In Anti & Politica, Economia

DI GIUSEPPE SANDRO MELA*

 «Assolutamente normale che l’ex presidente Mussari finanziasse il Pd. Partito che, grazie al governo di Siena e Provincia, era responsabile della stessa nomina.  ….  Rivendico l’opportunità di un intervento statale quando si rischia il collasso di istituzioni fondamentali per il funzionamento del Paese.» on. Antonio Misiani, tesoriere del Partito Democratico.

«Nella vicenda Mps ci sono responsabilità evidenti di chi ha governato la città di Siena” e un “eccesso di cattiva politica”». Matteo Renzi, Sindaco di Firenze.

«La grande sirena della finanza internazionale ha incantato anche noi della sinistra. Adesso la politica deve riflettere a fondo, dettare regole precise e allontanarsi dalla gestione. Niente rapporti diretti con le banche», Enrico Rossi,Presidente della Regione Toscana.

 

Le parole dell’on. Antonio Misiani sono il cuore del programma politico del Partito Democratico.

Occorre aumentare la presenza dello stato in economia, altrimenti dove potrebbe trovare sostentamento la dirigenza del PD?

Ma é il programma di un partito politico oppure di un’associazione a delinquere dedicata al peculato?

Ed adesso che i bubboni stanno scoppiando l’on. Antonio Misiani invoca un ulteriore intervento dello stato per sanare Monte Paschi Siena, così da poter meglio perpetuare i latrocini della Banda Bassotti cui appartiene.

 Tre importanti novità.

1. Giuseppe Mussari e Gianluca Baldassari sono adesso indagati per truffa. Confidiamo nell’opera della Magistratura. ma si vocifera che gli avvisi di garanzia saranno una buon marea. Anche nomi “eccellenti“, che certamente si dimetteranno dalla carica di deputato. Come fece a suo tempo Craxi? Si rifugieranno a Cuba?

2. Si indaga adesso anche su diciassette miliardi di bonifici che sarebbero, per usare un eufemismo, tutti da indagare. Si ricerca nelle casseforti del Pd. Spunta la “banda del 5%“.

3. L’on. Bersani ha ribadito con forza che il Partito Democratico é strenuo paladino della lotta all’evasione fiscale. lo aveva detto anche Al Capone.

 

Ci si domanda:

Si vocifera che il buco di Mps sia trecento miliardi. Da dove spunteranno i 283 miliardi mancanti? E bravo PD! Denti aguzzi, stomaco da dirigibile, unghie grifagne.

Ma il Partito Democratico pagava le tasse sulle mazzette che prendeva?

No?

Ma allora perché intanto non inizia a rendere il maltolto?

E che fine hanno fatto i venti milioni scudati da Baldassari?

  Saranno briciolottie se il PD li dessi alla classe operaia in Cassa Integrazione?

Nota importante.

Siamo in mezzo alla campagna elettorale, epoca di roboanti promesse immantenibili.

Il PD ha promesso che sarà “onesto“.

Mazzetta e Montetto,

Pidessino perfetto.

 

  Tgcom24. 2013-01-29. Mps, Mussari e Baldassari indagati per truffa.

Per i pm di Siena, l’ex presidente e il responsabile dell’Area Finanza all’epoca dei fatti nascosero le operazioni sui “derivati“.

Dall’inchiesta della Procura di Siena sul buco di bilancio di Montepaschi emerge che i vertici della banca, l’ex presidente Giuseppe Mussari e il responsabile dell’Area Finanza all’epoca dei fatti (2007-2012) Gianluca Baldassari, nascosero agli azionisti le operazioni sui “derivati” tentate per risanare il debito emerso con l’acquisto di Antonveneta. Mussari e Baldassari sono perciò indagati per truffa.

Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di altri responsabili tra cui l’ex direttore generale Antonio Vigni. Come riporta il Corriere della Sera, per cercare di ripianare il grosso buco dato dall’esborso per Antonveneta Mps avrebbe sottoscritto due contratti con Jp Morgan con condizioni capestro. I contratti, siglati da Baldassari, avallati da Mussari, furono tenuti in cassaforte per tre anni da Vigni. L’operazione sarebbe dovuta servire a colmare le perdite provocate dalla plusvalenza di Antonveneta, comprata dagli spagnoli del Santander a settembre 2007 per 6,3 miliardi di euro e rivenduta a Mps due mesi dopo per 9,3 miliardi di euro, più un miliardo di euro per gli oneri.

L’accordo con Jp Morgan sarebbe stato presentato come un aumento di capitale ma, in realtà, e su questo la Procura sta indagando,sarebbe stato un vero e proprio prestito. Il contratto non solo sarebbe stato tenuto segreto agli azionisti, nonostante l’obbligo per legge di informarli, ma non sarebbe neppure stato registrato sui libri contabili.

I vertici aziendali sono accusati anche di ostacolo agli organi di Vigilanza. Nelle lettere a Bankitalia che aveva chiesto chiarimenti a a Mps il 23 settembre 2008, Vigni rispose che per garantire che “in ordine all’assorbimento delle perdite, Jp Morgan ha acquistato le proprietà delle azioni senza ricevere alcuna protezione esplicita o implicita dalla banca”. In un’altra lettera del presidente del collegio sindacale Tommaso Di Tanno e dei due sindaci Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti si legge che “nel suo complesso l’operazione patrimoniale con Jp Morgan realizza il pieno e definitivo trasferimento a terzi del rischio d’impresa per quanto attiene sia al capitale assorbimento delle perdite, sia alla remunerazione annuale (flessibilità dei pagamenti), replicando quindi agli effetti economici delle azioni”. Ma, secondo le verifiche dei magistrati, queste dichiarazioni “non sono corrispondenti al vero” e si configurano elementi di accusa di ostacolo agli organi di Vigilanza.

 

  Sole24Ore. 2013-01-29. Mps, in 11 mesi bonifici per 17 miliardi.

La più grande rivalutazione della storia. Il prezzo di AntonVeneta, nel 2007, è schizzato in pochi mesi dai 6,6 miliardi pagati dal Banco Santander per comprare l’istituto ai 9,3 (più oneri vari che hanno fatto salire il prezzo definitivo a 10,3 miliardi circa) tirati fuori da Mps. Ai quali vanno aggiunti almeno altri 7,9 miliardi di debiti AntonVeneta, che l’istituto senese si è accollato. Quel che è certo, perchè documentato e agli atti della Procura, è che in soli 11 mesi – dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009 – il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi. Soldi che sono finiti ad Amsterdam, Londra e Madrid.

L’elenco dei bonifici è agli atti dell’inchiesta e già sul primo versamento si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti: il 30 maggio partono da Siena 9 miliardi e 267 milioni a favore di Abn Amro Bank con sede ad Amsterdam, che il Banco Santander – si legge nel documento informativo relativo all’acquisizione di AntonVeneta inviato alla Consob da Mps – ha nominato «soggetto venditore titolare di diritti e obblighi derivanti dall’accordo». Si tratta infatti di una cifra maggiore, anche se di poco, dei 9 miliardi e 230 milioni pattuiti al “closing” per l’acquisizione.
Il secondo bonifico parte lo stesso giorno ed è destinato al Banco Santander di Madrid, per un importo complessivo di 2,5 miliardi. Il 31 marzo 2009 partono altri due bonifici, uno da un miliardo e mezzo e l’altro da 67 milioni, entrambi a favore del Banco Santander di Madrid. I restanti quattro bonifici vengono disposti da Mps il mese successivo, il 30 aprile. I primi due, ancora una volta, sono a favore del Banco Santander e riportano uno l’importo di un miliardo e l’altro di 49 milioni; gli ultimi due, da 2,5 miliardi e da 123,3 milioni, sono a favore di Abbey National Treasury Service Plc di Londra. Sono soprattutto questi ultimi due ad interessare gli inquirenti perchè si tratterebbe di cifre che, secondo qualcuno, sarebbero successivamente rientrate in Italia usufruendo dello scudo fiscale.

