In Anti & Politica

DI EUGENIO CAPOZZI

La totale inaffidabilità delle cifre sui morti di Covid fornite quotidianamente dal ministero della salute è dimostrata da un semplice confronto tra il numero dei decessi e i flussi di ingresso/uscita dalle terapie intensive.
Ieri, 5 dicembre, in Italia sono stati dichiarati 662 morti per Covid.
Nello stesso giorno i ricoverati in terapia intensiva sono diminuiti di 50 unità, nonostante 192 nuovi ingressi in TI.
Questo significa che 242 persone sono uscite dalla terapia intensiva.
Ebbene, anche volendo ipotizzare che queste persone siano tutte decedute (e non c’è ragione di pensarlo, fortunatamente, visto che la percentuale di sopravvivenza dei pazienti Covid in TI pare sia oggi del 75%), da dove verrebbero i rimanenti 420 morti del giorno?
I report dell’Istituto superiore di sanità-Epicentro dicono che nelle morti dei pazienti Covid mediamente tra il ricovero in ospedale e il decesso trascorrono 8 giorni, e a partire dall’insorgenza dei sintomi 12. Quindi la malattia non uccide all’improvviso, ma c’è un progressivo aggravamento, durante il quale si suppone che il paziente venga trasferito, appunto, in TI. Se questo nei mesi di marzo-maggio scorsi poteva non avvenire per l’improvviso picco di casi gravi e l’insufficiente preparazione delle strutture sanitarie, si suppone che avvenga regolarmente ora, dato che attualmente il livello di occupazione delle TI è di circa il 50%, e va, appunto, scendendo.
Conclusione: come era stato a suo tempo anticipato dal professor Giuseppe Remuzzi ed è stato puntualmente confermato dalle cifre sui decessi in ospedale dall’inizio dell’epidemia fornite da Piemonte e Lombardia, la stragrande maggioranza dei decessi etichettati come Covid (il 90% circa) è composta da persone che non erano riconosciute, mentre erano in vita, come casi gravi della malattia, ma erano ricoverate in ospedale per altre patologie, o erano a casa, o in una Rsa.
“Diventano” morte di Covid solo dopo il decesso, perché erano risultate positive ad un tampone precedentemente effettuato, o lo risultano ad un tampone effettuato post mortem.
Insomma, se non il 90% dobbiamo ragionevolmente ritenere che almeno tre quarti dei decessi indicati ogni giorno sono doviti alle cause più disparate, ma non al virus, al quale quelle persone erano positive ma evidentemente senza sintomi direttamente riconducibili ad una forma critica di esso: il che non sorprende peraltro, visto che almeno il 95% dei positivi al tampone sono asintomatici o paucisintomatici.
Si tratta dunque inequivocabilmente di cifre molto gonfiate. Come peraltro quelle dei ricoverati, che vengono considerati Covid se positivi anche se i loro problemi di salute sono ben altri. Cifre gonfiate per gli interessi degli ospedali, e per terrorizzare i gonzi, e convincerli ad accettare inaudite restrizioni alla loro libertà e alla loro attività lavorativa.
(Grafici ed elaborazioni dati di Francesco Santoro,
al cui ottimo bollettino quotidiano rimando per analisi corrette e approfondite)
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Showing 8 comments
  • John

    Coglioni anche qui? Non c’è pace…

  • Alessandro Colla

    Dunque il misterioso “sguattero” sarebbe Michele. Sarebbe piacevole conoscere le motivazioni dell’a mio avviso gratuito insulto.

  • Alessandro Colla

    Appunto, l’ottanta per cento. Onore a chi appartiene al rimanente venti per cento ma i numeri, dunque, non sono dalla parte della possibilità di uscire dall’incubo.

  • Alessandro Colla

    Per terrorizzare i gonzi, già. Ma i gonzi sono tanti e quello che spaventa ancora di più è il rapporto del CENSIS secondo il quale l’ottanta per cento dei giovani sarebbe favorevole alle misure restrittive, una percentuale più alta di quella registrata nelle fasce d’età sopra i trentacinque anni. Falso anche il rapporto statistico? Lo spero ma se non lo fosse vorrebbe dire che sono riusciti anche a distruggere l’istintivo spirito di ribellione tradizionalmente presente nella maggior parte dei giovani. Che poi sono comunque trattati come colpevoli perché si abbracciano se sono coppia. Infatti, visto che abbiamo il peggior tasso di natalità del mondo, l’esecutivo dimostra la sua consueta intelligenza anche in campo demografico. Mi auguro che alle domande campione, i giovani abbiano risposto in modo volutamente ipocrita o che sia errato il sondaggio. Altrimenti non c’è più via d’uscita, dal momento che storicamente le rivoluzioni le hanno sempre portate avanti i soggetti in età tutt’altro che avanzata.

    • MICHELE

      Io ho 32 anni, ho violato la quarantena quando andavo a correre dopo che lo avevano espressamente vietato, almeno 2 volte a settimana, non ho mai messo la mascherina all’aperto da quando è stata resa obbligatoria agli inizi di Novembre e praticamente litigo con tutti quelli che mi vengono a rompere i coglioni perché “moriremo tutti!” se non si rispettano le regole, cercando prima di avere un dibattito, poi se mi rendo conto che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e che sto parlando con persone che soffrono di incontinenza emotiva che esplodono in una sorta di boato gastrico se li contraddici li mando affanculo e il primo giorno in qui era stato introdotto l’obbligo di mascherina sono quasi arrivati alle mani con uno stronzo davanti alla Conad che mi ha quasi aggredito perché non gli davo retta.

      • Don Floriano Superstar

        Perbacco che supereroe. Queste perle di ribellione le vogliamo raccogliere in un volume o no? Affinchè i posteri possano sapere quali personaggi mitici vi erano e di che pasta erano fatti.
        .
        Propongo il titolo: SGUATTERIX: LE NUOVE AVVENTURE.

  • Renzo Ambrosio

    Giovedì scorso, nel corso della conferenza stampa, il Presidente Conte, a proposito del vaccino anti covid 19 (praticamente già acquistato dallo stato, nonostante non sia stato ancora approvato dagli organi scientifici preposti), ha dichiarato “se noi siamo in una condizione di gestire la curva del contagio, come confido stiamo facendo e continueremo a fare, non sarà necessario imporre un trattamento sanitario obbligatorio e preferiamo, fino all’ultimo, preservare la facoltatività della vaccinazione”.
    Questa palese minaccia, non solo di eliminare un’altra delle libertà garantite dalla costituzione (quella che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario), ma addirittura di farlo con l’uso della violenza e con mezzi di una degradazione indegni di un paese civile, ha lasciato del tutto indifferente la maggioranza degli italiani.
    Non ci sono state reazioni di sorta. né da parte dei politici di alcuno schieramento, né da parte dei giornalisti, evidentemente ormai asserviti al potere, né da parte della maggior parte dei cittadini, che anzi, ormai in preda al terrore instillato nelle loro menti dai bombardamenti quotidiani di TG e talk show, ritengono addirittura necessarie regole e divieti imposti da chi ci governa, che viene visto come chi preserva la nostra salute.
    Il movimento libertario, al di la di singole, apprezzabili argomentazioni di qualche suo esponente, quali iniziative intende assumere di fronte alla sfrontatezza di chi continua a calpestare le più elementari libertà degli individui, tra l’altro con provvedimenti adottati in spregio delle più elementari norme di democrazia?
    E, più in generale, cosa sta facendo di concreto per frenare il degrado in cui stiamo precipitando trascinati da uno statalismo sempre più sprezzantemente invadente nella vita di tutti noi?

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