DI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Dopo aver sostenuto la battaglia civile di Umberto Carriera contro le restrizioni imposte dai DPCM anticostituzionali firmati dal governo italiano, dopo aver sostenuto più volte che il Movimento Libertario non avrebbe mai appoggiato, né condiviso, la fondazione e la partecipazione ad alcun partito politico, dopo aver sostenuto, e promosso, il ricorso alla Corte Costituzionale presentato da Vittorio Sgarbi, dopo aver scritto lo Statuto di un’associazione (denominata “Niente Paura”, apartitica e con l’oggetto sociale dedicato alla difesa dei diritti individuali e della libertà d’intrapresa), apprendiamo che il ristoratore pesarese ha ufficializzato la nascita del Movimento Liberale Italiano (MLI).
In una riunione dello scorso mercoledì 2 dicembre, durante una riunione via Zoom, tutto quanto sopra era stato chiaramente esposto, da parte dei membri del Consiglio di Amministrazione del Movimento Libertario, allo stesso Umberto Carriera ed ai suoi collaboratori.
Pertanto, il Movimento Libertario prende le distanze dal partito politico che Carriera presenterà domani a Pesaro e considera conclusa la cordiale collaborazione con lo stesso, che ha portato evidentemente alla concretizzazione di iniziative di disobbedienza di un certo successo. La disobbedienza civile e fiscale sono e saranno sempre la linea guida della nostra azione antistatalista.
A tal proposito, il Movimento Libertario continuerà ad offrire assistenza legale gratuita a coloro che verranno multati ingiustamente dalle autorità. Continuerà, peraltro, a collaborare con ogni associazione che si batte per mettere fine alla dittatura sanitaria in corso ed a ristabilire la verità in merito a questa tragica farsa pandemica.
Leonardo Facco – Michele Gandolfi – Alessandro Fusillo
Rilevo che quando gli imprenditori si mettono in politica c’è qualcosa che tocca.
E’ già un impegno colossale fare gli imprenditori, in genere.
Aggiungere l’impegno politico presuppone mezzi, cultura, tempo.
Sono cose che non ti inventi.
Ci sono più partiti liberali che liberali
E quattro. Prima i Liberisti Italiani, poi “Rinascimento” di Sgarbi, quindi il partito delle partite IVA (vedere sul sito L’Individualista Feroce) e adesso il liberalismo movimentista. Non mancheranno i radicali che si definiscono liberali, liberisti e libertari; ci sarà qualche altra lista di ispirazione simile e il mai sopito antico Partito Liberale Italiano. Quanta voglia di liberalismo! E quanta voglia di non voler essere rappresentati disperdendo energie ed eventuali consensi elettorali in mille rivoli che si danneggiano l’un l’altro invece di provare a trovare una sintesi. Si tenga presente, tra l’altro, che “Rinascimento” almeno i voti ce li ha. Sono voti di opinione verso il fondatore (che però a Roma ha anche un po’ di voti di apparato, forse non tantissimi ma considerevoli) che hanno comunque trovato sbocco in Emilia, in Val d’Aosta e in altre piccole ma significative realtà come Salemi e Sutri. Ci si vuol contare per dimostrare di stare allo 0,2 per cento invece dello 0,1? Bene: buone spese e buona vittoria agli altri schieramenti, specialmente a sinistra dove che puntano sulle divisioni altrui. Vendola vinse perché Fitto e Poli Bortone presentarono due candidature separate, nel Lazio ha più recentemente vinto Zingaretti grazie alla lista Pirozzi che divise la coalizione opposta, ai ballottaggi l’elettorato di sinistra ci va mentre gli altri no. Tralasciamo altri numerosissimi esempi, tipo Latina. Tutto già scritto, hanno perso in questo modo i meglio attrezzati apparati del cosiddetto centrodestra. Evidentemente gli errori del passato servono a un beneamato nulla. I cespugli sperano di vincere marciando sparpagliati? Tanti auguri, un motivo in più per evitare il fastidio di recarmi ai seggi.