beneficenza forzata non ha mai funzionato

  • vincenzo

    Quali sarebbero i soldi degli altri? Se un capitalista, magari anche elusore o evasore fiscale, decide che deve guadagnare molto più di quello che gli serve, perché deve farsi la megavilla, il megayacht, e, per far questo, paga così poco i propri lavoratori, ma così poco che questi ultimi hanno bisogno di chiedere aiuto al welfare state per ottenere il necessario, allora, con un minimo d’onestà, ci si rende conto che i “soldi degli altri” sono davvero degli altri.

    • Liberty Defined

      @Vincenzo “decide che deve guadagnare molto più di quello che gli serve” e chi ha l’autorità morale di stabilire quanto è “quello che gli serve”? Quanto è il giusto? Forse il consiglio del popolo? O forse qualche burocrate stra-pagato…. I soldi degli altri sono i soldi dei contribuenti rapinati del frutto del proprio lavoro in maniera “progressiva” perchè nel pensare comune è giusto che chi ha più successo di me venga punito. L’invidia vi corrode caro Vincenzo

  • gastone

    @ pedante:
    grazie.

    oggi si tende a vedere tutto col cervello e la sua intelligenza, dimenticando che avanti viene l’esercizio dei 5 sensi che indagando la costruisce.

    sfortunatamente questo è il dominio della ragione e della sua dittatura,
    che tiene in ostaggio l’individuo in maniera consensiente.

  • Pedante

    @ gastone:
    Ben detto.

  • gastone

    un padre stà dietro ai figli come natura comanda, tenta di dare loro quanto di più urgente hanno bisogno e stare a guardia della loro vita.

    le cose di cui hanno bisogno nell’ordine sono, il sostentamento alimentare
    la custodia della salute, un affetto senza confini via via, disciplina, indicazioni, esempio, e una attenzione costante alle risorse intellettive, la testa, che è il lascito e la dote più utile che servirà loro.
    non ci sono ” giocattoli” indispensabili o favori in collisione con i loro doveri non ci sono assicurazioni o reti di protezione esaurito lo svezzamento, dopo il quale saranno in grado di badare a se stessi, tenendo a mente che oltre l’affetto che rimane intatto il padre nulla potrà se non intervenire in caso di massimo bisogno, se ne avra’ conservate nel tempo le capacità.

    questa meravigliosa forma di protezione è un miracolo socialista in grado di funzionare esclusivamente dentro i confini della famiglia, per via dei legami
    affettivi e doveri reciproci di tipo naturale.
    inoltre questa () ha una caratteristica, o se vogliamo un difetto connaturato: indebolisce con l’invecchiamento dei genitor, dunque genera presto responsabilità ed efficacia dei figli che impareranno l’impegno della riconoscenza e dell’onore.

    sostituendo il titolare naturale di questo meccanismo con lo stato, avremo presto una mistificazione ed un malfunzionamento progressivo che porterà al collasso finale.
    la presunta pretesa di sostituire con il welfare, la rete di protezione della famiglia, e con il portafoglio di tutti le sue scarse ma attente risorse, genera un modello illusorio in grado di funzionare solo grazie alla iniziale coercizione necessaria fino a raggiungere il consenso volontario delle masse che garantiranno il loro appoggio attraverso la certezza di poter disporre di una maggiore sicurezza, a spese d’altri, più di quanto non siano in grado di procurasi da sole.

    non v’è necessità di rimarcare che al di là di ogni aspetto morale esiste la certezza di veder diminuite tanto le capacità individuali che le singole responsabilità che da sole concorreranno ad aumentare i costi del welfare in capo alla collettività in corrispondenza di una sempre minore capacità di alimentare il monte ricchezze da cui questo attinge le risorse.

  • domenico

    si certo ma quello che non riportate in questo articolo è che non diminuiranno le tasse, il taglio verrà fatto solo per recuperare il deficit ma le tasse rimarranno le stesse, bella cosa vero?

  • Liberty Defined

    Noooo, mi state dicendo che non avremo più i meravigliosi frutti del welfare state? Moriremo tutti di fame e di sete senza l’assistenzialismo, siete impazziti? :-))

  • nicola

    si si lo stato cattivo la finanza no e’ mai una parola venite qui’ in Australia poi ne riparliamo

    • Dom

      ????

  • Pedante

    Questo discorso di Hans Hermann Hoppe non ha mai ricevuto l’accoglienza che merita secondo me, forse perché sfida l’egemonia del marxismo culturale che affligge anche molto libertari. Purtroppo senza sottotitoli:
    http://vimeo.com/5024681

  • Pedante

    @ R.Z.:
    http://www.mymovies.it/film/2006/idiocracy/

    L’arte imita la vita.

  • faniarte

    Esatto!!! Quello che dico da tempo….Berlusconi ha sempre detto che vedeva la vita in modo eroico…bene ora è il momento giusto per farlo questo atto eroico…si decidesse una buona volta!!!!

  • Albert Nextein

    In italia siamo già da tempo in condizioni peggiori che in Olanda.
    I politici , consci del loro fallimento e della nostra miseria, continuano ad operare senza scrupoli col solo scopo di guadagnare tempo.
    In attesa di non si sa che cosa, poi, dato che i numeri dimostrano che l’economia italiana non ha futuro.
    Nessuno in italia ha il coraggio di dire come stanno realmente le cose.
    In malafede tentano di infondere false speranze, tramite falsi messaggi.
    Ma i numeri sono spietati.
    Dieci giorni tutti parlavano di ripresa imminente.
    Oggi quei cretini degli euroburocrati tirano le orecchie al nostro governo perché ,numeri alla mano, qualcuno si è accorto che il rapporto Debito/Pil ufficiale viaggia oltre il 130% (quello reale è già oltre il 160%) , e che non si riescono a ridurre il debito e la spesa corrente.

    Berlusconi, per esempio, invece di fare i soliti annunci senza senso, potrebbe aprire gli occhi alla gente, se davvero ritiene di esser il baluardo liberale popolare che afferma di essere, e dovrebbe informare sul reale stato delle finanze e dell’economia.
    Lo ascoltano, ha seguito, ed allora che dica la verità.
    Non ne ha il coraggio e neppure la coscienza.
    Manca del buonsenso necessario e della visione prospettica dello statista.
    Dovrebbe entrare nei particolari, e ogni settimana parlare di uno specifico argomento, numeri alla mano.

  • Roberto Zambrini

    Pedante,
    sono perfettamente d’accordo con te!
    Lo stato e’ per i mediocri: solo attraverso lo stato possono sperare di impossessarsi della ricchezza che non sanno produrre!
    E questo fenomeno fa delle vittime, operando una selezione (in)naturale….

    :-(

  • Pedante

    Forse l’aspetto più preoccupante di tutti i socialismi sono gli effetti disgenici sull’intera società. Sono gli individui più di talento, più diligenti, e più onesti quelli che tendono a essere più tartassati dal fisco e dalla burocrazia, a di conseguenza fanno meno figli rispetto agli altri. Nella misura in cui “tal padre tal figlio” abbia un elemento di verità, si privilegiano ora i geni della mediocrità.

    Il welfare privato dei secoli passati era molto più abile nel discriminare tra il povero per sfortuna e il povero per vizio. E il successo si misurava anche nel numero dei figli.

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