In Ambientalismo

j66di DARIO BRESSANINI*

È immaginabile un futuro prossimo senza combustibili fossili? Può una nazione avanzata utilizzare solo energie rinnovabili? Molti scienziati predicano la necessità di ridurre l’uso dei combustibili fossili per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera.

E se questo non bastasse c’è chi pensa che il picco del petrolio sia ormai dietro l’angolo. E se anche non lo fosse condizioni economiche e geopolitiche potrebbero rendere questo combustibile molto costoso. Insomma, è il caso di porsi seriamente queste domande.

Prima o poi il petrolio finirà, ma sole e vento ci saranno ancora, per cui è opportuno investire in questa direzione. Spesso però ci si focalizza troppo sulla fattibilità economica dei vari metodi di produzione di energia mancando completamente il quadro generale.

Si discute se l’eolico sia più o meno costoso del nucleare, ma ci si dimentica di chiedersi quanto vento c’è per far girare le pale e quanto uranio è rimasto sulla terra. Lasciamo quindi da parte per un attimo le considerazioni economiche: il costo di produzione di un kWh (kilowattora) varia a seconda del luogo, della legislazione, del mercato, della maturità di una tecnologia e così via.

Dobbiamo invece porci una domanda più fondamentale: le limitazioni intrinseche (le leggi fisiche ad esempio, o la superficie disponibile in un paese) quali restrizioni impongono ai vari modi di produrre energia? In altre parole, anche ammettendo che produrre un kWh di energia eolica o solare sia gratis, quanta energia al massimo posso sperare di produrre?

Il progresso tecnologico e le diverse condizioni di mercato possono rendere competitiva una fonte energetica, ma non possono cambiare le leggi di natura: anche aumentando l’efficienza odierna dei pannelli solari non si può aumentare la quantità di energia solare che cade su un metro quadro.

La turbina eolica più efficiente dipende comunque dalla velocità e dalla disponibilità del vento, e così via. David MacKay è un fisico dell’Università di Cambridge. Irritato dalla vaghezza numerica e dalla mancanza di punti fermi che spesso contraddistingue le discussioni pubbliche sull’energia, MacKay si è seduto al tavolino e, armato delle leggi della fisica, ha stimato il potenziale teorico di tutte le principali fonti energetiche rinnovabili.

Raramente discorsi scientifici quantitativi e ricchi di numeri arrivano sui media, che spesso invece danno più risalto a intellettuali e filosofi come Serge Latouche, il teorico della decrescita. Discutendo di energia e di consumi è invece obbligatorio partire dai numeri e dai dati accertati.

Considerazioni politiche, economiche, sociali etc. sono benvenute e necessarie, ma non possono prescindere dai fatti e dalle leggi fisiche che, volenti o nolenti, regolano questo universo. MacKay ha messo nero su bianco le sue stime e il suo libro Sustainable Energy – Without the Hot Air (Uit Cambridge 2008, ma scaricabile liberamente) sta cambiando il modo con cui si discute di questi temi, almeno in Gran Bretagna.

MacKay è stato nominato recentemente Chief scientific advisor del dipartimento dell’energia e del cambiamento climatico del governo britannico con il compito di affinare le sue stime per costruire un percorso verso il cambiamento energetico della Gran Bretagna entro il 2050.

Vi consiglio vivamente, se il tema vi interessa, oltre che di leggere il libro (purtroppo per ora solo in inglese) anche di ascoltare questa sua conferenza tenuta all’Università di Harvard.

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Unità di misura e consumi

È molto difficile per il cittadino padroneggiare i numeri dell’energia senza avere dimestichezza con le varie unità di misura. Purtroppo misuriamo il petrolio in barili, la benzina in litri, le centrali elettriche in megawatt, ma tutte queste unità sono lontane dal quotidiano, dai nostri consumi e dai nostri sprechi.

In più nelle discussioni pubbliche e sui media spesso si confondono energia e potenza, o si leggono unità di misura completamente prive di senso come il kW/h. Il Kilowatt (kW) è una misura di potenza, cioè di energia prodotta (o consumata) in un certo intervallo di tempo. Se moltiplichiamo (non dividiamo) una potenza per un intervallo di tempo, ad esempio un’ora, otteniamo l’energia totale prodotta (o consumata, lasciamo perdere la questione che in realtà l’energia si trasforma): in questo caso un kilowattora (kWh = kW moltiplicato per 1 h).

Vi confesso che quando leggo articoli, anche su questo sito, che parlano di energia, non appena trovo un errore così grossolano mi viene la voglia di smettere di leggere, e mi chiedo comunque che affidabilità possa avere un articolo scritto da chi mostra di non conoscere l’ABC dell’argomento.

