In Economia

DI MATTEO CORSINI

“L’amara verità è che, se si fosse operato da subito acquistando il debito greco anche perdonandolo del tutto, quelle perdite di 300 miliardi di euro sarebbero state sicuramente inferiori rispetto alle migliaia di miliardi che evaporerebbero nel caso in cui la situazione dovesse precipitare.” (P. Benigno)

Per una volta, stavo quasi per trovarmi d’accordo con Pierpaolo Benigno, che prima di scrivere le parole che ho riportato, aveva sostenuto che nei sistemi monetari attuali, essendo l’attivo delle banche centrali costituito per lo più da titoli di Stato, ciò che rende accettabile una moneta è, in ultima analisi, la fiducia nella capacità dello Stato di reperire tramite la tassazione abbastanza risorse per rimanere solvibile.

Invece di trarne la conclusione che i sistemi monetari attuali sono tutti sostanzialmente dei castelli di carta fraudolenti, dato che i debiti pubblici sono tutti (anche quelli dei Paesi considerati più virtuosi) di fatto irredimibili, Benigno finisce col fornire per l’ennesima volta il sostegno all’idea di fondere i debiti nazionali in un debito europeo. Idea che ho già commentato di recente e su cui non intendo tornare in questa sede.

Benigno sostiene anche che se si fosse acquistato subito tutto il debito pubblico greco, pari un anno fa a circa 300 miliardi, il conto per gli europei sarebbe stato inferiore a quello che finiranno per pagare, anche nell’ipotesi di azzerarne il valore di rimborso.

Ritengo anche io che la politica ondivaga dell’ultimo anno a livello europeo abbia fatto più danno che altro, ma non credo che comprare tutto il debito greco un anno fa avrebbe risolto il problema. Al contrario, avrebbe fornito sia ai debitori, sia agli investitori gli incentivi errati.

Solitamente quelli che propongono soluzioni del genere sostengono che per evitare l’azzardo morale sia sufficiente promettere solennemente che “questa è l’ultima volta”. Il problema è che non è mai l’ultima volta, ma sempre la penultima. E la credibilità di quelle promesse è ormai pari a zero. Come il valore di gran parte dei debiti pubblici.

Recommended Posts
Showing 4 comments
  • Matteo C.

    Non so come ragioni Soros, ma il suo è un punto di vista abbastanza diffuso tra gli investitori “famosi” e gli economisti mainstream. In molti si stupiscono nel vedere il prezzo dell’oro (soprattutto) in dollari salire a fronte dell’accumulazione di debiti (privati e pubblici) e di politiche monetarie ultraespansive, ma credo si dovrebbero stupire del contrario. Tendono inoltre a ignorare il ruolo che l’oro ha avuto per secoli come moneta e non fanno menzione del fatto che gli attuali sistemi monetari non risultano da una evoluzione spontanea del mercato, ma sono stati imposti per legge dagli Stati.
    Attualmente la più grande bolla in circolazione a me pare quella sui titoli emessi dal Tesoro Usa.

    • Mauro

      Grazie, io non ci capisco nulla, in passato ho comperato un bel po’ di monete oro, ma non ho mai potuto permettermi né ho osato di più, e adesso vorrei comperare, ma è decisamente troppo caro… Beh, grazie ancora.

    • Leonardo Facco

      GRAZIE!

  • Mauro

    a parte i complimenti per il consueto ottimo articolo, ho una domanda che forse c’entra poco: come si spiega che uno come Soros abbia di recente sostenuto che l’oro è l’ennesima bolla e ne abbia venduto un bel po’? Grazie per eventuali chiarimenti.

Start typing and press Enter to search