In Anti & Politica, Economia

nogarin5stelleDI MATTEO CORSINI

“È chiaro che non sarà possibile attuarlo subito da domani, ma questo resta il nostro obiettivo. Il trasporto gratuito già esiste in molte città europee e anche qualche città italiana del nord. Si può fare anche da noi e noi lo faremo… i biglietti oggi coprono il 5-7 per cento del totale delle entrate e se si eliminano un po’ di sprechi e si ottimizzano alcune attività, la gratuità del servizio diventa un obiettivo possibile. Ripeto non domattina. Ma l’obiettivo resta.” (F. Nogarin)

Quando un candidato del M5S viene eletto sindaco riceve solitamente grande attenzione dai mezzi di informazione. Nel caso di Filippo Nogarin si potrebbe dire anche che ciò avvenga a ragion veduta, essendo il primo sindaco non espressione del partito comunista italiano o di ciò che ne è fin qui disceso in quella Livorno nella quale il PCI ebbe origine oltre nove decenni orsono. Va detto che su molti punti programmatici i rappresentanti del M5S sono ben più a sinistra del PD, per cui non è che una città rossa più del fuoco abbia fondamentalmente cambiato opinione.

In sostanza non siamo di fronte a un caso come quello di Bologna, dove nel 1999, nell’unica occasione in cui non vinse il candidato della sinistra, i cittadini scelsero un candidato appoggiato dal centrodestra, ancorché non politico di professione. Ma va anche detto che all’epoca il M5S non esisteva, per cui oggi probabilmente anche sotto le due torri in alternativa al candidato del PD vincerebbe un seguace di Beppe Grillo. L’ingegnere aerospaziale Nogarin ha esordito ponendosi, tra gli altri, l’obiettivo di fornire gratuitamente ai cittadini il trasporto pubblico. Ora, è certamente vero che il prezzo del biglietto copre solo una minima parte dei costi del servizio e che le società di trasporto, la cui proprietà fa capo agli enti locali, chiudono i bilanci regolarmente in perdita, finendo per gravare sulla fiscalità generale.

Questo non significa, però, che il problema si risolva eliminando anche quel po’ di copertura dei costi che avviene tramite il pagamento del biglietto. Solitamente i fautori dell’idea di esentare i cittadini dal pagamento del biglietto sui mezzi pubblici sostengono che ciò finirebbe per produrre risparmi in termini di minore inquinamento. Posto che si tratta di studi di parte e dalla attendibilità scientifica quanto meno dubbia, io credo che il concetto totalmente errato sia quello di gratuità, tipico dei socialisti (a prescindere da come si autodefiniscono). Di gratis non ci sarebbe proprio nulla. Semplicemente a pagare per il servizio non sarebbero coloro che lo utilizzano, bensì, chi più, chi meno, tutti coloro che pagano tasse all’amministrazione locale proprietaria della società di trasporti.

Ben venga, quindi, l’idea di eliminare sprechi e ottimizzare alcune attività, ma non per azzerare il costo del biglietto dell’autobus. Se il trasporto pubblico produce ovunque perdite più o meno consistenti, credo sarebbe il caso di mettere in discussione la proprietà pubblica e l’assenza di concorrenza, non pensare di azzerare il prezzo del biglietto. Magari non domattina. Oggi pomeriggio sarebbe meglio.

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Showing 9 comments
  • Albert Nextein

    Corsini scrive bene.
    Nogarin , penso, non abbia ancora capito un cazzo.
    Tentativi di trasporto pubblico gratuito sono falliti.
    A Bologna ci fu un esempio paradigmatico alcuni decenni fa.
    Ma si sa, coi soldi degli altri siamo tutti milionari.

