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OBAMA2DI MATTEO CORSINI

“Voglio dire una cosa sulla prevista offensiva dei repubblicani contro l’Obamacare. Niente di originale, ma probabilmente userò termini più crudi di quelli che potete leggere altrove. In tre parole: sono degli idioti”. (P. Krugman)

Con il suo consueto stile sobrio e da vero gentleman, Paul Krugman ha dato degli idioti ai repubblicani per la loro offensiva contro l’Obamacare, uno dei cavalli di battaglia della via obamiana al socialismo. A mio parere non mancano i motivi per criticare i repubblicani, soprattutto perché non sono sostenitori del libero mercato come molti credono, quanto, piuttosto del corporativismo tanto noto in Italia almeno fin dai tempi del Ventennio. Magari alcuni repubblicani si oppongono all’Obamacare per motivi che nulla hanno a che vedere con la tutela della libertà individuale; ciò nondimeno, che la riforma sanitaria sia un pessimo esempio di welfarismo socialista mi pare fuori discussione. Nella sua essenza, la riforma tanto voluta da Obama impone a tutti gli americani di acquistare polizze sanitarie, a prescindere dalla loro volontà. In Europa siamo abituati a finanziare sistemi sanitari statali e molti sono perfino convinti che la sanità sia gratis. In Italia, per esempio, molti hanno creduto che le cure sanitarie siano gratuite, fatta eccezione per il pagamento del ticket. Negli Stati Uniti, tuttavia, il socialismo non ha ancora attecchito a sufficienza per indurre tutti quanti a dare per scontato che ognuno debba avere una assicurazione sanitaria, soprattutto che debba averla alle condizioni previste dal governo. Appare abbastanza chiaro quale sia il problema economico dell’estensione universale dell’obbligo di assicurarsi: alcune categorie di individui non troverebbero una copertura sul libero mercato, se non a condizioni proibitive, per via del loro già precario stato di salute e/o delle loro abitudini di vita. Per rendere accessibile a costoro una polizza sanitaria è necessario che qualcuno sostenga l’onere. Se a farlo fosse interamente la compagnia d’assicurazione, rischierebbe di fallire in tempi brevi.

Con ogni probabilità i soci della compagnia preferirebbero uscire dal business piuttosto che operare costantemente in perdita. Una via alternativa è quella di far sopportare l’onere delle assicurazioni per le persone più a rischio agli individui persone giovani e sani. Questa, in ultima analisi, è la soluzione prevista dalla riforma di Obama, o quanto meno un suo effetto inevitabile. Non solo, quindi, le polizze devono avere le caratteristiche previste dal governo, ma l’antieconomicità di talune polizze finisce per ricadere sugli americani più giovani e, soprattutto, più sani. Nulla di nuovo: si tratta di redistribuzione, come avviene con la tassazione. In fin dei conti, il socialismo si fonda sulla redistribuzione. E l’Obamacare è una riforma socialista. Non è quindi il malfunzionamento dei portali internet che dovrebbero consentire l’acquisto online delle polizze il problema vero di questa riforma, bensì il suo impianto redistributivo.

Uno può essere socialista ed essere entusiasta dell’Obamacare, ma non credo che opporsi a una riforma del genere sia da idioti. Però io non sono Krugman, e personalmente ringrazio Dio per questo.

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Showing 6 comments
  • FrancescoL

    Krugman e’ quello che vuole ubriacare l’economia per fare tutti contenti, invece l’unico ubriaco e’ lui

  • Albert Nextein

    Chissà se krugman ha il colesterolo alto.

  • luca

    Più che socialista, la riforma sanitaria di Obama mi sembra più corporativista o fascista

    • Fabio

      come se ci fossero differenze tra fascismo e comunismo sulla pianificazione e omnicontrollo della società con soppressione di liberainiziativa e libertà individuale.

      • luca

        La differenza è che lascia la gestione (almeno formale) ai privati. Ma li riempe di regolamentazioni e controlli che alla fine questi sono costretti ad agire come vuole il governo.
        Nel socialismo (come in Italia) c’è il sist.sanitario nazionale guidato direttamente dallo Stato o come nel nostro caso dalle Regioni.

        • Fabio

          certo, concordo al 100%
          l’alternativa a chi vorrebbe nazionalizzare tutto, dalle industrie fino ai ciabattini, dicendo che la proprietà privata è un furto è rappresentata da coloro che te ne lasciano solo l’apparente proprietà per poi in realtà costringerti a fare tutto quel che comandano loro.

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