In Libertarismo

Di Jack Zama

Per quanto questa definizione sia molto diffusa anche tra libertari è inaccurata e fuorviante. Lo stato non è il monopolio della forza.

Per capirlo basta fare un esempio. Se la Russia batte l’esercito ucraino e prende il potere, diventa di fatto l’istituzione che ha il monopolio della forza nel territorio ucraino. Ciò nonostante, nessun ucraino, sostenitore dell’autonomia ucraina, direbbe mai che la Russia è lo stato. Direbbe che la Russia è un invasore occupante lo stato ucraino. Alla luce di ciò, è evidente che, ottenere il monopolio della forza su un determinato territorio, per quanto necessario, non sia sufficiente per potersi definire “stato”.

Cos’è quindi lo stato? Lo stato è negli occhi di chi guarda, non è una condizione esterna agli individui. Lo stato è quell’istituzione che, agli occhi dello statalista, ha il diritto di violare la proprietà privata. Se con una pistola ti estorco 200 euro per pagare l’asilo a mia figlia finisco in galera. Se invece trovo abbastanza persone che vogliono commettere lo stesso mio crimine e vinciamo le elezioni, possiamo commettere quello stesso identico gesto immorale e antisociale facendolo passare per buono, giusto e legale agli occhi delle vittime stesse.

Alla luce di questo, lo stato è meglio definito come “Unica istituzione che, agli occhi delle vittime, ha il diritto di commettere crimini legalmente e moralmente”. Poichè “avere il diritto di commettere crimini legalmente e moralmente” è un ossimoro su più livelli, lo stato è una superstizione, una credenza primitiva completamente irrazionale che viene tramandata culturalmente. La prova del 9 del fatto che lo stato non si basi sulla violenza è che il rapporto tra violenti (poliziotti) e vittime (cittadini) è 1 a 200. Quell’uno non può impedire ai 200 di farlo fuori o addirittura semplicemente ignorarlo, talmente impotente è. E’ letteralmente impossibile per uno stato basare la propria esistenza sulla violenza. Si basa piuttosto sull’ubbidenza che emerge dalla superstizione.

La frammentazione dello stato in piccoli stati non elimina la superstizione, ma è comunque positiva perchè mette in competizione tante superstizioni e le spinge a comportarsi bene per poter sopravvivere. L’anarchia è la società che emerge da persone che hanno superato completamente questa superstizione.

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Showing 8 comments
  • Marco Tizzi

    Sulle definizioni migliori di Stato ho trovato illuminante questo libro.
    Consigliatissimo.
    Against the State: An Introduction to Anarchist Political Theory https://a.co/d/gpKmyMj

  • Michele

    Più che la domanda cosa è lo stato, la domanda più specifica è cosa è il potere e da dove viene? Per chi crede nella superstizione dello stato la risposta la diede Mao: il potere deriva dalla canna di una pistola. Il consenso dei governati come preambolo a ciò è l’illusione, la pretesa di controllare chi detiene quella pistola. Se ammetti che il potere è solo la capacità di coercire gli altri al tuo volere utilizzando la forza o paventando la possibilità di fare ciò e che sei l’unico a detenerlo, il rapporto che si istaura non è niente altro che quello tra più carcerieri e il prigioniero che decidono quanto è grande la cella, quante ore di aria o quanti pasti il recluso possa avere, la scelta subdolamente gli verrà lasciata solo nel decidere quale regime di detenzione adottare.

  • Gerardo

    Ma infatti lo Stato non è il monopolio della forza, ma il monopolio legale della forza su un determinata società. Non opera cioe’ su di essa in una condizione di monopolio di fatto, bensì legale.
    Ora, a meno di non considerare l’espressione monopolio legale di per sé un’operazione che richiama a un’operazione illegittima, solo poi affidandosi alla teoria del contratto sociale si può pensare che lo Stato, in quanto monopolio legale della forza su una determinata società, possa esistere nella società come istituzione legittima, con tutto quello che ne consegue.
    Tuttavia, fatti empirici e deduzioni logiche ci dicono che il contratto sociale …
    https://gerardospace.wordpress.com/2022/07/21/come-fatti-empirici-e-deduzioni-logiche-invalidano-la-teoria-del-contratto-sociale-2/

  • eridanio

    gli svizzeri non sono più armati…mi dicono…ops!

  • Alessandro Colla

    E’ vero che in duecento contro si può vincere ma non è solo questione di superstizione. Se quell’uno è armato e i duecento sono disarmati, l’uno può vincere su duecento e anche più.

    • Jack Zama

      come fa un uomo armato ad impedire a duecento uomini di armarsi? non può. che poi tecnicamente non ce ne sarebbe neanche bisogno. A un uomo che gira per strada con una pistola può cadere in testa una tegola, un vaso, un pezzo di cornicione. del resto gli incidenti capitano. non è colpa di nessuno :P

      • Alessandro Colla

        Un uomo armato spara al primo che tenta di armarsi anche lui, gli altri si spaventano e rinunciano ad armarsi o a lasciar cadere sia cornicioni che vasi; magari affermando che le tegole, in fondo, costano e sono belle quindi sarebbe un peccato sprecarle. Paura e superstizione provocano l’accettazione dello stato, quando non addirittura la convinzione che sia un’istituzione giusta. Loro hanno anche le armi mediatiche per continuare ad alimentare superstizioni e paure. Noi le abbiamo? Qualche pistola, forse, contro i loro missili terra – aria.

  • Étienne de La Boétie

    Sono d’accordo ma sviluppo il concetto.

    Il monopolio della forza è una caratteristica che ogni Stato deve rivendicare per poter essere definito tale, almeno nell’accezione di Stato secondo la cultura europea. E’ vero che una cosca mafiosa ha il monopolio della forza all’interno del territorio sotto il suo controllo e non per questo può essere definita Stato, ma è altrettanto vero che, tranne gli Stati Uniti e la Svizzera i quali consentono ai cittadini pur con diverse limitazioni di essere armati, tutti gli Stati esercitano il monopolio e/o lo rivendicano.

    La Russia diventa il monopolista della forza in Ucraina nel momento in cui il territorio ucraino diventa parte di quello russo, come è avvenuto con l’annessione della Crimea. Però non si può definire lo Stato “il monopolista della forza” senza prima aver accettato la legittimità di un “diritto pubblico” separato da quello privato, ove molti reati compiuti da un cittadino non sono più tali se commessi da un pubblico ufficiale.

    Il peccato originale sta nel rifiuto del concetto dei diritti individuali pre-politici (Legge di Dio, Legge Naturale, Rule of law, ognuno la definisca come meglio ritiene). Vale a dire che si considera legge ciò che il potere (lo Stato in questo momento della storia) decide che sia legge (diritto “im”-positivo). E tutto questo necessita del monopolio della forza allo stesso modo in cui lo richiede la moneta fiat per coloro che considerano il denaro un’emanazione dello Stato, unico soggetto a cui è consentito moltiplicarlo, spacciarlo e imporne l’uso.

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