In Economia, Libertarismo

Uno dei saltimbanchi Keynesiani che spesso vengono presi a schiaffi su queste pagine risponde al nome di Joseph Stiglitz, il quale è stato più volte smascherato per il ridicolo spara-stronzate quale è. Adesso ci riprova, in particolare, consigliando all’India di stampare denaro. Infatti, afferma: “Nel compromesso tra crescita ed una moderata inflazione, sceglierei la crescita.” Con crescita Stiglitz intende una crescita della spesa pubblica con denaro preso in prestito e l’acquisto di debito da parte della Reserve Bank of India. Deliziati dal mondo delle favole Keynesiano, gli autori del pezzo rincarano la dose: “L’investimento pubblico avrà un effetto moltiplicatore più ampio e all’aumentare degli asset della nazione aumenterà il debito pubblico.” Come al solito Stiglitz ed i cani che gli corrono dietro si scordano di discutere delle distorsioni causate dal denaro fiat speso dal governo e del conseguente spiazzamento del settore privato. E allora non si resta sorpresi se Obama si scorda di dire che il settore immobiliare è “in ripresa” grazie al QEternità dello zio Ben, e Monti si scorda che questa breve boccata d’ossigeno per l’Italia è stata fornita dall’OMT dello zio Mario (invece qualcuno l’ha notato e non è fesso). Però, nel loro mondo Keynesiano delle fiabe, va tutto bene e le marmotte continuano felicemente ad incartare la cioccolata. Fate le vostre scommesse.

DI GREGORY CUMMINGS*

Secondo il grande Dottor Gary North, la cartina tornasole del Keynesismo è l’attacco all’austerità. Egli scrive: Diciamo che state leggendo un articolo su ciò che il governo Greco debba o non debba fare. Leggete che le misure d’austerità proposte dal governo porteranno ad una riduzione della produzione. Questo abbasserà le entrate fiscali. Il rapporto debito/PIL aumenterà. L’austerità, pertanto, non risolverà i problemi economici della Grecia. L’articolo è stato scritto da un Keynesiano.

In un articolo d’opinione pubblicato dal Globe and Mail intitolato “Europe must realize austerity doesn’t work,” Pierre Briancon è fedele a questa forma Keynesiana: L’economia Greca si è avvizzita per tre quarti rispetto a quello che era tre anni fa, prima di iniziare le sue successive giravolte per i vari piani di salvataggio. I governi della zona Euro continuano a contribuire religiosamente alla loro propria recessione, forzando gradi sempre più elevati di dolore sulle loro economie malate.

La Spagna sta tagliando la spesa pubblica e si chiede perché anche il suo prodotto interno lordo si stia riducendo. La Gran Bretagna sta lentamente affondando nel quadro delle politiche d’austerità senza senso e senza prospettiva. Nel frattempo, i banchieri centrali continuano a spingere per una disciplina di bilancio sempre più rigorosa, con lo slogan eterno che si ripresenta nel corso dei secoli: “Non c’è altro modo.” Prima di tutto, la nozione risibile del banchiere centrale inflessibile ed insistente sulla disciplina di bilancio ha tanto senso quanto uno sciopero della fame di Betty Crocker.

Briancon continua: Nel frattempo gli economisti del FMI hanno affermato l’ovvio. I dati sono chiari. L’austerità non ha funzionato. C’è poca speranza che funzionerà. Prima di tutto lavoriamo sulla crescita. Poi saremo virtuosi. Austerità significa semplicemente meno spesa pubblica. Con il termine “crescita,” l’autore indica una statistica elevata del PIL generata da una maggiore spesa pubblica. I Keynesiani ritengono che la spesa pubblica sia una panacea. Il denaro che il governo spende deriva da una combinazione di tassazione, indebitamento ed inflazione monetaria. Al fine di valutare l’impatto dell’austerità, è necessario riflettere su queste fonti di spesa pubblica.

Quando meno denaro viene confiscato dai contribuenti attraverso l’imposizione fiscale, i cittadini privati conservano più della loro ricchezza. Con le casse piene, gli individui possono quindi spendere i frutti del loro lavoro sul capitale o in beni di consumo. Come questo può far avvizzire l’economia? Quando il governo prende in prestito meno denaro, può essere prestato più denaro ai privati cittadini. Gli individui possono quindi utilizzare questi prestiti per investire in beni di capitale o per acquistare beni di consumo. Come questo può far restringere l’economia? Nel caso insidioso dell’inflazione monetaria, viene creato denaro dal nulla e poi speso dal governo. Secondo John Maynard Keynes, l’inflazione monetaria compie il “miracolo […] di trasformare le pietre in pane.”

Ma la verità della questione è che non esiste una cosa come un pasto gratuito. La prosperità fasulla dell’inflazione monetaria è del tutto illusoria. Non si può ottenere qualcosa in cambio di niente. Il Dr. North riassume la sua prova del nove Keynesiana come segue: Così, ogni volta che vedete una critica all’austerità definita come un modo per incoraggiare la recessione, state leggendo un Keynesiano. Potrebbe non definirsi un Keynesiano, e in tal caso sta delirando. Solo il Keynesismo insegna che una riduzione della spesa pubblica (“austerità”) in una nazione il cui governo spende il 40% del PIL (Grecia) produrrà una recessione. I sapientoni economici Keynesiani propongono molti argomenti fallaci sulla spesa pubblica. Primo fra tutti è il concetto secondo cui ipotecare la vostra posterità con debito e deficit è in qualche modo “virtuoso.”

 

*traduzione di Francesco Simoncelli – http://johnnycloaca.blogspot.it/

 

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