Ma le domande non finiscono qui. Anche perchè è lo stesso Monte dei Paschi, nei documenti ufficiali, ad avanzare qualche perplessità sull’operazione. Nel documento inviato alla Consob, nell’analizzare i rischi connessi ai risultati economici di AntonVeneta, la banca senese affermava che «Banca Antonveneta potrebbe continuare a non generare risultati economici positivi, con possibili effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’Emittente e del Gruppo». È possibile, ci si chiede in procura, che con una simile valutazione venga pagato un prezzo così alto?

Ma c’è un altro elemento. «Bmps – si legge sempre nel prospetto informativo – non ha effettuato una formale “due diligence” finalizzata all’aggiustamento del prezzo di acquisizione», anche se ha avuto modo di controllare i bilanci di AntonVeneta. Nè, tantomeno «sono state redatte perizie di stima ai fini della determinazione del prezzo».

 

  Il Messaggero. 2013-01-29. Mps, ora si indaga anche per truffa Bonifici per 17 miliardi in 11 mesi.

Accuse per Mussari e Baldassarri. scoperti venti milioni di euro che l’ex direttore finanza avrebbe riportato in Italia utilizzando lo scudo fiscale.

Adesso la teoria della truffa ai danni degli azionisti Mps non è più un sospetto. E’ una contestazione precisa allaquale lavorano i pm di Siena Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. Ed è con questa ipotesi di reato che sono finiti sul registro indagati i nomi di Gianluca Baldassarri, fino a marzo direttore centrale e responsabile dell’area Finanza del gruppo, e Giuseppe Mussari, ex presidente di Mps. Anche per Baldassarri la posizione potrebbe aggravarsi, perché gli investigatori hanno scoperto che negli ultimi anni avrebbe riportato in Italia 20 milioni di euro grazie allo scudo fiscale. Cioè una somma che non era compatibile con la sua retribuzione mensile. In questo modo, il reato di truffa si aggiunge a quelli di ostacolo all’attività di vigilanza e manipolazione di mercato, contestati ad Antonio Vigni, ex direttore generale, Tommaso Di Tanno, presidente del collegio dei revisori Mps, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti, entrambi del collegio. Sono loro ad aver firmato la lettera indirizzata a Bankitalia che consentì di strappare il consenso all’acquisizione di Antonveneta, in cui si afferma che «nel suo complesso l’operazione patrimoniale con Jp Morgan realizza il pieno e definitivo trasferimento a terzi del rischio d’impresa per quanto attiene sia al capitale assorbimento delle perdite, sia alla remunerazione annuale (flessibilità dei pagamenti), replicando quindi agli effetti economici delle azioni». Intanto la procura con una rogatoria internazionale ha acquisito i bilanci della Banca Santander.

 LA TRUFFA

E’ il 2008, la crisi dei fondi subprime e il disastro finanziario dei derivati sta per esplodere quando i vertici Mps acquisiscono Antonveneta chiudendo l’affare con gli spagnoli di Santander. E i mercati non sono ancora stravolti dall’esplosione della bolla quando, per avviare una ricapitalizzazione, Mps conclude con Jp Morgan un accordo rischio. Ma è nel 2009 che il Monte dei Paschi sottoscrive i contratti derivati. E anche in questo caso i rischi sono tutti chiari: il reato di truffa riguarda proprio questa fare successiva all’acquisizione di Antonveneta, quando Mussari e Baldassarri, secondo la la procura, disegnano l’architettura di una serie di operazioni che avrebbero spalmato i debiti di Mps nei bilanci futuri. Le operazioni si chiamano Alexandra, Santorini e NotaItalia; e avrebbero messo a rischio gli azionisti ignari del Monte, che in questo modo sarebbero stati truffati. L’utilità per i manager sarebbe stata molteplice: mantenere gli incarichi e incassare una parte di quel sovrapprezzo di due miliardi depositato a Londra e non nelle casse del Santander. A progettare la cosiddetta finanza creativa e spericolata sarebbe stato Baldassarri, a dare il via libera, certamente Mussari. Anche se alla telefonata del 7 luglio 2009, in conference call con i giapponesi di Nomura, era presente anche l’ex dg Antonio Vigni. Da quella conversazione emerge con chiarezza che l’operazione, ad altissimo rischio, era accettata dai vertici di Mps. Anche se fino a ieri lo stesso Fabrizio Viola, dg di Mps, ha ribadito che il documento sui derivati non era agli atti della banca.

