In Economia, Esteri

DI PASQUALE MARINELLI*

Cina e India stanno facendo scorta di oro. Dall’inizio dell’anno 2012 la Cina ha rastrellato in giro per il mondo 400 tonnellate di oro, mentre l’India 389, costituendo, insieme, già nella prima metà dell’anno, il 25% del mercato mondiale (fonte: World Gold Council).

Continuiamo a dare un’occhiata ad alcuni numeri  a riguardo, così da essere correttamente informati  sull’argomento oro ed essere più preparati di quei giornalisti che per ignoranza o per mala fede riferiscono dati storpiati circa il mercato dell’oro, così come è già clamorosamente accaduto questa estate, con il servizio di un TG nazionale, il quale è stato prontamente sbugiardato dalla rete (vedi qui).

Innanzitutto, la Cina, negli ultimi 10 anni, ha una media annua di richiesta di oro pari a 376 tonnellate. L’india, invece, nello stesso periodo ha acquistato ad un ritmo di 690 tonnellate d’oro all’anno. La loro domanda,  nell’ultimo decennio, ha costituito insieme il 38% del mercato mondiale. Infatti, dal 2002 al secondo quadrimenstre 2012, Cina ed India hanno acquistato, rispettivamente, 4.144 e 7.591 tonnellate di oro, per un totale di 11.735 tonnellate, sulle 30.634 trattate in tutto il mondo nello stesso periodo.

Osservando il grafico, potete notare come la Cina, in dieci anni, abbia quasi quadruplicato la propria domanda di oro. Il trend della domanda cinese è in costante crescita, contrariamente a quella indiana, la quale pur rimanendo il maggior consumatore, ha un trend più discontinuo e tendente a decrescere negli ultimi due anni. Infine si noti come l’exploit della domanda di queste due economie, registrato negli anni 2010 e 2011, abbia determinato il valore record dell’oro, il quale è schizzato, nel giugno del 2011, a più di 1.900 dollari l’oncia rispetto al 2002, quando la quotazione dell’oro era poco più alta di 300 dollari l’oncia. Oggi l’oro quota poco più di 1.700 dollari l’oncia (un affare per chi ha comprato oro dieci anni fa!).

Quindi è chiara una cosa: gli investitori cinesi (banche in primis) stanno importando oro in maniera sistematica. Si consideri che, dal 2007, la Cina è diventata la maggior produttrice di oro del mondo, scalzando definitivamente il Sud Africa: secondo USGS, nel 2011 essa ha estratto qualcosa come 355 tonnellate di oro, su un totale mondiale di 2.700 tonnellate e, dal 2002, l’estrazione cinese di oro si è incrementata del 10%. Alla luce di tutto questo, la domanda che sorge spontanea è la seguente: nonostante questa nazione vanti la maggiore estrazione di oro nel mondo, per quale motivo la Cina ha l’ulteriore necessità di comprare e importare altro oro?

Secondo il sottoscritto, qui gatta ci cova! E non sono il solo a pensarlo! Potrebbe essere una scelta dettata dalla forte incertezza che le economie occidentali (Europa e USA, in primis) stanno esprimendo nell’ultimo quinquennio, la quale starebbe inducendo la Cina a rifugiarsi nell’acquisto di metallo prezioso perché ritenuto più stabile di qualsiasi valuta o asset presente sul mercato internazionale attuale. Ma non considero questa la risposta principale alla domanda.

Non bisogna dimenticare che la Cina è il maggior detentore di debito pubblico USA. In pratica, la Cina finanzia il governo americano e gli americani sono fortemente indebitati con essa. Oggi la riserva di valore che misura le monete di tutto il mondo è il dollaro ed è in rapporto ad esso che si esprime quanto vale una moneta. Attualmente la Cina possiede la maggior parte della riserva mondiale di dollari: 1,8 triliardi circa. Questo significa che il tutt’altro improbabile tracollo dell’economia statunitense comporterebbe forti perdite per la Cina e la politica di vendita di bond e dollari americani effettuata negli ultimi anni, al fine di alleggerire la rischiosa esposizione creditoria, non è sufficiente, visto che l’investimento alternativo, ossia in euro e in bond europei, sia altrettanto pericoloso.

La verità è che la Cina stia preparando il terreno per un mondo senza più il dominio americano nel mondo. Se USA ed Europa dovessero collassare a causa delle loro enormi esposizioni debitorie, le rispettive valute diverranno solo cartastraccia, così come anche i bond governativi da essi emessi. In uno scenario del genere le valute di tutto il mondo, non avranno alcun riferimento oggettivo circa il loro valore.

E’ sulla base di questa previsione che la Cina non starebbe acquistando oro soltanto per mettere al sicuro i propri investimenti, così come forse qualche banca centrale europea o statunitense starebbe disperatamente facendo. Bensì essa starebbe assorbendo da tutto il mondo più oro possibile, affinché un domani la Cina sia la maggiore detentrice mondiale di riserva aurea presente ed estratta sul pianeta. Così la Cina possiederà, più di tutti, un valido e collaudato riferimento oggettivo di riserva di valore (l’oro, appunto), da imporre a tutto il mondo, secondo cui parametrare ex novo il valore delle valute di un’economia ed essere la nuova e più ricca potenza del mondo.

Ingegnoso, non trovate? Mentre noi ci stiamo dannando l’anima per inventare un modo per nascondere gli eccessi determinati dalle fallimentari politiche dai nostri governi, per truccare il ridotto valore della nostra produzione e del nostro lavoro, costituendo assurdi fondi di garanzia, oltraggiosi istituti intergovernativi che fungano da prestatori di ultima istanza e di irrilevanti ristrutturazioni dei debiti sovrani, mentre perdiamo le nostre energie a concepire e a convincerci delle strampalate teorie, secondo le quali fare più debito comporterebbe la ripresa dell’economia, oppure far stampare la moneta allo stato sovrano sarebbe molto meglio che farlo fare ad un istituto esterno e indipendente dai governi, qualcun altro, dal sol levante, bada alle cose essenziali, non resta ad osservare, ma si sta preparando per imporsi su tutti noi quando ormai saremo giunti alla fine del nostro declino.

 

*Link all’originale: http://www.adelfo.it/2012/10/cina-febbre-delloro.html

 

 

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Comments
  • fabri

    Complimenti. Condivido l’ipotesi al 100%.
    Mi chiedo anche quand’è che incominceremo a smetterla di raccontarci delle palle e soprattutto a crederci.
    Si deve tornare ad un’economia sostanziale anzichè virtuale e per fare ciò si deve passare attraverso un sistema monetario reale. Esattamente come faranno i cinesi.
    Un saluto .

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