Come sosteneva Antonio Pascale nel suo articolo per Saturno di qualche settimana fa, dareste credito ad un articolo letterario che esordisce dicendo che Dante ha scritto il Decameron? No di certo. Ecco, per gli argomenti scientifici è la stessa cosa.

Conscio di questi problemi di comunicazione, MacKay per parlare di produzione o consumi energetici sceglie di usare un’unica unità di potenza “a misura d’uomo”: il kilowattora per giorno per persona (kWh/d per persona). Il cittadino europeo medio consuma 125 kWh/d. Possiamo visualizzare questo consumo “personale” in termini di lampadine: è come se ognuno di noi tenesse accese 125 lampadine da 40W per 24 ore al giorno.

L’americano medio consuma il doppio: 250 kWh/d mentre il consumo energetico medio di un essere umano sulla terra è di 56 kWh/d. Un kWh/d è anche grossolanamente la potenza che potremmo avere da uno “schiavo umano personale”, quindi se usiamo 125 kWh/d è come se avessimo 125 servitori alle nostre dipendenze.

Rinnovabili

Le fonti rinnovabili hanno solitamente una bassa densità per area. Hanno cioè bisogno di grandi superfici per poter ricavare grandi quantità di energia. MacKay analizza il fotovoltaico, i biocarburanti, le maree, il solare termodinamico, l’eolico, il geotermico e così via, e per ognuno stima la potenza prodotta in watt per metro quadro di superficie utilizzata.

MacKay analizza anche, sempre dallo stesso punto di vista, la produzione da energia nucleare. E questo perché è difficile, per non dire impossibile, parlare di “sostenibilità” e di “autosufficienza” energetica se non si mettono sul tavolo contemporaneamente tutti numeri in gioco.

Consideriamo ad esempio l’energia eolica. I parchi eolici in zone ventose ad esempio producono 2 watt per metro quadro. MacKay calcola che se, realisticamente, si coprisse anche il 10% della superficie britannica, l’eolico non fornirebbe più di 20 kWh/d: un sesto del consumo energetico medio attuale.

Le coltivazioni per biocarburanti forniscono 0,5 watt per metro quadro. Se tutta la superficie britannica ora dedita ad agricoltura (il 75% del totale) venisse sfruttata per produrre biomassa combustibile, otterremmo 24 kWh/d. Ben lontani dai 125 kWh/d.

E non dimentichiamoci che dobbiamo pure produrre mele e zucchine! Con il fotovoltaico non siamo messi meglio, e MacKay mostra come riempire i tetti delle abitazioni di pannelli può certo fornire una percentuale importante del proprio consumo personale di energia elettrica, ma per incidere sul consumo energetico totale è necessario un utilizzo su larga scala di campi solari.

Implacabili i numeri mostrano come al livello attuale dei consumi britannici (e probabilmente di altri paesi densamente popolati come l’Italia) anche sommando eolico, solare, biocarburanti, idroelettrico e altre fonti rinnovabili non è possibile purtroppo sostituire i combustibili fossili.

E che in ogni tipo di opzione le rinnovabili debbano occupare una frazione significativa della superficie di un paese come la gran Bretagna. E questo senza neppure considerare i costi economici e le svariate opposizioni alle diverse forme di produzione energetica. MacKay stima che in Gran Bretagna tenendo conto dell’opposizione sociale attualmente le rinnovabili non possano fornire più di 18 kWh/d per persona.

Siamo quindi molto lontani da 125. Le alternative puramente numeriche sono quella di ridurre notevolmente i consumi oppure di utilizzare fonti energetiche con una alta densità di energia per metro quadro, come le centrali nucleari.

Una opzione per i paesi ricchi potrebbe essere quella comperare energia prodotta all’estero, magari in un deserto dove si possono produrre fino a 20 watt per metro quadro.

“Ogni piccolo risparmio aiuta”

MacKay non è tenero verso la retorica del “ogni piccolo risparmio aiuta”.

“Non illudetevi. Per raggiungere il nostro obiettivo di eliminare i combustibili fossili le riduzioni nella domanda e l’aumento dell’offerta devono essere grandi. Non fatevi distrarre dal mito che “ogni piccolo accorgimento aiuta”. Se ognuno fa una piccola parte otterremo solo una piccola cosa. Dobbiamo fare molto. Ciò che è richiesto sono grandi cambiamenti nella domanda e nell’offerta.

“Ma sicuramente se 60 milioni di persone fanno un piccolo gesto, sommati tutti insieme non otterremmo qualche cosa di grosso?”

No. Questo “se tutti facessero” è solo un trucco moltiplicativo per far sembrare grande qualche cosa di piccolo.”

Certo, moltiplicando un piccolo risparmio per 60 milioni otteniamo un numero che sembra molto grande. Dopo tutto l’abbiamo ottenuto moltiplicando per 60 milioni! Purtroppo questi numeri, fuori dalla portata “umana”, li dobbiamo confrontare con numeri enormemente più grandi.