  • Marco

    Federico Hai ragione, aboliamo la libera concorrenza privata, lasciamo tutto in mano alla Stato che sicuramente non essendo mosso da bramosia di denaro riuscirà a gestire tutto per il meglio, come nel vecchio est Europa.
    Aspetta, ma…. Chernobyl, le Trabant che inquinavano quanto l’llva, le industrie più inquinanti del mondo, ma DA DOVE PROVENIVANO?

    Attento, Federico le troppe seghe ti stanno facendo male!

  • Liberalista

    Leo, lasciamo perdere questi troll deficienti. Perdiamo tempo e basta.
    All’inizio provavo anche io a spiegare, poi a rispondere, poi a cercare di capire cosa volessero. Tutto inutile. Vengono qui a rompere le palle. Punto.
    Quindi la migliore risposta è.NON rispondere più.

    • leonardofaccoeditore

      Giusto!!!

  • federico

    mi chiedevo..ma se riallocassimo i costi spalmati sulla collettività dalle imprese private..quante ne rimarrebbero in piedi?

    non so tipo i 400 miliardi di Fukushima..chessò..i costi di gestione dell’eternit..la sanità e le malattie dovute alle attività industriali e agricole.. le bonifiche dei fiumi devastati dalle concerie vicentine o ancora..!

    vi leggo..e mi chiedo..ma non è meglio se vi fate na sega? ahahahah

    il libero mercato in libera concorrenza ahahahah
    regole semplici in un sistema complesso

    http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/nasa-la-civilta-umana-e-vicina-al-collasso-economico-ed-ecologico/

    http://www.segnidalcielo.it/2014/03/19/nasa-la-civilta-industriale-si-sta-avvicinando-al-disastro-globale-che-potrebbe-verificarsi-nei-prossimi-decenni/

    oh però Giorgio tienimela da parte una polentina Monsanto eh!

    • leonardofaccoeditore

      Evita di linkare spazzatura legata ai NAZI-COMUNISTI mentecatti di cui sei appartanente. Qui, gli idioti li sopportiamo poco.

    • Fabio

      Fukushima è avvenuta grazie agli interessi statali delgoverno nell’energia. Non esiste alcun libero mercato in giappone e la centrale è ‘privata’ tanto quanto lo sono lePoste ele Ferrovie qui in italia: davvero mi vuoi farcredereche le ritieni private solo perché SpA?
      La conferma è che la dirigenza voleva spegnere subito il reattorema gli è stato impedito dal governo cheinvece di essere arbitro, s’è messo a giocare la partita. A quale società privata avrebbero mai permesso un disastro simile?

      In italia prendi vari esempi ed io sono d’accordo, ma mentre tu scrivi e, forse, pensi che lanatura privatistica delle società porti la colpa di tutto al ‘privato’, io ti faccio notare che qui non si muove paglia che Stato Onnipotente non voglia.
      Per l’eternit, lo Stato aveva bisogno di edilizia a basso costo, volevano (come al solito) pasti gratis da spacciare per oro colato, il mattone è la prima industria nazionale e niente e nessuno poteva ostacolarla.
      Poi c’è l’automobile, e quindi metalmeccanici e strade, asfalto, appalti per le autostrade più care… lalista degli sfaceli pubblici spacciati perprivati perché fatti compiereda apposite SpA o Srl è lunghissima.

      Attività industriale: ma davvero lo Stato è estraneo? ma chi fa le leggi? chi le applica? e la Montedison a venezia?

      In italia il ‘privato’ è creato ad arte dalle forze economiche che costituiscono l’incardinatura dello Stato, quelle che una volta individuavamo facilmente come ‘il salotto buono’ di Cuccia,

      Quale privato potrebbe fare libero mercato in libera concorrenza in italia?
      non vedi quello che succede col trasporto aereo quello che combinano alla benedetta rayan air? e col ferroviario? e col servizio postale e telefonico, dove abbiamo ancora il monopolio pubblico della posta ordinaria sotto i 20gr e dell’ultimo miglio per la tel.fissa?