SCUDO FISCALE

Sono 20 milioni di euro i soldi che Gianluca Baldassarri avrebbe riportato in Italia dall’estero, utilizzando lo scudo fiscale. E adesso i magistrati si aspettano che l’ex manager Mps possa spiegare come li aveva messi da parte, altrimenti gli investigatori potrebbero sospettare che si tratti di una fetta del sovrapprezzo di Antonveneta.

LA ROGATORIA

I pm senesi vogliono chiarire come siano stati iscritti nel bilancio dell’istituto spagnolo Santander i quasi diciotto miliardi pagati da Mps per l’acquisizione di Antonveneta. Perché oltre ai 10 miliardi e 300 milioni, per l’acquisto, Mps si è accollata i debiti che Antonveneta aveva nei confronti dell’olandese Abn Amro, oltre 7 miliardi. Dalle casse del Monte dei Paschi sono così usciti, in undici mesi, otto bonifici con destinazione Amsterdam, Madrid e Londra. L’elenco è agli atti dell’inchiesta. Intanto, Marco Cardia, figlio dell’ex numero uno della Consob, ha fatto sapere di non aver mai svolto alcuna attività professionale per Mps.

 

 

*Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2013/01/pidiessinucci-di-banca-pd-e-gli-altri-17-miliardi-che-fine-hanno-fatto-e-perche-non-li-volete-rendere.html

 

 

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Showing 14 comments
  • Nicola

    Spesso si confonde la veste giuridica “privatistica” di spa o srl con la reale natura di un soggetto societario.
    Se io e un amico apriamo una S.P.A., quella è una società indubbiamente privata. Non rappresentiamo istituzioni pubbliche e non sottoscriviamo accordi a nome di alcun ente pubblico, quindi siamo indubbiamente “privati”. Agiremo, di conseguenza, sulla base di ciò che riterremo opportuno per sviluppare il nostro business, soddisfacendo (o meglio, provando a farlo) i clienti, ovvero il mercato.
    Di contro, se il Governo o la Giunta regionale-provinciale-comunale istituiscono prima un monopolio, sancendo l’impossibilità per chiunque altro di fornire il medesimo prodotto/servizio, e quindi la affidano in “gestione” ad un soggetto creato ad hoc, il cui vertice è di nomina politica, i cui dipendenti sono assunti per criteri di vicinanza e di spartizione politica, decidendo di far assumere a questo soggetto la forma di società per azioni, assegnando la maggioranza delle azioni allo Stato/Regione/Provincia/Comune, con minoranze assegnate a vari soggetti ugualmente poco “privati” e molto “politici”; se succede tutto questo, tale S.P.A. non avrà mai e poi mai la natura di azienda privata. Agirà per soddisfare il business dei propri azionisti, che non e’ assolutamente la soddisfazione del cliente (il mercato), ma la soddisfazione dei clientes, in senso, appunto, politico.