Consumi e soluzioni

MacKay non si limita a sfatare alcuni miti e a riportare sulla terra le discussioni a ruota libera sul futuro energetico, ma offre anche dei suggerimenti e delle possibili soluzioni. Uno ovvio è quello di ridurre i consumi poiché è più facile risparmiare un kWh che generarne uno.

Prendendo però di mira i settori che più contribuiscono e non perdendosi in mille rivoli inconcludenti. Riscaldamento e trasporti consumano la maggior parte dell’energia. Preoccuparsi di tutti gli apparecchi in standby della casa può portare ad una rispettabile riduzione dell’8% del consumo elettrico casalingo (fonte IEA) ma non certo un contributo significativo rispetto al totale.

È come pretendere di svuotare il Titanic con un cucchiaino. In Gran Bretagna ben 40 kWh/d di quei 125 kWh/d sono attribuibili al trasporto su auto e altri 40 kWh/d al riscaldamento. È qui che ha senso cercare di aggredire i consumi energetici, non certo con l’autoproduzione del burro o del sapone, per dire ;-) , che possono essere attività gratificanti a livello personale (io ogni tanto faccio il burro) ma nulla più.

L’elettrificazione di tutti i trasporti  ridurrebbe le emissioni di CO2 aumentando l’efficienza. Le auto elettriche moderne consumano 15 kWh per 100 km, mentre le auto a benzina dai 70 ai 90 kWh. Un treno ad alta velocità invece è efficientissimo: consuma solo 3 kWh per passeggero per 100 km se a pieno carico, “solo” il triplo di una bicicletta con il suo singolo kilowattora.

Per il riscaldamento degli edifici, a supplemento del solare termico, MacKay suggerisce un uso massiccio delle pompe di calore, anche queste funzionanti a elettricità, oltre alle misure per ridurre la dispersione termica. MacKay non propende per nessuna tecnologia in particolare, ma sostiene che, con i numeri sul tavolo, ogni paese deve disegnare un piano energetico che copra totalmente i bisogni.

A chi lo accusa di essere pro-nucleare lui risponde che è solo pro-aritmetica, e che i numeri parlano da soli. Le sue stime possono essere rese più precise, ma il vero valore di questo approccio è nel mostrare un metodo per le discussioni pubbliche sulle scelte energetiche. “Numeri, non aggettivi” dice MacKay. “Qualsiasi discussione sensata sull’energia richiede dei numeri”.

Lo scopo dichiarato di MacKay è quello di mettere in grado il pubblico di avere delle discussioni sensate sull’energia e di prendere decisioni informate. In Italia avremmo un gran bisogno di un approccio così. C’è qualche fisico che voglia adattare il libro di MacKay alla situazione italiana?.

Ps: Una versione ridotta di questo articolo è apparsa sul numero 2 dell’11 Marzo 2011 dell’inserto Saturno. Ho voluto riportarla qua perché ancora in molti non sanno che nel sito potete trovare online alcuni articoli pubblicati sull’inserto.

* Articolo tratto da http://www.ilfattoquotidiano.it

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Showing 9 comments
  • Alessandro Colla

    C’è un’area politica che i conti non li sa fare mai. Parla di plusvalore e non conteggia le spese di investimento. Auspica la spesa in deficit e rimanda il pagamento del debito a un ipotetico moltiplicatore che esiste solo nella mente degli illusionisti o degli astrologi. Propone di stampare moneta perché è convinta che se aumenta artificialmente la richiesta di panini sia sufficiente aumentare la produzione di essi, senza tenere presente che pagare di più delle maestranze con denaro svalutato significa minore potere d’acquisto della moneta stessa. Calcola il prezzo di un piatto di pasta mettendo nel conto solo gli ingredienti e il gas, dimenticando i costi per il mutuo o per il canone del locale nonché le spese per il personale e per la lavanderia che il ristoratore deve comunque sostenere. Chiede che al posto di un ampliamento di una sede stradale venga realizzata una linea metropolitana sotterranea, in sé ottima cosa, ma dimentica che i costi per i lavori in superficie corrispondono a 500.000 euro a kilometro mentre per quelli di scavo servono cinquanta milioni a parità di percorso. Cosa possono capire i membri di quest’area in merito alle questioni ambientali? Parlano sempre di investimenti che porterebbero vantaggi futuri ma come investo se il capitale non ce l’ho? Quale istituto creditizio sarebbe disponibile a finanziarmi se non ho ancora terminato di saldare il debito precedente e magari risulto cattivo pagatore?

