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scuola-lib-locandinaDI REDAZIONE

Cari lettori e care lettrici, Ieri, mercoledì 14 ottobre 2015, è iniziata ufficialmente la Scuola di Liberalismo 2015 di Bologna. La scuola, organizzata dalla Fondazione Luigi Einaudi (FE) e sostenuta economicamente da varie associazioni studentesche – tra cui Students for Liberty e FutureDem – ma non solo, è ubicata in via Santo Stefano 119, nella storica e bellissima sede del Quartiere Santo Stefano. Per chi fosse interessato, essa si svolgerà tutti i mercoledì – dalle ore 18 alle ore 20 – fino al 16 di dicembre per poi concludersi festosamente lunedì 1 febbraio con gli interventi preziosissimi di Alberto Mingardi e del grande Nicola Porro, vicedirettore de “Il Giornale” e conduttore di Virus – ogni giovedì in prima serata su Rai2 -, nonché affermato economista liberale. Con una modica cifra di € 35 potrete assistere a tutte e undici le lezioni della scuola in cui, tra l’altro, parteciperanno giornalisti, economisti e storici come Angelo Panebianco, Angelo Santagostino e Carlo Monaco – e tanti altri ancora -. Inoltre, gli iscritti di età inferiore ai 30 anni potranno concorrere a due borse di studio da € 500.

Chi avrà seguito almeno due terzi delle lezioni riceverà ovviamente l’attestato di frequenza nel corso della premiazione il primo febbraio 2016 e gli allievi migliori saranno segnalati all’Institute of Economic Studies di Parigi per essere invitati ai loro seminari estivi. Detto ciò, facciamo un breve riassunto di quanto accaduto ieri. Poco dopo le 18, quando ormai la maggior parte dei presenti aveva formalizzato la propria iscrizione con tanto di firma e pagamento, Enrico Morbelli, l’attuale direttore della Scuola, ha presentato velocemente la storia della Scuola e il corso. Ha ricordato che essa è nata a Roma nel 1988 e che in breve tempo si è espansa in ben tredici città d’Italia.

Questo corso, in particolare, è il 102esimo dalla fondazione e il settimo a Bologna. Dopo questo breve intervento, condito anche da divertenti scambi di battute con gli scolasti e gli ospiti, il microfono è passato a Quinto Leprai, coordinatore del corso nonché segretario provinciale del Partito Liberale Italiano cui il sottoscritto è fieramente iscritto da quasi un anno. Quinto, con la sua dialettica pacata, lucida e chiara, ha introdotto, seppur velocemente, lo special guest della serata, vale a dire il senatore Carlo Luigi Scognamiglio Pasini, attualmente professore emerito di “Economia applicata” all’università Luiss – Guido Carli, Presidente del Senato dal ’94 al ’96 e Ministro della Difesa sotto il governo D’Alema dal ’98 al ’99, nella cui veste, tra l’altro, promosse la legge sull’abolizione dell’obbligo del servizio militare di leva, l’ammissione delle donne al servizio nelle forze armate e l’elevazione dell’Arma dei Carabinieri al rango di quarta forza armata dello Stato.