    • Storie Di Mercanti & Di Ladri

      Le teorie sono valide quando loro applicazione sortisce gli effetti teorizzati, diversamente sarebbero delle boiate.
      Premesso ciò, qualsiasi attività imprenditoriale ha come scopo il profitto che non necessariamente viene generato con la soddisfazione del cliente, anzi il più delle volte il cliente è utilizzato come fonte di spremitura, di rastrellamento di risorse. La finanza ne è un esempio. Non produce nulla, non genera ricchezza per la collettività, sottrae risorse all’economia per dirottarle ai suoi adepti. Tanto per parlare di monopolio pubblico esso è regolamentato sia per legge è motivato anche dal buon senso che fa si che attività strategiche, di indubbio interesse per la collettività e per il buon funzionamento dello stato, esso stesso non assoggettato a interessi particolaristici.
      Il monopolio privato è invece decisamente molto più diffuso ed esso è riconducibile a tutte quelle di forme di pseudo-associativismo che sono i cartelli, le lobby etc..che si fondano proprio SULLA NON CONCORRENZA, SUL NON MERCATO LIBERO. In questo contesto risulta impossibile, diciamo per un comune privato di buona volontà, contrastare detta pratica. L’unico che può regolamentare tutto ciò oppure arrogarsi il diritto di controllo di tutto ciò può essere solamente lo stato.
      Nel caso di specie, la banca ha operato rastrellando attraverso i correntisti denaro che anzichè essere dirottato per incentivare l’economia esse è stato utilizzato per forme di speculazione azzardate che, in caso di profitti sarebbero stati privatizzati ovvero portando benefici ai soci ed azionisti, in caso di perdite sarebbero state socializzate ovvero i correntisti correrebbero il rischio di non riavere i soldi indietro e gli azionisti si ritroverebbero carta straccia in mano.
      Quindi la politica ha nominato i vertici della banca attraverso la fondazione la quale a sua volta è nominata dai politici locali? Certo! Ma chi è che ha posto in essere tale truffa?? La politica ho la banca? Non è forse la banca che ha architettato tutto ciò ( è questo è un dato di fatto) mentre è tutto da dimostrare se la politica abbia fatto da palo oppure sia semplicemente una cozzaglia di persone che svolgono un ruolo superiore alle loro capacità.
      Ma tralasciamo le responsabilità oggettive che a quanto pare verranno dissipate dalla magistratura, credi forse che senza la politica questi stessi privati non avrebbero posto in essere la loro truffa?
      Nel caso Parmalat, le banche che hanno rifilato ai loro clienti le sue azioni, pur sapendo perfettamente che erano dei bidoni, erano forse anche in quel caso assoggettate alla politica? L’hanno fatto in spirito di libero mercato per soddisfare i propri clienti forse? Oppure erano molto esposte è hanno cercato prima del crac imminente di disfarsi della carta straccia in cambio di denaro vero?
      Che dire del caso Cirio? idem! E del caso Lehman Brothers Holdings Inc. società attiva nei servizi finanziari a livello globale, fallita è dalla quale è partita la crisi del 2008. Erano forse anche loro assoggettati alla politica? Mi spiace ma il privato è questo. E’ più sporco dello stato per il semplice fatto che si vuole porre eticamente superiore ma nei fatti non lo è, e con questa illusione indotta carpisce la fiducia altrui prosperando senza mai pagare pegno se non solo singolarmente, sottraendosi alle responsabilità politiche in quanto, che piaccia o non piaccia svolgono anche una funzione sociale.
      Rifletti.

      • Nico

        Lei ce l’ha col privato in modo cieco ed attribuisce un qualità morale superiore allo Stato (non si sa perché dovrebbe avercela, e soprattutto non mi sembra che i fatti lo dimostrino).
        Senza dilungarsi il post lunghi e noiosi, basta che ognuno fallisca quando debba fallire e nessuno si prodighi in salvataggi con i soldi altrui (che poi non sono nient’altro che il tempo e le vite altrui).
        Che sia un privato o che sia uno stato (questa volta uso la lettera minuscola) che falliscano quando fanno le cazzate e si assumano le proprie responsabilità.
        Se poi a lei piace lo stato, sono fatti suoi.