  • christian

    Pedante, in generale è vera la tua affermazione ma non mi è sembrato questo il caso. Anzi mi è sembrato un uso dispregiativo utilizzando con un inglesismo solo per sembrane meno violento rispetto alla parola “stupido”. Comunque il punto della questione era un altro, quello dei dummies era solo una nota di colore.

    • Pedante

      In effetti credo che hai ragione.

  • Pedante

    https://en.wikipedia.org/wiki/For_Dummies

    “Dummy” viene spesso usato per descrivere i profani, i non esperti. Non ha connotazioni negative, anzì è simpaticamente autoironico.☺

  • christian

    “Non è contestabile nel contesto delle tecnologie obsolete usate ancora odiernamente, ad esempio sarebbe contestabile se paragonato alle tecnologie in uso tra il 18 e il 19 secolo”
    Non è molto chiaro, dice che se il pezzo fosse stato scritto due secoli fa sarebbe stato contestabile perché già sapevano dei progressi tecnologici futuri? stai facendo dietrologia, ovviamente il pezzo non può che fare riferimento al momento storico in cui è stato scritto. Che senso ha dire che era contestabile se fosse stato scritto due secoli prima. Inoltre che se hai letto bene si faceva anche riferimento ai limiti fisici delle energie rinnovabile che esulava proprio dalle tecnologie e faceva riferimento ai limiti fisici di dette energia (massimo irraggiamento di una superficie, massima velocità del vento disponibile). Tu sai si che ci sono limiti fisici anche all’efficienza delle macchine (macchine in senso ingegneristico in senso di automobili), e che questa efficienza massima teorica (e quindi in quanto teorica già non raggiungibile di fatto) è sempre inferiore a 1.
    Il pezzo è obsoleto (immaginando che questa fosse la parola che volevi usare in quanto desueto non era il termine corretto riferito ad un articolo giornalistico) perché ha 5 anni? Quindi i fatti e le evidenze scientifiche hanno la scadenza? Allora meglio smettere di imparare visto che la maggior parte delle conoscenze che a nostra disposizione sono più vecchie di 5 anni.
    Cos’è la tecnologia dei consumi? Tutta la tecnologia presente in qualsiasi apparato o macchina consuma energia, anche le persone consumano energia. Forse volevi dire che bisogna aumentare l’efficienza delle macchine tramite l’innovazione tecnologica. Ma questo viene fatto continuamente, o pensi che l’efficienza delle macchine/apparecchi di 50 anni fa sia uguale all’efficienza di quelle di oggi.
    La frase “il materiale con cui questa tecnologia può lavorare” non la capisco proprio. Che vuoi dire con li fatto che non si deve pensare ad innovare il materiale con cui la tecnologia può lavorare. Spero che per materiale tu non intendessi il vanto, l’energia solare, ecc…, cioè le risorse, altrimenti questo significherebbe non padroneggiare nemmeno i principi fondamentali dell’argomento sui cui hai commentato.
    Infine, Bressanini potrebbe anche scrivere idiozie per farsi pagare da Il Fatto Quotidiano, ma anche David MacKay ha scritto idiozie per essere pagato da Il Fatto Quotidiano?
    I “dummies” italici (come li definisci con un simpatico e gratuito Inglesismo da “more dummy than dummies”) non sono in grado di leggere più di tre righe in una volta sola figurati una serie di libri sull’argomento, ma tu sei libero di leggerti questi testi approfondi (se li trovi) magari insieme ad un bel libro di Marx ed uno di Keynes che sicuramente fanno parte della stessa collana.

  • Alessandro Colla

    Come andrebbe innovata la tecnologia dei consumi? Qual è la differenza tra innovazione tecnologica e innovazione del materiale con cui la tecnologia lavora?

  • Marco Giabardo

    Non è contestabile nel contesto delle tecnologie obsolete usate ancora odiernamente, ad esempio sarebbe contestabile se paragonato alle tecnologie in uso tra il 18 e il 19 secolo. Quello che questi signori continuano a non dire ( si sa mai che poi non giri l’economia a loro favore, a proposito l’articolo e di 5 anni fa… un po desueto non dite ? ) e che la prima cosa da innovare è la tecnologia dei consumi, non il materiale con cui questa tecnologia può lavorare ! ma il discorso per affrontarlo degnamente ci vorrebbe non uno ma una serie di libri e non un pezzo mirato più al proprio profit economico ( ovvero fare in modo che il fatto quotidiano lo paghi bene e ne cerchi altri ) che alla spiegazione alla maggioranza di dummies italici più propensi a leggere i pezzi su valentino o totti. (A)legrù !

  • Fidenato Giorgio

    I verdi, ambientalisti, vegan- comunisti sicuramente avranno, dall’alto della loro ignoranza, qualcosa da ridire!!! Questi sono tutti da internare, oppure fare in modo che non nuocciano più!!!

  • spago

    Grande articolo, molto difficilmente contestabile

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