La lezione era intitolata “Rivoluzione liberale”, sulla base non della promessa elettorale di Silvio Berlusconi, bensì di un libro scritto a quattro mani dal Sen. Scognamiglio in persona assieme al collega Enrico Musso. Nell’ora e mezza di durata della lezione, quel che è stato uno dei nostri più importanti Presidenti del Senato ha fatto una brillante e lucida panoramica sulle varie e internazionali rivoluzioni liberali della storia. Dalla “Glorious Revolution” inglese del 1688 fino alla rivoluzione neoliberale intrapresa da Ronald Reagan in America e da Margaret Tatcher in Inghilterra, passando per la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti del 1776 firmata Thomas Jefferson, per la rivoluzione francese del 1789 e quella “newliberalist” di Winston Churchill e Franklin Delano Roosevelt. Si è poi parlato ovviamente di Luigi Einaudi, di Piero Gobetti, fondatore durante il ventennio fascista della rivista “Rivoluzione Liberale”, di John Stuart Mill e del suo trattato “On liberty”, di Von Hayek, di Mises e della scuola economica austriaca, di William Baumall, della “curva di Laffer” e di tanto altro ancora. Infine, il sen. Scognamiglio si è rivolto al pubblico auspicandosi che prima o poi – meglio prima che poi -, che un giorno o l’altro, venga finalmente realizzata questa “benedetta” Rivoluzione Liberale, che non dovrà però svilupparsi dall’alto verso il basso, bensì dal basso verso l’alto, “from the bottom to the top”. Conclusosi questo primo incontro della Scuola di Liberalismo 2015 di Bologna, vi diamo appuntamento a mercoledì prossimo, 21 ottobre, con Giancarlo Graziani, responsabile Cultura del PLI, che ci parlerà di “Cultura e Mercato”.

Così ho detto. Alla prossima!

IL 28 OTTOBRE, SARA’ OSPITE LEONARDO FACCO E PRESENTERA’ IL SUO ULTIMO LIBROELOGIO DEL CONTANTE

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Showing 10 comments
  • Alessandro Colla

    Trovato: Fabio Verna, relatore sulle cartolarizzazioni. Dovrebbe essere lui se non sbaglio.

  • Alessandro Colla

    Chi è Verna, scusate l’ignoranza?

  • riccardo rossi

    Credo che l’unica vera e attendibile scuola di liberalismo in italia si debba annoverare quella della fondazione Vincenzo scoppa di catanzaro, che tra l’altro è editrice dell’unica e autentica rivista liberal-libertaria, liber@mente.

    • Fabio

      concordo.
      Questa curata dal buon Morbelli poteva essere fatta pure dalla fondazione Gramsci, visto il livello di ‘liberalismo’ che vi ci trovate. Alcuni relatori poi, tipo Verna, sono davvero il ‘top’ !!!

  • Evaristo

    Certo che Bologna di tradizione liberale ne ha pochina.
    Ottimista poi Scognamiglio che auspica la rivoluzione liberale dal basso.
    In questa terra dei cachi?
    Dove se dici “Friedman”, ti rispondono: “chi, Alan”?

  • Albert Nextein

    Sono stato una volta a vedere .
    Mi sembrano un po’ lessi.
    Ci vuole gente incazzata, reattiva.
    Che da quelle parti non rilevo.

  • Alessandro Colla

    Ho scritto Roosvelt, ma credo si scriva Roosevelt.

  • Alessandro Colla

    Siccome c’è scritto “di Redazione”, stento a comprendere chi sia l’orgogliosamente iscritto da quasi un anno al partito liberale. Apprendo che un ministro di D’Alema vuole organizzare la rivoluzione liberale. E’ pentito di aver collaborato con D’Alema o quel governo, che sparava ai coltivatori che protestavano non sulle autostrade ma nei sia pur non recintati terreni confinanti di loro proprietà, era un governo liberale? Forse D’Alema ha privatizzato previdenza, istruzione e sanità? Forse ha messo in mani private le ottomila partecipate? Ha privatizzato la RAI, la Terna, L’ENEL e via dicendo? No, pare che abbia inventato una quarta arma. Perfetto: qualche stipendio d’oro in più per altri Stati Maggiori. Apprendo anche che Roosvelt vada annoverato tra i neoliberalisti. Allora anche Lenin: con la sua Nuova Politica Economica aveva, sia pur provvisoriamente, ammesso il profitto nella produzione agricola. Attendo di sentir definire liberale anche Fausto Bertinotti. Magari cattolico liberale.

    • leonardofaccoeditore

      Non è un articolo del sito, è un comunicato degli organizzatori che riportiamo fedelmente

  • Fabio

    Buon divertimento Leonardo,
    dagli qualche salutare sventola libertaria per svegliarli un po’ :-)

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