        Per quanto riguarda Lehman, la crisi non è partita da quest’ultima. Non confonda cause ed effetti. La Lehman è un effetto.
        Per la Cirio, fa ancora delle ottime salse, a me piacciono molto. La finanza ed i pomodori freschi e ben tritati sono due cose distinte.

        • Storie Di Mercanti & Di Ladri

          Ho capito per lei nella vita basta essere convinti e che il suo orticello sia sempre verde, quindi non capisco con tale limitata visione come lei si possa ergere a dirimere problematiche che coinvolgono tutti e a dispensare conclusioni su argomenti che lei ha conosciuto solo esclusivamente tavola sotto forma di ragù. Guardi che lo stato non va analizzato e confrontato come una cosa che possa piacere o meno, probabilmente crede di essere in uno stadio in cui è abituato a tifare non a ragionare.
          Non offrendo alcun spunto interessante ed utile per approfondire l’argomento, la lascio al suo mondo molto naif, constatando che per lei è decisamente molto più facile credere che ragionare.
          Buona giornata.

          • Nico

            Mi spieghi quale transizione di fase subiscano i privati quando si associano, o, meglio, vengono arruolati con la forza, in uno stato, quando presi da soli sono dei truffatori, leccaculo, violenti?

            Se li metti assieme dentro un’Istituzione vengono nobilitati dalla politica?
            Concentra il potere in un punto, legittimalo a controllare tutto e tutti nel nome della Legge. Tutto questo è una manna per i privati che vogliono delinquere.

            E poi questi politici che loro malgrado si trovano invischiati sempre nelle truffe dei privati, ma guarda che sono sfigati, cavoli!
            Loro se ne starebbero lì nella stanza dei bottoni a prodigarsi per il “Bene Comune”, poi traaaaack arriva il privato che li frega. Ma che birichini questi privati!

  • Storie Di Mercanti e Di Ladri

    Questo è il risultato del mercato libero, dell’impossibilità di mettere due privati assieme senza che non cerchino di truffare il prossimo oppure di fare cartello con l’avvallo della politica invitandola a pranzo.
    La politica serve per legittimare le truffe dei privati di cui questi ultimi ne potranno solo rispondere personalmente a differenza dei primi che ne risponderanno anche politicamente.
    Ecco perchè la politica ed il privato inteso come affare privato vanno decisamente ridimensionati e portati all’assoggettività del stato che a sua volta deve essere saldamente in mano ai cittadini.

    • Nico

      Mercato libero quello delle banche? Provi Lei ad aprire domani una banca e prestare soldi, e vedrà quanta libertà Le consentono.
      Se poi vuole osare di più, provi ad emettere moneta.
      Le grandi truffe hanno sempre l’avvallo della politica (la quale chiede un adeguato tasso di rischio).

      • Storie di Mercanti e Di Ladri

        RE:Nico
        Ma mi scusi perchè le banche sono pubbliche?? La Banca d’Italia è pubblica?? La moneta che usiamo è pubblica?? La stampa lo Stato Italiano forse??
        Dove vive Lei a Cuba?? Tutto quello che le elencato è PRIVATO se poi Lei voleva lasciar intendere che fosse MOLTO PRIVATO allora forse ci capiamo. Quindi rimane una disputa tra privati e quello che accade da noi è il frutto della privatizzazione e non della statalizzazione.
        Se lo ricordi!

        • Nico

          La politica fa le leggi che servono alle banche per mantenere il loro potere di crearsi denaro. Ognuno serve all’altro. La disputa fra pubblico e privato è solo una barzelletta (che a Lei piace tanto). Politica e banche sono due facce della stessa medaglia.
          Se crede che con la nazionalizzazione e statalizzazione si risolvano tutti i problemi, si sbaglia. La questione è di tipo monopolistico. E qui entra in gioco la libertà.
          Per risolvere basterebbe fare fallire tutto ciò che adesso è drogato di contributi, aiuti, salvataggi, politiche di sostegno.
          Altro che “too big too fail”, fra poco diventerà “too big to bail” e fallirà comunque.
          Lì si che se ne vedranno delle belle.