      Eppure per indottrinati come te, accecati per anni ed anni dall’istruzione NON A CASO Pubblica, è tutta colpa del privato. Per quanto carogne ladri e delinquenti dimostrino d’essere tutti i giorni i politici, qualsiasi parte politica siano, eppure c’è ancora gente come te che pensa che più una cosa è importante, più è necessario metterla nelle mani di quei delinquenti e delle mafie loro complici.

  • Fabio

    mio padre ha lavorato all’atac (la municipalizzata che fa il trasporto pubblico romano) e mi raccontava oltre trent’anni fa avevano degli stuti che dimostravano che potevano togliere del tutto i biglietti e reggersi solo sulle altre voci di incasso, come la pubblicità.

    Se lo mantengono è perché ci sono altri motivi: un esempio di quest’inverno a roma il recente scandalo sulle macchinette ufficiali emettibiglietti ‘falsi’ (nel senso che non venivano registrate nei libri contabili dell’atac) che hanno fruttato montagne di soldi alla mafietta dei funzionari atac e ditte complici.
    Le municipalizzate, del trasporto come dell’immondizia, servono solo ad assumere amici e parenti e politici trombati. Non si possono fare semplificazioni perché perderebbero cose, anche le più inutili, da far fare a tutti questi parassiti per fargli passare il tempo. Sono arrivati al punto di far scavare le buche ad alcuni per farle riempire ad altri, e tutti insieme si lamenteranno che lavorano tantissimo e non sono pagati abbastanza!

    Invece certi risultati di prezzi bassi o addirittura gratuiti li raggiungeremo MALGRADO lo Stato Onnipotente , NON GRAZIE ad esso.
    Purtroppo la mentalità statalista è che è vietato tutto quello che non viene dallo stato, ma poi lo Stato fa proprio quello che il Libero Mercato in Libera Concorrenza avrebbe portato spontaneamente. Solo che l’intermediazione dello Stato porta enormi sprechi umani ed economici, i burocrati sono interessati solo alla spoliazione dei sudditi grazie alle forze armate che difendono la casta, nelle migliori delle ipotesi i dipendenti pubblici sono gente che lavora senza rimetterci di tasca propria non pondererà mai adeguatamente investimenti, costi e conseguenze.

    La libera azione degli imprenditori, che fanno e cercano il premio, non è paragonabile al funzionario ministeriale che vuole solo il premio finale senza tutto il lavoro che lo presupporrebbe. A sentir loro, i componenti della la casta a qualsiasi livello, lavorano e sudano e meritano il proprio stipendio, ed i critici sono solo invidiosi….M’annasseroaffanculo ste teste di cazzo!! Si permettono tutte le merdate che combinano solo perché sanno bene che resteranno impuniti grazie alle garanzie che difendono la casta a qualsiasi livello ed alle forze armate (mamma e papà della casta) che la tutela sempre e comunque.

  • CARLO BUTTI

    L’idea dei trasporti pubblici urbani gratuiti, motivata anche dalla rilevazione che il prezzo del biglietto copre solo una minima parte dei costi, lasciando le aziende in perenne deficit, è non solo vecchia, ma decrepita: fu lanciata a Milano da un candidato liberale (sic!), un certo Madia, in una tornata elettorale degli ultimi anni Sessanta del secolo scorso. Il che dimostra come le idee bislacche abbiano la facoltà di reincarnarsi, passando magari da destra a sinistra, ma rimanendo sempre quello che sono: idiozie pure. Quanto all’altra motivazione, secondo cui un incremento del trasporto pubblico porterebbe benefici riducendo l’inquinamento da gas di scarico, mi vien da pensare alle emissioni mefitiche diffuse nell’aria dai mezzi pubblici comensi (introdotti stupidamente negli anni Settanta in sostituzione dei tradizionali veicoli a trazione elettrica): ho letto da qualche parte che uno solo di quei bus inquina come seicento tubi di scappamento delle auto private…

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