          • Storie di Mercanti e Di Ladri

            RE:Nico
            Cosa c’entra il monopolio?? Le banche sono parassitarie per accezione e per concezione. Esse hanno bisogno di un tessuto sociale ed economico per esistere al pari della politica. Diversamente entrambi non esisterebbero. Mi pare ovvio quindi che siano le facce della medaglia.
            Se la politica non funziona o degenera la colpa è di questa politica e di questi politici. Se le banche anzichè svolgere la loro funzione sociale degenerano diventanto esclusivamente fonte di speculazione lo è ha causa dei privati come azionisti ( a cui spetta anche il controllo non dimenticarlo) e dei vertici che sono espressione della politica che a sua volta è espressione del tessuto sociale.
            Questo è il privato! Il privato ora come ora si presenta verginello proprio perchè le responsabilità politiche sono demanate proprio ai politici.
            Come i mafiosi scaricano le responsabilità su un singolo per salvaguardare il perpetuarsi dell’organizzazione allo stesso modo il privato scarica sulla politica le proprie responsabilità.
            Chiaramente una presenza dello stato massiccia, diciamo per un’opera di bonifica in questo contesto sarebbe un suicidio ecco perchè risulta importante e fondamentale un azzeramento totale, un ricominciare da capo per rifondare e non RIFORMARE lo stato.

    • Giorgio Fidenato

      Ricapitolando: MPS è una banca che opera grazie ad una licenza statale, che è governata da una fondazione il cui Cda è nominato dal PD e controllato dall’amministrazione pubblica di Siena. Il tutto sotto l’egida di una moneta unica imposta dall’Europa.
      L’unica cosa privata sono gli affari e le truffe che i suoi amici a capo dello Stato (ladro) fanno sulla pelle della gente. Lo Stato è quella cosa pubblica governata dai suoi amici politici, eletti dalla gente. Stato&politica sono la stessa cosa!!!!

      • Storie di Mercanti e Di Ladri

        RE:Giorgio Fidenato
        Tutto giusto, peccato che quelli che Lei definisce politici non sono altro che figuri creati ad hoc oppure privati capitalisti (vedi i vari Montezemolo, Marcegaglia etc..che predicano libero mercato ma hanno fondato le proprie ricchezze proprio con lo stato e di tale vivono) che servono – come da me precedentemente descritto – per legittimare le loro truffe.
        Mi risulta che non sia proprio un ragazzino, il sistema è collaudato, Lei è solamente libero di votare quello che le propongono! Si ricorda del Pentapartito?? Lei poteva votare uno dei cinque, l’unica differenza che percepiva alla fine delle elezioni era la differenza di spartizione di potere in base alle percentuali espresse dalle urne.
        Morale: sei libero di votare quello che vuoi tra quelli che ti propongo io.
        Forse ora vi è la possibilità di cambiamento, ci sono movimenti che, speriamo, approderanno nelle stanze che contano, ma se essi non avranno la maggioranza assoluta, nulla cambierà, perchè sono tutti uguali e le differenze che li distinguono vengono ingigantite dai media durante la campagna elettorale per poi ritornare irrilevanti e marginale al termine.

  • gabriella

    MA PERCHE’ TUTTE QUESTE PERSONE NON VENGONO PROCESSATE IMMEDIATAMENTE E MESSE IN GALERA.

    • Albert Nextein

      Giusta domanda, che denota una certa innocenza ed inesperienza.
      Comprati, a pochi euro, da Usemlab il libro “oltre la democrazia”.
      Sarà una lettura semplice e breve, circa 130 pagine.
      Ti si aprirà,prove alla mano, una chiave di interpretazione di fatti come quello di Monte dei paschi.
      Mi raccomando,sono soldi e tempo ben speso.
      Io ,dopo aver acquistato la copia per me, ne ho acquistate altre dieci da regalare.

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